Il giubileo sacerdotale del P. Piombino

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Per iniziativa del curato di S. Barbara in Torino, al quale perciò siamo vivamente grati, si è celebrato il 31 maggio u.s. nella stessa chiesa di S. Barbara il giubileo sacerdotale del p. Arturo Piombino, barnabita, che fu già direttore spirituale del Fr. Teodoreto e di vari catechisti.

La funzione ha riunito molti partecipanti, che hanno gremito la bella chiesa, ornata dalle pitture del Reffo e custode della tomba di S. Leonardo Murialdo, Fondatore dei Giuseppini e così vicino psicologicamente al nostro Fondatore.

Il P. Piombino ha avuto una parte importantissima nella vita del Servo di Dio fr. Teodoreto e il loro incontro ha tutto l'aspetto di una disposizione provvidenziale.

Ci sembra interessante riportare qui ciò che ne scrive il fr. Leone nella sua biografia del Servo di Dio, nel commento fattone dal fr. Gustavo durante la celebrazione: « … allora il Signore aveva già messo sul suo cammino un ottimo religioso barnabita a cui ricorreva per la direzione spirituale propriamente detta: il Rev. Padre Arturo Maria Piombino, residente al Real Collegio Cario Alberto di Moncalieri.

L'incontro era stato fortuito, una quindicina d'anni fa.

Sentendolo ( P. Piombino ), in una conversazione, parlare con disinvoltura e commozione di Gesù e di Maria, colpito assai favorevolmente, Fratel Teodoreto desiderò averlo come Direttore del suo spirito.

Il Padre Piombino non si rifiutò; volle solo essere sicuro della divina approvazione, ottenendo ognuno il consenso dei propri superiori gerarchici, consenso che fu ben volentieri concesso.

Così confidava lo stesso Padre in una sua conferenza ai Catechisti, nella quale spiegò loro la spiritualità di Fratel Teodoreto, loro Fondatore, pochi giorni dopo la sua chiamata all'eternità, il 27 maggio 1954 ».

Dal sunto di quella conferenza mi è gradito proporre alcuni pensieri che ci illustrano come l'incontro di quelle due vie, preparato dal Signore, fosse stato, nel disegno di Dio, il nascere di cose grandi quali la perfezione della santità in Fratel Teodoreto e l'orientamento spirituale al nascente Istituto Secolare dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata che poi anche in seguito tanto avrebbe attinto all'esperienza e alle direttrici di spirito del Padre Piombino.

Con quella « disinvoltura » e quella « commozione » già rilevata da Fratel Teodoreto Padre Piombino aveva detto: « Complichiamo le cose e restiamo scoraggiati dinanzi alle molteplicità delle osservanze.

( Ah le vie degli uomini! ).

Si presenta Gesù e ci dice: « Seguimi! » ( Ecco la via di Dio! )

Fratel Teodoreto ascoltò il « Seguimi » e davvero seguì Gesù con cuore semplice e fiducioso, si aggrappò al Divino Maestro, Autore principale della santificazione delle anime, perché il Crocifisso gli ricordava che l'Incarnazione e la Redenzione stabiliscono Gesù sorgente e sorgente unica della vita divina alla cui partecipazione sono chiamati tutti gli uomini.

Fratel Teodoreto aveva compreso che l'appagamento di ogni brama sta nel vivere in intimità con Gesù e Maria, Mediatrice di tutte le grazie: e si era donato completamente a Loro.

Riposarsi solo tra i Cuori Amabilissimi di Gesù e di Maria perché Essi solo ci aiutano a farci santi.

La santità è competenza di Gesù, perché Egli solo conosce profondamente le anime.

Il falegname lavora il legno, il medico sana il corpo, il genio compie l'opera d'arte, ma solo Gesù fa il santo.

Procurate di amare, ma praticamente, questa vita di intimità con Gesù; procurate di amarLo; al resto penserà Lui …

« Lei deve unicamente e sempre amare Gesù, riposarsi in Lui ».

Fu la mia costante raccomandazione al caro Fratello ch'Egli seguì fedelmente.

Molte sarebbero le citazioni che si potrebbero fare sul cammino spirituale che Padre Piombino indicava a Fratel Teodoreto.

Mi pare che quanto egli scrisse a Fratel Leone il 7 ottobre 1954 ben le possa riassumere: « Ebbi da Dio la missione di seguirLo nella via dell'Amore, di aiutarLo ad amare tanto il Signore e la Madonna, di impedirGli di abbandonare le opere da Lui fondate; anzi Lo esortai sempre a rimanerne a capo, pur continuando a riposare tra i Cuori amabilissimi di Gesù e Maria, come Lui desiderava, essendo io ben certo che l'opera Sua sarebbe stata fecondata dalla Sua eccezionale vita interiore ».

E Fratel Leone commentava già fin da allora: « Il Padre Piombino nell'inculcare questi principi al Fratel Teodoreto altro non faceva che comunicargli la spiritualità propria, da cui trova e trae norme per la sua vita intima … ».

Ecco è proprio il caso qui di ricordare quanto la Parola di Dio promette: « Chi ha fatto e ha così insegnato, questi sarà grande nel regno dei Cieli ».

E, se dopo aver letto un tantino velatamente la vita e le opere di Padre Piombino volessimo rapportarci alla nostra vita e alle nostre opere, se volessimo in altre parole fare un piccolo esame di coscienza, e lo faccio io per me,

mi troverei a rimproverarmi di tutte le volte che ho tanto confidato nelle mie parole o nei miei pensieri quando le parole ascoltate mi inducono a parlare come Padre Piombino ha fatto e fa « con disinvoltura e commozione »

a rimproverarmi di tutte le volte che ho parlato tanto di me e di cose vane quando l'esempio mi induce a parlare di « Gesù e Maria »;

di tutte le volte che ho preteso di dire a Dio: « Seguimi! » nei miei pensieri e nelle mie vie quando l'esortazione paterna di Padre Piombino ci indica Gesù, l'Amabilissimo, che dobbiamo seguire;

tutte le volte che mi sono agitato credendo di salvare il mondo, quando l'indicazione mi consigliava un « riposo » interiore che si accompagna sì a tutta l'attività esteriore richiesta dal dovere o dallo spirito di zelo e consentita dalla salute, con il compimento di tutto il proprio dovere su tutta la linea.

Fare molto, tutto, ma uniti a Gesù come il tralcio alla vite.

E allora veramente tutto il grande campo della attività fiorisce e da frutti: come tutti noi possiamo ben constatare e Padre Piombino ci sa ben perdonare se lo constatiamo, guardando al suo campo.

Fr. Gustavo