L'Ateismo

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« Ateismo » è parola greca, che significa « senza Dio » e cioè un atteggiamento di negazione e di ostilità nei confronti di Dio.

Nei tempi passati era un termine puramente astratto, usato dagli studiosi di filosofia e di teologia.

Oggi, passato nella pratica, è di dolorosa attualità e indica la più grave sorgente dei disordini morali e la radice dei più gravi pericoli che incombono sull'umanità.

A meno che non si voglia dire, viceversa, che l'ateismo è appunto il frutto dei disordini morali: l'uomo ha esigenza di unità.

Se non vive come pensa finirà per pensare come vive.

Finché gli uomini non avranno una coscienza retta, fondata sul « timor Domini initium sapientiae » ogni male sarà possibile, nella vita privata e nella vita sociale, e la sola considerazione dei disastri e delle più atroci sventure non basterà a trattenere la mano degli operatori di iniquità, come dimostra la tragica esperienza.

L'esistenza di Dio è una delle verità più certe e più fondamentali.

Lo diceva già Cicerone.

Le biblioteche sono piene di opere che la dimostrano e la provano, e la storia umana di tutti i popoli e di tutti i tempi è un coro unanime di consenso ( astraendo come è naturale dagli errori di dettaglio ).

La sua negazione così massiccia è una triste novità, caratteristica dei nostri giorni, che si spiega non certo con le leggi del pensiero, ma con altri fattori determinanti la condotta.

« La teoria su cui si fonda la negazione di Dio » scrive Paolo VI nell'enciclica Ecclesiam suam, « è fondamentalmente errata, non risponde alle istanze ultime e inderogabili del pensiero, priva l'ordine razionale del mondo delle sue basi autentiche e feconde, introduce nella vita umana … un dogma cieco che la degrada e la rattrista, indebolisce alla radice ogni sistema sociale che su di esso pretende formarsi ».

Già Pio XI nell'enciclica Divini redemptoris aveva scritto: « ateismo morte di Dio e insieme morie dell'uomo: l'ateismo è il veleno della nostra attuale civiltà ».

Se ben si osserva esso è legato al problema della libertà e denuncia appunto la crisi della libertà, sia personale, che psicologica, sedale o politica.

Il problema, quindi, più che nella mente è nella volontà: è la volontà che non è libera, di quella libertà, che Cristo ci ha portalo e di cui parla S. Paolo, ma è tiranneggiata dalle passioni.

Molti giovani perdono la fede durante l'adolescenza: Alla crisi violenta dei sensi non hanno saputo resistere e hanno addirittura voltato il foglio, oppure si sono arresi malinconicamente, pur conservando la nostalgia della virtù.

Nella vita andranno poi ad aumentare la folla di coloro che hanno accantonato il problema e vivono come se Dio non fosse, gli indifferenti, che concentrano tutte le loro attenzioni alle cose di quaggiù, simili ad animali al pascolo.

Qualche volta, magari gli scossoni della vita o il sopraggiunger della sua fine, li faranno rientrare in sé, oppure li confermeranno in una ribellione più decisa.

La misericordia di Dio però è così grande che sa far convergere ogni cosa al suo fine, nonostante tutto.

Ai nostri giorni vi sono due atteggiamenti macroscopici circa i rapporti dell'uomo con Dio, che senza dubbio li caratterizzano nei confronti di tutti i tempi passati.

Il primo è quella indifferenza di cui stiamo parlando, prodotta forse da una specie di ubriacatura del progresso tecnico, che ha invaso la mentalità corrente e che è segno di microcefalismo.

Le scoperte tecnico-scientifiche, anziché allargare l'orizzonte lo hanno ristretto e quasi chiuso.

I concetti di infinito, di eterno, di trascendente, sono eclissati da altri più correnti, più prossimi alla sfera dello sperimentabile.

Si è perso il senso della vita: perché si vive? Che cosa siamo venuti a fare in questo mondo?

« Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo - in questa vita, per poter goderlo eternamente nell'altra ».

La stupenda risposta del catechismo ( se pur non ignorata ) non commuove più nessuno.

Giustizia sociale, progresso, piacere: ecco i temi che muovono le folle.

Certo è necessaria la giustizia, è bello il progresso, e lecito e utile il piacere onesto.

Ma … Ma non passa giorno che le campane non suonino a morte.

Ma non c'è paese o città che non abbia il suo cimitero.

La vita terrena passa in un baleno.

E poi? La vita non è soltanto breve, ma piena di tribolazioni: tutto qui dunque?

No, Dio ci ha fatti per sé, e quella sete inestinguibile di felicità, di cui tutti soffriamo, non è un richiamo continuo alla sorgente vera ed infinita, cui aneliamo, e che è Dio stesso?

Si parla tanfo spesso e con tanfo disprezzo della borghesia.

Ecco, questa è la vera borghesia, quel modo di vivere, che ignora tuffo ciò che è ultra-terreno, il cui orizzonte è tutto dai tetti in giù.

Il secondo è l'ateismo ufficiale, costituzionale, il rifiuto di qualsiasi religione imposto a tutti i cittadini, con la sanzione di gravi pene, come reato.

É quello praticato nei paesi d'oltre cortina, dove la libertà è sconosciuta, anche quella di pensiero, in spregio ai più fondamentali diritti della persona umana.

L'ateismo di Stato è una novità assoluta nella storia umana, dove le discussioni religiose e anche le persecuzioni non sono mai mancate, ma giammai fu messa in dubbio la religione in sé.

Il martirio nei paesi comunisti è una testimonianza nuova.

Naturalmente il popolo conserva e pratica segretamente le sue convinzioni religiose, e i suoi capi non sono che un nucleo di tiranni, i quali abusano del potere e approfittano dell'arretratezza della popolazione per dominarla e sfruttarla, anziché promuoverne il progresso e la cultura, e costituiscono anche un pericolo continuo per la pace.

Le testimonianze di questa situazione non sono rare, nonostante lo stato di polizia che vi regna e tutto il mondo è in attesa che cessi lo stato di violenza e dia luogo alla libertà, con cui si allenterà anche il pericolo delle guerre.

La gravita dell'errore di cui parliamo e dei pericoli che rappresenta è confermato anche dalle apparizioni mariane, con cui la Regina del Cielo è venuta a rassicurare i suoi figli.

Confidiamo dunque e preghiamo affinché presto si diradino le tenebre e torni il sereno sull'orizzonte di questa terra, e gli uomini preghino con più fervore affinché sia santificato il nome del Padre che è nei cieli e sia stabilito il suo regno.