Cinquant'anni fa: 1933

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A Banneux appare la Vergine dei poveri a Torino i Catechisti iniziano la Messa del Povero

Coincidenza di date puramente casuale per chi legge gli avvenimenti come fatti di cronaca giornalistica, provvidenziale per chi li legge con gli occhi della fede.

Banneux Notre-Dame è un villaggio sull'altopiano delle Ardenne a 325 metri sul livello del mare, in Belgio, e dista 25 chilometri da Liegi.

Un piccolo villaggio raggruppato attorno alla chiesa abitato da povera gente.

In una modesta casa abita la famiglia Beco, in luogo umido e paludoso chiamato « la Fange », il fango.

È composta di padre, madre e sette bambini ai quali se ne sarebbero aggiunti in seguito altri quattro.

La maggiore è Marietta che nel 1933 ha 12 anni.

Nell'ambiente, piuttosto squallido, la religione tiene poco posto.

Il 15 gennaio 1933, domenica, neve e ghiaccio coprono « la Fange » e un vento soffia gelido e tagliente.

Sono le 7 di sera, Marietta è accanto alla finestra e guarda il triste panorama.

All'improvviso, nel giardino, a poca distanza, scorge una Signora splendente, ritta, immobile.

« Oh, mamma - grida Marietta - c'è uria bella Signora in giardino! …

Io ti dico che è la Madonna. Ella mi sorride. È talmente bella »!

Marietta prende una corona che un giorno aveva trovato lungo la strada e si mette a recitare il rosario mentre continua a contemplare l'apparizione.

Ma ecco che la Signora le fa cenno di andare da lei.

Marietta vuole uscire, ma la mamma, impaurita, non vuole e chiude la porta a chiave.

Marietta torna alla finestra, ma la bella Signora è sparita.

La sorgente

Tre giorni più tardi, il mercoledì 18 gennaio, verso le 7 di sera, Marietta, vincendo la paura, esce di casa.

In ginocchio, prega a bassa voce e ad un tratto tende le braccia: la Signora, apparsa al di sopra del bosco, in lontananza nel cielo, le si avvicina: la preghiera continua per venti minuti, poi la Signora le fa cenno di seguirla e si allontana indietreggiando.

Marietta la segue e s'avvia per la strada.

Giunte ad una sorgente la Signora dice a Marietta: « Metti le mani nell'acqua » e poi aggiunge « Questa sorgente è riservata per me ».

Poi si congeda dicendo « Buona sera, arrivederci! ».

La sera dopo, giovedì 19 gennaio, alla stessa ora, Marietta accompagnata dal padre, esce di casa.

Si inginocchia, prega e subito tende le braccia e grida: « Oh! Eccola! ».

Un attimo di silenzio, poi chiede: « Chi siete voi, bella Signora? ».

La Signora risponde: « Io sono la Vergine dei poveri ».

Non è possibile qui descrivere tutti gli avvenimenti che accompagnarono queste apparizioni: le perplessità, le difficoltà, le ostilità, le verifiche.

E finalmente il sorgere di quel centro di alta spiritualità mariana che è Banneux.

Mons. Luigi J. Kerkhofs, Vescovo di Liegi, dopo un rigoroso processo ecclesiastico, come attesta egli stesso, nella lettera pastorale del 22 agosto 1949 ha scritto: « In due riprese, nel 1942 prima, nel 1947 poi, abbiamo riconosciuto ufficialmente, sebbene con qualche riserva, la realtà delle apparizioni di Banneux.

Oggi, dopo altri due anni di preghiere e di inchieste, noi crediamo in coscienza di potere e di dovere riconoscere senza riserve questa realtà, ossia l'autenticità delle otto apparizioni della Madonna a Marietta Beco, apparizioni che ebbero luogo nei giorni 15, 18, 19, 20 gennaio e nei giorni 11, 15, 20 febbraio e 2 marzo dell'anno 1933 ».

Le otto apparizioni

Delle tre prime apparizioni qualcosa è stato detto: delle altre riportiamo soltanto la data e le poche parole, quasi messaggio che la Vergine dei Poveri lasciò a Marietta:

Giovedì 19 gennaio: « Io sono la Vergine dei poveri.

Questa sorgente è riservata per tutte le nazioni … per sollevare gli ammalati. Io pregherò per te ».

Venerdì 20 gennaio: « Desidererei una piccola cappella ».

Sabato 11 febbraio: « Vengo ad addolcire le sofferenze. Arrivederci ».

Mercoledì 15 febbraio: « Credete in me. Io crederò in voi. Pregate molto. Arrivederci ».

Lunedì 20 febbraio: « Mia cara bambina, pregate molto. Arrivederci ».

Giovedì 2 marzo: « Io sono la Madre del Salvatore, la Madre di Dio. Pregate molto. Addio ».

Ed è il saluto di congedo.

L'apparizione della Vergine dei Poveri è priva di ogni apparato esteriore, d'inverno, di sera, nel fango, con attorno tanto freddo, ma con tanta luce spirituale: una povertà illuminata!

Da quel lontano 1933 la Vergine dei Poveri ha camminato ancora per le vie del mondo: cappelle a Lei dedicate sono sorte, statue sono state poste in venerazione.

A Milano, alle Case Minime di Baggio, nella primavera del 1945 il Cardinale Idelfonso Schuster vuole dedicata a Lei la nuova chiesa parrocchiale in via di costruzione.

Per chi desidera avere più ampie informazioni e approfondire il messaggio della Vergine dei Poveri si rimanda alle pubblicazioni ormai già numerose e in particolare ai due volumetti scritti da P. Giovanni Battista Arbinolo ( Edizioni Madonna dei Poveri, Torino, presso la Città dei Ragazzi, Strada Sassi ).

Sono volumi scritti da chi « ha sentito una presenza »; ed essa « ha dato all'anima un'esperienza del divino: che vi lascia una sapienza, una dolcezza, un rinnovamento incontestabilmente celeste ».

E fare un tratto di strada con chi ha sentito e ha fatto un'esperienza e soprattutto ha vissuto nella dedizione apostolica un messaggio quale è quello della Vergine dei Poveri e ne ha fatto centro di vita è grande grazia e fonte di autentico rinnovamento.

1933: I Catechisti dell'Unione iniziano l'attività alla Messa del Povero

La Vergine dei Poveri è giunta anche alla Messa del Povero.

A chi giunge in Via Colombini per scendere nel la cappella-refettorio che accoglie i Poveri ogni festa da cinquant'anni, il primo saluto è dato dalla statua della Vergine dei Poveri posta alla sinistra di chi entra.

Molti degli amici vi si fermano un momento all'entrata e all'uscita per un segno di incontro, per uno scambio di saluto, una confidenza, uno sguardo di intesa, una raccomandazione.

Da cinquant'anni, perché i Catechisti hanno iniziato il loro apostolato a favore dei più poveri, indirizzati e guidati da Fratel Teodoreto proprio nel 1933, come ricorda una lapide posta all'ingresso della Cappella-refettorio.

Gli avvenimenti e le circostanze che hanno accompagnato il sorgere di questa opera sono già state ampiamente illustrate sul Bollettino « L'Amore a Gesù Crocifisso », n. 2, Aprile-Giugno 1973 in occasione del quarantennio.

Carità e povertà

Il collegamento tra le due date è illustrato da una mirabile pagina di Padre Arbinolo che ha vissuto e vive i due avvenimenti e che riporto dal Volume primo, già citato ( pag. 51 );

« A Banneux il messaggio della carità è esplicito.

Lì la Madonna si dice subito, lei stessa: « Io sono la Vergine dei Poveri »: così si presenta.

E poi svolge, con indicazioni precise di dettaglio, nelle apparizioni seguenti, i diversi temi della carità: « questa sorgente è per consolare chi soffre »; è « per i malati »; « Io vengo a consolare la sofferenza ».

E vi aggiunge un vivo segno di tenerezza, con le parole: « Io pregherò per tè, mia cara bambina ».

Oggi una gran parte del mondo soffre la fame: e lo si sa.

Accanto ad un piccolo mondo ricco, c'è la miseria estrema di tutto il resto del mondo.

La spinta verso una carità più grande e più concreta sempre necessaria per l'egoismo del mondo, è oggi necessaria più che mai.

È l'ora della carità fraterna!

Veramente con Banneux, oggi che il mondo ha fame, il Cielo manifesta ancora una volta « la sua attenzione » per coloro che sono nella povertà.

Rilancia il messaggio dell'amore: così urgente nella chiesa e nel mondo.

Coloro che da Banneux riprendono più generosamente a camminare per le vie dei poveri, riaccendono più vivo, dentro, l'amore per chi soffre: « mettono i piedi sulle Sue orme », seguono più da vicino visibilmente la Sua traccia luminosa.

La Madonna dei Poveri viene ai poveri da parte del Cielo.

Nel suo volto sorridente è riflessa la luce divina, che rifulse « sulla faccia del Cristo ».

Anche il cristiano nel suo gesto di carità, deve portare una luce di fede e di speranza.

La sua « presenza » nelle necessità del mondo dovrebbe distinguersi dalle altre, appunto perché porta « il conforto della fede ».

« I poveri sono evangelizzati »: questa è la carità che Gesù ha fatto ai poveri.

La carità che Gesù ha fatto al mondo è il suo Vangelo.

Anche noi dunque: l'annuncio nostro da fare ai poveri è questo.

Il dono migliore da dare è Lui.

Proprio l'altare, in quanto incontro fraterno, in quanto mensa di un Padre il cui simbolo sacramentale comporta anche « una significazione umana di nutrimento attorno ad una tavola fraterna: oltre che sacramento dell'unione con Cristo è un vivo richiamo alla carità fraterna ».

Proprio l'altare, in quanto presenza eucaristica - presenza nascosta, vivente e reale - di Cristo deve associare in noi l'idea di quell'altra presenza di Cristo che è nei poveri ».

Questo ha significato e significa ancora oggi, dopo cinquant'anni, la Messa del Povero.

A questo ci richiama ancora oggi, dopo cinquant'anni, la Vergine dei Poveri.

In questa ottica scopriamo meglio il significato della espressione che Fratel Teodoreto riporta parlando della Messa del Povero nella biografia di Fra Leopoldo: « Tra le opere che "la carità cristiana" seppe far sorgere in favore dei diseredati, si deve annoverare anche la "Messa del Povero" ».

È « carità » e cioè « amore ».

È « cristiana » cioè ispirata da « Cristo » sulla scia della Vergine dei Poveri, presente a chi è nella necessità come alle nozze di Cana.

Fr. Gustavo Luigi

Un gruppo della « Messa del Povero » in pellegrinaggio a Banneux, alcuni anni fa, con P. Arbinolo