La visita del Papa in India

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Il papa Giovanni Paolo II ama rendersi conto di persona della situazione e delle grandi necessità della Chiesa, nonché degli enormi problemi dell'apostolato in tutte le parti del mondo.

Certo, nessuna relazione, per quanto esauriente e documentata, può rendere l'idea e dare l'impressione come un contatto diretto con le cose.

È quindi un innegabile vantaggio per la comunicazione del papato con tutti i popoli questo suo pellegrinare alla maniera dei primi apostoli, sollecitati dalla missione ricevuta da Gesù: « Andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo a tutte le creature ».

Senza dubbio questa visita farà epoca, e speriamo che segni una tappa importante.

L'India è il più grande emporio di religioni che vi sia sulla terra.

Non ce n'è forse nessuna che non sia rappresentata.

Eppure non ci sono lotte religiose; ogni uomo pratica tranquillamente la propria fede.

Le scandalose guerre di religione che hanno tormentato e disonorato l'Europa nei secoli scorsi là non hanno luogo.

Certo è un gran bene, di cui possono vantarsi gli indiani.

Ma vi è anche un lato negativo, inquietante.

Chi può dire quanta parte abbia in questo atteggiamento l'indifferenza del problema, lo scarso amore della verità, la rinuncia dell'assoluto?

In India tutto è relativo.

E vi è un altro aspetto, tristissimo ed umiliante per i cristiani; l'incoerenza tra la loro fede e la loro condotta.

Il Mahatma Gandhi, che un peso così determinante ebbe negli orientamenti dei suoi connazionali, era un grande ammiratore del Vangelo ed ebbe l'idea di farsi cristiano, ma vi rinunciò perché la condotta dei cristiani era troppo lontana dall'ideale che essi professavano.

Egli era un idealista e non aveva capito molte cose.

Tuttavia fu una grave umiliazione per i cristiani, e non immeritata.

Una delle cause per cui il cristianesimo trova difficoltà ad espandersi è proprio questa, e non solo nei paesi di missione.

Tutti coloro cui sta a cuore il regno di Dio devono meditare su quella celebre frase degli « Atti degli Apostoli » che dice: « Gesù prese a fare e a insegnare ».

Prima a fare e poi ad insegnare.

Se no, invece di apostoli, si è bronzo sonante o cembalo squillante.

Anzi c'è perfino il pericolo di dare scandalo: chi non edifica distrugge.

È la legge della vita.

Un albero che non mette foglie e fiori sta per morire.

Nei paesi cattolici al cento per cento ( o quasi ) come l'Italia basta entrare in una chiesa qualunque e osservare semplicemente due cose: il numero delle presenze e il contegno della gente durante le funzioni.

Le presenze si aggirano sul 20% della popolazione e il voto di condotta sarebbe molto basso.

A noi pare che sia proprio il caso di dare l'allarme.

Il clero è già in stato di allarme da parecchio tempo, ma i fedeli no.

Sono essi che devono svegliarsi.

Speriamo che queste visite del Papa nei paesi pagani risveglino la fede anche in quelli cristiani.

Comunque la visita del Papa in India farà epoca.

Un popolo immenso lo ascoltò e tutto il mondo lo seguì da lontano.