L'intervento del Visitatore della Pro. di Torino dei Fr. S. C.

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Fratel Teodoreto Le sue intuizioni: un messaggio per l'oggi.

1. Attualità della sua opera e della sua testimonianza

Nel compilare queste note sul venerabile Fratello che commemoriamo, sono partito da alcuni interrogativi:

- Cosa ha ancora da dire Fratel Teodoreto a noi, oggi, a 40 anni dalla conclusione della sua vita?

- Cosa resta definitivamente tramontato, perché datato, e consegnato a tempi ormai superati?

- E viceversa: c'è qualcosa che è segnato ancora da una attualità?

Premetto che queste considerazioni sono riferite a voi, a quanti lo avete conosciuto di persona, oppure ne avete sentito da vicino gli echi: Fratelli, Catechisti e Associati dell'Unione, Ex-Allievi delle Scuole da lui dirette.

Su fr. Teodoreto, ricercando in coloro che hanno scritto di lui, in particolare nei suoi biografi, indubbiamente sentiamo quanto il mutare dei tempi ha inciso nelle mentalità e nelle tradizioni.

Le concrete situazioni che hanno costituito il sottofondo, la trama del suo vivere e del suo operare, quali la Torino del suo tempo, le sue scuole, quelle della ROMI,1 ) il tutto è notevolmente cambiato.

Gli scossoni delle due guerre mondiali sulla società, l'impatto del Concilio a livello ecclesiale hanno messo in crisi le modalità di vivere la nostra vita sia sotto il profilo della consacrazione e forse ancor più in ordine al problema della nostra missione educativa.

Ci misuriamo, oggi, con tanti dubbi, interrogativi e crisi di valori, che forse ai tempi di fr. Teodoreto non erano così sconvolgenti.

Ma proprio per queste nostre incertezze sentiamo l'urgenza non tanto di celebrare una memoria, di tributare un doveroso atto di riconoscenza, quanto di voler cogliere in lui, nella sua vita e nel suo operare, gli aspetti di ispirazione permanente.

Ossia cerchiamo i fattori immutabili che hanno costituito le ragioni della sua vita religiosa nella missione educativa.

2. Fr. Teodoreto precursore dell'apertura al laicato.

Questa sera ne intendo cogliere uno solo: fr. Teodoreto ha intuito e iniziato un cammino di « apertura » verso il laicato tracciando quella linea che oggi costituisce per noi Fratelli una sfida.

Il nostro Capitolo generale concluso proprio un anno fa, ha prefigurato, e direi quasi imposto, alcune piste di cammino di qui all'anno 2.000 per tutto l'Istituto dei Fratelli.

Tra queste, anzi su tutte, ha posto una priorità che può essere sintetizzata in uno slogan: « Missione condivisa ».

È ritenuta la maggior urgenza per tutte le nostre istituzioni per i prossimi 6 anni, e certamente anche oltre.

Al di là di una incisiva affermazione « Mission partagée » che sentiamo tamburreggiante in tutti i recenti documenti, i dibattiti, le sessioni di studio, non sfugge a nessuno di noi quanto arduo e accidentato ne sia il cammino di realizzazione.

E non si tratta di un « optional », ma di un impegno preciso, che coinvolge tutti, Fratelli e laici operanti nelle nostre istituzioni.

Siamo però consapevoli di quale grande margine di alcatorietà esista ancora tra le affermazioni di principio e la concreta realizzazione attuale.

Il Superiore generale ci ha dato la consegna: « combler le fosse ».

Ci sono alcuni fatti che ispirano fiducia: già in tante parti del mondo lasalliano, e anche qui da noi, la realtà è in cammino.

È stato estremamente significativo il fatto che per primi, tra gli Ordini e Congregazioni religiose, nel celebrare il Capitolo generale, abbiamo accolto 20 membri della Famiglia lasalliana.

Essi, provenienti dal mondo intero, si sono uniti ai 130 Fratelli nei ruoli attivi di riflessione, di proposta, di indirizzi.

Va inoltre osservato, ancorché in dimensione minore, che noi Fratelli della Provincia di Torino ( e anche la Consorella di Roma ) abbiamo chiamato a fare parte per alcuni giorni nel nostro Capitolo provinciale 16 membri della Famiglia lasalliana.

Ebbene, molto prima di questi fatti, tanti decenni fa, non essendo ancora in previsione un Consilio, né profilandosi gli attuali sviluppi della teologia sul laicato, fr. Teodoreto aveva intuito e realizzato questa apertura, e promosso ciò che oggi appare quasi scontato.

Non procedendo con atti di rottura, ha operato sempre nell'ubbidienza; solo raramente è emersa in lui la sofferenza della incomprensione e la fatica del cammino.

Già allora fr. Teodoreto sognava un futuro di Missione lasalliana in cui religiosi ( cioè i Fratelli ), consacrati nella vita secolare ( i Catechisti dell'Unione ), laici ( soprattutto Ex-Allievi ), potessero condividere la spiritualità e l'impegno educativo nella distinzione della propria identità, ma per un'unica missione, quella educativa lasalliana.

3. Origine dell'apertura profetica in fr. Teodoreto

Ora c'è da chiedersi quando e come questa apertura profetica si attivò in fr. Teodoreto.

Nella storia di ogni persona, e quindi di ogni religioso, ci sono delle maturazioni, delle svolte, diremmo delle conversioni.

Si verificano avvenimenti che conoscono i tempi di Dio, e che spesso non sono dall'uomo ne previsti ne programmati.

Non so quanti di questi tempi di grazia speciale abbiano segnato la vita di fr. Teodoreto.

Su tutti però ne eccellono due in cui il Signore lo chiamava a reimpostare in prospettiva di novità la sua missione di educatore.

Il primo concerne il suo secondo noviziato e su questo punto mi sembra che non tutti i suoi biografi diano il risalto voluto.

Affermano semplicemente che fr. Teodoreto a Lembecq - Les Hall in Belgio, il 14 o 15 settembre 1906, maturò l'idea di dare vita a quello che il Signore gli chiedeva per il suo impegno futuro.

Per fortuna abbiamo una testimonianza preziosa, quella di un Fratello che i più anziani di noi hanno ben conosciuto, fr. Benedetto Colongo, il quale ci ha lasciato vari particolari di quel periodo, e mi piace riportarne alcuni per far emergere di più l'importanza dell'evento.

Il 4 agosto di quell'anno 1906, i due Fratelli partirono da Torino per il Noviziato.

Effettuarono due giorni di viaggio, con vari cambi di treno, e per sbaglio scesero alla stazione di Hall, ritenendo fosse la stessa di Lembecq, la quale viceversa era distante, ne più raggiungibile in treno per quel giorno, perché quello da cui erano scesi era l'ultima corsa.

Nel buio, incerti, chiedendo informazioni, percorrono a piedi circa 3 chilometri, giungendo nella notte alla Casa Generalizia, sede anche del secondo noviziato.

In quei 100 giorni di ritiro, e in particolare nei giorni 15 e 16 settembre, nell'ascolto e nella preghiera, concepì quella che fu poi l'idea madre della sua vita futura, un'opera di perseveranza per gli allievi.

Per altri 8 anni il germe riposto da Dio nel suo animo rimase, quale chicco di frumento, ad attendere che circostanze provvidenziali lo facessero germinare.

Ed ecco il secondo tempo di grazia speciale: nei piani del Signore lo sbocciare di quella intuizione fu favorita, si può dire determinata da un nuovo incontro, apparentemente casuale, quello con un figlio di S. Francesco.

Sarà lui, fra Leopoldo, che nella intimità profonda della sua preghiera garantisce a fr. Teodoreto il sigillo della volontà di Dio per dare fecondità a quel chicco ancora nascosto nel solco di apparente inutilità.

4. L'Unione Catechisti, forma privilegiata di associazione lasalliana

Su questa modalità possiamo sentirci smarriti, consapevoli comunque che il Signore consegna l'ineffabilità della sua parola alla fragile ricettività delle menti umane, qualunque sia l'altezza del loro ingegno.

Cosa avvenne dopo è la storia dell'Unione, che ha interpellato noi Fratelli.

In tempi più recenti e in svariati modi il Signore ha suscitato nell'Istituto dei Fratelli altre germinazioni con tanti nomi: Famiglia lasalliana, Signum Fidei, Terz'Ordine lasalliano, Volontari lasalliani, …

È un pluralismo che esprime una dinamica di estensione del carisma del Fondatore, come già realizzato dal nostro Confratello.

Sia lecito questa sera rendere grazie al Signore per il dono che ci ha fatto con il fratel Teodoreto e forse anche esprimergli il sentimento di inadeguatezza nella risposta a questo suo dono.

Uno dei nostri voti che da sempre, dal tempo del Fondatore, riconosciamo caratterizzare la nostra Congregazione, è quello di « associazione ».

Da sempre l'intendimento è di essere associati tra di noi Fratelli.

E questo rimane, ma oggi comprendiamo come tali confini non siano preclusivi.

Sentiamo di interpretare il carisma del La Salle in modalità estensiva.

Ci sentiamo associati anche con quanti nell'intuizione di fratel Teodoreto, e oggi sancita nella attuale Regola, il Signore chiama per la missione lasalliana da differenti stati di vita: Fratelli, ma anche consociati nella condizione secolare ( come i Catechisti congregati dell'Unione ), nonché in forme varie di partecipazione, e qui la primogenitura è sicuramente quella degli « Associati » dell'Unione Catechisti.

Come ci suggerisce l'ultimo Capitolo Generale, l'Istituto dei Fratelli è chiamato a vivere un futuro rinnovato e a scrivere un capitolo nuovo della sua storia.

Pertanto è doveroso soprattutto per noi della Provincia religiosa di Torino riconoscere in fratel Teodoreto un umile, discreto e obbediente amanuense che tra i primi questa storia scrisse con un avallo oggi proclamato dall'ufficialità della Congregazione, che la definisce essere la priorità in assoluto per il prossimo millennio.

Fr. Felice Proi F.S.C.

Visitatore della Provincia di Torino

Fr. Felice Proi, visitatore di Torino, svolge la sua relazione.

Visuale dei partecipanti alla celebrazione. In prima fila il terzo da sinistra è Fr. Mario Presciuttini, Regionale d'Italia. Accanto a lui, da sinistra, Fr. Felice Cornetto, segretario della Provincia di Torino, Fr. Michelangelo Ceppavi, della provincia di Roma, e Fr. Felice Proi, visitatore della provincia di Torino.


1 ) ROMI, Regia Opera Mendicità Istruita, con scuole elementari gratuite, istituite alla fine del XVIII secolo.