Il Geom. Francesco Fonti ci ha lasciati

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Catechista, imprenditore, apostolo della formazione professionale

Riportiamo una sintesi dei discorsi di commemorazione, tenuti dal presidente Rollino e dal dr. Moccia in Chiesa, e dall'ing. Bondone alla Casa di Carità.

Il 16 ottobre ci ha lasciati, dopo breve malattia, il Catechista Francesco Fonti.

È molto difficile riassumere in poche parole una vita di 90 anni.

Aveva conosciuto Fratel Teodoreto negli anni '30, quando frequentava, con i suoi fratelli Giovanni e Pietro, i corsi serali a indirizzo commerciale in via delle Resine.

Da allora Fratel Teodoreto è stato il suo punto di riferimento, la sua guida.

Nei primi tempi svolse attività catechistica nella Parrocchia di Altessano a Venaria, lasciandone un ottimo ricordo.

Nell'Unione Catechisti fu Consigliere Generale e Vice Presidente per parecchi anni.

Oltre e dirigere l'azienda paterna con i suoi fratelli, si è sempre occupato della Casa di Carità in tutti i suoi sviluppi, come insegnante, come direttore e poi come Presidente, con le sue doti di dirigente molto attivo ed impegnato, ma anche sensibile e comprensivo, sul cui carattere ha certamente influito l'insegnamento e la guida del Fondatore, il Ven. Fratel Teodoreto.

Imprenditore e maestro

Del geom. Francesco ci ha colpito l'alta professionalità, la costanza e la regolarità nel lavoro.

Imprenditore industriale nel settore degli attrezzi ginnici, con un'azienda di rilevanza internazionale, fornitrice a livello di olimpiadi mondiali, aveva trasfuso questa sua competenza del mondo del lavoro impegnandosi sin dalla giovinezza nella formazione professionale dei giovani della Casa di Carità, prima nella sede di via Feletto, sin dagli anni 30, poi nella sede di corso Brin.

È stato direttore dei corsi serali, quindi presidente dell'Ente sino al 1991, per continuare ancora come consigliere di amministrazione sino a due anni fa.

Ma sino a due mesi fa, alla veneranda età di 90 anni, tutte le mattine alle ore 8,00 era ancora presente nel suo ufficio, per collaborare in amministrazione, e soprattutto per offrire un punto di riferimento e di sostegno per tutti noi.

Lavoratore infaticabile, geniale e precursore dei tempi, il geom. Fonti ha messo in pratica con l'esempio e l'impegno la sua profonda convinzione sull'essenzialità del fattore uomo, per lo sviluppo e la crescita sociale ed economica, da cui la sua attenzione, anzi la sua dedizione alla formazione professionale per l'elevazione tecnica e umana dei lavoratori.

Cuore generoso

Ma come non far emergere la risonanza nei nostri cuori della sua profonda umanità, che a un approccio puramente superficiale sembrava celata da un certo riserbo, peraltro dovuto alla sua interiorità e discrezione?

Ma chi gli ha vissuto a fianco per anni sa che l'aspirazione del suo cuore era il bene dei giovani e la loro sistemazione nel lavoro e nella vita.

Un solo ma significativo episodio: gli riferii un giorno che alcuni allievi non volevano partecipare alla messa scolastica perché si dichiaravano atei.

Ebbene la sua reazione fu un paterno e serafico sorriso, pieno di comprensione verso i giovani e di fiducia nell'azione formativa della Casa di Carità.

Quanti di noi non hanno motivi di riconoscenza verso Francesco?

Motivi diretti per molti. Indiretti, da parte di tutti, solo se poniamo mente alla generosità, anche sul piano economico, che egli ha profuso sulla Casa di Carità, d'intesa con i suoi fratelli Giuseppina e Giovanni, che ha raggiunto in paradiso, e Pietro, che abbiamo la fortuna di avere ancora tra noi, anche a testimonianza vivente di questa provvidenziale famiglia.

Uomo di fede e di preghiera

Ma l'impressione più intensa che portiamo di Francesco, è quella di uomo di fede e di preghiera.

E tale atteggiamento ha trovato nella sua missione nella Casa di Carità il settore immediato e naturale di applicazione.

Il suo illimitato abbandono alla Divina Provvidenza era elemento intrinseco di ogni programmazione nella nostra scuola, e l'ha condotto a realizzare, tra l'altro, tre capannoni d'officina, due nella sede di Grugliasco e uno in quella di Torino, oltre al rinnovo di macchinari e impianti.

Tale abbandono deve restare un contrassegno perenne della nostra Opera.

La formazione professionale dei giovani è stata intesa da Lui quale espressione dell'amore a Gesù Crocifisso e a Maria Immacolata, nell'orientamento tracciato da fra Leopoldo e da fr. Teodoreto e continuato da Catechisti rag. Cesone, dr. Tessitore, prof. Brusa e, tra i fratelli delle Scuole Cristiane, da fr. Gustavo e fr. Antonio, per limitarmi solo a pochi nomi.

Questa è stata l'aspirazione costante della sua vita, aspirazione tracciata, sviluppata, ripresa e approfondita nelle parole e nell'azione: il Vangelo della Carità inteso come animazione delle Arti e dei Mestieri, cioè della tecnica e del lavoro, e l'apprendimento della professione come annuncio evangelico.

A questi principi fondamentali si ispirava sempre, sia che si trattasse di aprire un consiglio di amministrazione o gli scrutini scolastici con una preghiera, o che dovesse intraprendere un progetto di rinnovamento degli impianti.

Ha tracciato dei solchi profondi, per arare di continuo il terreno della Casa di Carità e renderlo fertile alla grazia divina.

Sta a noi continuare e far fruttificare questi preziosi semi.

Grazie Francesco! Sappiamo che ora ci sei ancora più vicino

La sosta della salma del geom. Fonti alla Casa di Carità
Commemorazione del geom. Fonti durante i funerali, officiati dal pro-vicario mons. F. Peradotto