Convegno ecclesiale di Verona

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Gruppo di studio 26 Ambito: cittadinanza

Sintesi dei lavori

Moderatore: Marco Ragaini, redattore editoriale, EMI, Milano

Segretario: Giovanni Grandi, vicedirettore del Centro studi e ricerche dell'Istituto internazionale « Jacques Maritain », Trieste

17-18 ottobre 2006

1. Condividere

Il lavoro di gruppo, vivace e fecondo, rimanda l'immagine di una Chiesa che ha sviluppato un rapporto maturo e positivo con il mondo della politica e del sociale.

Essa si concepisce come strumento del Regno nell'oggi; desidera il dialogo con le realtà della società; porta uno sguardo di simpatia verso le persone « di buona volontà » che contribuiscono alla costruzione del bene comune.

Coltiva, in una parola, quella « convivialità delle differenze » che ben esprime l'immagine di una società multietnica e multireligiosa.

I partecipanti danno voce a una genuina passione per la politica, intesa come servizio al bene comune, e auspicano che la Chiesa possa maggiormente aprirsi a questa dimensione anche nelle sue realtà più popolari e comuni - a cominciare dalle parrocchie - suscitando vocazioni, promuovendo formazione e accompagnando con premura fraterna coloro che offrono il loro servizio impegnandosi nelle realtà partitiche e istituzionali.

Si avverte una rinnovata consapevolezza della necessità di ridare cittadinanza al politico nella dimensione ecclesiale, soprattutto nel contesto dell'attuale bipolarismo: è fondamentale per i cristiani ritrovare un ethos condiviso, capace di promuovere uno stile di unità, pur valorizzando i diversi punti di vista e le diverse opzioni partitiche.

La condivisione del gruppo ha evidenziato inoltre una percezione di un rapporto tra Chiesa e mondo incentrato sulla testimonianza e sulla sequenza gesto-parola: la parola rende ragione di gesti compiuti che la precedono e che sono significativi in sé.

Appare quindi consolidato il superamento di una testimonianza concepita secondo la sequenza parola - gesto, in cui l'esortazione precede l'azione e vorrebbe suscitarla astrattamente.

La priorità di valore e di efficacia del gesto è particolarmente evidente nel caso di soggetti ritenuti « cittadini deboli » - anziani, giovani, donne, immigrati - che diventano al contrario protagonisti di un annuncio carico di speranza.

Si tratta quindi di rivalutare, nell'ottica di una testimonianza cristiana incisiva e capillare, il livello delle situazioni ordinarie della vita, in cui gesti di attenzione, di accompagnamento e di ascolto aprono spazi autentici di comunicazione e di evangelizzazione.

2. Elaborare

Il dibattito ha consentito di mettere a fuoco alcuni temi ricorrenti, che convergono sulla necessità di dar vita a una pratica effettiva di discernimento comunitario circa questioni di rilievo sociale e politico.

Appare assimilata la necessità di tale pratica, mentre rimangono da chiarirne soprattutto le modalità.

La Chiesa vanta una tradizione e una esperienza secolare nella pratica del discernimento nel contesto di comunità omogenee di credenti, più spesso di tipo monastico o religioso: l'urgenza di una prassi di analisi e di orientamento circa le questioni di rilievo politico e civile è invece molto più recente e richiede uno sforzo di rilettura creativa di queste esperienze, traendone ammaestramento ma ricercando modalità adatte ai temi della cittadinanza ed esplorando possibilità di applicazione in comunità ecclesiali composite come quelle parrocchiali e diocesane.

Il discernimento richiede la capacità di analizzare con competenza le situazioni di vita, di interpretarle alla luce del Vangelo, di immaginare percorsi autentici ma al tempo stesso praticabili e di trovare le modalità più adatte per proporli nella comunità civile.

Per fare questo è importante dare spazio nella Chiesa alle competenze laicali, ritrovare spazi e modalità sinodali in cui far convergere le esperienze di vita e professionali del laicato e il magistero dei pastori.

Come cattolici è inoltre importante essere presenti nel mondo non solo con propri strumenti ( media, scuole e istituzioni cattoliche ) ma anche nelle realtà laiche del mondo dell'educazione, dell'informazione e dell'economia, luoghi in cui il confronto tra diverse anime e stili culturali è sempre attivo e impegnativo.

È importante evitare di confinare i valori umani - nella prospettiva della centralità e dell'inviolabilità della persona - nell'orizzonte esclusivo dei credenti.

In ordine allo sviluppo di una prassi di discern imento comunitario, segno di uno stile comunionale che non può non caratterizzare la Chiesa, si avverte quindi la necessità anzitutto di una formazione integrale dei fedeli, che dia spazio anche ai temi della cultura e della cittadinanza, quasi riscoprendo una grammatica della partecipazione alla dimensione civile e politica, snodo peraltro significativo dell'insegnamento sociale della Chiesa.

3. Proporre

Si propone quindi di attivare e sperimentare percorsi di discernimento comunitario, valorizzando i luoghi già esistenti.

I consigli pastorali parrocchiali e diocesani siano aiutati a non limitare la propria attenzione alla gestione delle problematiche interne della vita ecclesiale ma ad aprirla significativamente alla lettura dei segni dei tempi presenti nel territorio, al loro discernimento evangelico e all'azione coerente, anche avvalendosi della collaborazione di altre realtà sociali territoriali.

Nel contesto del discernimento non si può trascurare l'importanza di una visione della realtà aperta alla dimensione mondiale e sensibile ai problemi della pace, della giustizia e del perdono.

Le realtà locali possono portare un contributo positivo alla soluzione di problematiche di livello globale, soprattutto custodendo uno sguardo critico e consapevole sul mondo e promuovendo nuovi stili di vita improntati a un equilibrio umano tra i tempi del lavoro, della festa e della famiglia, con particolare attenzione per le situazioni di fragilità.

La diffusione sul territorio di luoghi di formazione qualificata, quali gli istituti superiori di scienze religiose, le facoltà teologiche e le scuole di teologia per laici costituisce una risorsa importante per la Chiesa, anche in ordine a un discernimento qualificato.

È opportuno raccordare questi luoghi con le necessità formative delle comunità cristiane, mettendo al servizio della vita diocesana nelle sue molteplici componenti ( consigli pastorali parrocchiali e diocesani, commissioni diocesane, catechesi … ) competenze teologiche, antropologiche, sociologiche ed etiche oggi più largamente diffuse anche nel laicato.

L'approfondimento della dimensione sociopolitica deve trovare spazio adeguato anche nei cammini formativi e catechistici ordinari, favorendo la maturazione - specie nei più giovani - di quelle virtù civiche che costituiscono parte integrante dell'esistenza cristiana.

Già nella catechesi dell'iniziazione cristiana è importante introdurre la metodologia della lettura della realtà alla ricerca dei segni dei tempi nella luce del Vangelo.

Si valuta infine importante che la Chiesa italiana si doti di un luogo permanente di riflessione sulla vita sociale e politica, in cui trovino posto laici scelti secondo criteri di territorialità e di competenza, valorizzandone il carisma specifico.

Tale organismo potrebbe rappresentare uno strumento prezioso per dare continuità e respiro agli interventi da parte della comunità ecclesiale su temi socialmente rilevanti, superando modalità di intervento limitate alle esigenze del momento.

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