L'impegno morale del cristiano

Indice

IV - In Cristo l'uomo può vivere nell'amore di Dio e dei fratelli

15. La carità nuova legge del cristiano

Liberati dal male, ci rendiamo disponibili all'amore di Dio e dei fratelli.

Dio è carità ( cfr. 1 Gv 4,16 ), e il suo amore « è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato » ( Rm 5,5 ).

« Perciò il dono primo e più necessario è la carità, con la quale amiamo Dio sopra ogni cosa e il prossimo per amore di lui …

Il vero discepolo di Cristo è contrassegnato dalla carità, sia verso Dio che verso il prossimo ».16

La carità è « vincolo della perfezione » ( Col 3,14 ).

Essa infatti è l'anima di tutte le virtù, le unisce e le consolida quasi in un vincolo infrangibile, portandole alla perfezione più alta.

La carità è il comandamento supremo della vita cristiana.

Non è però sostitutiva, ma perfettiva dei comandamenti di Dio: « in questo consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti » ( 1 Gv 5,3 ).

La carità comprende l'amore di Dio e l'amore ai fratelli: chi la divide, contrapponendo o sostituendo l'uno con l'altro, la tradisce.

L'impegno del cristiano comporta, prima e sopra ogni cosa, l'amore di Dio, un amore senza riserve, che investe tutto l'uomo ( cfr. Mt 22,37 ).

Dio stesso, poi, amato così, ci rende capaci d'amare ed esige che in lui, Padre, amiamo tutti gli uomini come figli suoi e nostri fratelli: « Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri » ( Gv 13,35 ).

Nella carità, così intesa, la vita morale del cristiano trova la sua sintesi più alta, la sua unità e la sua originalità.

16. Gli impegni della carità

Quanti si onorano del nome cristiano sono chiamati ad essere, nelle varie situazioni della vita, i testimoni della carità.

Anzitutto dobbiamo vivere la carità « verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede » ( Gal 6,10 ).

La Chiesa, famiglia dei figli di Dio, diventa così « credibile » al mondo e capace di costruire il regno di Dio tra gli uomini.

La carità è un servizio di tutti: il dovere della carità cresce in proporzione delle responsabilità che si hanno nella Chiesa.

17. È così che primi testimoni della carità vogliamo essere noi, vostri Pastori, sforzandoci di portare le nostre responsabilità di servizio episcopale per « far avanzare, anche con l'esempio, la Chiesa verso una santità ogni giorno più grande ».17

Con noi altrettanto vogliano fare i sacerdoti, primi e necessari nostri collaboratori: « attraverso il quotidiano esercizio del proprio ufficio crescano nell'amore di Dio e del prossimo e conservino il vincolo della comunione sacerdotale ».18

I religiosi e le religiose « prima di ogni cosa cerchino e amino Iddio che per primo ci ha amati, e in tutte le circostanze si sforzino di alimentare la vita nascosta con Cristo in Dio, donde scaturisce e riceve l'impulso l'amore del prossimo per la salvezza del mondo e l'edificazione della Chiesa ».19

Le famiglie cristiane rendano manifesta a tutti « la viva presenza del Salvatore nel mondo e la genuina natura della Chiesa, sia con l'amore, con la fecondità generosa, con l'unità e la fedeltà degli sposi, sia con l'amorevole cooperazione di tutti i loro membri ».20

Quanti sono impegnati a vari livelli nel mondo del lavoro, trovino nella comune fede che ci fa tutti fratelli, la forza di agire « con operosa carità, lieti nella speranza, portando gli uni i pesi degli altri ».21

In questa carità trova il suo coronamento anche la giustizia: la carità, quando è autentica, non è mai pigra e rinunciataria.

Molti sono oppressi dalla povertà, dalla malattia, dalla solitudine, dalla tristezza.

Sappiano costoro che, uniti in modo speciale a Cristo sofferente, partecipano intensamente alla carità con la quale Cristo si è dato per la salvezza del mondo.

Specialmente a coloro che sono dediti all'apostolato, indichiamo il valore delle opere di carità e di misericordia, nella partecipazione alle sofferenze e alle necessità dei fratelli, « come splendida testimonianza di vita cristiana ».22

I fedeli tutti diano ai non credenti e agli indifferenti l'esempio luminoso di quella carità, che è il distintivo del vero cristiano, non scoraggiandosi per le difficoltà e le incomprensioni, ma vivendo nello spirito delle beatitudini evangeliche sulle orme di Gesù umile, povero, crocifisso.

18. Carità ed Eucaristia

Centro e sorgente di vita morale è l'Eucaristia.

Attorno all'Eucaristia il cristiano cresce verso il suo pieno sviluppo e la comunità dei salvati si costruisce nell'unità e vive nella carità.

La partecipazione attiva, comunitaria e frequente alla celebrazione eucaristica va dunque promossa con intelligente zelo, proprio perchè l'efficacia più tipica dell'Eucaristia è nella linea tipica dell'amore.

Ed essendo la carità sorgente e quasi « forza motrice » di tutta la vitalità cristiana, l'Eucaristia, portando al più alto grado la carità, diventa il segreto del massimo dinamismo spirituale.

Nell'Eucaristia tutto il popolo di Dio trova lo stimolo e il vincolo di quella unità, che fa conoscere Cristo al mondo, secondo la preghiera di Gesù: « Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato » ( Gv 17,21 ).

Vediamo nella promozione liturgica, che s'incentra nel mistero eucaristico, la fonte del rinnovamento morale delle nostre comunità.

È questa la strada che conduce a una più profonda convinzione di fede e a una più coerente testimonianza di opere.

Così il costume morale, nelle varie espressioni della vita odierna, viene riportato al senso della dignità e della responsabilità.

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16 Lumen gentium, 42
17 Lumen gentium, 41
18 Lumen gentium, 41
19 Perfectae caritatis, 6
20 Gaudium et spes, 48
21 Lumen gentium, 41
22 Apostolicam actuositatem, 31