Evang. e sacr. della Penitenza e dell'Unzione degli infermi

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II. Indicazioni dottrinali

129. Nel mondo attuale « diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi capitali:

cos'è l'uomo?

Qual è il significato del dolore, del male, della morte che malgrado ogni progresso continuano a sussistere?

… Cosa ci sarà dopo questa vita? » ( Gaudium et spes, 10 ).

Il problema è aggravato dalle avversità che, nonostante le conquiste dell'uomo, di continuo funestano la vita del mondo: guerre, fame, disgrazie sul lavoro, incidenti di viaggio, calamità naturali.

Di qui l'insicurezza e l'angoscia che permane anche fra gli uomini di oggi.

130. Significato cristiano della malattia

Anche la malattia, modalità dell'esistenza, che purtroppo ogni uomo presto o tardi è chiamato a vivere, è una prova drammatica che determina una lacerazione, una divisione di sé con se stesso e una separazione dagli altri.

Sembra che il nostro corpo si rifiuti di ubbidirci; si ha l'impressione di essere come tagliati fuori dal mondo e si fa l'esperienza della nostra precarietà e finitezza.

131. Di questo problema « anche i cristiani conoscono la portata e avvertono la complessità, ma illuminati e sorretti dalla fede, hanno modo di penetrare più a fondo il mistero del dolore e sopportarlo con più virile fortezza » ( Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi, n. 1 ).

132. Secondo la fede cristiana la malattia ha la sua origine, oltre che nella finitezza della creatura umana, nella corruzione introdotta nel mondo dal peccato.

133. Gesù, che è venuto a togliere il peccato del mondo, ha perdò avuto un'attenzione tutta particolare per i malati e ha manifestato verso di loro la sua infinita misericordia, liberando dalle infermità quanti ricorrevano a lui con fede e gli venivano portati con fiducia.

La guarigione miracolosa dai mali fisici è nel Vangelo segno e preludio della liberazione dal peccato ( cfr. Mt 9,2 ).

Soltanto « per Cristo e in Cristo riceve luce quell'enigma del dolore e della morte, che al di fuori del suo Vangelo ci opprime.

Cristo è risorto distruggendo la morte con la sua morte, e ci ha donato la vita » ( Gaudium et spes, 22 ).

Prendendo sopra di sé le nostre inferniità, e scegliendo un'esistenza che fu croce e martirio, egli ci ha svelato il valore del dolore e della morte « facendo diventare la sofferenza fonte positiva di bene » ( Paolo VI ).

134. Anche vista nella luce cristiana, la sofferenza resta, per se stessa, un male da evitare, da curare con diligenza e da alleviare.

« La Chiesa, pertanto, incoraggia e benedice ogni ricerca e ogni iniziativa intrapresa per vincere le infermità, perché vede in questo una collaborazione degli uomini all'azione divina di lotta e di vittoria sul male » ( Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi, n. 3 ).

135. La sofferenza, tuttavia, se vissuta con fede in unione con Cristo, conforma a lui e trasforma in sacrifici spirituali graditi a Dio per Gesù Cristo tutti i disagi che essa porta con sé ( cfr. Lumen gentium 34 ).

Mettendo il malato in condizione di dar compimento nella sua carne a ciò che manca, sulla linea dell'applicazione, alle sofferenze di Cristo per il suo corpo che è la Chiesa ( cfr. Col 1,24 ), lo arricchisce di meriti che contribuiscono alla glorificazione di Dio e alla salvezza degli uomini, addirittura alla salvezza del mondo intero ( cfr. Apostolicam actuositatem 16 ).

Appare in tal modo il valore cristologico e soteriologico della sofferenza che si inserisce come elemento fondamentale nella missione apostolica della Chiesa.

136. Il sacramento degli infermi

« Come Cristo percorreva tutte le città e i villaggi, sanando ogni malattia ed infermità a dimostrazione dell'avvento del Regno di Dio, cosi anche la Chiesa attraverso i suoi figli si unisce agli uomini di qualsiasi condizione, ma soprattutto ai poveri e ai sofferenti e si prodiga volentieri per loro.

Essa infatti condivide le loro gioie e i loro dolori, conosce le aspirazioni e i misteri della vita, soffre con essi nell'angoscia della morte » ( Ad Gentes 12 ).

Per questo « la Chiesa circonda di affettuosa cura quanti sono afflitti dalla umana debolezza, anzi riconosce nei poveri e nei sofferenti l'immagine del suo fondatore povero e sofferente e si premura di sollevare l'indigenza » ( Lumen gentium, 8 ).

Inoltre li invita a unirsi spontaneamente, per la gloria del Padre e per il bene del popolo di Dio, alla passione e alla morte di Cristo; li esorta a stimare che « le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi » ( Rm 8,18 ); e mentre stimola i fedeli ad opere di misericordia nei loro confronti, essa stessa li sostiene nella prova con la cura pastorale, con la preghiera liturgica e con la celebrazione dei sacramenti.

137. La Chiesa, sacramento universale di salvezza, in virtù del mistero della morte e resurrezione del suo fondatore, offre ai credenti, quando il loro stato di salute risulta seriamente compromesso per malattia o vecchiaia, un segno particolare del suo amore misericordioso, un dono speciale di grazia: è il sacramento dell'Unzione degli infermi.

Esso si riallaccia, completandolo, al sacramento della Penitenza.

L'infermità del corpo e l'infermità dell'anima sono infatti nell'unità dell'uomo in vario modo congiunte.

138. Istituito da Cristo, « medico del corpo e dello spirito » ( Sacrosanctum Concilium, 5 ), è stato annunciato da S. Giacomo con le seguenti espressioni: « Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con l'olio, nel nome del Signore.

E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati » ( Gc 5,14-15 ).

139. Fino dai tempi antichi si hanno testimonianze di questo sacramento nella Tradizione della Chiesa, specialmente in quella liturgica, tanto in Oriente come in Occidente.

Nella Chiesa di rito latino il sacramento si amministra con l'unzione dell'infermo sulla fronte e sulle mani, con olio di oliva o anche di altre piante, appositamente benedetto.

L'unzione è accompagnata dalla formula seguente: « Per questa santa Unzione e la sua piissima misericordia ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo e liberandoti dai peccati ti salvi e nella sua bontà ti sollevi ».

Soltanto il sacerdote può amministrare validamente questo sacramento.

140. Il sacramento vuol essere rimedio del corpo e dello spirito per ogni cristiano, il cui stato di salute risulta seriamente compromesso per malattia o vecchiaia.

I due elementi - corporale e spirituale - sempre per loro natura connessi, vanno tenuti presenti se si vuole comprendere il segno e la grazia sacramentale dell'Unzione degli infermi.

La malattia fisica, infatti, aggrava la fragilità spirituale, propria di ogni cristiano, e potrebbe portarlo, senza una speciale grazia del Signore, alla chiusura egoistica in se stesso, alla ribellione contro la Provvidenza e alla disperazione.

141. Destinatari del sacramento

Una migliore conoscenza della tradizione della Chiesa, congiunta a considerazioni di ordine pastorale, ha fatto meglio precisare quali siano i destinatari del sacramento.

Il Concilio Ecumenico Vaticano II, nella Costituzione sulla sacra Liturgia ( n. 73 ), ha sancito un definitivo orientamento; ha infatti dichiarato: « L'Estrema Unzione, che può essere chiamata anche, e meglio, Unzione degli infermi, non è il sacramento di coloro soltanto che sono in fin di vita.

Perciò il tempo opportuno per ricevedo ha certamente già inizio quando il fedele, per malattia o vecchiaia, comincia ad essere in pericolo di morte ».

Il sacramento dell'Unzione è perciò destinato a tutti i malati gravi il cui stato di salute risulti seriamente compromesso; soggetti di esso sono anche i moribondi, quando non sia stato possibile conferir loro il sacramento in tempo più opportuno.

142. La grazia sacramentale

Il sacramento dell'Unzione è il segno che gli infermi non sono soli nella prova, ma che ad essi è vicino Gesù, che conosce il soffrire, per dar loro forza ed aiutarli a conservare la fiducia in Dio Padre e ad aver pazienza verso il loro fragile corpo, destinato alla risurrezione.

143. Insieme a Cristo è presente e solidale con l'infermo la Chiesa.

« Con la sacra Unzione e la preghiera dei sacerdoti tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi » ( Lumen gentium, 11 ).

144. Come tutti i sacramenti, anche l'Unzione comunica una grazia dello Spirito Santo, il cui effetto proprio è il sollievo e il rinvigorimento del malato, la riunificazione del suo essere lacerato dalla malattia, scoprendone il significato e aiutandolo a vivere.

Ed è aiuto a tutto l'uomo, vivente indiviso, per la sua salvezza integrale.

L'infermo è perciò « rinfrancato dalla fiducia in Dio e ottiene forza nuova contro le tentazioni del maligno e l'ansietà della morte; egli può cosi non solo sopportare validamente il male, ma combatterlo, e conseguire anche la salute, qualora ne derivasse un vantaggio per la salvezza spirituale » ( Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi, n. 6).

145. Allorché il sacramento sarà di aiuto alla guarigione del corpo aiuterà pure a scoprire il vero senso della vita e quindi a utilizzare il ritorno in salute per crescere nella fede e nell'amore, dalla esperienza della malattia reso più forte e generoso.

146. Quando poi l'infermità fosse destinata nel disegno di Dio a maturare nella morte, allora il sacramento farà crescere nell'infermo la fede e la speranza cosi da dargli la forza di affrontare l'ultima prova.

Per la presenza dinamica del Signore risorto e del suo Spirito vivificante l'Unzione sarà il segno operativo dell'ultimo e definitivo inserimento nella Pasqua del Signore.

In tal modo il sacramento sarà la preparazione a quella vittoria definitiva sul male e sulla morte, che completerà l'assimilazione a Cristo iniziata col Battesimo.

147. Qualora non fosse possibile al malato gravissimo ricevere prima il sacramento della Riconciliazione, l'Unzione può anche ottenere il perdono dei peccati e portare a termine il cammino penitenziale del cristiano.

148. Sacramento della fede

Gli effetti del sacramento, almeno per quanto riguarda la necessaria cooperazione dell'uomo, sono legati alla fede del soggetto e alla preghiera fatta con fede dal ministro e dalla comunità.

Di qui l'invito, particolarmente per coloro che partecipano alla celebrazione del sacramento, ad una fede umile e profonda che sia fiducia, confidenza, pieno abbandono nell'amore misericordioso del Padre.

149. In un tempo come il nostro in cui più angoscioso si fa il senso del limite e tragica la solitudine della morte, il sacramento degli infermi è destinato, nel piano salvifico del Cristo risorto, ad aprire l'orizzonte della vita futura e a ridare attualità, nell'esistenza cristiana, all'ardente desiderio dell'apostolo Paolo di uscire da questo mondo terrestre per essere sempre col Cristo ( cfr. Fil 1,23 ).

150. Celebrando il sacramento dell'Unzione, la Chiesa dà ragione della speranza che è in noi ( cfr. 1 Pt 3,14 ) e dei beni che non tramontano.

Particolarmente a coloro che soffrono e piangono, essa intende ripetere, come Paolo, il messaggio della resurrezione, affinché non abbiano « ad affliggersi come gli altri che non hanno speranza » ( 1 Ts 4,13 ).

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