Comunione e comunità nella Chiesa domestica

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Parte II - La famiglia è, oggi, una comunità in comunione?

16. - Ripercussioni delle trasformazioni familiari sull'ideale della « comunione »

Le profonde trasformazioni, alle quali va oggi soggetta la famiglia, e quindi anche la famiglia cristiana, sono il frutto delle trasformazioni della società e della cultura; e ne sono ad un tempo, a loro modo, anche la causa, per l'interazione che sussiste tra la famiglia e la società.

Le trasformazioni sociali e culturali incidono sulla famiglia nel senso che ne intaccano e ne modificano i valori e le esigenze, fra i quali sono da collocarsi quelli fondamentali della comunione e della comunità.

In questo ambito, sono da registrare come particolarmente influenti i fenomeni generali di un individualismo esasperato e di una libertà sradicata dalla responsabilità.

L'uno e l'altro fenomeno, peraltro strettamente collegati, costituiscono una grave minaccia alla comunione e alla comunità coniugale e familiare.

In riferimento a questo valore ed esigenza presentiamo ora, più a titolo di esempio che di analisi completa, alcuni « rilievi di situazione », la cui conoscenza è condizione necessaria per un'azione pastorale della Chiesa che voglia essere incarnata nella storia.

Per esigenza di chiarezza consideriamo la situazione attuale, e i problemi della famiglia cristiana in Italia di fronte all'ideale di « comunione e comunità », da un triplice punto di vista: strutturale, funzionale-culturale, della fede cristiana.

17. - Trasformazioni strutturali

Dal punto di vista strutturale, la famiglia italiana ha perso progressivamente alcune caratteristiche di tipo comunitario, come è comprovato da diverse tendenze in atto e da alcune situazioni diffuse, quali, ad esempio:

- le famiglie costituite soltanto dalla coppia, senza figli, in seguito alla perdita del valore della fecondità come conseguenza, tra l'altro, di una interpretazione privatistica ed egoistica dell'amore coniugale;

- la solitudine che pesa e imprigiona spesso la nuova famiglia, sradicata ormai per molteplici motivi e in varie forme

- dal luogo geografico a quello affettivo

- dal rapporto con le famiglie d'origine;

- l'aumento degli anziani che rimangono soli ed emarginati dalle stesse famiglie dei figli;

- l'aumento delle domande di separazione e di divorzio, in seguito

alle più frequenti e pesanti « crisi di coppia »,

al contesto culturale poco o nulla sensibile al valore dell'indissolubilita e della fedeltà,

all'influsso della legislazione divorzista,

alla stessa durata della vita fisica della coppia, ecc.

Una forma particolarmente inquietante della perdita del significato comunitario sono le libere convivenze, ossia le « unioni », che si vorrebbero di uguale valore al matrimonio, da parte di quanti ne respingono il pubblico riconoscimento sia religioso che civile.

Sulla realtà della comunione coniugale e familiare influiscono negativamente alcune condizioni di vita non certo rare nel nostro Paese, quali sono

la mancanza di una casa degna dell'uomo,

la disoccupazione,

lavori che costringono il padre od anche la madre a periodi più o meno lunghi di lontananza dalla famiglia, ecc.

18. - Trasformazioni funzionali-culturali

Dal punto di vista funzionale-culturale la famiglia italiana è da tempo sottoposta a un processo non facile di ridefinizione dei modelli che in passato hanno legittimato i comportamenti tra i membri della famiglia e il suo inserimento col più ampio tessuto comunitario.

Tra i problemi più significativi, sono da registrare, anzitutto quelli connessi con la condizione attuale della donna, la cui nuova « immagine » ha contribuito e contribuisce a modificare, spesso in modo assai rilevante, i suoi molteplici rapporti, in particolare quelli

col marito ( con il passaggio da una comunione di pariteticità nei diritti ad una situazione di competitività, se non addirittura ad una rivendicazione di vera e propria superiorità ),

con i figli ( sentiti come un peso e non più come una benedizione e volentieri « rimandati » ad altri )

e con il lavoro domestico ( disistimato, sopportato o rifiutato per altre professioni e compiti pubblici ).

Non va dimenticato, inoltre, il rapporto di dipendenza della famiglia dalle forze di socializzazione e di educazione ( scuola, mass-media ) e dai servizi specificamente rivolti ad essa, come sono, ad esempio, i consultori familiari.

La convergenza tra una maggiore fragilità della famiglia al suo interno e le accresciute difficoltà alle quali essa è esposta all'esterno, spinge la famiglia stessa a « dipendere » e non sempre in una forma critica e responsabile, da forze e servizi pubblici, spesso pesantemente comandati da « interessi » estranei e contrari al vero bene della famiglia.

Così, tutt'altro che servita e promossa come comunione-comunità, la famiglia viene disgregata sotto la convergente spinta dell'individualismo e del collettivismo operanti nella nostra attuale società.

È da rilevare infine che, nel rapporto religione-famiglia, l'interpretazione secolaristica ha sempre più affievolito i significati della comunione e della comunità, giungendo a deformarli ed in taluni casi a rifiutarli.

In realtà, sradicati dal loro fondamento religioso e morale, i valori dell'indissolubilità-fedeltà matrimoniale e dell'unità familiare sono criticati e respinti come eredità di un passato ormai superato e come soffocamento di una libertà cercata e vissuta in un assoluto spontaneismo.

19. - Trasformazioni nell'ambito della fede cristiana

Riprendendo l'accenno ora fatto circa il legame religione-famiglia, notiamo come si sia profondamente modificato il rapporto tra la famiglia cristiana ( o cosiddetta cristiana ) e la Chiesa, soprattutto entro la prospettiva della fede e della sua trasmissione.

La famiglia cristiana come Chiesa domestica è una comunità di credenti, è il luogo primo nel quale la fede viene annunciata e comunicata: essa è consacrata dai sacramenti del Matrimonio e del Battesimo dei figli affinché riveli e realizzi l'evento della « comunione » ecclesiale, come pure la sua traduzione visibile in « comunità » di Chiesa.

Ciò significa che l'appellativo di Chiesa domestica dato alla famiglia cristiana raggiunge la sua verità sul piano della vita vissuta quando la famiglia cristiana nella sua interezza si configura come comunione-comunità di fede, quando cioè la fede viene accolta, vissuta, testimoniata e trasmessa in tutti i membri che la compongono.

Ora, la situazione concreta è spesso lontana e ben diversa: ci sono, nelle nostre comunità ecclesiali, famiglie che non hanno e non vivono una fede comune o che, comunque, presentano una inadeguata condivisione di fede tra i loro membri: tra marito e moglie, tra genitori e figli.

Non c'è, in esse, vera comunione d'amore soprannaturale.

In passato l'omogeneità culturale tra la Chiesa e la società da un lato, e tra la famiglia cristiana e la Chiesa dall'altro, era assai forte.

In tale contesto, la comunicazione della fede nella famiglia diventava una trasmissione spontanea dai genitori ai figli, in una evidente continuità tra le generazioni: e il Battesimo dei bambini era allora un fatto naturale e determinante.

Oggi quella omogeneità culturale è crollata, almeno per quanti non hanno una fede viva e non si sono preparati convenientemente a formare una famiglia cristiana; sicché, nell'attuale società pluralistica e secolaristica, non sono moltissimi coloro che hanno la fortuna di vivere in una famiglia che è Chiesa domestica, per la fede comune condivisa da tutti i suoi membri, mentre sempre più pesanti si fanno le difficoltà a realizzare l'ideale della comunione-comunità cristiana ed ecclesiale.

Eppure tale ideale è ancora tanto vivo nelle aspirazioni di molte famiglie e costituisce lo stimolo più forte del loro paziente e perseverante cammino.

20. - L'ambiguità delle trasformazioni

Se si vuole esaminare rettamente la situazione attuale delle famiglie, non si può dimenticare l'ambivalenza da cui è segnato ogni processo storico.

Nella storia, frutto dell'incontro e dello scontro delle libertà umane, coesistono, intrecciandosi inestricabilmente, valori e non valori, aspetti positivi ed elementi problematici o negativi, luminose speranze di liberazione e minacce di più pesanti schiavitù.

Anche nell'ambito particolare della comunione-comunità della famiglia italiana oggi, insieme con gli elementi negativi ed i pericoli sopra ricordati, non mancano importanti aspetti positivi, che offrono alla famiglia nuove possibilità per comprendere e vivere il valore e l'esigenza della comunione.

Si pensi, ad esempio,

al passaggio dalla famiglia patriarcale a quella nucleare, che ha favorito, almeno in molti casi, una profonda valorizzazione dell'aspetto personalistico del matrimonio;

alla visione più serena ed equilibrata della sessualità umana nei suoi molteplici significati;

alla più viva coscienza della responsabilità nella trasmissione della vita umana e nella sua educazione;

alla accresciuta sensibilità circa i doveri e i diritti della famiglia in quanto tale, riguardo ad interventi pubblici che non sempre rispettano, quando non violano, i valori e le esigenze familiari;

al superamento di una visione privatistica e borghese del matrimonio;

alla riscoperta dell'identità cristiana della famiglia come Chiesa domestica e, conseguentemente, della sua partecipazione attiva alla vita e alla missione salvifica della Chiesa; ecc …

21. - L'appello della situazione

La situazione attuale delle famiglie, alla quale abbiamo brevemente accennato, non può esser considerata solo come un « dato » di fatto, di cui, a secondo degli aspetti o dei temperamenti, rallegrarsi o rattristarsi.

È da considerarsi piuttosto come un « appello » rivolto alla comunità ecclesiale, e in particolare alle famiglie cristiane, per un'assunzione più consapevole e decisa delle rispettive responsabilità di fronte ai valori e alle esigenze della comunità familiare nel mondo d'oggi.

È il richiamo preciso del Concilio: « I cristiani, bene utilizzando il tempo presente e distinguendo le realtà permanenti delle forme mutevoli, si adoperino per sviluppare diligentemente i valori del matrimonio e della famiglia, tanto con la testimonianza della propria vita quanto con un'azione concorde con gli uomini di buona volontà: così, superando le difficoltà presenti, essi provvederanno ai bisogni e agli interessi della famiglia, in accordo con i tempi nuovi ».28

E ciò deve applicarsi anche al valore ed all'esigenza fondamentale della comunione nella comunità familiare.

Di qui l'interrogativo che deve inquietare e stimolare di continuo l'azione pastorale della Chiesa: che cosa può e deve fare perché la famiglia cristiana oggi in Italia viva in pienezza la propria « comunione » e si costruisca giorno per giorno in autentica « comunità » ecclesiale?

E come annunciare i valori della comunione ed educare ad essi quanti vivono in famiglie che, lungi dal corrispondere all'ideale della Chiesa domestica, se ne allontanano sempre più?

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28 Gaudium et spes, n. 52