L'impegno missionario della Chiesa Italiana

Indice

I - L'evoluzione del cammino missionario

6. - Le missioni del passato ai margini della vita ecclesiale

Guardando al cammino della missione, possiamo distinguere come tre momenti di un processo che è insieme continuità, sviluppo e maturazione.

La loro successione cronologica non pare sempre nettamente definibile, ma ognuno di essi presenta precise caratteristiche.

Il richiamarli brevemente permetterà di fondare sulla tradizione viva il passo decisivo che il Signore chiede oggi alla Chiesa italiana.

Per un lungo periodo, dopo la stessa rinascita missionaria del secolo scorso, l'opera delle missioni ha privilegiato l'annuncio del Vangelo in vista della salvezza delle anime e della « plantatio Ecclesiae » tra i popoli non ancora cristiani.

In quell'epoca anche la Chiesa italiana ha investito nella propagazione della fede un capitale di energie spirituali, di uomini e di mezzi.

Ma questa attività si svolgeva piuttosto ai margini della vita ecclesiale, era delegata quasi interamente ad istituzioni specifiche, e come tale era poco inserita nella comunità ecclesiale locale.

Questa, pur non mancando di cooperare all'opera missionaria, non se ne sentiva direttamente ed esplicitamente responsabile.

A questi limiti, altri se ne aggiungevano incidendo negativamente sull'azione stessa dei missionari.

I più evidenti erano il suo indirizzo occidentale, l'aspetto colonizzatore e lo stato di dipendenza dalle nostre Chiese in cui le nascenti cristianità di missione si vennero a trovare.

7. - Si riscopre la dimensione ecclesiale della missione

In seguito, alcuni fatti nuovi hanno impresso una svolta alla storia del mondo, in particolare nelle cosiddette terre di missione, e alla storia della Chiesa stessa.

Si pensi

al processo di decolonizzazione e di indipendenza dei paesi afro-asiatici e al contemporaneo costituirsi delle giovani Chiese, desiderose di assumere la responsabilità di se stesse;

al diffondersi nei territori di antica cristianità del fenomeno della secolarizzazione e della scristianizzazione;

allo sviluppo del senso missionario tra il popolo cristiano, avviato dalle grandi Encicliche missionarie dei sommi Pontefici e maturato nel Concilio Vaticano II.

Questo travaglio ha comportato disorientamenti ed incertezze, ma ha reso possibile uno sforzo fruttuoso di rinnovamento.

Si è riscoperta la vera identità della missione come impegno di tutta la Chiesa e non più soltanto di alcune persone ed organismi.

È emersa nelle antiche Chiese una presa di coscienza della loro responsabilità nei confronti di tutti i gruppi umani e degli ambienti socio-culturali non evangelizzati, anche di quelli all'interno dei propri confini.

Ha incominciato ad instaurarsi un rapporto nuovo tra le vecchie e le giovani Chiese, per cui si vede la missione non più come un movimento a senso unico, ma come un reciproco scambio di dare e ricevere.

Anche la Chiesa italiana ha saputo portarsi decisamente su questa strada, potenziando il suo apporto all'evangelizzazione universale e facendo propria la visuale missionaria di comunione interecclesiale.

8. - Il delinearsi della missione universale e globale

Questa trasformazione missionaria, confermata dal Vaticano II, si è dispiegata in tutta la sua novità e creatività nel periodo postconciliare.

Le giovani Chiese dell'Africa e dell'Asia, pur in mezzo a tante difficoltà, stanno compiendo grandi passi sulla via della maturazione e della legittima autonomia.

Le più antiche Chiese dell'America Latina sono impegnate in un intenso e coraggioso sforzo di rievangelizzazione con una mobilitazione generale di tutto il popolo di Dio.

Sia le une che le altre si vanno confrontando seriamente con le realtà religiose e culturali, politiche e socio-economiche del mondo in cui vivono, in vista d'una presenza più incarnata nel proprio ambiente e di una più intensa partecipazione ai problemi umani.

Eventi come i Sinodi dei Vescovi, e in particolare quello sull'evangelizzazione del mondo contemporaneo, i grandi gesti missionari dei recenti Pontefici, dai viaggi apostolici in tutti i continenti ai documenti quali la « Evangelii nuntiandi » e la « Redemptor hominis », illuminano e sostengono questa nuova fase missionaria.

Essa ci pare caratterizzata

da una sintesi più ricca dei diversi elementi che costituiscono la missione;18

da una più viva e diffusa coscienza missionaria nel contesto di « quella comunione e cooperazione delle Chiese che oggi è necessaria per svolgere l'opera di evangelizzazione »;19

dall'acquisita convinzione che la Chiesa particolare è soggetto primo della missione per cui deve sentirsi coinvolta in un compito missionario globale, dentro e fuori dei suoi confini, assunto da tutti i cristiani e rivolto a tutti gli uomini: due momenti strettamente interdipendenti ed ugualmente vitali.20

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18 Cf. Paolo VI, Esort. Apost. Evangelii nuntiandi, n. 17ss.
19 Ad gentes, n. 38.
20 Cf. Sinodo dei Vescovi, III Ass. Gen. su « L'evangelizzazione nel mondo contemporaneo », 1974, Dichiarazione dei Padri Sinodali;
cf. Evangelii nuntiandi