L'impegno missionario della Chiesa Italiana

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III - Animazione e cooperazione missionaria in Italia

11. - Due aspetti complementari

Consideriamo l'animazione e la cooperazione missionaria come due aspetti e momenti strettamente legati fra di loro e al tempo stesso complementari.

L'animazione è volta a sensibilizzare e alimentare uno spirito, una disponibilità, una volontà che creino una mentalità e atteggiamenti abituali.

La cooperazione mira a tradurre in azione, con gesti concreti e significativi, i valori e le disposizioni acquisiti.

L'una e l'altra, poi, attingono luce ed orientamento sia dalle esigenze della missione in sé, sia dalle condizioni attuali in cui si svolge l'attività missionaria nelle varie parti del mondo.

Senza voler tracciare un bilancio completo, desideriamo sottolineare alcuni elementi, positivi o meno, che possano servire da riferimento e sprone per un migliore servizio di animazione e cooperazione missionaria.

12. - Situazione dell'animazione

Le nostre comunità si rivelano oggi, generalmente, attente e sensibili ai problemi missionari e del Terzo Mondo, aperte a compiere gesti significativi di solidarietà e partecipazione.

Questo è frutto di una crescente opera di animazione svolta da tutte le forze missionarie, a cui va la nostra gratitudine.

Dal canto loro, i Vescovi, come pastori, seguendo le indicazioni del Concilio, hanno avvertito con sempre maggior consapevolezza la responsabilità di essere stati « consacrati non soltanto per una diocesi ma per la salvezza di tutto il mondo »29 ed hanno assunto in maniera più diretta e decisa il compito dell'educazione missionaria del popolo di Dio.

L'aumentata sensibilità missionaria ha spinto parecchie diocesi a prendere impegni diretti in missione attraverso i propri sacerdoti, religiosi e laici.

Questo fatto, a sua volta, ha costituito un provvidenziale incentivo per l'animazione delle comunità ecclesiali e dei fedeli, portandoli a scoprire che ogni battezzato deve farsi carico della « missione » la quale non è riservata esclusivamente a persone e istituzioni particolari.

Così, dietro le spinte delle forze sia tradizionali sia nuove, le diocesi italiane sono cresciute nell'attenzione e nella disponibilità alla missione universale.

Tuttavia, non ci pare ancora di poter affermare che la nostra Chiesa nel suo insieme consideri « la partecipazione alla missione evangelizzatrice universale … come una fondamentale legge di vita »30 e ne tragga tutte le conseguenze.

L'assunzione della missionarietà nella prassi pastorale non è tuttora un fatto comune nelle singole diocesi e comunità.

Gli organismi di animazione missionaria non sono sempre compresi e valorizzati nella comunione e programmazione ecclesiale.

Le varie componenti missionarie non sono abbastanza armonizzate tra di loro e con gli altri settori pastorali.

Quegli operatori privilegiati dell'animazione che sono i missionari in occasione del loro rientro, non trovano a volte sufficiente accoglienza nelle nostre comunità.

Pur avendo compiuto molti progressi, l'animazione missionaria rivela ancora una mancanza di solidi contenuti o di appropriati approfondimenti.

Spesso le motivazioni con cui essa viene sostenuta e gli obiettivi ai quali è indirizzata non scaturiscono da una considerazione adeguata del disegno divino di salvezza e della natura propria della Chiesa, o non fanno abbastanza riferimento alla peculiarità del momento missionario attuale.

Il che rischia di rendere l'azione missionaria un fatto episodico e disincarnato rispetto alla vita delle nostre Chiese e alle esigenze della missione di oggi.

Di qui l'urgenza di attingere più largamente alla visione missionaria postconciliare, per motivare convenientemente l'impegno missionario come dovere di ogni fedele e comunità cristiana, e per calare nella coscienza ecclesiale e negli organismi di pastorale il senso della missionarietà intesa come una chiamata a partecipare all'evangelizzazione universale nella comunione e cooperazione tra le Chiese.

13. - Situazione della cooperazione

La Chiesa italiana ha visto, negli ultimi anni, il rinnovarsi delle forze tradizionali di aiuto alle missioni, e insieme il fiorire di altre numerose iniziative ed organizzazioni, spesso di vasta portata, che hanno dato alla cooperazione missionaria un forte impulso e una più chiara fisionomia.

Per interessamento dello stesso Episcopato sono sorti vari organismi di servizio e di coordinamento missionario a livello nazionale.

Si sono costituite Federazioni ed Unioni tra le Congregazioni religiose con notevoli vantaggi.

Sono stati avviati Segretariati allo scopo di favorire l'incremento e il dialogo delle diverse forze.

Le Pontificie Opere Missionarie si sono impegnate in uno sforzo di adeguamento alla nuova situazione.

Le diocesi italiane si sono aperte alla cooperazione diretta in aree non ancora o insufficientemente evangelizzate, con l'invio di sacerdoti in numero sempre crescente.

La partecipazione dei laici che si recano nelle giovani Chiese e tra i popoli in via di sviluppo, per offrire una testimonianza di fede e un servizio professionale qualificato, è una prova particolarmente eloquente della crescita missionaria.

Centri particolari curano la preparazione, l'accompagnamento e il rientro in patria di questo personale.

Istituti, Ordini e Congregazioni, nonostante le difficoltà del cammino postconciliare e la crisi delle vocazioni, hanno continuato e spesso incrementato la loro presenza in missione.

Un rilevante numero di Congregazioni, specialmente femminili, hanno accolto l'appello del Vaticano II, assumendo per la prima volta un'attività missionaria.

Si è assistito inoltre ad una vera esplosione di gruppi spontanei desiderosi di consacrare le loro energie, sia pure in modo temporaneo, all'opera di evangelizzazione e promozione umana nel Terzo Mondo.

Va pure sottolineato lo sviluppo della cooperazione spirituale, specialmente nelle comunità religiose e in quelle contemplative, nel mondo della sofferenza, negli incontri di preghiera.

Questa confortante realtà non può, tuttavia, farci dimenticare le lacune e i limiti ancora esistenti nella nostra cooperazione missionaria.

Si nota tuttora un'insufficiente chiarezza circa il significato e gli obiettivi della cooperazione in genere, e in particolare per quanto riguarda l'invio del personale.

Sussiste una visione inadeguata dell'attività missionaria e dei suoi modi di attuazione.

Alcuni Istituti ed Organismi sembrano più preoccupati di reperire vocazioni od aiuti per sé stessi che d'inserire le loro pur giuste richieste in un quadro generale di programmazione.

Talvolta è stato inviato personale in missione senza la debita preparazione.

Si osserva pure un certo distacco tra la comunità che invia e gli inviati, specialmente nel caso di religiosi, religiose e laici.

La loro partenza non sempre è vista come un evento della Chiesa locale.

Ciò porta a una mancanza di condivisione, da parte delle comunità, dell'esperienza di questi missionari, sia quando operano sul campo, sia quando rientrano.

Permane una concezione della cooperazione come di un aiuto dato da una Chiesa ricca a Chiese povere, anziché di un mutuo scambio di valori ed esperienze che arricchiscono ambedue le parti.

Questa mentaltià si traduce fra l'altro in una prestazione fondata sul criterio - del resto assai relativo - del superfluo, anziché su una disponibilità commisurata ai bisogni reali dell'altro, dimenticando che « il mandato di Cristo non potrà mai essere adempiuto, se una Chiesa particolare volesse offrire alle Chiese più povere soltanto il superfluo delle sue forze ».31

In alcune comunità ecclesiali, dopo una prima fase di grande generosità e creatività, si manifesta un senso di stanchezza, che può trovare spiegazioni in difficoltà impreviste, ma che non dovrebbe venire giustificato.

In conclusione, il quadro dell'animazione e della cooperazione missionaria si presenta ricco di realizzazioni e di iniziative, d'impulsi e di fermenti, ma rivela anche remore ed incertezze, superficialità e frammentarietà.

Si richiede quindi un ripensamento più profondo della missionarietà ed un'impostazione più unitaria e coraggiosa dell'azione missionaria.

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29 Ad gentes, n. 38.
30 Sacra Congr. Clero Norme direttive per la collaborazione delle Chiese particolari tra di loro e specialmente per una migliore distribuzione del clero nel mondo, 25 marzo 1980, Postquam Apostoli, n. 14.
31 Doc. cit., Postquam Apostoli, n. 10.