L'impegno missionario della Chiesa Italiana

Indice

III - Organismi e servizi missionari

44. - Pontificie Opere Missionarie ( PP.OO.M.M. )

Le Pontificie Opere Missionarie, per origine, costituzione e finalità si caratterizzano come strumenti specifici dell'universalismo missionario attraverso un'azione capillare di animazione

Opere del Papa e dell'intero Collegio Episcopale, dipendono dalla Sacra Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, e perciò sono state ufficialmente assunte dalla Chiesa per l'animazione e la cooperazione missionaria di tutto il popolo di Dio.

Anche nell'ambito delle Chiese particolari, esse tengono « il primo posto, perché costituiscono altrettanti mezzi sia per infondere nei cattolici, fin dalla più tenera età, uno spirito veramente universale, sia per favorire un'adeguata raccolta di sussidi a vantaggio di tutte le missioni e secondo le necessità di ciascuna ».190

Nell'esercizio della loro attività a livello nazionale e diocesano, le PP.OO.MM. dipendono rispettivamente dalla Conferenza Episcopale e dai Vescovi, e si mantengono in relazione e collaborazione con gli altri organismi di cooperazione missionaria.

All'interno del Centro Missionario Diocesano e per suo tramite, in comunione attiva coi vari organi pastorali della diocesi, operano per la formulazione e la realizzazione dei piani pastorali, attente soprattutto alla crescita missionaria dei fedeli e delle comunità ecclesiali e alle esigenze delle singole istituzioni.

Nel contesto di questi rapporti e nella fedeltà alla loro finalità specifica e alla loro struttura organizzativa a livello nazionale, regionale, diocesano e parrocchiale sottolineiamo alcuni obiettivi e compiti prioritari delle PP.OO.MM.:

a) Proseguire nel cammino di rinnovamento in conformità alle attuali esigenze della missione e alle indicazioni dei loro Statuti, e del Regolamento approvato dalla CEI, evitando ogni pericolo sia di emarginazione che di parallelismo, e seguendo gli orientamenti generali della CEI circa l'impegno missionario della Chiesa italiana.

b) Promuovere la conoscenza e la diffusione delle singole opere:

quella della Propagazione della Fede, per suscitare un coinvolgimento di tutti i fedeli sia sul piano spirituale che materiale a favore di tutte le missioni;

di San Pietro Apostolo, per formare e sostenere il Clero indigeno;

dell'Infanzia Missionaria, per l'educazione dei fanciulli allo spirito missionario;

dell'unione Missionaria dei sacerdoti, religiosi, religiose, per alimentare in loro lo zelo per l'annuncio del Vangelo in tutto il mondo.

C) Svolgere la propria attività durante tutto l'anno, e in particolare nel mese di ottobre per una celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale che diventi momento forte di missionarietà.191

I Vescovi favoriscano le PP.OO.MM. nell'adempimento di questi compiti.

In particolare aiuteranno lo sviluppo delle singole Opere e specialmente dell'unione Missionaria, anima delle Pontificie Opere Missionarie, stimolando gli interessati ad aderirvi per approfondire la dimensione missionaria della propria vocazione.

45. - Istituti con fine unicamente missionario

Gli Istituti di diritto pontificio che hanno per fine unico l'attività missionaria - siano maschili o femminili, religiosi o di vita associata senza voti - in forza del loro carisma sono espressione e strumento della missionarietà tanto della Chiesa universale quanto delle Chiese particolari, dalle quali sono sorte, nelle quali vivono e per le quali operano.192

Inoltre, per spirito ed esperienza, sono idonei e pronti a collaborare sotto la guida dei Pastori con quanti lavorano nell'animazione e cooperazione missionaria.

I Vescovi italiani sono vicini a questi Istituti e offrono tutta la loro sollecitudine perché, fedeli al proprio specifico carisma « abbiano a crescere e fiorire secondo lo spirito dei Fondatori ».193

Intendono valorizzarli nell'animazione missionaria, in coordinamento con tutte le forze pastorali e con « la dovuta considerazione del particolare stile d'azione proprio della loro indole ».194

Perciò: riconoscendo che i membri di tali istituti sono parte della famiglia diocesana, ne celebrino l'invio in missione come un atto di tutta la comunità ecclesiale, e si tengano in contatto con loro, sia in missione che al rientro in patria; consapevoli della necessità di persone che si consacrino all'attività missionaria per tutta la vita, favoriscano le vocazioni per questi Istituti e li aiutino, per quanto possibile, a trovare risorse per le loro missioni e le loro opere di promozione e formazione vocazionale.

Da parte loro, questi Istituti si sentano realmente impegnati nella animazione missionaria e offrano ai Vescovi una generosa collaborazione per iniziative su scala diocesana e nazionale, operando secondo le direttive dei Pastori e nella fedeltà al proprio spirito e modo di vita.

Nella pastorale d'insieme, alla quale hanno diritto e dovere di partecipare, sono chiamati a dare un duplice apporto:

esprimere in maniera radicale la vocazione missionaria di tutta la Chiesa,

sollecitare costantemente la comunità ecclesiale a vivere l'impegno missionario.

Mettano a disposizione con animo aperto e generoso alcuni loro membri particolarmente preparati per lavorare negli organismi pastorali ai vari livelli e nelle iniziative di formazione preparatoria e di aggiornamento del personale missionario di vario tipo.

A livello nazionale sono sorti vari organismi di collaborazione e di coordinamento delle attività degli Istituti Missionari, come:

la Conferenza dei Superiori degli Istituti Missionari con provincia italiana ( CIMI ),

il Segretariato Unitario di Animazione Missionaria ( SUAM ),

l'Editrice Missionaria Italiana ( EMI ).

Si tratta di organismi, ufficiali o meno, che possono offrire preziosi contributi per l'animazione e la cooperazione missionaria e vanno riconosciuti e valorizzati.

46. - Ordini e Congregazioni aventi missioni

Ci sono Ordini e Congregazioni aventi, tra le altre finalità, anche quella missionaria.

Il loro apporto all'evangelizzazione dei popoli è stato ed è ancora di grande valore.

Dopo il Concilio parecchie Congregazioni religiose hanno deciso di avviare una presenza in missione.

Tutto ciò è una riprova dello stretto rapporto che unisce la vocazione religiosa a quella missionaria.

Ai membri missionari di queste istituzioni si deve applicare quanto si è detto sui religiosi come protagonisti della missione.

Restano alcuni aspetti utili da richiamare.

Non pochi di questi Ordini e Congregazioni, accogliendo come membri persone provenienti da diversi paesi ed anche da giovani Chiese, presentano un carattere internazionale che favorisce una mentalità più aperta e una maggiore capacità di scambi interecclesiali.

Sono fattori da considerare, perché possono contribuire a maturare il senso di cattolicità e di missionarietà della Chiesa.

D'altra parte, le comunità di questi Ordini e Congregazioni hanno bisogno di venir animate missionariamente per mantenere viva la finalità missionaria.

Questo compito riguarda lo spirito, la vita, la formazione, la stessa attività che i loro membri svolgono sia all'interno che fuori della comunità.

Incoraggiamo tale opera di animazione per l'incidenza missionaria che è destinata ad avere sulla vita delle Chiese locali.

La Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori ( CISM ) e l'Unione delle Superiori Maggiori Italiane ( USMI ) dalla loro fondazione si sono interessate dell'aspetto missionario della vita religiosa ed hanno organizzato tra i religiosi un lavoro di animazione interna, di accompagnamento dei missionari e di animazione missionaria della Chiesa locale, mediante opportuni organismi.

47. - Istituti Secolari

Gli Istituti Secolari possiedono un carisma che ne mette pienamente in luce il significato e la potenzialità missionaria, perché, « pur non essendo religiosi, tuttavia comportano una vera e completa professione dei consigli evangelici nel secolo, riconosciuta dalla Chiesa ».195

Si aggiunga il fatto del loro rigoglioso sviluppo un po' dovunque.

Così « la loro opera, guidata dall'autorità del Vescovo, può riuscire sotto diversi aspetti utilissima nelle missioni, come segno di dedizione totale all'evangelizzazione del mondo.196

I Vescovi italiani vogliono sottolineare la particolare attitudine di tali Istituti, in forza del loro speciale dono, a incarnare negli ambienti umani e nella realtà del mondo la testimonianza evangelica.

48. - Centro Ecclesiale Italiano per l'America Latina ( CEIAL ) - per l'Africa e l'Asia ( CEIAS )

Gli stretti raporti di collaborazione con le Chiese latino-americane e il Servizio Missionario in Africa e in Asia hanno condotto all'istituzione rispettivamente del CEIAL e del CEIAS.

Si tratta di organismi a livello nazionale, che dipendono dalla CEI e sono in relazione con la Commissione Episcopale e con l"Ufficio Nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese, secondo le rispettive competenze e gli Statuti approvati dalla CEI.

Essi svolgono opera di mediazione e comunione per l'invio di personale missionario e la condivisione interecclesiale di beni, iniziative ed esperienze.

Sulla base della propria esperienza i due organismi hanno precisato i loro principali compiti:

a) Sensibilizzare le diocesi ai problemi di evangelizzazione e di promozione umana nei continenti di cui si interessano.

b) Offrire una consulenza qualificata per la scelta del personale da inviare sul campo di lavoro, assicurarne la preparazione prossima e specifica e assisterlo nella sua attività.

c) Promuovere iniziative opportune a sostegno degli inviati ed una vasta azione perché le diocesi italiane crescano nella conoscenza e nel dialogo con le Chiese che accolgono i loro servizi, si responsabilizzino nei riguardi dei missionari inviati e curino di valorizzarne l'esperienza quando rientrano in patria.

Per un'azione più puntuale ed appropriata, i due organismi si articolano in settori diversi.

49. - Servizi missionari diocesani

I servizi missionari diocesani realizzano in vario modo l'impegno di comunione e cooperazione tra le diocesi italiane e le Chiese in paesi di altri continenti, sotto la guida dei Vescovi locali, in spirito di solidarietà e condivisione reciproca.

Le forme in cui si concretizzano sono molteplici.

Alcune volte vengono inviati in missione soltanto sacerdoti; altre volte sacerdoti, suore e laici.

Talora l'iniziativa è condotta in collaborazione con gli Istituti missionari e si dà pure il caso di servizi assunti da una diocesi e sostenuti da altre diocesi della stessa regione.

Appare superata, per la sua inadeguatezza, la fase dei gemellaggi: infatti oggi la diocesi italiana stabilisce un rapporto con la diocesi sorella mettendosi al servizio del Vescovo locale nella massima disponibilità, e spesso intrattiene relazioni con più diocesi di missione in varie parti del mondo.

Questo sviluppo testimonia la volontà di dare un'adeguata risposta alle richieste, in una fattiva comunione interecclesiale.

In vista di questa comunione, vanno tenuti presenti alcuni criteri fondamentali:

a) Il rapporto di collaborazione venga instaurato tra diocesi e diocesi e non sia lasciato all'iniziativa privata.

Ciò richiederà un'opportuna sensibilizzazione di tutta la Chiesa locale perché il servizio sia intrapreso e vissuto come un « fatto ecclesiale ».

b) Si definiscano chiaramente, con adeguate convenzioni, diritti e doveri di ambedue le parti; si valuti con realismo quale garanzia esista di portare avanti l'impegno assunto, quali siano le condizioni e le esigenze del contesto ambientale ed umano in cui si inserirà il personale inviato.

c) Il personale sia debitamente scelto, preparato, seguito ed accolto al ritorno, nella disponibilità a valorizzarne l'esperienza.

d) La diocesi italiana si apra con la Chiesa sorella a un autentico dialogo ed interscambio, cercando modi idonei con cui concretizzarli.

e) Le diocesi italiane collaborino per ricercare e precisare i criteri da seguire nel programmare e attuare i servizi missionari, in modo da raggiungere una certa omogeneità di impostazione e di azione.

Così realizzati, i servizi missionari diocesani porteranno i reciproci vantaggi che Giovanni Paolo II notava a proposito dei sacerdoti Fidei Donum: … il beneficio di tale impegno ministeriale ad tempus è duplice: i sacerdoti che vi si dedicano, come offrono un evidente servizio alle Chiese missionarie, così - tornando nelle diocesi di origine - vi riportano il tesoro delle loro esperienze, contribuendo in tal modo a quell'opera di animazione che tanto giova a suscitare tra i fedeli stessi la coscienza missionaria e la volontà di sostenere la causa dell'evangelizzazione ».197

50. - Laicato missionario

L'azione missionaria dei laici conosce vari tipi di intervento:

a) Un inserimento nella Chiesa particolare per partecipare, come laici, all'attività pastorale secondo il carisma o il ministero proprio e riconosciuto.

b) Una cooperazione, con l'apporto della loro specifica professionalità in campo sociale, a opere di evangelizzazione e promozione umana dipendenti dalla diocesi o da congregazioni religiose e da istituti missionari.

c) Una collaborazione con interventi di promozione umana in diverse aree: socio-culturale, sanitaria, agricola, ecc., attraverso progetti gestiti direttamente e sotto la responsabilità di organismi laici di ispirazione cristiana.

Per tutti i laici missionari è opportuno seguire le direttive date dalla Sacra Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli,198 di cui richiamiamo in sintesi alcuni punti:

- Criteri di selezione:

intenzione sincera di servire la missione redentrice di Cristo e della Chiesa;

salute sufficiente e maturità di carattere;

preparazione professionale non solo teorica, ma collaudata in pratica;

disponibilità per un periodo di impegno sufficientemente lungo in rapporto alla natura e alle esigenze del servizio da prestare.

- Obiettivi di formazione:

approfondimento della vita cristiana e in particolare della spiritualità della missione;

sufficiente capacità di analisi del nuovo ambiente culturale e di conoscenza della lingua.

- Inserimento nell'ambiente:

ricerca della maggiore integrazione culturale possibile;

astensione da ingerenze politiche e cooperazione nella promozione della giustizia e del progresso sociale;

volontà di offrire una genuina testimonianza cristiana e di vivere da vero membro della Chiesa locale in comunione coi pastori e i fedeli.

Il laicato missionario comprende coloro che si inseriscono in opere promosse e dipendenti dalle diocesi di invio o di accoglienza, o da istituti missionari, mediante un legame individuale con loro, o addirittura in forza di uno speciale mandato della gerarchia.199

Essi partecipano, quindi, in un certo senso alle istituzioni cui sono legati, ne vivono la spiritualità ed operano secondo le linee da esse proposte.

L'attività dei laici missionari sia regolata da una convenzione sottoscritta dalle parti interessate che ne precisi i rispettivi doveri e diritti.

51. - Volontariato cristiano internazionale

Il Volontariato cristiano internazionale è sorto dalla presa di coscienza che la missione della Chiesa è strettamente unita alla liberazione e promozione umana e si propone di collaborare alla formazione di una società più giusta e fraterna.

Le sue scelte si fondano su motivazioni etiche e di fede, e si traducono in una testimonianza di vita comunitaria basata sui valori delle singole persone e del bene comune ed universale.

Così il volontariato anima i gruppi umani nel cammino di liberazione e di crescita ecclesiale, in modo che essi ne siano i vari protagonisti, li porta a superare la divisione tra i popoli e a essere strumento di incontro e dialogo sul piano umano e cristiano.

Per un'azione più significativa ed efficace, il volontariato ha dato vita a molteplici organismi che curano la preparazione spirituale, professionale e culturale dei volontari, li seguono nel loro lavoro sul campo e al rientro.

Essi si riuniscono nella Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario ( FOCSIV ), quale luogo di studio, verifica e aggiornamento della propria attività.

I Vescovi italiani, riconoscendo nel volontariato una forma originale di missionarietà dei laici, raccomandano che la fedeltà ai valori evangelici qualifichi sempre lo stile di vita e di attività dei volontari.

Perciò li esortano a fare del loro servizio « il segno e l'espressione della carità evangelica, che è dono gratuito e disinteressato di se stessi al prossimo, particolarmente ai più poveri e bisognosi ».200

52. - Gruppi e movimenti vari

Il nostro tempo ha visto il sorgere e il diffondersi anche nella Chiesa italiana di nuovi gruppi, movimenti e associazioni, con caratteristiche e finalità proprie, stimoli e sottolineature diverse.

« È una grande fioritura di aggregazioni … ricche di fermenti, di attività, di programmi, di intenti e desideri.

Tutti questi fermenti portatori di grazia e di doni sono da armonizzare e da far convergere al bene della vita e della missione della Chiesa ».201

L'esistenza di gruppi e movimenti non è senza incidenza sull'attività missionaria, sia per l'influsso reciproco delle varie forze nella Chiesa, sia perché spesso questi gruppi e movimenti prevedono la presenza di loro aderenti in altri paesi e Chiese, o svolgono inziative a carattere missionario.

La pluralità stessa delle loro esperienze può trovare proprio sul terreno della missione, in conformità ai piani pastorali diocesani, nuovi motivi di unità e dinamismo.

Nell'attuale prospettiva, in cui tutta la Chiesa locale con le sue diverse componenti ed energie ha un ruolo missionario, tali gruppi e movimenti sono chiamati a vivere questa dimensione.

Perciò sono esortati a realizzare i propri carismi e compiti non estraniandosi ma inserendosi sempre più nella comunità ecclesiale ai vari livelli;

a sentire e agire in unità coi responsabili di essa, specialmente col Vescovo;

a recepire e accrescere in sé l'apertura alla missione universale, tenendosi in contatto coi diversi organismi missionari.

53. - Gruppi e movimenti d'interesse missionario

Tra le nuove espressioni di impegno cristiano, molte si caratterizzano per l'esplicito proposito di aiutare l'opera di evangelizzazione e di promozione umana a vantaggio delle Chiese e dei popoli del Terzo Mondo.

Sono gruppi e movimenti che esercitano un'attività permanente od occasionale e sostengono iniziative di vario tipo: studio, sensibilizzazione, soccorso concreto.

Anche le loro finalità specifiche, l'organizzazione e i modi d'azione sono differenti.

Alcuni operano in chiaro legame con la comunità ecclesiale, altri agiscono in maniera più o meno autonoma.

Tali gruppi e movimenti hanno un ruolo particolare per la spontaneità di dedizione che generalmente esprimono, e per la capacità che spesso rivelano di far presa su ambienti e persone difficilmente accessibili agli organismi missionari ufficiali.

Senza dubbio, essi contribuiscono a mettere l'animazione e la cooperazione missionaria alla portata di molti, per la varietà, vivacità e immediatezza delle loro iniziative.

Crediamo che si debba apprezzare e sostenere l'azione che svolgono, sia che riguardi più direttamente l'evangelizzazione, sia che interessi la difesa dei diritti dell'uomo, aiuto per lo sviluppo, l'assistenza in particolare bisogni.

Anche coloro che operano in modo autonomo meritano sincera considerazione ed appoggio quando il loro è un autentico servizio per l'uomo, specialmente per i poveri e gli oppressi, perché questo è sempre un servizio reso a Cristo e che giova al progresso della giustizia e della fraternità.

I gruppi e movimenti che si qualificano come cristiani cerchino di agire in armonia con le direttive e gli organismi che la Chiesa italiana ha stabilito per meglio assolvere al suo impegno missionario.

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190 Ad gentes, n. 38;
cf. Statuti delle PP.OO.MM.
191 Nel mese di ottobre, « affinché fornisca ai cristiani l'occasione di dare una dimensione universale alla loro cooperazione missionaria, i Vescovi sono invitati a chiedere ai responsabili delle opere cattoliche ed ai fedeli di rinunciare, in questo periodo, alle collette a carattere particolare » Statuti delle PP.OO.MM., cap. II, art. 11, n. 12.
192 Cf. Giovanni Paolo II, Discorso all'udienza generale, 23 maggio 1979.
193 Mutuae relationes, n. 8.
194 Ivi, n. 11.
195 Perfectae caritatis, n. 11.
196 Ad gentes, n. 40.
197 Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, 1980,
25 maggio 1980.
198 Sacra Congr. Evangeliz. dei popoli, Istruzione su Il ruolo missionario del laicato, Pentecoste 1970.
199 Cf. Apostolicam actuositatem, n. 24;
Ad gentes, n. 41.
200 Giovanni Paolo II, Discorso alla Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario ( FOCSIV ), 31 gennaio 1981.
201 C.E.I., Nota pastorale, 22 maggio 1981,
Criteri di ecclesialità dei gruppi, movimenti, associazioni, n. 2.