L'impegno missionario della Chiesa Italiana

Indice

II - Strutture di comunione per la missione

37. - Esigenze di organizzazione

Poiché la Chiesa è una realtà insieme visibile e spirituale e si presenta « in questo mondo costituita ed organizzata come società »,186 per espletare la sua missione ha bisogno di strutture, organismi, servizi appropriati.

La nostra Chiesa, in risposta alla crescente sollecitudine per la missione universale, ha istituito o rinnovato gli strumenti ordinati alla realizzazione del suo impegno missionario.

Ricordiamo in primo luogo le strutture di comunione per la missione, il cui scopo è di assicurare il coordinamento dei vari organismi e servizi missionari, perché la missione si compia nella comunione ecclesiale.

a) A livello nazionale

38. - Conferenza Episcopale Italiana ( CEI )

Vivamente sensibile alle istanze missionarie emerse dal Concilio e dagli sviluppi della missione nel mondo e in Italia, la CEI ritiene parte essenziale della sua preoccupazione pastorale l'impegno per l'evangelizzazione di tutte le genti e la cooperazione tra le Chiese.

Essa esprime questa sollecitudine in vari modi:

a) Ricerca iniziative che aiutino la crescita missionaria della Chiesa italiana nella comunione e collaborazione tra le diverse diocesi.

b) Stimola l'impulso missionario di tutti gli organismi e uffici pastorali; promuove l'armonia e il raccordo tra quelle forze che, occupandosi dell'evangelizzazione e della promozione umana in base alle finalità e agli statuti propri, operano in settori comuni ( Ufficio Nazionale Cooperazione Missionaria tra le Chiese, Caritas, Giustizia e Pace, UCEI, ecc. ).

c) Intrattiene, nello spirito del « Mutuae relationes », contatti regolari con i Superiori Maggiori degli Istituti missionari o aventi missioni, e coltiva rapporti con tutte le forze missionarie, perché formulino programmi unitari di animazione e cooperazione missionaria.

d) Cerca occasioni per incontrarsi ed accordarsi con le Conferenze Episcopali dei paesi in cui la nostra Chiesa attua servizi missionari, perché risultino più adeguati alle necessità reali delle Chiese che li richiedono, e si realizzino in una viva ed effettiva comunione interecclesiale.

Ciò vale soprattutto per l'invio di personale.

Per assolvere a questi e ad altri compiti del genere, la CEI ha fatto scelte precise e ha costituito organismi specifici che operano in collaborazione con le diverse strutture pastorali, in modo che la dimensione missionaria sia tenuta presente in tutta l'attività ecclesiale.

39. - Commissione Episcopale per la Cooperazione tra le Chiese

Seguendo le indicazioni della « Ecclesiae Sanctae », la CEI ha istituito la Commissione Episcopale per la Cooperazione tra le Chiese, alla quale compete di studiare i problemi connessi col compito missionario della Conferenza Episcopale, di formulare soluzioni idonee e proporle alla Conferenza stessa.

La sua attività si esercita quindi nei settori dell'animazione missionaria in Italia, dell'impegno dell'evangelizzazione ad gentes, della cooperazione con tutte le altre Chiese.

Nell'ambito di questi settori emergono alcune questioni particolari che, secondo le indicazioni del Concilio, sono di competenza dei Vescovi in sede di Conferenza, e che perciò sono oggetto di studio da parte della medesima Commissione.

Tali sono:

la designazione dei sacerdoti diocesani che si dedicano all'evangelizzazione dei popoli;

l'organizzazione ordinata degli aiuti per le missioni e il contributo finanziario che ogni diocesi è tenuta a fornire;

l'aiuto da dare agli Istituti missionari ed agli organismi che preparano ed assistono il personale destinato alle missioni;

la promozione delle vocazioni missionarie;

l'assistenza materiale e spirituale da prestare agli immigrati provenienti dal Terzo Mondo;

l'opportuna distribuzione del clero.187

40. - Ufficio Nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese

È lo strumento operativo della Conferenza Episcopale Italiana per l'animazione e la cooperazione missionaria.

Dipende dalla Segreteria Generale della CEI ed opera secondo lo Statuto approvato dal Consiglio Permanente.

Sono suoi compiti:

a) Studiare e diffondere i documenti della Santa Sede e della CEI sull'animazione e cooperazione missionaria, e adoperarsi perché vengano responsabilmente accolti ed attuati; far conoscere ai fedeli e alle comunità i problemi e le esperienze delle giovani Chiese.

b) Suscitare e coordinare la collaborazione tra gli organismi missionari o collegati alle missioni, nel rispetto dell'autonomia e delle caratteristiche proprie di ciascuno.

c) Tener vivo lo spirito missionario negli operatori pastorali ai vari livelli e nei diversi settori, così che tutta la pastorale sia caratterizzata da un'apertura universale.

d) Sensibilizzare le diocesi affinché assumano e sostengano impegni diretti di cooperazione con le Chiese sparse nel mondo; preoccuparsi della preparazione, assistenza, aggiornamento e reinserimento del personale in servizio apostolico, seguendo le indicazioni delle Conferenze Episcopali dei paesi di destinazione e in stretto contatto con le diocesi di invio e con le istituzioni coinvolte in questi impegni.

e) Collaborare con organismi ecclesiali e civili che si occupano dei problemi degli studenti, dei lavoratori e lavoratrici provenienti da altri continenti.

f) Seguire l'evoluzione della realtà missionaria italiana, i suoi problemi, le sue istanze, e farsene portavoce presso la CEI.

41. - Consiglio Missionario Nazionale

Il Consiglio Missionario Nazionale è l'organo consultivo dell'ufficio Nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese.

Si compone di rappresentanti ufficiali di tutte le forze missionarie o interessate alle missioni operanti in Italia, i quali vengono designati dai rispettivi organismi, tenuto conto della loro esperienza e competenza.

Il Consiglio costituisce un luogo di comunione e di scambio molto rappresentativo e qualificato.

Il suo compito è di far sentire le voci dei vari protagonisti della missione, di identificare e affrontare con ampia visione i gravi problemi riguardanti l'impegno missionario della Chiesa italiana, di elaborare in una fattiva collaborazione programmi comuni di studio e di azione.

b) A livello regionale

42. - Commissione Regionale per la Cooperazione tra le Chiese

La necessità che la pastorale sia sufficientemente incarnata nella realtà locale, e nello stesso tempo venga debitamente coordinata nell'ambito del territorio nazionale, spiega l'esistenza in Italia delle Conferenze Episcopali Regionali.

Esse « godono di una loro autonomia, ma coordinano tra di loro con la Conferenza Nazionale le attività pastorali ».188

Ogni Conferenza Episcopale Regionale ha una propria Commissione per la Cooperazione tra le Chiese.

Essa è composta dai rappresentanti delle forze missionarie operanti in regione e fa capo a un Vescovo designato dalla rispettiva Conferenza regionale.

Egli tiene il collegamento tra la Conferenza Episcopale Regionale, la Commissione Episcopale per la Cooperazione tra le Chiese della CEI e l'ufficio Nazionale relativo; coordina le attività missionarie nella regione; suscita e favorisce nuove iniziative per un'efficace opera di animazione e di cooperazione.

Per ciò si avvale della Commissione Regionale.

Questa Commissione ha pure un Segretario che, su proposta della stessa, viene nominato dalla Conferenza Episcopale Regionale; egli partecipa al Consiglio Missionario Nazionale in qualità di Incaricato Regionale.

Ulteriori dettagli di composizione e di funzionamento della Commissione Regionale sono lasciati alla Conferenza Episcopale della Regione stessa, perché tenga conto della situazione locale.

c) A livello diocesano

43. - Centro Missionario Diocesano ( CMD )

La responsabilità missionaria del Vescovo e della Chiesa particolare cui è preposto richiede la creazione di particolari strumenti per assolvere l'impegno missionario della diocesi.189

A questa esigenza vuole rispondere il Centro Missionario Diocesano.

Per scelta esplicita della CEI, esso deve funzionare in ogni diocesi: perciò lo si costituisca quanto prima dove ancora non esistesse.

Per le diocesi piccole affidate a un unico Vescovo si può anche pensare a un Centro Missionario Interdiocesano.

Il Centro Missionario Diocesano vuole essere insieme « luogo e strumento » privilegiato della coscienza e dell'impegno missionario della Chiesa locale diocesana.

Come strumento è ordinato a far sì che la comunità diocesana viva intensamente il suo essere Chiesa-missione, e lo traduca in atto nell'impegno specifico dell'annuncio del Vangelo a tutte le genti e della cooperazione con le Chiese sparse nel mondo.

Come luogo è chiamato a sperimentare anzitutto in se stesso questa realtà e poi a testimoniarla.

Luogo e strumento privilegiato della missione nella comunione, il CMD coordina tutte le forze missionarie operanti in diocesi e mantiene un opportuno collegamento con gli altri uffici pastorali.

È costituito dai rappresentanti degli organismi missionari o interessati alle missioni, il cui carisma è riconosciuto dal Vescovo, ed è diretto da un sacerdote nominato dal Vescovo quale « Delegato per l'attività missionaria della diocesi ».

Questi, normalmente, assume pure la direzione diocesana delle Pontificie Opere Missionarie.

In rispondenza alla sua natura e finalità, il CMD svolge molteplici compiti.

a) Nell'ambito della comunità diocesana:

coordina le diverse attività a carattere missionario già esistenti;

fa conoscere le iniziative missionarie già in atto nella diocesi;

stimola l'invio di personale e mezzi nelle altre Chiese;

ricerca vie nuove di presenza missionaria, sempre in conformità con le esigenze delle Chiese di destinazione.

b) Nei riguardi dei vari organismi pastorali:

promuove contatti permanenti di informazione e di aiuto vicendevole;

informa su situazioni, problemi, esperienze delle altre Chiese;

assicura le relazioni tra la comunità locale e i suoi missionari;

sensibilizza i responsabili della pastorale al problema degli immigrati per ragioni di studio o di lavoro, dei profughi e degli esuli.

c) Quanto agli organismi in esso rappresentati:

accoglie e valorizza in clima di fraternità e di stima il carisma proprio di ognuno;

armonizza le iniziative missionarie diocesane con quelle regionali e nazionali;

favorisce la collaborazione di tutte le forze missionarie o che hanno rapporti con l'attività missionaria e l'esercizio di ciascuna di esse nel proprio specifico ambito.

Indice

186 Lumen gentìum, n. 8.
187 Cf. Ad gentes, n. 38;
Christus Dorninus, n. 6;
Postquam Apostoli, n. 18.
188 Statuto CEI, art. 43.
189 Cf. Ad gentes, n. 38;
Ecclesiae sanctae, III, art. 4.