L'iniziazione cristiana - 2

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L'opera dello Spirito Santo nella iniziazione cristiana

23 L'intera vita di Gesù è sotto l'azione dello Spirito Santo, dal suo concepimento, all'inizio e durante la sua missione, fino al suo compimento nella Pasqua.

Come il suo Signore, anche la Chiesa inizia il suo cammino con l'effusione dello Spirito nella Pentecoste e, secondo la promessa fatta da Gesù, prosegue la sua missione nel mondo guidata dallo Spirito.

Per questa ragione i fanciulli e i ragazzi compiono il loro itinerario di iniziazione cristiana guidati e rafforzati dallo Spirito, fino alla sua particolare effusione nei sacramenti dell'iniziazione, quando lo Spirito prende stabilmente dimora in loro con i suoi doni.

Tutti - iniziandi, padrini, accompagnatori, catechisti - interagiscono animati dall'unico Spirito, obbedienti alla sua voce e alla sua azione.

24 Proprio perché guidati dallo Spirito, i fanciulli e i ragazzi non sono soggetti passivi.

L'azione dello Spirito si esprime infatti nello sviluppare la loro soggettività, nel renderli protagonisti del loro itinerario.

È lo Spirito che li muove al dialogo con Cristo, a quella conformazione a lui fino a dire: "non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" ( Gal 2,20 ); fino a dire in lui: "Padre nostro che sei nei cieli" ( Mt 6,9 ).

L'itinerario dell'iniziazione cristiana si sviluppa in ogni momento in forma dialogica fra Cristo e gli iniziandi, sotto l'azione dello Spirito.

Nel predisporre gli itinerari ci si dovrà preoccupare che essi rispettino, favoriscano e sviluppino sempre più intensamente il dialogo tra gli iniziandi e Cristo, fino a diventare "corpo di Cristo".

25 Ogni iniziando intraprende il suo itinerario portando con sé tutta la propria storia: familiare, culturale, religiosa, psicologica…

Egli poi viene ad inserirsi in contesti ecclesiali tra loro diversi:

situazione di antica, recente o incipiente cristianizzazione;

celebrazione distanziata dei tre sacramenti dell'iniziazione e non secondo l'ordine tradizionale;

forme diverse di catechesi.

Tutto questo postula che non si possa proporre un modello uniforme di itinerario; tutti gli itinerari però devono tener conto della situazione della persona e rispettare la realtà dei sacramenti.

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