Volto missionario delle parrocchie nel mondo che cambia

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Alla mensa della Parola e del Pane: il giorno del Signore

8 Ogni domenica, in ogni parrocchia, il popolo cristiano è radunato da Cristo per celebrare l'Eucaristia, in obbedienza al suo mandato: "Fate questo in memoria di me" ( Lc 22,19 ).

Nell'Eucaristia Cristo morto e risorto è presente in mezzo al suo popolo.

Nell'Eucaristia e mediante l'Eucaristia lo genera e rigenera incessantemente: "La Celebrazione eucaristica è al centro del processo di crescita della Chiesa".15

Culmine dell'iniziazione cristiana, l'Eucaristia è alimento della vita ecclesiale e sorgente della missione.

In essa la comunità riconosce Cristo Salvatore dell'uomo e del mondo.

Giovanni Paolo II ha scritto: "Dalla perpetuazione nell'Eucaristia del sacrificio della Croce e dalla comunione col corpo e con il sangue di Cristo la Chiesa trae la necessaria forza spirituale per compiere la sua missione.

Così l'Eucaristia si pone come fonte e insieme come culmine di tutta l'evangelizzazione, poiché il suo fine è la comunione degli uomini con Cristo e in Lui col Padre e con lo Spirito Santo".16

Le nostre parrocchie non si stanchino di ribadire a ogni cristiano il dovere-bisogno della fedeltà alla Messa domenicale e festiva e di vivere cristianamente la domenica e le feste.

La vita della parrocchia ha il suo centro nel giorno del Signore e l'Eucaristia è il cuore della domenica.

Dobbiamo "custodire" la domenica, e la domenica "custodirà" noi e le nostre parrocchie, orientandone il cammino, nutrendone la vita.

Ribadiamo quanto scritto negli orientamenti pastorali di questo decennio: "Ci sembra molto fecondo recuperare la centralità della parrocchia e rileggere la sua funzione storica concreta a partire dall'Eucaristia, fonte e manifestazione del raduno dei figli di Dio e vero antidoto alla loro dispersione nel pellegrinaggio verso il Regno".17

Dal costato di Cristo scaturiscono, con i sacramenti, la comunione e la missione della Chiesa.

Il "Corpo dato" e il "Sangue versato" sono "per voi e per tutti": la missione è iscritta nel cuore dell'Eucaristia.

Da qui prende forma la vita cristiana a servizio del Vangelo.

Il modo in cui viene vissuto il giorno del Signore e celebrata l'Eucaristia domenicale deve far crescere nei fedeli un animo apostolico, aperto alla condivisione della fede, generoso nel servizio della carità, pronto a rendere ragione della speranza.

È necessario ripresentare la domenica in tutta la sua ricchezza: giorno del Signore, della sua Pasqua per la salvezza del mondo, di cui l'Eucaristia è memoriale, origine della missione; giorno della Chiesa, esperienza viva di comunione condivisa tra tutti i suoi membri, irradiata su quanti vivono nel territorio parrocchiale; giorno dell'uomo, in cui la dimensione della festa svela il senso del tempo e apre il mondo alla speranza.

Queste dimensioni della domenica sono oggi in vario modo minacciate dalla cultura diffusa; in particolare, l'organizzazione del lavoro e i fenomeni nuovi di mobilità agiscono da fattori disgreganti la comunità e giungono anche a precludere la possibilità di vivere la domenica e le altre feste.

Tre obiettivi per le nostre parrocchie.

Difendere anzitutto il significato religioso, ma insieme antropologico, culturale e sociale della domenica.

Si tratta di offrire occasioni di esperienza comunitaria e di espressione di festa, per liberare l'uomo da una duplice schiavitù: l'assolutizzazione del lavoro e del profitto e la riduzione della festa a puro divertimento.

La parrocchia, che condivide la vita quotidiana della gente, deve immettervi il senso vero della festa che apre alla trascendenza.

Un aiuto particolare va dato alle famiglie, affinché il giorno della festa possa rinsaldarne l'unità, mediante relazioni più intense tra i suoi membri; la domenica infatti è anche giorno della famiglia.

La qualità delle celebrazioni eucaristiche domenicali e festive va curata in modo particolare: equilibrio tra Parola e Sacramento, cura dell'azione rituale, valorizzazione dei segni, legame tra liturgia e vita.

La Parola, nella proclamazione e nell'omelia, va presentata rispettando il significato dei testi e tenendo conto delle condizioni dei fedeli, perché ne alimenti la vita nella settimana.

Il rito va rispettato, senza variazioni o intromissioni indebite.

I segni e i gesti siano veri, dignitosi ed espressivi, perché si colga la profondità del mistero; non vengano sostituiti da espedienti artificiosi; parlano da soli e non ammettono il prevaricare delle spiegazioni; così si salvaguarda la dimensione simbolica dell'azione liturgica.

La celebrazione ha un ritmo, che non tollera né fretta né lungaggini e chiede equilibrio tra parola, canto e silenzio.

Si dia spazio al silenzio, componente essenziale della preghiera ed educazione ad essa; si dia valore al canto, quello che unisce l'arte musicale con la proprietà del testo.

Va curato il luogo della celebrazione, perché sia accogliente e la fede vi trovi degna espressione artistica.

C'è bisogno, insomma, di "una liturgia insieme seria, semplice e bella, che sia veicolo del mistero, rimanendo al tempo stesso intelligibile, capace di narrare la perenne alleanza di Dio con gli uomini".18

In ogni parrocchia ci sia una preparazione accurata, che coinvolga varie ministerialità, nel rispetto di ciascuna, a cominciare da quella del sacerdote presidente, senza mortificare quelle dei laici.

Perché le celebrazioni siano dignitose e fruttuose, se ne valuti il numero, gli orari, la distribuzione nel territorio.

Si promuovano altre forme di preghiera, liturgiche o di pietà, consegnateci dalla tradizione, per prolungare nella giornata festiva, in chiesa e in famiglia, il dialogo con il Signore.

Il giorno del Signore è anche tempo della comunione, della testimonianza e della missione.

Il confronto con la parola di Dio e il rinvigorire la confessione della fede nella Celebrazione eucaristica devono condurre a rinsaldare i vincoli della fraternità, a incrementare la dedizione al Vangelo e ai poveri.

Ciò implica il convergere naturale di tutti alla comune celebrazione parrocchiale.

Le parrocchie dovranno poi curare la proposta di momenti aggregativi, che diano concretezza alla comunione, e rafforzare il collegamento tra celebrazione ed espressione della fede nella carità.

Così, nella festa, la parrocchia contribuisce a dar valore al "tempo libero", aiutando a scoprirne il senso attraverso opere creative, spirituali, di comunione, di servizio.

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15 Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia 21
16 Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia 22
17 C. E. I. Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia 47
18 C. E. I. Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia 49