Formazione dei futuri Sacerdoti

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B) Norme particolari

I. A livello base: Formazione dei recettori

14. Scopo

La prima iniziazione e formazione, "di base", deve tendere a illuminare gli alunni, ad affinarne il senso critico e a formarne le coscienze, in modo da affrancarli da facili suggestioni e manipolazioni che i mass media possono provocare, soprattutto se in offesa della verità e della morale.

In particolare, con una sicura formazione dottrinale e ascetica, si tratta di addestrarli perché, "con scelte libere responsabili ( … ), nelle comunicazioni essi preferiscano sempre quanto vi eccelle per valori morali, culturali e artistici; vi evitino, invece, quanto costituisca per essi causa od occasione di danno spirituale, o induca altri in pericolo col cattivo esempio, od ostacoli le comunicazioni buone e incrementi invece quelle dannose".20

15. Competenze e supplenze

All'iniziazione e formazione di base dei recettori dovrebbero provvedere, tempestivamente21 e congiuntamente, la famiglia,22 la catechesi23 e la scuola, in particolare quella cattolica primaria, media e superiore,24 questa trattando dei mass media, sia occasionalmente nell'ambito delle materie dell'insegnamento curricolare, sia almeno nella scuola media e superiore in corsi a sé stanti.

Ma, nell'ipotesi che, entrando in seminario, gli alunni se ne mostrassero carenti, conviene che lo stesso seminario vi supplisca.

In ogni caso si operi non soltanto con interventi occasionali, in relazione alla fruizione dei mass media nel ritmo stesso della vita di seminario, ma anche con iniziative extrascolastiche: corsi, conferenze, forum, esercitazioni,25 esortazioni … atte a fornire principi e norme che siano di aiuto:

1. per un'autonoma consapevole scelta, quantitativa e qualitativa, dei programmi da parte degli alunni;

2. per un responsabile proficuo comportamento durante la fruizione degli stessi;

3. per un opportuno addestramento dei medesimi al fine di poter dare secondo i rispettivi livelli di studio e la progressiva loro maturazione umana motivati giudizi critici sui messaggi e sui valori culturali e religiosi, espliciti o impliciti, proposti, o sistematicamente ignorati, dai programmi.

16. Aspetto culturale

Si curi l'aspetto tecnico specifico dei singoli strumenti; ciò è necessario, tra l'altro, all'indispensabile corretta "lettura" e comprensione oggettiva delle loro comunicazioni.

Si riservi molta attenzione anche alle strutture economiche, politiche, giuridiche o ideologiche che, nelle rispettive aree nazionali e culturali, ne condizionino, nella qualità e nella quantità, i messaggi, ai livelli di produzione, di distribuzione e di consumo.26

Inoltre, si tengano presenti in relazione ai livelli scolari degli alunni gli aspetti culturale ed estetico, in connessione con le altre discipline e con altri veicoli e forme di espressione e di comunicazione quali la storia, la filosofia, la letteratura, la drammaturgia, le arti figurative, la musica, … , sì da raccordare ad esse quella "scuola parallela", e spesso contrapposta, che sono i mass media.

Oltre a tutto, anche tale formazione culturale ed estetica formando e affinando il buon gusto degli alunni li porterà a rifiutare e a superare agevolmente programmazioni con contenuti e suggestioni culturalmente deteriori e moralmente disdicevoli.27

È opportuno notare, a tale proposito, l'inestimabile valore di una solida formazione filosofica degli alunni.

17. Aspetto religioso-morale

È di fondamentale importanza l'aspetto religioso e morale per la formazione dei futuri sacerdoti a una personale libertà interiore, radicata in profonde convinzioni, che è necessaria anche per quella testimonianza del buon esempio con la quale essi dovranno conferire efficacia alla loro opera di maestri e di guide.

In questo lavoro:

a) si eviti di degradare la morale dei mass media a moralismo, oppure di ridurla tutta, o quasi, alla sfera dell'erotico sessuale, restando pur sempre attenti alla luce particolare nella quale questo aspetto si colloca per quanti si preparino a vivere il celibato consacrato;

b) se ne prospetti prevalentemente l'uso e l'impiego positivo: nel preferire quello che sia valido e che "edifichi", rispetto a quello negativo, nel fuggire cioè quanto si presuma nocivo o pericoloso;

c) nel bene come nel male, si metta in luce, non soltanto ciò che tocchi individualmente la coscienza, ma anche la rilevanza sociale delle proprie scelte e dei messaggi che ne derivano.

A ciò varrà anche l'attenzione volta dagli alunni ai "giudizi morali" eventualmente dati da competenti autorità.28

18. Esposizione ai mass media

Perché gli alunni provino nella pratica quanto vanno apprendendo in dottrina e perché si addestrino a dare "la testimonianza di una personalità umanamente riuscita e matura, che sappia entrare in rapporto con gli altri senza prevenzioni ingiustificate né ingenue imprudenze, ma con apertura cordiale e sereno equilibrio",29 escluso un atteggiamento meramente difensivo che porti ad una totale chiusura ai mass media, converrà abituare gli stessi con una certa larghezza, individuale e in gruppi omogenei, all'informazione realistica che del mondo e dei suoi drammi e problemi gli strumenti della comunicazione offrono:

a) tenendo conto dei diversi livelli di età e di sviluppo culturale e morale degli alunni;

b) educandoli a usare i mass media non esclusivamente in funzione di divertimento, ma soprattutto d'informazione e di formazione, per un'armonica crescita culturale e sociale.

Perciò s'addestrino mediante forum e altri esercizi analoghi a introdurre, analizzare, discutere e giudicare criticamente spettacoli e messaggi, specialmente quelli di spiccato o controverso rilievo culturale, sociale ed eticoreligioso;

c) ricordando le norme di prudenza e di ascesi costantemente raccomandate dai Sommi Pontefici, dal Vaticano II e dal Codice di diritto canonico per quanti si avviano alla vita consacrata.30

19. Necessario equilibrio

Non mancheranno situazioni in cui si renderà necessario rimediare a esagerazioni e scompensi.

In tali casi, s'integri l'iniziazione e la formazione di base in un'equilibrata disciplina, individuale e comunitaria, atta a compensare gli squilibri, culturali e spirituali, connessi con l'uso prolungato e non bilanciato dei mass media: sia a causa dei loro "contenuti", quando, come talora avviene, siano deteriori; sia a causa del loro modo proprio di esprimere, qualora "il mezzo" finisca col diventare esso stesso "il messaggio".

Quanto più, dunque, si avvertiranno i vari inconvenienti, tanto più, contro ogni prevalenza del superficiale, del dispersivo e dell'alienante, gli alunni devono essere guidati ad amare e a praticare la lettura, lo studio, il silenzio e la meditazione.

Vengano addestrati altresì a praticare, assicurandone le necessarie condizioni interne ed esterne, il dialogo comunitario e la preghiera.

Ciò serve contro l'isolamento e l'incomunicabilità causati dalla comunicazione unidirezionale dei mass media, e per far rivivere i valori autentici e assoluti propri della professione cristiana e del ministero sacerdotale particolarmente quelli dell'obbedienza e della povertà evangeliche,31 che la visione materialistica e consumistica dell'esistenza umana offerta dai mass media molto spesso rigetta o ignora.

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20 Inter mirifica, n. 9
In argomento cf. I Appendice, n. 7:59 ss.; n. 9:703; n. 11:3, 9, 16; 19; n. 22:15 ss.
21 Communio et progressio, n. 67, cf. ivi, n. 22
22 "I genitori ricordino che è loro dovere vigilare diligentemente perché spettacoli, stampe e simili, che siano contrari alla fede e ai buoni costumi, non entrino in casa, e che i loro figli non v'incorrano altrove" ( Inter mirifica, n. 10 ).
"Genitori ed educatori esorteranno e guideranno i minori a distinguere e a compiere le proprie scelte tra le comunicazioni, anche se, quando occorresse, dovranno riservarsi il giudizio e le scelte definitive" ( Communio et progressio, n. 67 ).
"Gioverà molto che i genitori e gli educatori vedano e studino i programmi televisivi, i film e le pubblicazioni ai quali i giovani s'interessano maggiormente, in modo da poter discuterne con essi, e così addestrarli ad acuire il loro senso critico.
Se poi si presentasse qualche programma dubbio o equivoco, i genitori siano pronti ad aiutare i figli, quasi conducendoli per mano, a rilevarne i valori umani e a vedere tutto l'insieme del documento, o invenzione che sia, sì da ridimensionare i particolari nel suo complesso" ( ibid., n. 68 ).
23 "È compito della catechesi educare i cristiani a discernere la natura e il valore di ciò che viene proposto dai mass media" ( Directorium Catechisticum Generale, 11 aprile 1971
Cf. anche Inter mirifica, n. 16;
Communio et progressio, n. 108, nn. 130-131
24 Cf. I Appendice, n. 11:16; n. 22:69, 117; n. 33
25 Cf. Ratio fundamentalis, n. 89,
e Communio et progressio, n. 66
( in I Appendice, n. 18 e n. 22:66 )
26 "La formazione deve introdurre nelle caratteristiche proprie dei singoli strumenti di comunicazione; deve, inoltre, ragguagliare sulla presenza di essi e sull'uso che se ne fa nelle rispettive regioni" ( Communio et progressio, n. 64 )
27 "Poiché questi ritrovati molto possono giovare alla cultura odierna [ … ] e permettono di soddisfare a varie esigenze ed interessi culturali, trattando abilmente e in modo attraente ogni opera delle arti liberali, i cittadini potranno facilmente usarne per affinare e arricchire l'ingegno e la mente, purché vi affianchino la riflessione personale e non trascurino di dialogare e di discutere con gli altri uomini" ( Communio et progressio, n. 50 ).
"Indubbiamente questi strumenti costituiscono un fattore nuovo della cultura del nostro tempo [ … ].
Ma, come possono arricchirla, così possono talvolta degradarne la qualità e la dignità:
perché spesso si adeguano ai livelli di attenzione e di intelligenza dei recettori più sprovveduti;
inoltre perché, chi si dedichi a lungo a questi strumenti di comunicazione, se tutto preso nell'uso delle sue facoltà inferiori, difficilmente può evitare di menomare l'uso di quelle superiori;
finalmente perché la frequenza continua di programmi mediocri difficilmente può evitare lo scadimento del gusto e lo smussamento del senso critico" ( ibid., n. 53 )
28 "I recettori, per osservare la legge morale, non trascurino il dovere d'informarsi in tempo utile dei giudizi che circa questa materia esprimano autorità competenti, e di tenerne il conto voluto dalle norme della retta coscienza" ( Inter mirifica, n. 9 ).
"Gli apprezzamenti e i giudizi sui programmi radiofonici e televisivi, sui film e sui periodici illustrati, possono riuscire di grande utilità, sia nella formazione umana e cristiana dei recettori, sia come sussidi per le scelte oculate nell'uso degli strumenti, specialmente nelle famiglie.
Perciò si dia il massimo peso ai giudizi autorevoli e competenti che, per mandato dei vescovi, in molte nazioni vengono dati dagli appositi Uffici, circa l'importanza, l'utilità, la moralità e il valore cristiano di film, di programmi e di scritti" ( Communio et progressio, n. 112 )
29 Giovanni Paolo II, Discorso alle religiose, 10 novembre 1978
30 In particolare tenendo presenti le norme impartite da Paolo VI nella Sacerdotalis caelibatus, e i richiami poi dati da questa Congregazione in esecuzione della stessa;
cf. I Appendice, n. 4, 16, 23;
e in generale, per un uso prudente personale, in. n. 7:154; n. 8; n. 12:4; n. 17; n. 39; n. 41:can. 666
31 "Spetta ai superiori formare i giovani a una vera e matura obbedienza, confidando nel Cristo, che richiese dai suoi l'obbedienza, ma prima si presentò come esempio della medesima virtù e fece se stesso, con la sua grazia, il principio in noi di questa obbedienza" ( Ratio fundamentalis, n. 49 ).
"Imparino a coltivare [ … ] lo spirito di povertà richiesta oggi con tanta insistenza dalla Chiesa e necessaria per svolgere la missione pastorale [ … ].
Quantunque non siano tenuti, come i religiosi, a rinunciare totalmente ai beni materiali, cerchino tuttavia di acquistare, come uomini dello spirito, la vera libertà e docilità dei figli di Dio e di giungere a quella padronanza spirituale che è necessaria per avere un giusto rapporto col mondo e i beni terreni.
Anzi, seguendo l'esempio del Cristo [ … ], già abituati alla rinuncia generosa del superfluo, siano capaci di dare testimonianza di povertà, con la semplicità e austerità della vita" ( ibid., n. 50 ).