Cerimoniale dei Vescovi

Indice

Capitolo XI - Dedicazione di un altare

Premesse

918. L'altare, sul quale si rende presente nei segni sacramentali il sacrificio della croce, è anche la mensa del Signore, alla quale il popolo di Dio è chiamato a partecipare quando è convocato per la messa; l'altare è il centro dell'azione di grazie che si compie con l'eucaristia669

919. È opportuno che in ogni chiesa ci sia un altare fisso e dedicato.

Negli altri luoghi destinati alle sacre celebrazioni, l'altare può essere fisso o « mobile ».670

In conformità alla tradizione della Chiesa e al simbolismo dell'altare, la mensa dell'altare fisso deve essere di pietra e precisamente di una pietra naturale intera.

A giudizio però delle Conferenze Episcopali, può essere consentito l'uso di un'altra materia, purché sia degna, solida e ben lavorata.671

920. Si conservi opportunamente l'uso di deporre sotto l'altare da dedicare reliquie di santi anche non martiri ( cf. più sopra il n. 866 ).

921. Per sua stessa natura, l'altare è dedicato a Dio soltanto, perché a Dio soltanto viene offerto il sacrificio eucaristico.

È questo il senso della dedicazione dell'altare secondo la consuetudine della Chiesa.

Lo esprime assai bene sant'Agostino: « Non ai martiri, ma al Dio dei martiri dedichiamo altari, anche se lo facciamo nelle memorie dei martiri ».672

Tuttavia la consuetudine di dedicare altari a Dio in onore dei santi, dove è ancora viva, può essere conservata, purché venga spiegato con chiarezza ai fedeli che l'altare è dedicato soltanto a Dio.

Nelle nuove chiese non si devono collocare sull'altare né statue, né immagini di santi.

Ugualmente non si devono deporre sulla mensa dell'altare le reliquie dei santi, esposte alla venerazione dei fedeli.673

922. L'altare diventa sacro soprattutto con la celebrazione dell'eucaristia.

È quindi un'esigenza della verità del rito che non si celebri la messa sul nuovo altare prima della sua dedicazione, in modo che la messa della dedicazione sia anche la prima eucaristia celebrata su quell'altare.674

923. Spetta al vescovo, a cui è affidata la cura di una Chiesa particolare, dedicare a Dio i nuovi altari eretti nella sua diocesi; se tuttavia il vescovo diocesano si trova nell'impossibilità di presiedere lui stesso il rito, ne affiderà il compito ad un altro vescovo, specialmente se suo coadiutore o ausiliare nella cura pastorale dei fedeli per i quali il nuovo altare è stato costruito; in circostanze dei tutto particolari, il vescovo potrà, con speciale mandato, delegare un presbitero.675

924. Per la dedicazione di un nuovo altare, si scelga un giorno in cui i fedeli possano partecipare numerosi, specialmente la domenica, a meno che ragioni pastorali non suggeriscano diversamente.

Il rito della dedicazione dell'altare non si può celebrare nel triduo pasquale, nel mercoledì delle ceneri, nelle ferie della settimana santa e nella commemorazione di tutti i fedeli defunti.676

925. Poiché la celebrazione dell'eucaristia è intimamente legata al rito della dedicazione dell'altare, si dice la messa nella dedicazione dell'altare.

Tuttavia nei giorni di natale, epifania, ascensione, pentecoste e nelle domeniche di avvento, quaresima e pasqua, si dice la messa del giorno, fatta eccezione per la preghiera sulle offerte e il prefazio, che sono intimamente legati al rito.677

926. Conviene che il vescovo concelebri la messa con i presbiteri presenti e specialmente con quelli ai quali è affidata la cura pastorale della parrocchia o della comunità per la quale è stato costruito l'altare.678

927. Spetta al vescovo e a coloro che curano lo svolgimento del rito, decidere sull'opportunità della deposizione delle reliquie dei santi; a questo proposito, osservate le norme indicate più sopra al n. 866, si tenga anzitutto presente il bene spirituale dei fedeli e il senso autentico della liturgia.679

928. I fedeli non solo vengano tempestivamente informati della dedicazione del nuovo altare, ma siano anche opportunamente preparati a parteciparvi attivamente.

Di qui la necessità di istruirli sul significato e sullo svolgimento dei singoli riti.

Si istillerà così nei fedeli una bene intesa e doverosa devozione verso l'altare.680

Al rettore della chiesa nella quale viene dedicato l'altare spetta stabilire e preparare, con l'aiuto dei collaboratori nell'attività pastorale, ciò che riguarda le letture, i canti, come anche i sussidi pastorali per favorire la fruttuosa partecipazione del popolo e promuovere il decoro della celebrazione.681

929. Per celebrare il rito della dedicazione dell'altare, si preparino:

a) il "Messale Romano" il "Lezionario" e il "Pontificale Romano";

b) la croce e l'evangeliario da portare in processione;

c) il secchiello con l'acqua benedetta e l'aspersorio;

d) il vasetto del sacro crisma;

e) le tovaglie per astergere la mensa dell'altare;

f) se è il caso, una tela incerata o impermeabile, della misura dell'altare;

g) un catino e una brocca con l'acqua, una tovaglia e tutto il necessario perché il vescovo si lavi le mani;

h) un grembiale di lino;

i) un piccolo braciere per bruciare gli incensi o gli aromi; oppure i grani di incenso con le candeline da bruciare sull'altare;

j) un turibolo con la navicella dell'incenso e il cucchiaino;

k) un calice di sufficiente grandezza, il corporale, i purificatoi e il manutergio;

l) il pane, il vino e l'acqua per la celebrazione della messa;

m) la croce dell'altare, a meno che non ci sia già una croce predisposta in presbiterio o venga collocata presso l'altare la croce della processione introitale;

n) la tovaglia, i candelieri e le candele;

o) secondo l'opportunità, dei fiori.682

930. Nella messa della dedicazione dell'altare le sacre vesti sono di colore bianco o festivo.

Si preparino inoltre:

a) per il vescovo: il camice, la stola, la croce pettorale, la casula, la mitra, il pastorale e il pallio, se il vescovo ne ha diritto;

b) per i presbiteri concelebranti: le vesti per la concelebrazione della messa;

c) per i diaconi: i camici, le stole e, secondo l'opportunità, le dalmatiche;

d) per gli altri ministri: i camici o le altre vesti legittimamente approvate.683

931. Se si devono collocare sotto l'altare le reliquie dei santi, si preparino:

a) Nel luogo da cui ha inizio la processione:

- il cofano delle reliquie, circondato da fiori e lumi.

Secondo l'opportunità, il cofano si può collocare, prima dell'inizio del rito, in un luogo adatto nell'ambito del presbiterio;

- per i diaconi incaricati di portare le reliquie: i camici e le stole di color rosso nel caso di reliquie di un martire, di color bianco negli altri casi e, - se ve ne sono disponibili, le dalmatiche.

Se le reliquie vengono portate dai presbiteri, in luogo delle dalmatiche si preparino altrettante casule.

Tuttavia le reliquie possono essere portate anche da altri ministri, che indossano il camice o la cotta sopra la veste talare, oppure le altre vesti legittimamente approvate.

b) In presbiterio:

- una mensola per deporvi il cofano delle reliquie durante la prima parte del rito della dedicazione.

c) Nel secretarium:

- malta o cemento per fissare la copertura dell'incavo; vi sia anche a disposizione un muratore, che a suo tempo chiuda il sepolcro delle reliquie.684

932. Opportunamente si conserverà l'usanza di racchiudere nel cofano delle reliquie una pergamena che riporti il giorno, il mese e l'anno della dedicazione dell'altare, il nome del vescovo celebrante, il titolo della chiesa, come pure i nomi dei martiri o degli altri santi le cui reliquie vengono deposte sotto l'altare.685

Si stenda il verbale della dedicazione in duplice copia, una per l'archivio diocesano e l'altra per quello della chiesa, con la firma del vescovo, del rettore della chiesa e dei rappresentanti della comunità locale.686

Ingresso in chiesa

933. Quando il popolo si è radunato, il vescovo, i presbiteri concelebranti, i diaconi e i ministri, indossata la veste a loro propria, si avviano dal secretarium, attraverso la chiesa, verso il presbiterio.687

934. Se si devono deporre sotto l'altare le reliquie dei santi, esse vengono prelevate dal secretarium o dalla cappella, nella quale fin dalla vigilia sono state esposte alla venerazione dei fedeli e vengono portate in presbiterio nella stessa processione introitale.

Per un giusto motivo però le reliquie si possono predisporre, prima dell'inizio del rito, in un luogo adatto del presbiterio circondate da candele accese.688

935. Mentre si svolge la processione si canta l'antifona di ingresso: O Dio, nostro scudo oppure: Verrò all'altare di Dio, con il salmo 43 o un altro canto adatto.689

936. Giunta la processione in presbiterio, le reliquie dei santi vengono deposte in luogo adatto, circondate da candele accese.

I concelebranti, i diaconi e i ministri si recano ai posti loro assegnati.

Il vescovo, omettendo il bacio dell'altare, va alla cattedra.

Quindi, deposti pastorale e mitra, saluta il popolo, dicendo: La grazia e la pace, o altre simili parole tolte preferibilmente dalla sacra scrittura.

Il popolo risponde: E con il tuo spirito o altre parole adatte.690

Benedizione dell'acqua e spersione

937. Terminato il rito di ingresso, il vescovo benedice l'acqua per aspergere il popolo in segno di penitenza e in ricordo del battesimo, e asperge poi l'altare.

I ministri portano al vescovo, che sta in piedi alla cattedra, il secchiello con l'acqua.

Il vescovo invita tutti alla preghiera, dicendo: Fratelli carissimi, siamo qui riuniti nella gioia o altre parole simili.

Tutti pregano per un breve tempo in silenzio.

Quindi il vescovo proclama l'orazione: Padre santo, luce e vita di ogni creatura.691

938. Terminata l'invocazione sull'acqua, il vescovo, accompagnato dai diaconi, asperge con l'acqua benedetta il popolo, percorrendo la navata della chiesa; tornato quindi in presbiterio, asperge l'altare.

Frattanto si canta l'antifona: Ecco l'acqua che sgorga, oppure, in quaresima: Su di voi verserò acqua pura o un altro canto adatto.692

939. Dopo l'aspersione il vescovo torna alla cattedra e, terminato il canto, stando in piedi e a mani giunte, dice: Dio, Padre di misericordia.

Quindi si canta l'inno: Gloria a Dio, a meno che non ricorra una domenica di avvento o di quaresima.

Finito l'inno, il vescovo, stando in piedi, canta o dice normalmente la colletta della messa.693

Liturga della parola

940. Nella liturgia della parola tutto si svolge come di consueto.

Le letture e il vangelo si prendono, secondo le rubriche, o dai testi proposti nel lezionario per il rito della dedicazione dell'altare o dalla messa del giorno.694

941. Letto il vangelo, il vescovo, seduto di norma con mitra e pastorale, tiene l'omelia nella quale illustra sia le letture bibliche sia il significato dei rito.695

942. Si dice sempre il simbolo.

Si omette invece la preghiera universale, perché si cantano in suo luogo le litanie dei santi.696

Preghiera di dedicazione e unzioni

Litanie dei santi

943. Terminato il simbolo, il vescovo invita il popolo alla preghiera dicendo: Fratelli carissimi, eleviamo le nostre preghiere, o un'altra monizione simile a questa.697

Si cantano le litanie dei santi, a cui tutti rispondono.

In domenica e nel tempo di pasqua stanno tutti in piedi; invece negli altri giorni in ginocchio; in questo caso il diacono dice: Mettiamoci in ginocchio.698

Nelle litanie si aggiungono, al posto dovuto, le invocazioni del titolare della chiesa, del patrono del luogo e, se è il caso, dei santi le cui reliquie vengono deposte sotto l'altare

Si possono anche aggiungere altre invocazioni, riferite alla natura particolare del rito e alle condizioni dei fedeli.699

Terminato il canto delle litanie, il vescovo, stando in piedi e con le braccia allargate, proclama l'orazione: Accogli con bontà, o Signore, le nostre preghiere.

Il diacono, se è il caso, dice: Alzatevi.

E tutti si alzano.

Il vescovo riprende la mitra, per compiere il rito della deposizione delle reliquie.

Dove non si fa la deposizione delle reliquie, il vescovo dice subito la preghiera di dedicazione, come è indicato più sotto al n. 945.700

Deposizione delle reliquie

944. Quindi, se si depongono sotto l'altare le reliquie dei martiri o di altri santi, il vescovo va all'altare.

Un diacono o un presbitero presenta le reliquie al vescovo, che le colloca nel sepolcro opportunamente preparato.

Frattanto si canta l'antifona: Santi di Dio che dimorate sotto l'altare, oppure: I corpi dei santi dormono nella pace, con il salmo 15 o un altro canto adatto.

Frattanto un muratore chiude il sepolcro, mentre il vescovo ritorna alla cattedra.701

Preghiera di dedicazione

945. Terminati questi riti, il vescovo, stando in piedi e senza mitra all'altare, con le braccia allargate, canta o dice: Ti lodiamo e ti benediciamo, Padre santo.702

Unzione dell'altare

946. Quindi il vescovo, deposta, se necessario, la casula, e cinto un grembiale di lino, va all'altare insieme con il diacono o con un altro ministro, che porta il vasetto del sacro crisma.

Il vescovo, in piedi dinanzi all'altare, con mitra, dice ad alta voce: Santifichi il Signore con la sua potenza.

Quindi versa il sacro crisma al centro dell'altare e ai suoi quattro angoli e ne unge lodevolmente tutta la mensa.703

Durante l'unzione, fuori del tempo di pasqua, si canta l'antifona Dio, il tuo Dio con il salmo 45, mentre nel tempo di pasqua si canta l'antifona La pietra scartata dai costruttori con il salmo 118 o un altro canto adatto.704

Terminata l'unzione dell'altare, il vescovo torna alla cattedra, siede, si lava le mani e depone il grembiale.705

Incensazione dell'altare

947. Dopo il rito dell'unzione, si pone sull'altare un piccolo braciere per farvi ardere l'incenso con gli aromi; se si preferisce, si uniscono insieme sull'altare, a mucchietto, incenso e candeline.

Il vescovo pone l'incenso nel braciere, oppure con una piccola candela datagli da un ministro, accende il mucchietto dell'incenso, dicendo: Salga a te, Signore.

Quindi il vescovo pone l'incenso nel turibolo e lo benedice; poi incensa l'altare.

Quindi torna alla cattedra, viene incensato e siede; il ministro incensa il popolo.

Frattanto si canta l'antifona: Presso l'altare è l'angelo santo o: Dalle mani dell'angelo, con il salmo 138 o un altro canto adatto.706

Copertura e illuminazione dell'altare

948. Terminata l'incensazione, alcuni ministri astergono con delle tovaglie la mensa dell'altare e, se è il caso, vi stendono sopra una tela impermeabile; quindi ricoprono l'altare con una tovaglia e, secondo l'opportunità, lo adornano di fiori; vi dispongono poi i candelieri con relative candele, come è richiesto per la celebrazione della messa, e, se è il caso, collocano al suo posto la croce.707

949. Poi il diacono si avvicina al vescovo, il quale, in piedi, gli consegna una candelina accesa, dicendo ad alta voce: La luce di Cristo.

Quindi il vescovo siede.

Il diacono si reca all'altare e accende le candele per la celebrazione dell'eucaristia.708

950. Quindi la chiesa si illumina a festa; si accendono, in segno di gioia, tutte le luci intorno all'altare.

Frattanto si canta l'antifona: In te, Signore, è la sorgente della vita o un altro canto adatto, specialmente in onore di Cristo, luce dei mondo.709

Liturgia eucaristica

951. I diaconi e i ministri preparano l'altare come di consueto.

Quindi alcuni fedeli portano il pane, il vino e l'acqua per la celebrazione del sacrificio dei Signore.

Il vescovo riceve i doni alla cattedra.

Mentre vengono portati i doni, opportunamente si canta l'antifona: Se presenti la tua offerta all'altare oppure Mosè dedicò un altare al Signore, o un altro canto adatto.710

Quando tutto è stato preparato il vescovo va all'altare e, deposta la mitra, lo bacia.

La messa prosegue come di consueto; tuttavia non si incensano le offerte né l'altare.711

952. Si proclamano sempre l'orazione sulle offerte Scenda su questo altare e il prefazio proprio, come sono notati anche sul "Pontificate Romano", perché intimamente connessi al rito della dedicazione dell'altare.712

Si dice la preghiera eucaristica I o III.

953. Alla fine della messa il vescovo impartisce la benedizione proclamando la formula proposta nel pontificale.

Quindi il diacono congeda il popolo come di consueto.713

Indice

669 Messale Romano, Principi e Norme, n. 259
670 Cf. Pontificale Romano, Rito della dedicazione della chiesa e dell'altare, capitolo IV;
Rito della dedicazione di un altare, n. 6
671 Cf. ibidem, n. 9
672 Contra Faustum, XX, 2 1
673 Cf. Pontificale Romano, Rito della dedicazione della chiesa e dell'altare, capitolo IV;
Rito della dedicazione di un altare, n. 10
674 Cf. ibidem, n. 13
675 Ibidem, n. 12
676 Ibidem, n. 14
677 Ibidem, n. 15
678 Ibidem, n. 16
679 Cf. ibidem, n. 25
680 Cf. ibidem, n. 26
681 Cf. ibidem, n. 25
682 Ibidem, n. 2
683 Ibidem, n. 28
684 Cf. ibidem, n. 29
685 Cf. ibidem, n. 30
686 Cf. sopra il n. 877
687 Pontificale Romano, Rito della dedicazione della chiesa e dell'altare, capitolo IV:
Rito della dedicazione dell'altare, n. 31
688 Ibidem, n. 32
689 Cf. ibidem, n. 33
690 Cf. ibidem, n. 34
691 Cf. ibidem, n. 35
692 Cf. ibidem, n. 36
693 Cf. ibidem, nn. 37-39
694 Cf. ibidem, n. 40;
cf Messale Romano, Ordinamento delle letture della messa, nn. 117-122
695 Cf. Pontificale Romano, Rito della dedicazione della chiesa e dell'altare, capitolo IV:
Rito della dedicazione dell'altare, n. 41
696 Ibidem, n. 42
697 Cf. ibidem, n. 43
698 Ibidem, n. 44
699 Cf. ibidem, n. 45
700 Cf. ibidem, n. 46
701 Cf. ibidem, n. 47
702 Cf. ibidem, n. 48
703 Cf. ibidem, n. 49
704 Cf. ibidem, nn. 50-51
705 Ibidem, n. 52
706 Cf. ibidem, n. 53
707 Ibidem, n. 54
708 Cf. ibidem, n. 55
709 Cf. ibidem, n. 56
710 Cf. ibidem, n. 57
711 Cf. ibidem, n. 58
712 Cf. ibidem, nn. 59-60
713 Cf. ibidem, nn. 63-64