Cerimoniale dei Vescovi

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Capitolo V - L'imposizione del pallio

1149. L'imposizione del pallio si compie, tutte le volte che è possibile, durante l'ordinazione dei vescovo, subito dopo la consegna dell'anello episcopale, prima che sia imposta al vescovo la mitra.

L'ordinante principale impone il pallio dicendo: A gloria di Dio onnipotente, come è indicato più sotto al n. 1154.

Quando non si può compiere durante l'ordinazione, l'imposizione del pallio opportunamente si unisce al rito di accoglienza del vescovo nella sua chiesa cattedrale.

L'imposizione del pallio da parte del vescovo che ne ha ricevuto il mandato dalla sede apostolica, ha luogo durante la celebrazione dell'eucaristia nella chiesa cattedrale del vescovo o in un'altra chiesa più adatta del suo territorio con il rito qui sotto proposto.

1150. La messa si celebra con il rito stazionale.

Il pallio, portato da un diacono durante la processione d'ingresso, viene collocato sull'altare.

1151. In presbiterio si prepara un seggio adeguato al vescovo a cui la sede apostolica ha conferito il mandato di consegnare il pallio.

A lui compete presiedere la celebrazione fino all'imposizione del pallio.

1152. Terminato il canto d'ingresso, il vescovo a cui è stato delegato il compito di imporre il pallio, saluta il popolo nel modo consueto e con brevi parole spiega il senso del rito che sta per compiere.

Quindi, se la consegna del pallio è unita all'accoglienza del vescovo nella sua chiesa cattedrale, il diacono si reca all'ambone e legge il mandato apostolico.

Tutti ascoltano stando seduti.

Alla fine della lettura tutti acclamano dicendo: Rendiamo grazie a Dio, o in un altro modo più adatto secondo le consuetudini locali.

1153. Letto il mandato apostolico o, se la consegna del pallio non viene fatta durante l'accoglienza del vescovo nella sua chiesa cattedrale, subito dopo la monizione di colui che presiede, l'eletto si presenta davanti al vescovo che ha il mandato di imporre il pallio e, inginocchiato davanti a lui, che siede con mitra, fa la professione di fede e il giuramento, secondo il modello trasmesso nella lettera apostolica.

1154. Dopo questi adempimenti, il prelato prende dal diacono il pallio e lo pone sulle spalle dell'eletto, proclamando la formula seguente:

A gloria di Dio onnipotente, a lode della beata sempre vergine Maria, dei santi apostoli Pietro e Paolo, nel nome del Romano Pontefice il Papa N. e della santa Romana Chiesa, a onore della sede N. a te affidata, come segno dell'autorità di metropolita, ti consegno il pallio, preso dall'altare della confessione di fede del beato Pietro.

Questo pallio, da portare entro i confini della tua provincia ecclesiastica, sia per te simbolo di unità e tessera di comunione con la Sede Apostolica, vincolo di carità e richiamo alla fortezza evangelica, perché nel giorno della venuta e della rivelazione del grande Dio e principe dei pastori, Gesù Cristo, insieme con il gregge a te affidato, tu sia rivestito della stola dell'immortalità e della gloria.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo.

R. Amen.

1155. Poi, omesso l'atto penitenziale e, secondo l'opportunità, il Kyrie eleison, l'arcivescovo che ha ricevuto il pallio inizia l'inno: Gloria a Dio, se deve essere detto.

Quindi la messa prosegue come al solito.

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