Cerimoniale dei Vescovi

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Capitolo IV - L'accoglienza del Vescovo nella sua chiesa cattedrale

1141. Se il vescovo è stato trasferito da un'altra Chiesa, o non ha ricevuto l'ordinazione episcopale nella sua chiesa cattedrale, in occasione della sua prima venuta nella sua Chiesa, viene convocata la comunità diocesana e si accoglie il vescovo celebrando la messa stazionale.

1142. Il vescovo viene ricevuto alla porta della chiesa cattedrale dalla prima dignità del capitolo oppure, se manca il capitolo, dal rettore della stessa chiesa, rivestito dei piviale.

Questi presenta al bacio del vescovo l'immagine del crocifisso; quindi gli porge l'aspersorio con l'acqua benedetta e con essa il vescovo asperge sé stesso e i presenti.

Successivamente il vescovo viene condotto alla cappella del ss. sacramento, dove, genuflesso, fa una breve adorazione, poi al secretarium, dove il vescovo, i presbiteri concelebranti, i diaconi e gli altri ministri indossano le vesti sacre per la messa, che viene celebrata con il rito stazionale.

1143. Dopoché, venerato l'altare, il vescovo ha raggiunto la cattedra, al termine del canto di ingresso, il vescovo saluta il popolo, quindi si siede e riceve la mitra.

Uno dei diaconi o dei presbiteri concelebranti esibisce la lettera apostolica al collegio dei consultori, alla presenza dei cancelliere della curia che redigerà il verbale.

Quindi la legge dall'ambone; tutti la ascoltano seduti e alla fine acclamano, dicendo: Rendiamo grazie a Dio, o un'altra acclamazione adatta.

Invece nelle diocesi di nuova erezione, la comunicazione della lettera apostolica viene fatta al clero e al popolo presenti nella chiesa cattedrale, mentre il presbitero più anziano tra i presenti redige il verbale.

Quindi, se il vescovo ha diritto al pallio, gli viene imposto, con il rito descritto più sotto ai nn. 1149-1155.

Poi, secondo le consuetudini, il vescovo riceve il saluto dalla prima dignità del capitolo, oppure, se manca il capitolo, dal rettore della chiesa.

Quindi, secondo le consuetudini locali, il capitolo o almeno parte del clero nonché alcuni fedeli e, secondo l'opportunità, anche l'autorità civile eventualmente presente, si avvicinano al loro vescovo per manifestargli obbedienza e riverenza.

Omesso poi l'atto penitenziale e, secondo l'opportunità, il Kyrie, il vescovo, deposta la mitra, si alza e canta: Gloria a Dio nell'alto dei cieli, secondo le rubriche.

1144. Il vescovo nell'omelia dopo il vangelo parla per la prima volta al suo popolo.

La messa prosegue nel modo consueto.

1145. Se è il metropolita a introdurre il vescovo nella sua chiesa cattedrale, è lui a presentare alla porta della chiesa il vescovo alla prima dignità del capitolo, a presiedere la processione di ingresso, a salutare il popolo dalla cattedra e a chiedere che venga esibita e letta la lettera apostolica.

Terminata la lettura e dopo l'acclamazione del popolo, il metropolita invita il vescovo a sedere sulla cattedra.

Quindi il vescovo si alza e si canta: Gloria Dio nell'alto dei cieli, secondo le rubriche.

1146. Se il vescovo, per una giusta causa, ha preso possesso della diocesi per mezzo del procuratore, il rito di accoglienza si svolge come è descritto più sopra, omessa però la presentazione e la lettura della lettera apostolica.

1147. Dal giorno della presa di possesso dei vescovo, tutti i sacerdoti che celebrano la messa nella sua diocesi, anche nelle chiese e negli oratori degli esenti, devono inserire il suo nome nella preghiera eucaristica.

1148. Il vescovo ausiliare o coadiutore, che abbia ricevuto l'ordinazione in un'altra chiesa diversa dalla cattedrale della diocesi, viene presentato convenientemente al popolo dal vescovo residenziale durante una celebrazione liturgica.

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