Ad gentes

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Principi dottrinali

9 Carattere escatologico dell'attività missionaria

Pertanto, il periodo dell'attività missionaria si colloca tra la prima e la seconda venuta di Cristo, in cui la Chiesa, qual messe, sarà raccolta dai quattro venti nel regno di Dio. ( Mt 24,31 )50

Prima appunto della venuta del Signore, il Vangelo deve essere annunziato a tutte le nazioni. ( Mc 13,10 )

L'attività missionaria non è altro che la manifestazione, cioè l'epifania e la realizzazione, del piano divino nel mondo e nella storia: con essa Dio conduce chiaramente a termine la storia della salvezza.

Con la parola della predicazione e con la celebrazione dei sacramenti, di cui è centro e vertice la santa eucaristia, essa rende presente il Cristo, autore della salvezza.

Purifica dalle scorie del male ogni elemento di verità e di grazia presente e riscontrabile in mezzo ai pagani per una segreta presenza di Dio e lo restituisce al suo autore, cioè a Cristo, che distrugge il regno del demonio e arresta la multiforme malizia del peccato.

Perciò ogni elemento di bene presente e riscontrabile nel cuore e nell'anima umana o negli usi e civiltà particolari dei popoli, non solo non va perduto, ma viene sanato, elevato e perfezionato per la gloria di Dio, la confusione del demonio e la felicità dell'uomo.52

Così l'attività missionaria tende alla sua pienezza escatologica53 grazie ad essa, infatti, secondo il modo e il tempo che il Padre ha riservato al suo potere, ( At 1,7 ) si estende il popolo di Dio, in vista del quale è stato detto in maniera profetica: « Allarga lo spazio della tua tenda, distendi i teli dei tuoi padiglioni! Non accorciare! » ( Is 54,2 ),55 grazie ad essa cresce il corpo mistico fino alla misura dell'età della pienezza di Cristo ( Ef 4,13 ) grazie ad essa il tempio spirituale, in cui si adora Dio in spirito e verità ( Gv 4,23 ) si amplia e si edifica sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, mentre ne è pietra angolare lo stesso Cristo Gesù ( Ef 2,20 ).

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50 Didaché 10, 5
52 Lumen gentium 17;
S. Agostino, De Civitate Dei 19, 17.
Istruzione della S. Congr. De Propaganda Fide: Collectanea I, n. 135, p. 42
53 Secondo Origene il Vangelo deve essere predicato prima della fine di questo mondo: Hom. in Lc XXI: GCS Orig. IX, 136, 21 sq.;
In Matth. comm. ser. 39: XI, 75, 25 sq.; 76, 4 sq.;
Hom. in Ierem.III, 2: VII, 308, 29 s.;
S. Tommaso, Summa Theol. I-II, p. 106, a. 4, ad 4
55 Ilario di Poitiers, In Ps. 14: PL 9, 301;
Eusebio di Cesarea, In Isaiam 54, 2-3: PG 24, 462-463, Cirillo Aless., In Isaiam V, cap 54, 1-3: PG 70, 1193