Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 9 Luglio 1918

ore 20

Dopo pranzo fui a far visita a Fra Leopoldo.

Vi ero stato il giorno 6 di ritorno dalla licenza e avevo portato una lettera del sig. Ammiraglio.

Avevo preso impegno di ritornarvi oggi per parlare circa il contenuto della lettera.

Indubbiamente mi costava fatica entrare in un argomento tanto doloroso per me ed egli intuendolo mi dispensò di entrare in particolarità.

Ma accennai con parole brevi e chiare la situazione, procurando di non dare tinte oscure, per un senso di rispetto e di dovere.

Mi consolò moltissimo.

Mi ricordo le prime parole dettemi la sera della mia prima visita.

"Indubbiamente, mi disse allora e mi ripeté ora, il Signore vi manda da me per disegno suo, a noi ignoto, ma certo per far qualche cosa di bene".

Mi parla con vero trasporto della infinita misericordia del Signore, che tiene conto di ogni nostro piccolo buon atto, di qualunque preghiera.

Mi fa qualche domanda in merito, e poi, come si trattasse di cosa di piccolissima importanza e con grande confidenza e sicurezza, alzando gli occhi al cielo ( nel modo che solo a lui è dato ) mi ripete:

"É cosa da nulla, non si sgomenti. Che cosa è mai?

Oh, il Signore, stia tranquillo, stia tranquillo, lo esaudirà.

Al Signore non mancano i mezzi, stia tranquillo, che metteremo questa intenzione nelle nostre comuni preghiere e fra poco tempo vedrà un miglioramento.

Anzi da oggi avrò per lei maggiore affezione nel Signore e lo terrò come un fratello.

Il Signore ha dato a lei questa missione di angelo, di salvare i suoi.

Stia tranquillo.

Sabato le farò il privilegio di venire nella mia cella e metteremo la supplica ai piedi di Gesù Crocifisso e lei bacerà le Sante Piaghe e riceverà la benedizione speciale.

Reciti, reciti la preghiera ed abbia piena fiducia".

Alle mie osservazioni sulla difficoltà, anzi impossibilità umana di riuscire, egli mi disse che quantunque i pareri degli uomini siano disparati, sopra i pareri anche se appoggiati sulla teologia, vi è la misericordia di Dio che vuole tutti salvi.

Per maggiormente confortarmi mi parlò di giovani in condizioni ben più dolorose e che pure con la carità e costanza riuscirono a cose miracolose.

Mi ripeté le meraviglie delle rivelazioni del Signore, anche di quelle del SS. Sacramento, della sua vita da secolare e da religioso.

Mi parlò dell'Ostia ricevuta da giovane, delle due Ostie ricevute poche mattine or sono, per soddisfare al suo desiderio e mi congedò raccomandandomi la confidenza nella misericordia del Signore.

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