Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 30 Dicembre 1918

Oggi avrei desiderato recarmi solo da Fra Leopoldo, perché avevo tante cose a dirgli, ma penso essere bene portare i miei bambini ( Aroldo e Mario, i figli del mio Tenente ) a visitare il francescano.

Egli li riceve con una carità commovente.

Li bacia tutti e due in viso e nella sua voce c'è una commozione, poiché avevo già parlato molto di questi bambini e della loro condizione particolare.

Sembra che oggi il Signore lo benedica in modo particolare.

Vi è in ogni parola una fiamma di bontà e semplicità che commuove i bambini, che contemplano Fra Leopoldo senza che io li avessi prevenuti che era Santo, anzi non avevo loro mai parlato della sua virtù eroica.

Il francescano raccomanda loro di voler bene a Gesù, di ricordare i miei insegnamenti, di pregare perché quando si ha la grazia di Dio, si è felici.

Li esorta a pregare per il papà e la mamma e di non guardare alla loro virtù perché noi dobbiamo sempre la loro riconoscenza ed amore per averci dato la vita.

Dona ai bambini dell'uva e delle preghiere che accettano con riconoscenza.

Quando usciamo i bambini hanno poche parole.

Sono commossi della bontà di quell'uomo che mi dicono non averne visto mai simile e dicono anche loro voler diventare buoni.

Sono lietissimi della visita e per via mi prendono sotto braccio e discorrono come due uomini, tanto hanno avuto buona impressione dalla visita.

Hanno promesso di ritornare a visitarlo.

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