Due cuochi al servizio di Dio

I due religiosi e il demonio

13. Giovanni Paolo II all'Angelus di domenica 17 febbraio 2002, commentando il Vangelo sulle tentazioni di Gesù, ha parlato dell'opera del demonio su ciascuno di noi.

Più precisamente ha detto: "Ogni uomo oltre che dalla propria concupiscenza e dal cattivo esempio degli altri, è tentato anche dal demonio e lo è ancor più quando meno se ne avvede".

È un argomento, come si vede, di strettissima attualità, anche se gli uomini di questo tempo vivono come se non esistesse, e purtroppo anche alcuni Pastori non ne parlano più o ne parlano poco.

A maggior ragione nella vita dei santi, soprattutto nella misura in cui si cresce in santità e tale potenziale di grazia è messo a disposizione degli altri per la loro salvezza, in funzione anche di opere provvidenziali per l'umanità, come per Fra Leopoldo e Suor Faustina, tutto questo non può non disturbare il demonio che se la prende in vari modi con la persona che è la causa di questo bene.

Fra Leopoldo non ha fatto appunto eccezione e pertanto ha dovuto subire tali vessazioni.

Il 26 marzo 1909 Maria SS. l'avverte: "Il demonio tenterà di mistificare la cosa, cioè i detti di Dio, ma non ci riuscirà ".

Il 30 maggio 1909 anche Gesù l'avverte: "Stai attento, figlio mio, che il demonio tenta di farti prevaricare, cioè di suggestionarti, mentre che tu preghi e che sei stretto con me, il tuo Gesù, cerca di mistificare la realtà: guardati dal bugiardo tentatore ".

Ad un certo momento il demonio passa all'azione, non più solo con suggestioni, ma operativamente, come si rileva dalle annotazioni del 16 novembre 1909.

Spaventa Fra Leopoldo al punto tale che gli esce sangue dalle narici; ogni giorno viene a molestarlo, smuove le pianelle della cucina, getta via gli oggetti che gli abbisognano, scompaiono ferri per fare fiori artificiali di tela, ecc.

"Un giorno mentre pregava nella sua cella, il demonio lo scosse e percosse fortemente ed egli per liberarsi die di mano alla disciplina, raddoppiò le preghiere, percosse il proprio corpo e fu libero" ( da una deposizione di Sebastiano Ellena, aiutante cuoco di Fra Leopoldo, nel Convento di S. Tommaso in Torino ).

Un sacerdote che lo conobbe intimamente scrisse: "All'inizio della vita religiosa il demonio visibilmente lo tormentava".

È anche un crescendo, al punto che Gesù gli dice il 17 gennaio 1915; "Il demonio si scatena; vorrebbe tirarti a sé, ma non può".

Come allontanarlo?

Maria Santissima gli dice, il 28 dicembre 1911: "Il demonio ti muove guerra spirituale: tu armati della preghiera".

E come ha ricordato Giovanni Paolo II proprio nel già citato Angelus di domenica 17 febbraio gli strumenti "antichi e sempre nuovi" per combattere le suggestioni del male sono: "la preghiera, i sacramenti, la penitenza, l'ascolto attento della Parola di Dio, la vigilanza e il digiuno", necessari per "vincere ogni seduzione di satana".

Maria SS. il 10 gennaio 1913 dice a Fra Leopoldo: "Il demonio tende a soggiogarti ma fosse pure tutto l'inferno, non lo potrà, perché tu hai la grazia mia e quella del mio Divin Figliolo! Prega!".

Anche, e forse più, Suor Faustina fu tormentata dal demonio.

Nel suo diario vi è una carrellata di episodi in cui i demoni sotto varie forme la spaventano, anche se il suo ricorso all'Angelo Custode, o al segno della Croce, li mette in fuga.

9 agosto 1934.

Terminata l'adorazione notturna del giovedì, mentre si incamminava verso la cella, fu circondata da un gran branco di cani neri, alti, che saltavano ed ululavano, mostrando chiaramente l'intenzione di sbranarla.

Suor Faustina si accorse però che non erano cani, ma demoni.

Uno di loro disse con rabbiosa malvagità: "Dato che questa notte ci hai portato via tante anime, ora noi ti facciamo a pezzi".

La religiosa: "Se questa è la volontà di Dio misericordiosissimo, fatemi pure a pezzi ...".

A questo punto risposero tutti insieme i demoni: "Fuggiamo, perché non è sola, ma c'è con lei l'Onnipotente".

E scomparvero, mentre Suor Faustina andò in cella riflettendo sulla infinita e insondabile Misericordia divina".72

21 marzo 1935.

Dopo l'episodio di mezzogiorno, in cui Suor Faustina era in cappella e satana prese un vaso di fiori e lo scagliò rabbiosamente a terra con tutte le forze, la religiosa alla sera, molto affaticata, si mette a letto, ma verso le undici satana diede uno scossone al letto.

Allora, svegliatasi immediatamente, comincia tranquillamente a pregare il suo Angelo Custode e vede le anime che stanno espiando in purgatorio.

Il loro aspetto era come un'ombra e fra loro vide molti demoni.

Uno cercò di infastidirla, gettandosi sul letto sui suoi piedi sotto forma di gatto molto pesante.

Suor Faustina continua per tutto il tempo a recitare il rosario.

Sul fare del mattino quelle figure se ne vanno e può prendere sonno.

Al mattino, arrivata in cappella, sentì nell'anima questa voce: " Sei unita a Me e non aver paura di nulla.

Ma sappi questo, figlia Mia, che satana ti odia.

Benché odi ogni anima, gli arde un odio particolare contro di te, perché hai sottratto molte anime al suo dominio".73

26 aprile 1935.

Suor Faustina partecipa ad Ostra Brama alle solennità del Venerdì Santo, durante le quali viene esposta l'immagine di Gesù Misericordioso e il suo confessore don Sopocko tiene una predica sulla Misericordia di Dio.

Quando il sacerdote comincia a parlare della grande Misericordia del Signore, l'immagine prende un aspetto vivo e i raggi penetrano nei cuori della gente riunita.

Improvvisamente ode queste parole: "Tu sei testimone della Mia Misericordia: starai per i secoli davanti al Mio trono come viva testimone della Mia Misericordia".

Sulla strada del ritorno, le viene sbarrata la strada da una moltitudine di spiriti del male, che la minacciano di terribili tormenti, mentre si odono queste voci: "Ci ha portato via tutto quello per cui avevamo lavorato per tanti anni".

Quando Suor Faustina domanda loro: "Da dove venite in tale moltitudine?", quelle figure maligne rispondono: "Dai cuori degli uomini. Non ci torturare!".

Vedendo allora l'odio tremendo che hanno contro di lei, chiede aiuto all'Angelo Custode ed in un attimo compare la figura luminosa e raggiante dell'Angelo Custode, che le dice: "Non temere, sposa del mio Signore; questi spiriti non ti faranno nulla di male senza il Suo permesso".

Quegli spiriti maligni scompaiono immediatamente ed il fedele Angelo Custode la accompagna in modo visibile fin dentro la casa.74

14. I due religiosi e l'Angelo Custode

Esaminando la vita di fra Leopoldo, quale risulta dal Diario, ci imbattiamo nei rapporti tra il frate francescano e il suo angelo custode.

Riscontriamo un'intimità crescente con il suo compagno di viaggio di tutta l'esistenza.

28 ottobre 1908: L'angelo custode gli fa compagnia nei lavori.

16 dicembre 1908: Chiede a Maria Santissima di "mandargli sovente il suo buon Angelo Custode a svegliarlo, almeno ogni quarto d'ora, onde la sua mente nutrita da pensieri nobili e santi faccia sempre riparazione al nome SS.mo di Maria ".

3 gennaio 1909: "Questa mattina sono stato avvertito nel ricevere il Pane degli Angeli dalla Mamma SS.ma che quando non viene Lei, il mio Angelo Custode prende tutte le cure di assistermi".

10 gennaio 1909: Dopo la S. Comunione, Maria SS.ma: "Se tanto ami il tuo Angelo Custode, se vuoi renderti bello come lui, adora, prega, soffri in croce col tuo Gesù, mio Divin Figlio!",

11 gennaio 1909: L'Angelo Custode l'aiuta nel ringraziamento della Comunione.

16 gennaio 1909: "Mio Gesù, io voglio amare tanto il mio Angelo Custode, affinché custodisca i miei pensieri, alimento dell'anima mia, m'aiuti a far bello il mio interno ".

27 gennaio 1909: "... che momento di felicità sarà quando nell'ultima ora si avvicinerà l'Angelo Custode, intento ad eseguire la missione avuta dall'Altissimo, e ci trasporterà in seno al nostro Dio dove si riceverà il bacio del Creatore ".

9 febbraio 1909: Maria SS. : "... cogli al volo dal tuo Angelo Custode quei suggerimenti di far piccole mortificazioni; se al tuo giudizio paiono piccolezze, in punto di morte troverai molto ".

8 ottobre 1912: "L'Angelo tuo Custode, che veglia sopra di te e batte alla porta del tuo cuore, da te vuole la carità ...; insomma la celeste sua missione è di voler salva l'anima tua a qualunque costo coll'osservanza delle belle virtù da praticarsi.

Al tramonto del giorno ascende al cielo, va a depositare ( nel luogo segnato da Dio, là dove si conservano ) il corredo delle opere buone ... le quali verranno presentate all'Eterno Padre l'ultima ora della tua vita ...".

23 aprile 1914: Gesù Crocifisso: "... non fa più bisogno che dica direttamente a tè tante cose; e poi il mio Angelo Custode è posto alla tua custodia, affinché ti guidi, e tu approfitti dei suoi tenerissimi e caritatevoli avvisi! ".

8 marzo 1920, ore 9, sera, in cella: "... alla fine della preghiera recitavo le tre Ave Maria prima di mettermi a riposo, implorando dalla Vergine l'aiuto per passare la santa notte in compagnia del mio Angelo Custode ... ".

Certo, l'intimità con l'Angelo Custode è profonda, è come se egli fosse l'amico visibile, che gli sta accanto, a cui si rivolge non solo per gli aiuti spirituali contro le tentazioni, specialmente per difendersi dal demonio, e per perfezionarsi nelle virtù, ma anche, più materialmente, nelle incombenze pratiche, come la compagnia nel corso del lavoro.

Comunque, la missione dell'Angelo Custode, di tutti gli Angeli Custodi, è quella di salvare l'anima "a qualunque costo", come risulta dal detto sopra riportato dell'8 ottobre 1912.

Siamo rimasti colpiti dall'espressione "a qualunque costo ": è come un grido di guerra per difendere delle posizioni strategiche.

E la salvezza dell'anima è per ciascuno di noi la posizione strategica più importante della nostra vita.75

Le stesse considerazioni valgono per Suor Faustina che, come abbiamo visto, ricorre frequentemente all'Angelo Custode, specie se minacciata dai demoni.

Visione del Purgatorio

Un giorno vede l'Angelo Custode che le ordina di seguirla.

"In un momento mi trovai in quel luogo nebbioso, invaso dal fuoco e, in esso, una folla enorme di anime sofferenti.

Queste anime pregano con grande fervore, ma senza efficacia per se stesse: soltanto noi le possiamo aiutare.

Le fiamme che bruciavano loro, non mi toccavano.

Il mio Angelo Custode non mi abbandonò un solo istante.

E chiesi a quelle anime quale fosse il loro maggior tormento.

Ed unanimemente mi risposero che il loro maggior tormento è l'ardente desiderio di Dio.

Scorsi la Madonna che visitava le anime del purgatorio.

Le anime chiamano Maria "Stella del Mare".

Ella reca loro refrigerio ...

Udii nel mio intimo una voce che disse: "La Mia Misericordia non vuole questo, ma lo esige la giustizia".

Da allora sono in rapporti stretti con le anime sofferenti del purgatorio".76

Da questa visione ricaviamo vari insegnamenti.

Innanzi tutto la immediata disponibilità e protezione dell'Angelo Custode che è sempre al suo fianco, a maggior ragione quando questi deve realizzare la volontà divina.

La visione del purgatorio ci fa capire che non è un luogo neutro, bensì, come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica,77 "la purificazione finale degli eletti, purificazione al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo".

E la purificazione comporta una sofferenza.

Per questo dovremmo aiutare le persone che sono al purgatorio, a cominciare dai nostri cari, con preghiere.

Sante Messe ed anche lucrando le indulgenze plenarie applicabili ai defunti.

Una luce ed un refrigerio su quel mondo sofferente è Maria che non abbandona queste anime elette che trascorrono questo periodo di purificazione.

Suor Faustina da questa visione voluta da Dio comprende che deve aiutare queste anime del purgatorio e indirizzerà dal quel momento le sue preghiere, intrise da tante sofferenze, per il beneficio delle stesse.

Lo stesso Gesù le dirà più avanti: "Oggi conduciMi le anime che sono nel carcere del purgatorio, ed immergile nell'abisso della Mia Misericordia.

I torrenti del Mio Sangue attenuino la loro arsura.

Tutte queste anime sono molto amate da Me; ora stanno dando soddisfazione alla Mia giustizia; è in tuo potere recar loro sollievo.

Prendi dal tesoro della Mia Chiesa tutte le indulgenze ed offrile per loro ...

Oh, se conoscessi i loro tormenti, offriresti continuamente per loro l'elemosina dello spirito e pagheresti i debiti che essi hanno nei confronti della Mia giustizia!".78

Visione dell'Inferno

Suor Faustina, oltre ad aver avuto la possibilità di vedere il purgatorio, sempre sotto la guida di un angelo è stata negli abissi dell'inferno.

Così la religiosa lo descrive. "È un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande.

Queste le varie pene che ho viste:

la prima pena, quella che costituisce l'inferno, è la perdita di Dio;

la seconda, i continui rimorsi di coscienza;

la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai;

la quarta pena è il fuoco che penetra l'anima, ma non l'annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall'ira di Dio;

la quinta pena è l'oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio;

la sesta pena è la compagnia continua di satana;

la settima pena è la tremenda disperazione, l'odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie.

Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti.

Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi.

Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile.

Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall'altro.

Sarei morta alla vista di quelle orribili torture, se non mi avesse sostenuta l'onnipotenza di Dio.

Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l'eternità.

Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun'anima si giustifichi dicendo che l'inferno non c'è, oppure che nessuno c'è mai stato e nessuno sa come sia.

Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell'inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l'inferno c'è.

Ora non posso parlare di questo.

Ho l'ordine da Dio di lasciarlo per iscritto.

I demoni hanno dimostrato un grande odio contro di me, ma per ordine di Dio hanno dovuto ubbidirmi.

Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto.

Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l'inferno.

Quando ritornai in me, non riuscivo a riprendermi per lo spavento, al pensiero che delle anime là soffrono cosi tremendamente, per questo prego con maggior fervore per la conversione dei peccatori, ed invoco incessantemente la Misericordia di Dio per loro.

O mio Gesù, preferisco agonizzare fino alla fine del mondo nelle più grandi torture, piuttosto che offenderli col più piccolo peccato".79

15. Gesù Crocifisso e Gesù Misericordioso

Fra Leopoldo e Suor Faustina sono tutt'e due amanti di Gesù e adoratori di Gesù Crocifisso.

Quest'amore parte da lontano, da quando Luigi Musso rimase impressionato dalle immagini della Via Crucis su un libro prestategli dalla mamma.80

Così la piccola Elena Kowalska, come già rilevato, durante i Vespri, davanti al SS.mo Sacramento esposto, sente nell'anima per la prima volta una voce che l'invita alla vita perfetta.

Tutt'e due per Gesù, Gesù Crocifisso.

Sensibili alle sofferenze patite dal Figlio di Dio per espiare i peccati degli uomini, vogliono ambedue collaborare offrendo preghiere, mortificazioni, sofferenze, tutto se stessi, come vittime consapevoli, in un trasporto d'amore mistico.

Il Gesù Crocifisso adorato nella "Divozione" preparata da Fra Leopoldo, apre alla Misericordia specie con l'ultima riflessione sulla Piaga del costato.

E il flusso di questa Misericordia viene esplicitato da Gesù stesso con l'icona della Misericordia e affidato a Suor Faustina perché lo comunichi al mondo come un vessillo di estremo amore da parte del Figlio di Dio.

Dalla crocifissione alla Misericordia il passo è breve e i due religiosi, pur lontani come tempo e come spazio ( Fra Leopoldo 1850 - 1922; Suor Faustina 1905 - 1938 ), spiritualmente erano vicini e uniti in questo amore a Gesù Crocifisso e Misericordioso.

Possiamo quasi dire che Suor Faustina prosegue e completa la Divozione a Gesù Crocifisso di Fra Leopoldo.

Come dice Gesù, da tutte le Piaghe, come da ruscelli, scorre la Sua Misericordia per le anime, "ma la Piaga del Mio Cuore è la sorgente della Misericordia senza limiti; da questa sorgente sgorgano tutte le grazie per le anime ...".81

Così Fra Leopoldo e Suor Faustina diventano alfieri della Misericordia di Dio per la salvezza delle anime.

16. Amore a Maria Santissima Addolorata

Fra Leopoldo è stato sin dall'inizio un innamorato della Croce, sia per un sentire personale ( il Crocifisso e la Passione l'hanno sempre colpito ), sia per indicazioni celesti ( nel sogno del 1887 la Vergine SS. Addolorata gli disse: "Ricordati di ciò che ha sofferto mio Figlio!" ).

Come ha annotato fratel Teodoreto, "meditando sulle sofferenze di Gesù e di Maria, addentrandosi nell'abisso di misericordia e di dolore che compì l'umana redenzione, fra Leopoldo si sentì singolarmente tratto a seguire il Salvatore, e la sua divina Madre con fervente vita d'amore".

Fra Leopoldo il 18 agosto 1906, proprio a commento della frase di Gesù "Una grande confidenza passerà fra Me e te", scrive; "Il Crocifisso è un gran libro d'istruzioni santissime".

Proprio meditando su questo gran libro, ha voluto seguire Gesù pregando e riparando; e, innamorato di Maria, ha approfondito il ruolo della Vergine addolorata nell'essere stata vicina al Figlio nella sua vita terrena, perché Lei, istruita nelle Sacre Scritture, sapeva della profezia di Isaia e quindi sapeva "dell'uomo dei dolori".

Per Lei, dunque, ogni ora della vita di Gesù era un avvicinarsi sempre più all'ora della morte; da qui la lunga Passione di Maria durata 33 anni e non solo il Venerdì Santo.82

Per fra Leopoldo, dunque, l'amore al Crocifisso, punto terminale dell'amore misericordioso di Gesù, fu anche amore a Maria Santissima, l'Addolorata, la Corredentrice.

Aggiungiamo, a questo riguardo, alcune riflessioni di P. Vasconi.

« La storia della Chiesa intreccia nella vita dei propri testimoni la figura del Crocifisso e quella della Madre, l'Immacolata.

È inconcepibile un profeta cristiano, un ambasciatore del Calvario senza Maria.

È Lei, infatti, perché creatura umana, che stimola i fedeli della Croce a tendere verso la virtù, la santità, la "normalità"! ...

La grandezza di Maria non è di parata che può incantare, ma è una grandezza costituita sul quotidiano sacrificio di sé che fa pensare e sollecita alla imitazione ».83

Per Suor Faustina abbiamo visto nel capitolo "Intimità mistica" quante espressioni affettuose vi sono state tra la religiosa e Maria e, reciprocamente, tra Maria e lei.

Ecco, alcuni esempi.

"O Maria, Madre e Signora mia, affido a Te la mia anima ed il mio corpo, la mia vita e la mia morte e ciò che verrà dopo.

Metto tutto nelle Tue mani.

O Madre mia, copri col Tuo manto verginale la mia anima e concedimi la grazia della purezza del cuore, dell'anima e del corpo e difendimi con la Tua potenza da tutti i nemici e soprattutto da quelli che nascondono la loro malvagità sotto la maschera della virtù.

O splendido Giglio, Tu sei il mio specchio, o Madre mia".84

Il giorno dell'Immacolata Concezione della Madonna, durante la S. Messa, sentii un fruscio di vesti e vidi la Madre Santissima risplendente e di una bellezza straordinaria.

Aveva una veste bianca con una sciarpa azzurra e mi disse: "Mi dai una grande gioia quando adori la SS.ma Trinità per le grazie ed i privilegi che mi ha concesso".85

17. Maria, mamma dei due religiosi

Maria per fra Leopoldo non è solo l'Addolorata, è anche, e forse soprattutto, la Mamma.

Quante volte la chiama: "Mamma santissima", "santa Mamma", "dolce Madre del buon Consiglio", "Maria SS.ma Consolatrice", "Mamma dolcissima", "Madre amatissima", "Madre gloriosa" ...

Fra Leopoldo ricorda il Vangelo di Giovanni: "Gesù vide sua madre e accanto a lei il discepolo preferito.

Allora disse a sua madre: Donna, ecco tuo figlio.

Poi disse al discepolo: Ecco tua madre.

Da quel momento il discepolo la prese in casa sua" ( Gv 19,26-27 ).

Per questa ragione Maria, che lui sente e che vede con gli occhi dell'anima, diventa sua Mamma.

E, in particolare, la Mamma dei consacrati: Giovanni rappresenta ciascuno di noi, ma specialmente il consacrato, in particolare il presbitero.

È il punto fermo, cui si aggrappa il consacrato o la consacrata, che ha offerto tutta la vita per suo Figlio, l'amato Gesù.

Nella vita del consacrato, per eventi naturali dovuti al ritmo del tempo, scompaiono via via le persone care, in particolare padre e madre e, nell'avanzare dell'età, si rimane sempre più soli.

La solitudine del consacrato è una costante della vita offerta ( non sono molti i flussi di bene, di amicizia, di affetto che arrivano al consacrato, visto, purtroppo, come colui che può e deve dare, nella maggior parte dei casi ).

L'amore a Gesù, l'amore al Padre fanno da contraltare a tale vuoto umano.

Ecco che l'amore a Maria, unitamente a quello ai Santi venerati e all'Angelo Custode, aggiunge calore e affetto spirituale al consacrato.

Costui sente di avere una vera Mamma, cui rivolgersi per tutte le necessità spirituali e anche materiali.

E questa Mamma aiuta il consacrato, tanto più se la mamma terrena è già dipartita.

Fra Leopoldo fu legatissimo a sua madre, al punto da rinviare la vocazione religiosa solo dopo aver ottemperato ai suoi impegni familiari, quali quelli di sostenere economicamente la propria genitrice.

Nel momento del distacco doloroso della propria madre, fra Leopoldo "prese, Maria Santissima, in casa sua", nel senso che visse una intimità reale con questa seconda Mamma, mentre dall'alto del cielo la sua prima mamma lo benediceva con tutto il suo amore.

Per Suor Faustina il rapporto con la propria madre è stato più complicato.

Elena Kowalska vuole bene alla mamma, come normalmente tutti i bambini.

Ma la piccola Elena, come abbiamo rilevato nella breve storia della sua vita, non era una bambina "normale", era una bambina nella cui anima sente a sette anni una voce che l'invita alla vita perfetta, a quattordici anni ha la visione di un gran chiarore e a quindici anni dichiara a sua mamma che vuole andare in convento.

I genitori però sono decisamente contrari alle sue aspirazioni.

A diciotto anni Elena chiede insistentemente ai genitori il permesso di entrare in convento e riceve un rifiuto categorico.

In seguito ad ispirazione divina, incontra in una chiesa di Varsavia Don Giacomo Dabrowski che le trova un idoneo servizio domestico presso la famiglia Lipszyc finché non venga accolta in un convento.

Il 1° agosto 1925, a vent'anni, Elena è ammessa come postulante fra le suore coadiutrici nella Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia, senza far ritorno in famiglia.

Otto anni dopo, la sorella più giovane Wanda, viene a trovarla in convento e Suor Faustina s'accorge che "un fitto buio era sceso su di lei e non sapeva come cavarsela.

Il buon Dio l'ha affidata a me.

Per due settimane ho potuto lavorare su di lei ...

Sentii d'aver costretto Dio a concederle la grazia.

Mi rendo conto del grande potere che ha la preghiera d'intercessione presso Dio".86

Il 15 febbraio 1935, dieci anni dopo il suo ingresso in convento, ritorna Suor Faustina, con il permesso della Madre Superiora, a casa dei genitori e dei fratelli e sorelle, per esaudire il desiderio della madre morente.

In quei pochi giorni stette molto vicino ai suoi ed anche ad amici e conoscenti con i loro bambini.

"Quando salutai i genitori e li pregai di benedirmi, sentii la potenza della grazia di Dio che scendeva nella mia anima.

Mio padre, mia madre e la madrina del battesimo, mi diedero la loro benedizione piangendo, mi augurarono la massima fedeltà alla grazia di Dio e mi dissero di non dimenticare mai le tante grazie che Dio mi aveva concesso, chiamandomi alla vita religiosa.

Mi chiesero di pregare per loro".87

Che differenza rispetto al precedente diniego d'entrare in convento!

Addirittura Suor Faustina è meravigliata di come prega suo padre con tanta sincerità e tanto fervore.

Tutto questo è edificante e Suor Faustina non si dimenticherà mai di pregare per la sua famiglia, e nella fattispecie per sua mamma.88

Un'altra Madre interviene nella sua vita, una Madre dolcissima che l'aiuta a sopportare tutte le fatiche di questa vocazione, tutte le sue sofferenze, come abbiamo visto.

E Maria le dice che è la Regina del Cielo, ma anche la Madre della Misericordia ed in particolare la sua Madre.89

Nel giorno dei voti perpetui Suor Faustina si rivolge a Maria e le dice: "Tu ora sei mia Madre in modo particolarissimo e questo perché il Tuo amato Figlio è mio Sposo e quindi siamo entrambi figli Tuoi.

Per riguardo verso il Figlio devi amarmi.

O Maria, Madre mia amatissima, dirigi la mia vita interiore, in modo che sia gradita al Figlio Tuo".90

18. Fra Leopoldo e la Madonna Consolata, Suor Faustina e la "Madonna Nera" di Czestochowa

Fra Leopoldo ha sempre avuto una forte devozione verso la Madonna Consolata.

Diamo alcuni esempi di questo amore.

Nel maggio 1897 ritorna a Terruggia per essere vicino alla mamma inferma.

Prima però a Torino volle provvedersi di una grande immagine di Maria SS. della Consolata e farla benedire personalmente dal Card. Richelmy, Arcivescovo di Torino, e perché la benedizione avesse per così dire la conferma da Dio e dalla Madonna, volle deporta sull'altare del Santuario mentre egli serviva la S. Messa, come annota P. Maccono.

Da religioso fra Leopoldo teneva nella sua cella una statuetta della Consolata.

Nel 1914 spedisce al Papa, Benedetto XV, una statua della Consolata.

A fronte di questo atto devozionale, Maria SS.ma il 18 dicembre 1914 dice a fra Leopoldo: "Cosa debbo dar per te che mi onori presso il Vicario, il Papa Benedetto XV, sotto il titolo di Consolata? che hai cooperato nel mandargli la mia statua della Consolata?".

E fra Leopoldo risponde: "Desidero fede, speranza, amore, carità e la salvezza di tutto il mondo.

Ogni virtù, un grande amore a te e al tuo Divin Figlio, Gesù Cristo Crocifisso: a tutti dona l'amore tuo!".

Nel rapporto filiale tra fra Leopoldo e il Papa s'inserisce questa invocazione alla Consolata: "O santissima Madonna Consolata, aiuta il tuo Vicario in questi momenti terribili!": 11 marzo 1915, in piena prima guerra mondiale, a pochi mesi di distanza dall'entrata in guerra dell'Italia.91

Suor Faustina amava la Madonna, qualunque fosse il suo titolo; addirittura, più di una volta, i dipinti e le statue scomparivano per lasciar posto, in una visione, a Maria Santissima stessa che s'intratteneva a colloquio con lei.

Così come nel suo pellegrinaggio alla "Madonna Nera" di Czestochowa.92

"Per la prima volta vidi la Madonna allorché mi recai, alle cinque del mattino, ad assistere allo scoprimento dell'immagine.

Rimasi là a pregare senza interruzione fino alle undici e mi sembrava d'essere appena arrivata.

La Madre di Dio mi disse molte cose: - Non aver paura di nulla. Mia figlia fedele.

Parla coraggiosamente della Misericordia di Dio per gli uomini, affinché le anime acquistino fiducia verso di Lui.

La misericordia è il più grande ornamento del Trono divino.

Affidai a Lei i miei voti perpetui.

Sentivo d'essere la Sua bambina e che Lei era mia Madre.

Non mi rifiutò nulla di quello che Le chiesi".93

E Suor Faustina, in queste intimità mistiche, come abbiamo già rilevato, vede non solo Maria, ma anche a volte Gesù Bambino.

E addirittura Gesù Bambino viene deposto eccezionalmente tra le braccia di Suor Faustina.

Certo la religiosa ha sofferto tanto per tutta la vita, ma ha avuto, come segno di riconoscenza ed affetto, tante testimonianze d'amore da Gesù, anche come bambino, e da sua Madre.

Indice

72 S. Faustina, "Diario", p. 244
73 S. Faustina, "Diario", p. 294-295
74 S. Faustina, "Diario", p. 297-298
75 La devozione all'Angelo Custode oggi non è molto diffusa, mentre un tempo erano le nostre mamme che ce la insegnavano e la praticavano in casa come la cosa più naturale, insieme ad altre preghiere. Dobbiamo ritornare a questa devozione per confidarci con l'Angelo Custode, che è l'Angelo che Dio ha messo al nostro fianco per consigliarci, per chiedere aiuto e intercessione presso la Madonna affinché ci ottenga grazie. Esprimiamo affetto, devozione, riconoscenza. Ringraziarne anche San Michele e tutti gli Angeli ed Arcangeli, fedeli servitori di Dio. Imitiamoli anche noi nell'obbedienza e nell'umiltà. A Torino vi è la Chiesa dedicata agli Angeli Custodi che con statue e dipinti costituisce un inno a questa coorte celeste.
76 S. Faustina, "Diario", p. 51
77 Cat. Chiesa Cat. 1030-1-2
78 S. Faustina, "Diario", p. 658
79 S. Faustina, "Diario", p. 455-456
80 Fratel Teodoreto, "Nella intimità del Crocifisso"
81 S. Faustina, "Diario", p. 643
82 Lorenzo Cattaneo, "Maria donna dei dolori. Casa di Carità, 2006.
83 Renato Vasconi, op. cit. pp. 48-49
84 S. Faustina, "Diario", p. 99-100
85 S. Faustina, "Diario", p. 372-373
86 S. Faustina, "Diario", p. 190-191
87 S. Faustina, "Diario", p. 285-290
88 Nella corrispondenza con la famiglia appare il ricordo affettuoso della mamma ("Lettere di Santa Faustina Kowaiska", Libreria Editrice Vaticana, 2006 p. 203)
89 S. Faustina, "Diario", p. 249
90 S. Faustina, "Diario", p. 208
91 Il Santuario della Consolata è forse il più antico e più celebre monumento di Torino cattolica.
La sua origine risale ai primi tempi del Cristianesimo, e si attribuisce il merito al grande Vescovo S. Massimo, il quale avrebbe esposto alla devozione dei fedeli, nell'oratorio di Sant'Andrea, qui preesistente, un quadro della Madonna, avuto in dono dall'amico Sant'Eusebio, di ritorno dall'esilio d'Oriente.
Le sembianze materne del Dipinto e le grazie ottenute dalle preghiere, fatte ai suoi piedi, vorrebbero spiegare il titolo che i Torinesi le hanno dato: Madonna «della Consolazione», che poi è diventata la «Consolata».
Le vicende a cui soggiacque il quadro non sono del tutto chiare.
Nel corso dei secoli per due volte scomparve dalla vista dei fedeli, tanto che se ne perdettero le tracce.
Ma l'una e l'altra volta fu ritrovato, grazie ad un prodigio della Madonna stessa: nel 1014 con la apparizione al re Arduino, che guarì, ricordata dall'affresco del Morgari che poggia sul frontone della Cappella delle Grazie, e nel 1104 colla guarigione istantanea del cieco di Briancon, avvenuta alla presenza di gran folla, accorsa col Vescovo Mainardi.
Questi, nell'entusiasmo dello storico momento, esclamò « Ora prò nobis, Virgo Consolatrix », ed il popolo rispose col grido «Intercede prò popolo tuo», invocazione che divenne tradizionale nel Santuario.
D'allora il Quadro prodigioso è sempre rimasto in Santuario, fatto segno di tanta devozione da parte dei fedeli, non solo di Torino, ma dell'Italia e dell'Estero, divenuto centro luminoso attorno a cui si svolge la storia religiosa e civile di Torino di tutti i tempi.
Sarà sufficiente ricordare: nel 1706 la liberazione dall'assedio di Torino, coll'eroico sacrificio di Pietro Micca, il voto di Superga e la proclamazione della Consolata patrona di Torino, nel 1835 la protezione di Torino dal «colera morbus», che fece tante vittime in altri centri; nel 1852 la salvezza della città dalle conseguenze dello scoppio della polveriera.
L'antico Oratorio di Sant'Andrea, diventato Santuario della Consolata, fu meta di pellegrinaggi di Papi: Martino V, Pio VII; di Santi: S. Carlo Borromeo, S. Francesco di Sales, il Beato Sebastiano Valfré, S. Giovanni Bosco; Giovanni Paolo II nel 1980; di autorità e di popolo. "I Santuari Mariani d'Italia", Elle Di Ci, Colle Don Bosco (AT), 1965, pp. 44-46
92 Il più grande Santuario della Beata Vergine Maria in Polonia si trova presso il Monastero di Jasna Gòra, Chiaro Monte, a Czestochowa.
Il Santuario risale al 1382, fondato dal Duca Ladislao di Opole per i Monaci di San Paolo, Primo Eremita.
Vi si venera un'antichissima immagine della Madonna proveniente da Bisanzio, e la tradizione la collega alla scomparsa icona «Odegitria».
Il culto della Madonna Nera di Czestochowa andò crescendo nei secoli; tutti i sovrani della Polonia vennero in pellegrinaggio al suo Tempio.
Re Stefano Batory (1576-86) vi depose la spada ai piedi della Vergine, e rè Augusto II (1697-1709) le mandò in dono la corona ricca di diamanti.
Nel 1655, sotto il comando del Priore Agostino Kordecki, Czestochowa si difese contro l'invasione degli Svedesi; e la lotta fu l'inizio della vittoria del Re Giovanni Casimiro sugli invasori, attribuita dal popolo alla grazia speciale della Madonna.
Il re allora consacrò se stesso e tutto il suo regno alla Vergine nel 1656.
Giovanni III Sobieski venne a Czestochowa alla vigilia della sua partenza per la liberazione di Vienna dai turchi nel 1683.
La sua spada si conserva nel santuario, e la grande bandiera tolta ai turchi nella battaglia di Parkan fu da lui mandata in dono al santuario di Loreto.
Nei tempi recentissimi il Santuario di Czestochowa è diventato il centro della devozione mariana e della vita cattolica del paese, ed anche luogo di pellegrinaggi, sempre più numerosi.
Il pellegrinaggio del 26 agosto 1956, malgrado molti ostacoli, riunì sotto le mura del Santuario una folla di quasi un milione di fedeli: fu questa fino a quell'anno la più grande riunione di uomini della storia del mondo, superando tutti gli altri pellegrinaggi, adunanze politiche, sportive o militari.
In questo pellegrinaggio nazionale i Polacchi giurarono di rinnovare la vita religiosa della Nazione e specialmente di rimanere sempre fedeli a Dio, alla Croce, al vangelo, ai propri Pastori, alla Patria e ai principi della vita spirituale; di difendere i fanciulli non ancora nati e il vincolo matrimoniale; di lottare per l'educazione cattolica dei giovani e per la giustizia sociale, e di mantenere sempre vivo il culto della Vergine.
Di questa fedeltà dei polacchi alla Vergine Maria fu grande testimone Giovanni Paolo II, con la sua consacrazione mariana espressa nel suo motto "Totus tuus" e della sua visita al Santuario anche da Papa
93 S. Faustina, "Diario", p. 218