I Catechisti dell'Unione

Capitolo II - Identità, apostolato e programma di formazione Degli Istituti Secolari

Come è stato illustrato nel capitolo precedente, tutti gli Istituti Secolari sono caratterizzati dalla loro relazione essenziale con il mondo.

Questo, insieme con la consacrazione e apostolato, è il fondamentale elemento costitutivo degli Istituti Secolari.--1

Tuttavia, è anche importante considerare che ogni Istituto Secolare ha la sua propria originalità che corrisponde alla speciale dono dello Spirito Santo ricevuto per realizzare una missione particolare; e come un risultato di questo particolare carisma di ogni Istituto Secolare assume la propria fisionomia particolare.

Ma che cosa definisce una forma di vita come tale e determina la sua natura diversa dalle altre forme di vita è essenziale elemento costitutivo che nel caso degli Istituti secolari consiste nel rapporto tra la consacrazione e la laicità che è espresso in una vita di apostolato.

Qui, analizzeremo i fondamentali elementi comuni dell'identità, di apostolato e di programma di formazione degli Istituti Secolari nel tempo presente con lo scopo di comprendere meglio la natura dell' "Unione Catechisti di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata" che verrà trattata più avanti in un modo specifico.

1 - Identità degli Istituti Secolari

Gli istituti secolari sono definiti dalla Chiesa attraverso la caratteristica comune della consacrazione e della laicità, che tuttavia, come menzionato sopra, è da intendersi entro il contesto di ogni istituto.

Tenendo in considerazione questo aspetto, analizzeremo le basi bibliche e teologiche della consacrazione secolare, la natura e le caratteristiche essenziali degli Istituti secolari, il significato della consacrazione secolare, modalità di vivere i consigli evangelici nel mondo il carisma e la spiritualità degli Istituti Secolari e la dimensione ecclesiale della loro presenza e missione nel mondo.

1.1. Fondamenti Biblico-Teologicali

Dio ha creato tutto per amore; ogni cosa è stata creata con un obiettivo finale e tutto era molto buono.

Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza e gli ha dato il compito di condurre tutte le realtà create in tutto il mondo attraverso la saggezza e l'azione verso il fine ultimo.

La parola 'mondo' si riferisce all'intera umanità insieme con tutte quelle realtà in cui l'uomo vive e lavora.

Così, il destino del mondo è legato a quella dell'uomo; e come tale, il mondo è stato coinvolto nella fase iniziale di caduta dell'uomo e aveva "perso il suo scopo".

Ma è stato anche coinvolto nella redenzione compiuta da Cristo, che ha redento l'uomo facendolo diventare ancora una volta il figlio di Dio, in grado di vivere e lavorare in tutto il mondo secondo il disegno di Dio.

Il mondo, corrotto dal peccato come è, non può salvare se stesso mediante i propri sforzi, ma è chiamato a condividere la salvezza operata da Cristo, una salvezza che viene raggiunta quando l'uomo, rigenerato con la fede e il battesimo, e incorporato nella Chiesa, partecipa al mistero pasquale.

Questa salvezza penetra l'intero corso della storia umana con la sua luce e vita; si ingrandisce e si estende la sua azione a tutta la creazione, a purificata e a ristabilita nuovamente in Dio.

La Chiesa come una società di persone rinati in Cristo è il sacramento di rinnovamento del mondo, che avrà la sua "compimento escatologico" quando tutte le potenze del male, del peccato e della morte saranno distrutti, e ogni cosa sarà subordinatA in Cristo al Padre.

In ogni cristiano, il battesimo dà luogo a un nuovo rapporto con il mondo.

Il cristiano, in solidarietà con tutti gli uomini di buona volontà, si dedica al compito di "ordinare le realtà temporali" secondo il disegno di Dio per il bene di tutta l'umanità, rispettando la legittima autonomia delle realtà terrestri.

È vivendo questa nuova relazione con il mondo che il battezzato coopera con Cristo per la redenzione del mondo.

Di conseguenza, la "secolarità" di un battezzato nel senso della sua esistenza nel mondo e la partecipazione alle sue attività, non può mai essere compresaal di fuori di questa relazione essenziale.

Tutti sono chiamati a vivere questa relazione essenziale ma in modi diversi.

In virtù di ciò, la "fondamentale unità del Corpo mistico di Cristo", la Chiesa, si manifesta nel "complementare la diversità dei suoi membri", che vivono e lavorano sotto l'azione dello Spirito per la edificazione del corpo.

In effetti, "la vocazione universale alla santità " nella Chiesa assume varie forme di vita ed è realizzato in varie funzioni secondo una specifica vocazione.

Ci sono differenze in base ai diversi doni divini che accompagnano una persona a vivere la propria vocazione; ci sono anche delle differenze nella realizzazione di queste vocazioni sulla base della libera risposta personale di ogni individuo e di conseguenza dei diversi modi in cui i cristiani danno forma concreta al loro rapporto battesimale con il mondo.

Per ogni cristiano, seguire Cristo significa una assoluta preferenza per lui come una testimonianza di amore sino al martirio.

Tuttavia, Cristo invita alcuni dei suoi fedeli a seguirlo incondizionatamente a dedicarsi totalmente a lui e a una più piena realizzazione del suo Regno.

Si tratta di una chiamata a un atto irrevocabile che implica una completa donazione di sé alla persona di Cristo per condividere la sua vita e la sua missione, il suo destino e, come risultato, la rinuncia della propria autonomia.

Questa rinuncia è vissuta come una condizione per cui la persona aderisce all'amore di Dio senza intralci e irradia il suo amore verso la creazione.

Una tale decisione, in virtù della sua totale e definitiva risposta alle esigenze di amore, assume il carattere di voto di assoluta fedeltà a Cristo.

Essa presuppone la premessa battesimale di vivere come un fedele seguace di Cristo, ma si distingue da esso, si perfeziona.

In virtù del suo contenuto, questa decisione radicalizza il rapporto dei battezzati con il mondo, perché la rinuncia ad alcune cose temporali testimonia il valore provvisorio delle cose e preannuncia il regno escatologico.

Nella Chiesa il contenuto di questa donazione ha assunto la forma della pratica dei consigli evangelici vissuta concretamente in diversi modi.

Negli istituti secolari è vissuta in mezzo al mondo e assume un particolare significato di liberazione dagli ostacoli che impediscono di vedere e di mettere in pratica l'ordine desiderato da Dio.

La realtà degli Istituti Secolari possono essere situati nella teologia e l'ecclesiologia del Concilio Vaticano II che nel presentare i fondamenti teologici della relazione Chiesa-mondo presenta anche i fondamenti teologici che sostengono gli istituti secolari.

Infatti, come ha affermato il Papa Paolo VI: "Per ottenere una vera e propria immagine degli Istituti secolari la dovete vedere nella prospettiva in cui il Consiglio contempla la Chiesa."

La Chiesa ha in sé una triplice dimensione: sacramentale, istituzionale e carismatico.

Il mistero della Chiesa si manifesta nella sua esterna e visibile struttura istituzionalizzata degli "stati ecclesiali"; tuttavia tale struttura va percepita all'interno della dimensione carismatica della Chiesa che anima e nutre la Chiesa in modo dinamico secondo la vita nello Spirito.

La teologia degli Istituti Secolari, pertanto, non può essere considerata solo in termini di struttura istituzionalizzata del 'stati di vita' esistenti nella Chiesa, ma piuttosto in termini della dimensione carismatica della Chiesa.

La sintesi fra la consacrazione e la secolarità costituisce la grandezza e la peculiarità del carisma degli Istituti secolari, la condivisione della autentica dimensione secolare della Chiesa intera, la cui radice è il mistero del Verbo incarnato.

In questo senso la Chiesa è presente nei consacrati laici come sale, luce e lievito nelle attività umane nel mondo.

È in questo modo che la realtà degli Istituti Secolari è da intendersi nella Chiesa; non come un pezzo di pietra inserito in un mosaico ma come un elemento che contribuisce a dare senso alla totalità del mosaico.

Si può pertanto affermare che alla base della consacrazione laicale vi è la teologia dell'incarnazione e la "ecclesiologia di comunione".

La riflessione teologica, elaborata alla luce della Rivelazione, insiste sul fatto che il mistero dell'Incarnazione ha impresso su tutta la Chiesa una dimensione secolare; e questa laicità della Chiesa è la base dove la teologia della consacrazione laicale si fonda.

Cristo si è fatto uomo fra gli uomini, per realizzare il progetto di amore del Padre nella storia.

La vita e l'attività dei laici consacrati è la radice stessa e si sviluppa intorno a questo mistero dell'incarnazione di Gesù, Uomo-Dio.

Conforme a lui, essi sono chiamati a fare sintesi tra l'umano e la realtà soprannaturale, tra vita nel mondo e di consacrazione a Dio.

Il fondamento teologico degli Istituti secolari è anche sostenuto dalla ecclesiologia di comunione che non è solo quello cristologico ma è essenzialmente pneumatologico poiché un tale modello della Chiesa sottolinea innanzitutto il ruolo dello Spirito Santo inviato dal Padre in Cristo, che costituisce la comunità dei fedeli e dà origine a vari carismi per la costruzione della chiesa in tutto il mondo in piena solidarietà con l'umanità e la sua storia.

Infatti con un modello che è puramente cristologico, Cristo è considerato come il fondatore di una Chiesa-società, il che implica che egli ha fondato una Chiesa nella forma di una società che è di tipo gerarchico, e pertanto del modello piramidale della Chiesa.

D'altro canto, l'azione dello Spirito non può essere considerato in separazione dal lavoro di Cristo al Padre; pertanto, la teologia che sostiene l'ecclesiologia della comunione è realmente e profondamente trinitaria.

E per questo motivo, a livello di riflessione teologica, il fenomeno degli Istituti Secolari rimane come un dato di fatto che non è ancora sufficientemente compreso nella sua natura.

1.2. La natura e le caratteristiche essenziali degli Istituti Secolari

La Provida Mater ha dato la definizione classica di Istituti Secolari come "società, chierici o laici, i cui membri fanno professione dei consigli evangelici, che vivono in una condizione secolare per lo scopo della perfezione cristiana e dell'apostolato."

Come è stato illustrato nella prima parte di questa definizione, nella totalità delle descrizioni che seguono, si è dimostrata insufficiente; mentre il Primo Feliciter, rispetto alla Provida Mater, ha fornito una migliore descrizione degli Istituti Secolari ma comprendeva anche alcuni concetti che potrebbero creare ambiguità e difficoltà.

Tra gli altri, possiamo menzionare qui la definizione data da Jean de la Croix nel 1970 che ha definito gli Istituti Secolari come: Una comunità che, segue Cristo in modo radicale e manifesta e vive un autentica e piena laicità con un impegno apostolico; che è, pur rimanendo nelle comuni condizioni di vita di tutti in un appropriato ambiente lavora per il rinnovamento dei valori temporali secondo Cristo e per lo sviluppo integrale dell'universo, del'umanità e dell'uomo con mezzi idonei alla loro natura.

In questa definizione "Comunità" non implica la vita in comune ma implica un collegamento con un istituto concreto al quale i membri aderiscono con un volontario e deliberatamente maturato atto.

La funzione di questa comunità è di essere un luogo di dialogo, di comunione e di fraterno sostegno e correzione.

Essa è il luogo per il rinnovo, la conversione e la purificazione del cuore e della mente; il luogo per la formazione e per un carismatico inserimento nel Corpo di Cristo.

Qui, la sequela di Cristo in una 'forma radicale e assoluta' non implica una scelta radicale in materia di Cristo ma nei confronti di una certa forma di vita.

I termini 'radicale' e 'assoluta' significano la totalità e la profondità di auto-donazione; essi indicano la totale consacrazione per mezzo dei consigli evangelici.

Un' autentica e piena laicità' significa una vita vissuta nella abituale ambiente sociologico, come famiglia, professione, ambiente sociale, ecc.

L'impegno apostolico implica, al di sopra di tutto, il fatto di assumere le condizioni comuni di vita come la famiglia e la responsabilità professionale, l'impegno per il progresso della società - sia spiritualmente e tecnicamente, l'impegno per la creazione di più umano e più giusti valori; in breve significa dedicarsi completamente, nelle comuni condizioni di vita, per la piena instaurazione del regno di Dio sulla terra.

Il Codice di Diritto Canonico definisce un istituto secolare come "un istituto di vita consacrata in cui i fedeli, vivendo nel mondo, tendono alla perfezione della carità e si impegnano per la santificazione del mondo soprattutto dall'interno."

Come si è già mostrato nella prima sezione di questo capitolo, questa definizione è completata dalla descrizione che segue in Cann. 711, 713-715.

Tre elementi essenziali sono presentati in questi canoni:

totale consacrazione della vita,

la scelta di restare nel mondo

e l'impegno di apostolato e di testimonianza.

Consacrazione, la secolarità e l'apostolato sono elementi costitutivi di un Istituto Secolare che senza di loro non può essere chiamato un Istituto Secolare.

Questi tre elementi sono evidenziati anche da Papa Giovanni Paolo II che nell Esortazione apostolica Vita Consecrata ha dichiarato: Si pensa in primo luogo dei membri degli Istituti secolari che cercano di vivere la loro consacrazione a Dio nel mondo attraverso la professione dei consigli evangelici nel contesto delle strutture temporali; essi intendono in tal modo essere ad un lievito di sapienza e testimoni di grazia all'interno della vita culturale, economica e politica.

Attraverso il proprio specifico modo di presenza nel mondo e di consacrazione, essi cercano di rendere presente nella società la novità e la forza del Regno di Cristo, cercando di trasfigurare il mondo dal di dentro con la forza delle Beatitudini.

In questo modo, mentre la totale appartenenza a Dio li rende pienamente consacrati al suo servizio, la loro attività nella vita ordinaria del mondo contribuisce, mediante la potenza dello Spirito, irradiano la luce del Vangelo sulle realtà temporali.

Gli istituti secolari, ciascuno in conformità con la sua natura specifica contribuisce a garantire che la Chiesa abbia una presenza efficace nella società.

L'aspetto della vita fraterna è così importante per gli Istituti secolari che esso può essere aggiunto come una quarta caratteristica della qualità di questi istituti.

Il codice stabilisce che: "I membri di uno stesso istituto conservino la comunione tra loro curando con sollecitudine lo spirito di unità e di un genuino rapporto come fratelli o sorelle." indicndo una speciale comunione esistente tra i membri di un particolare istituto secolare.

La loro consacrazione in un dato istituto crea legami reciproci che si manifestano in diversi modi.

La loro solidarietà si manifesta nel rapporto con i superiori e le superiore maggiori, come tutti i soci che hanno gli stessi superiori;

essa si manifesta nella vita condividendo le stesse regole di vita;

essa si manifesta nelle riunioni regolari;

essa si manifesta nel reciproco aiuto offerto sotto diverse forme, ad esempio i membri si aiutano vicendevolmente verso una migliore realizzazione della loro vocazione, si aiutano a vicenda in diversi momenti di bisogno soprattutto in vecchiaia.

In breve, c'è una comunione fraterna e la partecipazione attiva nella vita dell'istituto che è indispensabile per la missione degli Istituti secolari.

1.3. Significato della consacrazione secolare

Il Codice di Diritto Canonico stabilisce che: "La consacrazione di un membro di un istituto secolare non cambia lo stato della propria condizione canonica tra il popolo di Dio".

Anche dopo la consacrazione il 'secolare' o 'laico', rimane "secolare' 'rimanere secoulare' significa essere nel mondo ( secolo ) nella condizione del precedente stato di vita, e realizzando lì la propria vocazione di consacrazione a Dio.

A questo proposito, il Papa Paolo VI nel suo messaggio ai capi degli Istituti Secolari, ha dichiarato: 'Secolarità' significa che il vostro posto è in tutto il mondo.

Ma ciò non significa semplicemente una posizione, una funzione coincidente con la vita nel mondo e un 'secelare' lavoro o professione.

Esso deve significare in primo luogo una realizzazione nel mondo come il vostro vero e proprio campo di responsabilità cristiana.

Per essere nel mondo, cioè essere impegnati nei valori secolari, è il vostro modo di essere Chiesa, di rendere la Chiesa presente, di lavorare alla vostra salvezza e di essere araldi della redenzione.

La condizione in cui vivete la vostra vita nella società umana diventa il vostro modo teologico e il vostro modo di portare la salvezza del regno nella realtà in tutto il mondo.

Nel precedente paragrafo, la laicità è presentata non solo come elemento qualificante di questa forma di vita consacrata ma assume anche un valore teologico.

La laicità è una dimensione costitutiva della esistenza degli esseri umani e del loro rapporto con gli altri a tutti i livelli.

Per questo motivo, nell'esistenziale senso sociologico, la laicità significa essere del mondo e nel mondo.

Mentre nel senso teologico essa significa assumere la corretta e principale condizione secolare al fine di trasformarlo in un "realtà teologica ", vale a dire al fine di trasformarlo in quella dimensione qualificante della vocazione dei laici per la consacrazione.

In questo senso la laicità non è da intendersi come una pura condizione sociologica ma piuttosto come uno stile cristiano di vivere il messaggio del Vangelo in tutto il mondo con tutte le sue sfide al fine di rinnovarloe e condurlo verso Dio.

Per i membri degli Istituti Secolari la laicità non è semplicemente "una condizione esterna.

È piuttosto un atteggiamento, l'atteggiamento delle persone che sono a conoscenza del fatto che essi hanno una responsabilità, essendo in tutto il mondo per servire il mondo e renderlo così come Dio lo vorrebbe".

A questo proposito, il Papa Giovanni Paolo II ha affermato: Voi siete nel mondo ma non solo in senso sociale, classificati come laici, ma messi lì, personalmente.

È una cosa del cuore, ciò che intende realmente e desidera.

Così dovete considerarvi parte del mondo, impegnati per la santificazione del mondo, con la piena accettazione dei suoi diritti e le sue rivendicazioni su di voi, rivendicazioni inseparabile dall'autonomia del mondo, delle sue leggi.

Questo spiega la vocazione dei membri degli Istituti Secolari ia cui principale apostolato è quello di una presenza nel mondo, di santificarlo dall'interno sotto forma di un lievito cercando di permeare ogni realtà con lo spirito del Vangelo.

La laicità è il tipico elemento che costituisce la ragione per l'esistenza degli Istituti secolari.

Tuttavia, la laicità di per sé non costituisce alcuna peculiarità in quanto è la normale condizione comune in tutto il mondo; la sua peculiarità consiste solo rispetto alla sua fusione con una vera e propria consacrazione.

I membri di un Istituto Secolare si distinguono dagli altri fedeli laici perché il loro impegno apostolico è solidamente fondato su di una consacrazione totale a Dio.

In campo teologico-spirituale, il livello di consacrazione è la piena realizzazione della vita battesimale, e pertanto la realizzazione di una vita evangelica.

A questo proposito, rivolgendosi ai membri degli Istituti secolari, il Papa Paolo VI affermò che: "consacrazione " [ … ] indica la personale, invisibile struttura portante il vostro intimo e tutto ciò che dovete fare.

Qui è la profonda e nascosta idea del potenziale umano per il quale le persone normali non hanno alcuna spiegazione.

La vostra consacrazione battesimale è stata più profondamente e fortemente radicata da una maggiore rivendicazione dell'amore.

È l'azione dello Spirito Santo.

Non è identica a quella dei religiosi.

Tuttavia essa vi spinge ad una fondamentale opzione delle beatitudini del Vangelo, in modo che voi siete veramente consacrati e realmente nel mondo.

"Voi siete nel mondo ma non del mondo ma per il mondo" [ … ].

Si vive una vera e propria, Consacrazione secondo i consigli evangelici ma senza la pienezza della visibilità …

I membri degli Istituti Secolari nascosti nelle realtà temporali si dedicano incondizionatamente al servizio del mondo.

Il prezzo che si paga nel seguire Cristo in modo più radicale non è la negazione o il disprezzo del mondo ma il presupposto di una maggiore responsabilità nel mondo, la disponibilità a donare e ad offrire se stessi per il mondo in una totale negazione di sé come una conseguenza della propria consacrazione a Dio.

L'evangelica donazione di se stessi vissuto nella sua pienezza diventa una silenziosa testimonianza per gli uomini di oggi.

Infatti, l'apostolato degli Istituti secolari è visualizzato più in termini di "essere" o "presenza trasformante" anziché "fare".

Ancora una volta, il Papa Paolo VI, per quanto riguarda la consacrazione dei membri degli Istituti Secolari ha dichiarato: È nel profondo del vostro cuore che il mondo diventa qualcosa di consacrato a Dio ( cf Lumen Gentium , 34 ).

Se questo è il modo di vivere, allora è quasi certo che la comprensione reciproca e l'essere tra voi e il mondo non diventerà mondanità o il naturalismo ma dire al mondo che Cristo ci ama e ci è stato inviato a noi dal Padre.

La vostra consacrazione è la radice della speranza che deve sostenere sempre, anche quando i risultati visibili sono scarsi o inesistenti.

Piuttosto che da opere visibili di bene la vostra vita è feconda per il mondo soprattutto attraverso l'amore di Cristo che vi ha spinti a fare il dono di voi stessi a Dio in una vita che darà testimonianza di lui nelle condizioni di vita di tutti i giorni.

Come il precedente paragrafo, l'efficacia dell'apostolato dei membri degli Istituti Secolari dipende dalla loro santità personale.

Infatti, gli Istituti secolari hanno un duplice scopo da raggiungere: prima la santificazione dei membri e poi la consacrazione del mondo.

I membri degli Istituti Secolari si impegnano in tutto il mondo ad una funzione simile a quella dell'anima nel corpo, lavorando per portarlo alla perfezione e alla santità in modo che le cose che sono necessariamente una parte di vita in tutto il mondo possono essere integrate nella realtà soprannaturale senza la loro presa in consegna da tentazioni di essere inseriti nelle passioni e cattive inclinazioni del mondo.

La preghiera di Gesù al Padre assume un significato speciale per loro: "Non vi chiedo di toglierli dal mondo ma di proteggerli dal maligno.

Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Consacrali nella verità.

La tua parola è verità.

Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso in modo che anche loro possano essere consacrati nella verità."

Gli istituti secolari mostrano che il rapporto tra la secolarità e consacrazione non è quella della dicotomia ma interattiva e di rapporto di complementarietà.

E non ci sono vocazioni "più consacrate" o "più secolari", ma sono solo le vocazioni in cui la totalità della "consacrazione" e di "secularità" si manifesta in modi diversi.

Acquisizione di una sintesi armoniosa tra i due potrebbe non essere un compito facile, come Papa Paolo VI, riferendosi ai membri degli Istituti Secolari ha dichiarato: "stai camminando su un piano inclinato.

Sarebbe facile andare giù, è un duro lavoro per andare, ma una sfida.

Siete alpinisti spirituali con una rigida salire prima di voi"

Ma nonostante la difficoltà e la sfida e il risultato è efficace.

1.4. La pratica dei consigli evangelici negli Istituti Secolari

La consacrazione dei membri, fondata sullo spirito delle beatitudini e dei consigli evangelici, viene stimolata e illuminata dalla loro presenza nel mondo, ossia dal loro coinvolgimento in esso; e senza essere condizionato da esso, è quello di essere adattato ad esso "tutti lungo la linea, cioè in tutte le cose che sono legittime e compatibile con i compiti e l'apostolato di una tale vita di perfezione."

La pratica dei consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza e non dovrebbe distogliere i membri degli Istituti secolari del mondo", né "paralizzare la loro azione temporale", ma dare "la vita e il dinamismo di un maggiore realismo ed efficacia; è libera da insoddisfazioni, interessi e missioni, che sono in qualche modo legati all'egoismo".

La pratica dei consigli evangelici è assunta da una libera scelta, come una risposta ad una chiamata da parte di Dio, di appartenere totalmente a lui per sempre in un atto di amore, da condividere la sua stessa vita, gli interessi e la missione tra i popoli del mondo.

La pratica dei consigli evangelici negli Istituti Secolari non è da intendersi come meno austera o meno esigente.

Anche se deve essere vissuto "con un peculiare stile".

Ed è in gran parte vincolante in coscienza, esso include la stessa intensità e fedeltà nei confronti del radicale comunione di Cristo, che implica una assoluta preferenza per lui e una totale disponibilità al suo servizio, senza condizioni, fino a un totale oblazione di sé.

I laici consacrati nella esclusiva ricerca di Dio e la sua volontà, come una risposta alla loro vocazione specifica, partecipano alla vita del mondo e si lasciano coinvolgere nella sua realtà.

La pratica dei tre consigli evangelici esprime un atteggiamento univoco di adesione amorosa, abbandono, ricerca, attrazione verso l'Assoluto nel dinamismo della vita ordinaria.

Essa comporta la rinuncia alla vita matrimoniale per appartenere a Lui pienamente con cuore indiviso;

un impegno per una vita di obbedienza al fine di essere liberati dal dominio della propria volontà

e di aderire alla volontà di Dio e a seguirlo portando la propria croce;

e l'impegno per la povertà al fine di essere liberati dalla schiavitù delle cose temporali.

Qui ci si propone di analizzare il significato e il valore dei consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza vissute nel mondo.

1.4.1. La castità vissuta nel mondo

La castità è un segno di consacrare se stesso in tutto il suo essere a Dio senza abbandonare il mondo e viene realizzato nell'offerta di se stessi alla persona di Cristo per condividere la sua vita e di partecipare più intimamente la mistica unione sponsale tra lui e la sua Chiesa ed esprimere la "dimensione escatologica"

Nella vita consacrata vivono qui sulla terra come figli della risurrezione.

La castità è segno trasparente di una totale auto-donazione; è l'essenza della propria consacrazione e come voto ha un posto centrale attorno al quale gli altri due voti derivano.

Un consacrato laico rinuncia all'amore matrimoniale, al fine di ingrandire la dimensione e capacità di amare, ossia la persona fa in modo di amare di più e di essere amico di tutti.

Per i membri degli Istituti secolari, il modo di vivere la castità non è stare insolitudine ma uno stare con gli altri, di ricerca degli altri al fine di dare loro l'amore di Cristo e si manifesta in un interno e esterno di atteggiamento di apertura, semplicità, di ottimismo, di gioia, di dinamismo, di prudenza, di sobrietà.

Per i laici consacrati, anche se la vita di verginità potrebbe essere difficile in relazione al contesto in cui vivono, permette loro una più piena realizzazione di se stessi e di una maggiore disponibilità al servizio degli altri.

La rinuncia della dimensione sessuale della vita non è una rinuncia alla vita di comunione con l'altro.

I laici consacrati vivono una vita di comunione tra i due, dove l' " altro " è Cristo e in lui tutta l'umanità.

Pertanto, vivono una vita di amore intenso ricco di frutti spirituali e più essi tengono stretto l'amore di Cristo, più essi trovano la forza per superare le tentazioni che potrebbero deviarli dall'amore di Dio.

I aici consacrati danno testimonianza al mondo che oltre la famiglia, possono aprirsi a tutto il mondo con la forza di chi li lega a sé per mezzo di un legame di un amore infinito.

I laici consacrati danno una luce particolare per la vita matrimoniale di coloro che vivono intorno a loro in cui matrimonio è visto nel mistero della creazione e della redenzione.

"Dando se stesso completamente alla Chiesa nella speranza che Cristo può donare se stesso alla Chiesa nella piena verità della vita eterna", il consacrato laico "tiene viva nella Chiesa la coscienza del mistero del matrimonio e lo difende da ogni riduzione e da ogni impoverimento."

La castità consacrata di un laico è una castità apostolica: essa è aperta, attenta e disponibile a tutti, in particolare di quelli abbandonati.

L'amore di Dio diventa amore per tutti.

Questa castità dice al mondo che è possibile amare senza auto interesse ed esaurimento e che è possibile dedicare con gioia a tutti senza essere vincolati a chiunque.

Purificato da Dio diventa più puro, più liberale, più esteso e universale più pronto per un rapporto fraterno che non provene da vincoli di sangue ma da Dio.

In questo modo, "la castità viene a essere un modello vivo di auto controllo, di vita nello spirito, tendenza che si protrae per tutto il tempo per le cose celesti e questo in un mondo che non ha nessun pensiero ma di per sé non tiene a freno i suoi istinti umani".

1.4.2. La povertà vissuta in tutto il mondo

La povertà è un segno di orientare ogni bene temporale per il regno di Dio in modo che l'uomo le condizioni di vita possono essere migliorate e che il mondo possa essere governato nella giustizia e nella santità.

Le cose temporali hanno valore fintanto che essi sono utilizzati per lo scopo di realizzare il progetto di Dio sull uomo e sulla creazione.

Tutte le realtà temporali: talenti, denaro, potenza, energia, cultura e altre merci sono valori di essere orientata a Dio per mezzo di Gesù Cristo per il beneficio di tutti senza cadere nella tentazione di idolizing loro o il loro utilizzo in un banale, egoistica e materiale semplicemente il modo e senza rovinare e sprecare loro.

Per quanto riguarda i beni temporali, per i consacrati laico, la povertà implica assumere le proprie responsabilità verso di loro senza conformarsi ad essi.

In virtù della povertà, i laici consacrati sono invitati verso un punto estremamente positivo rapporto con tutte le realtà create.

Essi sono chiamati ad essere liberi dalla cupidigia " con " e " in divenire."

La povertà ha un azione liberatrice che rende la persona più disponibile per il servizio.

Per i laici consacrati, la povertà implica la libertà interna; esso implica il radicalismo del loro orientamento verso Dio, la loro esclusiva ricerca di lui in ogni circostanza della vita di ogni giorno; un profondo distacco da sé che rende una persona capace di accettare con un cattivo spirito, i limiti come creatura; esso implica una continua attenzione per il Regno di Dio e di una continua attenzione per la giustizia e la liberazione dei fratelli e sorelle.

Esso significa anche porre la fiducia e la speranza solo in Dio, dal quale tutto proviene e sereno nel volto di incertezza e di insicurezza.

Ciò significa adempimento del proprio dovere con semplicità esclusivamente per la gloria di Dio e non cercano un riconoscimento per il proprio servizio.

I laici consacrati sono chiamati a contemplare la povertà di Gesù durante il suo ministero di salvezza, soprattutto nella croce.

Per quanto riguarda le cose materiali, che potrebbe non essere una povertà radicale come i laici consacrati, in ragione della condizione sociale in cui essi si trovano normalmente non rinunciare al possesso delle cose.

Per loro la povertà implica la facendo uso di un minimo possibile e di rinunciare al superfluo o inutili.

Conservazione, in linea di massima, il diritto di possedere le cose necessarie, essi sono chiamati ad avere un atteggiamento di essere solo gli amministratori di quello che possiedono; trattenere che nulla appartiene a loro ma è destinato a servire gli altri come pure un segno della carità e giustizia.

Pertanto essi sono chiamati anche a rinunciare a ciò che è necessario per lo scopo di condividere con gli altri.

Come tale la povertà significa essere attenti a ciò che è necessario per gli altri; esso implica la solidarietà soprattutto con i poveri e i bisognosi offrendo aiuto, solidarietà, comprensione, ecc e accettazione di una vita vissuta in comunione con loro.

Esso raggiunge la sua pienezza in queste parole della preghiera di Gesù al Padre: "Tutto ciò che è mio è tuo e di tutti avete è mia" e si pone se stesso nelle profondità della vita trinitaria.

Un atteggiamento di povertà implica anche l'accettazione e il rispetto di se stessi e del prossimo; riconoscendo i valori presenti in ogni uno.

Significa anche la volontà e la capacità di sviluppare e di utilizzare i propri talenti nelle attività di lavoro e nella edificazione del mondo per la società in generale e a evitare qualsiasi forma di carrierismo, per trasformare la responsabilità temporali in servizio per altri uomini.

Esso significa essere liberi da essendo condizionato da legami economici per una mobilità reale nella propria attività e come tale, per i laici consacrati, la povertà assume una forma particolare come l'accettazione di una situazione di insicurezza, precarietà e rischio.

1.4.3. Obbedienza vissute nel mondo

L'obbedienza è un segno di disponibilità verso Dio, aderendo a lui in modo tale da essere un docile strumento per lui nel dare un effettivo impulso alla storia umana verso il regno, cioè a collaborare per la realizzazione del progetto salvifico di Dio nella storia.

Lo spirito di obbedienza negli istituti secolari consiste in questo: che intendono la storia come la realizzazione di ogni persona sulla terra, istante dopo istante, in cammino verso il regno.

Per i laici consacrati, esso comporta apertura alle circostanze di vita per capire il significato; significa inserimento di se stessi nella storia dell'umanità e di accettare le norme di vita comune: "in famiglia, nel lavoro, nel sociale, civile e politico;

Ciò significa interrogare " segni dei tempi " o gli eventi del tempo e di essere attenti a ogni messaggio, di ogni vera novità di vita nel mondo e di rispondere secondo il disegno di Dio in vista del regno.

In altri termini si tratta di una ricerca di verità, di una ricerca per il progetto di Dio come Padre amorevole e la piena realizzazione della propria storia, immersi nella storia dell'umanità, in modo che dovrebbe essere, ossia secondo il progetto di Dio.

Così, l'obbedienza è di essere identificato con il pieno sviluppo e la salvezza della realtà creata.

Deep down, significa una risposta "sì" a Dio e all uomo tipo.

È un atto di fede e di umiltà.

Si tratta di una rinuncia all'individualismo - che propone il proprio progetti - ed è l'apertura del sé per lo sviluppo della realtà creata nel modo in cui Dio stesso aveva previsto per esso nella creazione di esso.

In questo senso, l'obbedienza implica soprattutto il rispetto per la realtà creata che dovrà essere rivelata in un attenta osservazione e la progressiva conoscenza della realtà creata.

Ciò significa anche nel rispetto della loro autonomia e di evitare ogni forma di abuso per altre estremità piuttosto che quella voluta da Dio.

I laici consacrati sono chiamati a realizzare questo tipo di obbedienza nella loro vita fino alla fine che il piano di Dio sarà realizzato nella storia.

Come membro di un determinato istituto, per un consacrato laico, Obbedienza significa in modo particolare, l'adesione al carisma dell'istituto come espressi nelle Costituzioni.

Essa si manifesta nella preghiera e nel dialogo con le persone nella responsabilità, e con gli altri colleghi.

Il consacrato laico, accettando di essere parte di un determinato istituto, accetta anche le persone nella responsabilità, eletti e nominati in base a determinate regole per un particolare servizio, con il loro particolare fragilità come esseri umani.

Pertanto è necessario accettare la mediazione di quelle in responsabilità.

A questo proposito, l'obbedienza implica la collaborazione e corresponsabilità basato sulla fiducia reciproca, di ascolto, di sincerità e di tutto ciò che è necessario per la realizzazione del piano di Dio per la mediazione dell'istituto.

D'altro canto, poiché gli Istituti secolari non hanno vita in comune, non vi è alcun contatto quotidiano o dipendenza diretta su quelli di responsabilità.

Così, una riflessione regolare e un intelligente studio delle Costituzioni e gli altri scritti dell'Istituto è indispensabile al fine di trovare la luce in essi per prendere una particolare decisione.

Infatti per i consacrati laico, è importante per costruire una forte personalità in grado di prendere posizione in ogni situazione della vita anche in uno dei più difficili con autonomia personale che implica un notevole grado di maturità nel discernimento e un notevole la santità di vita.

A questo proposito, il Papa Giovanni Paolo II, riferendosi ai membri degli Istituti Secolari ha dichiarato: "Si deve cercare, nella luce della fede, soluzioni adeguate per i problemi pratici che verranno di volta in volta; abbastanza spesso dovrete prendere il rischio di una soluzione che non è niente di più che probabile".

Come tale, l'obbedienza di un Consacrato laico è un'esperienza difficile da vivere.

Esso deve essere vissuto conciliare responsabilità personale con un tipo di dipendenza che è difficile da configurare con precisione ed in modo stabile:

esso richiede un discernimento continuo del proprio atteggiamento proprio al fine di fare ciò che è solo in armonia con il design di Dio;

essa esige un ascolto attento alla illuminazione dello Spirito Santo;

una fedele osservanza delle Costituzioni dell'Istituto;

una disposizione ad accettare le indicazioni e le direttive di quelli in responsabilità;

uno sforzo di dialogo perché ogni ricerca di verità è completata da altri.

Questo implica che i laici consacrati persona ha di essere una persona che ha acquisito una notevole sintesi di vita, in grado di armonizzare il naturale e il soprannaturale.

In questo caso, 'guida di un direttore spirituale" È inoltre indispensabile.

Obbedienza nella realizzazione del piano di Dio implica anche l'obbedienza alla Chiesa; una adesione spontanea per la Chiesa e i suoi pastori che esce di amore e che dà luogo ad un senso di iniziativa e di responsabilità personale nella Chiesa.

"diventa testimonianza di umile accettazione della mediazione della Chiesa e in generale della sapienza di Dio che disciplinano il mondo attraverso creato cause".

Per i consacrati laico, esso implica anche il dovere di sapere gli insegnamenti e gli orientamenti della Chiesa particolarmente per quanto riguarda la vita di consacrazione nel mondo, per quanto riguarda la realtà e i problemi degli uomini, la loro povertà e sofferenza, per quanto riguarda l'amore fraterno, ecc

1.5. Il carisma e la spiritualità degli Istituti Secolari

Il carisma fondamentale degli Istituti Secolari è la loro consacrazione secolare che consente ai membri di incarnare il messaggio evangelico nella storia della vita quotidiana, principalmente con la testimonianza della loro vita, permettendo loro di condurre il mondo verso Dio per l' esercizio delle leggi divine nascosto ma attivi in tutto il mondo; ad edificare il mondo immediatamente e direttamente a partire dall'esercizio delle giuste leggi della realtà terrena; per riconciliare il mondo con il regno di Dio; da una fermentazione o trasformare la presenza in un modo altamente mondo secolarizzato, cioè di consacrare il mondo intero a Dio in una forma di un lievito.

Il carisma degli Istituti Secolari ha una dimensione profetica che annuncia che è al di là di storia e di quella che è la meta ultima della storia, indicato dalla fede e non dalla storica, politica, economica o culturale strumenti.

Esso può essere visto come un segno della realizzazione del rapporto tra la Chiesa e il mondo rivelando e manifestando in modo nuovo la natura secolare della Chiesa e di illuminare la natura secolare del mondo.

Come ha affermato il Papa Paolo VI: "c'è una profonda, provvidenziale, inconfondibile link - si potrebbe dire - identificazione tra il carisma degli Istituti Secolari e […] la presenza della Chiesa nel mondo".

All'interno dell'unica vocazione di consacrazione secolare si trovano diversi doni, diverse chiamate e risposte diverse.

Così, ogni istituto secolare ha la propria fisionomia che deriva da uno specifico carisma che unisce i suoi membri e dà loro una spiritualità particolare.

Il carisma è fonte di identità vocazionale in due livelli: a livello personale e a livello comunitario.

Essa non è affidata ai singoli soci ma anche per l'istituto in generale, cioè, è un dono dello Spirito dato a tutti i membri dell'istituto secondo la misura della grazia di tutti e nessuno può possedere né è possibile comprendere pienamente.

Pertanto, è destinata ad essere condivisa, ad essere sviluppato e compiuto insieme con gli altri.

In quanto tale, non vi è una vera e propria interazione tra l'identità vocazionale di un dato istituto e l'identità vocazionale dei singoli membri, cioè la scoperta del carisma fondamentale dell istituto e il riconoscimento dell'identità dei singoli membri vanno mano nella mano.

È molto importante conservare il carisma originario di un dato istituto.

Come Papa Giovanni Paolo II ha affermato: Gli Istituti di Vita Consacrata sono quindi invitati a proporre un nuovo l'intraprendenza, l'inventiva e la santità dei fondatori e delle fondatrici come risposta ai segni dei tempi emergenti nel mondo di oggi.

Questo invito è innanzitutto un appello alla perseveranza nel cammino di santità in mezzo a difficoltà materiali e spirituali della vita quotidiana.

Ma è anche appello a ricercare la competenza nel proprio lavoro e a coltivare una fedeltà dinamica alla propria missione, adattandone le forme, quando è necessario alle nuove situazioni e ai diversi bisogni, in piena docilità all'ispirazione divina e al discernimento ecclesiale.

Ma tutti devono essere pienamente convinto che nella ricerca della conformazione sempre più piena al Signore sta la garanzia di ogni rinnovamento che intenda rimanere fedele all'ispirazione originaria.

Il carisma originario di un dato istituto è autentici criteri per una verifica continua e rinnovo dell'identità, di apostolato e di programma di formazione dell'istituto.

I soci hanno il dovere di sapere, discernere, conservare e sviluppare il carisma del proprio istituto.

La mancanza di fedeltà al carisma originario che rende i membri condividono l'esperienza di vita del fondatore potrebbe condurre progressivamente l'istituto a morire o a perdere la sua identità.

Tuttavia, carisma deve essere inteso in un senso dinamico; cresce ed è aperta a interpretazione alla luce dello Spirito in base al contesto storico con un continuo ritorno a quella originale per verifica.

I membri di Istituti secolari vivono il loro carisma fedelmente anche vivere la loro particolare spiritualità che ne deriva.

Profondamente la spiritualità dei laici consacrati consiste nel vivere una vita secondo lo Spirito nella comunione della Parola fatta carne nascosto nel mondo.

Anche se non è molto facile a tracciare le linee esatta della spiritualità di uno stato laicale, ci sono tre elementi che contraddistinguono la spiritualità dei membri degli Istituti Secolari: incarnazione, presenza e testimonianza.

La vocazione specifica dei laici consacrati nel rispetto ad altri cristiani laici consiste nella vita tra gli uomini con gli stessi diritti e doveri, con lo stesso personale e responsabilità professionale ma come consacrati per inventare, nella docilità allo Spirito e sempre nuovi modi di vita evangelica.

Concretamente esso è parte della spiritualità dei laici consacrati ad amare e coltivare i valori autentici del mondo con una partecipazione responsabile, con l'esercizio della professione secolare e vivere i consigli evangelici nello spirito delle beatitudini nella storica e ambiente sociale in cui si trovano.

Si tratta di un concreto della spiritualità della vita "le parabole del Regno di Dio".

Si tratta di una spiritualità del servizio o una spiritualità di una dedizione apostolica nel mondo e per il mondo, in fraterna solidarietà, per la costruzione di "del mondo della Gaudium et spes ".

Si può dire che si tratta di una "spiritualità della incarnazione' , Intrinsecamente legato alla teologia della realtà terrena, Tra i quali è altamente valorizzato "lavoro" mediante il quale il consacrato laico è chiamato a orientare le realtà temporali in un modo in cui il lavoro creativo di Dio si rivela nella loro.

Il Codice di Diritto Canonico parla della vita di preghiera in istituti secolari parte dal presupposto che l'esclusiva di momenti di preghiera sono indispensabili per i laici consacrati al fine di rispondere fedelmente alla vocazione propria di un solidale la consacrazione apostolica poiché l'azione apostolica che fluisce fuori dall unione con Dio è continuamente alimented e rinnovata nella preghiera.

A questo proposito, Card. Pironio nel suo messaggio al 2° Congresso Latino-americano di Istituti Secolari ha dichiarato che: 'Secular preghiera' non è facile, ma è indispensabile.

È il solo modo di vita di un membro di un istituto secolare: Dio deve essere la sorgente ininterrotta della vostra vita mentre tu segui la tua professione e il dolore di speranza dell'umanità.

È difficile, ma a volte si deve avere il coraggio di tagliare lontano da tutto ( in ordine per poi tornare al mondo ) e cercano un momento e un luogo per la preghiera.

La perseveranza nella preghiera consiste nel trovare adeguate volte ogni giorno, lunga o breve ma sempre, volte ricercato con amore e voleva a tutti i costi nella realtà e le circostanze della vita di ogni giorno.

Esso richiede un continuo e attento ascolto di Dio che è il punto di riferimento per ogni cosa;

dando un ampio spazio per l'Eucaristia come un amorevole e intimo contatto con Cristo che è la sorgente della forza per ogni azione;

una costante lettura della Scrittura come fonte di alimentazione per la ricerca di Dio e del suo progetto nella storia degli uomini e della propria storia;

una ricezione frequente del sacramento della penitenza come condizione necessaria per restare fedeli alla propria vocazione, come segno di una continua conversione e rinnovamento, un segno di un umile riconoscimento delle proprie debolezze e di fiducioso abbandono alla Misericordia di Dio che conduce a una rinnovata pace con Dio e con i fratelli, uomini;

trovare momenti di ritiro, di revisione e di rinnovare la vita e come tale per acquisire una maggiore intimità con Dio.

Da questa perseveranza, progressivamente, il mondo intero sarebbe diventato un luogo di preghiera per i consacrati laico, dove i valori e le tensioni del proprio tempo, le gioie e le fatiche, tutte le aspirazioni e gli sforzi sono condivise con e santificato da Cristo.

Si tratta di una vita che diventa preghiera, dalla presenza e dalla testimonianza; una vita trasformata in preghiera mediante la ragione di una costante unione con Dio.

Card. Pironio, nuovamente nel suo messaggio al 2° Congresso Latino-americano di Istituti Secolari, evidenzia questa dimensione contemplativa di Istituti secolari che indica: Al fine di interpretare in Dio le cose che si verificano nel mondo, per scoprire le angosce degli uomini e le esigenze di Dio, uno deve essere contemplativo.

Ciò significa che gli uomini e le donne di preghiera, che interrompere il ritmo del loro lavoro per ascoltare Dio; che, di volta in volta il coraggio di ritirarsi nel deserto per incontrarlo nella solitudine; che soprattutto sapere come creare nel loro intimo una profonda e immutabile area attiva di silenzio.

Vivendo nel mondo non fare silenzio impossibile.

"Tutto dipende da una interiorità che è pacificato e centrata su Dio.

Ciò che si oppone alla vero silenzio non è il rumore esterno, attività o parole; che cosa realmente si oppone il silenzio è il proprio essere costituito come centro."

D'altra parte, avendo momenti di solitudine non significa isolamento che potrebbero indicare l'egoismo, illusione, essendo chiusi in se stessi o il rifiuto di altri.

Esso indica di essere sola con Cristo per ascoltarlo e per essere più disponibili agli altri con serenità di cuore.

La spiritualità della incarnazione apre i laici consacrati in una profonda spiritualità mariana perché in Lei il Verbo si è fatto carne nel profoundness della sua fedeltà all'annunciazione e nella pienezza della sua fedeltà allo Spirito Santo.

È con lei che lavorano per la trasformazione degli uomini in tutto il mondo per la gloria di Dio.

È molto importante anche per i laici consacrati ad avere una spiritualità ecclesiale, vivendo in profoundness la comunione ecclesiale a livello locale e universale, perché è nella Chiesa e per la Chiesa che essi sono inviati al mondo nel nome di Cristo.

1.6. Dimensione ecclesiale degli Istituti Secolari

Una nota caratteristica degli Istituti Secolari è il loro inserimento vivace nella Chiesa; essi hanno piena disponibilità alle esigenze della Chiesa nello spirito di servizio.

Gli istituti secolari sono un dono dello Spirito Santo alla Chiesa intera.

Essi non sono nati esclusivamente come un risultato delle nuove esigenze pastorali ma sono nati prima di tutto come un risultato di una feconda comunione della Chiesa.

Essi sono un segno di vitalità della Chiesa intera aumentando la sua santità interna e di dinamismo apostolico.

La Chiesa, nell'unità essenziale della sua natura e missione, ha accolto con favore questo dono come un nuovo modo della sua presenza nel mondo.

Gli istituti secolari si manifesta in un profondo e concreto il rapporto tra la Chiesa e il mondo.

Essi manifestano l'armonia che esiste fra il naturale e il soprannaturale, tra l amore per il prossimo e di amore di Dio, tra la vita e la fede, tra preghiera e lavoro, tra il tempo e l'eternità.

Ogni membro di un Istituto Secolare è nella Chiesa e la Chiesa è presente in essi; e nella misura in cui essi vivono la loro consacrazione e radicalmente la loro secolarità fedelmente, essi diverranno un evidente e segno efficace della presenza evangelizzatrice della Chiesa in tutto il mondo.

Il Papa Paolo VI, riferendosi ai membri degli Istituti Secolari, ha dichiarato: Chiesa entra in lei come parte della coscienza la coscienza, che abbiamo appena state pensando

a. Esso diventa parte della vostra mente, una meditazione unintermittent, il vostro sensus Ecclesiae, il vostro "sentire della Chiesa".

Si trova dentro l'aria che il vostro spirito si respira.

[…] Non vi è uno che non deve mai mancare la qualità unica della vostra appartenenza alla Chiesa.

Per la tua vita speciale come consacrati secolari appartiene un abbonamento speciale della Chiesa.

Negli istituti secolari vi è un profondo senso ecclesiale della Chiesa si manifesta prima di tutto con la dimensione universale della vita e della missione dei membri.

È essenziale per i laici consacrati per andare al di là dei confini del proprio paese e assumere i dolori e le speranze dell umanità in generale; per "vivere permanentemente la passione del Corpo di Cristo - la Chiesa nel mondo';

Per avere un cuore veramente "universale e uno zelo missionario, non solo nel senso di rendere i nuovi membri e sparge fuori, ma nel senso di stabilizzazione di una nuova, specifica e originale presenza di Cristo risorto - la speranza dell'umanità.

Questa sensazione penetra la loro vita spirituale e della preghiera come indicato di seguito:

Questo senso ecclesiale assicura che la nostra preghiera avrà un profondamente umana e dimensione cosmica, che sarà rivolta verso gli uomini e la storia.

Una preghiera che illumina e incarna il dolore e la gioia dell'uomo e, dall'interno della storia, li offre al Padre.

Una preghiera che tende a trasformare il mondo "salvati nella speranza" ( cfr. Rm 8,24 ) e per accelerare la venuta finale del regno.

Il senso ecclesiale di Istituti secolari è espressa anche nella fedeltà dei membri alla Chiesa particolare o locale"

Nel caso in cui essi si trovano.

Ciò è essenziale perché è nella Chiesa locale che essi realizzano la loro missione specifica e in esse divengono concrete testimoni del Cristo risorto.

Come tale, è molto importante per loro di assumere le esigenze pastorali della Chiesa locale che vi invita a un maggiore amore per la Chiesa locale e in comunione con i vescovi e con i suoi pastori, camminando insieme con la comunità cristiana locale.

A questo proposito il Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato che: Gli istituti secolari devono comprendere e adottare le urgenze pastorali delle Chiese particolari e di incoraggiare i loro membri a vivere le speranze e le fatiche, i progetti e le preoccupazioni, le ricchezze spirituali e limitazioni con assidua partecipazione; in una parola, la comunione della loro Chiesa concreta.

Questo deve essere un punto di riflessione maggiore per gli istituti secolari, proprio come deve essere una preoccupazione per i pastori a riconoscere e a chiedere il loro contributo secondo la propria natura.

Infine, questo senso ecclesiale si manifesta nella profonda fedeltà di ogni membro per la propria identità come un consacrato laico.

L'apostolato o la missione di un membro di un istituto secolare, che analizzeremo qui di seguito, è sempre realizzato a partire da questa indefettibile fedeltà alla propria identità.

Qualsiasi deviazione dalla consacrazione e da la laicità dovrebbe cambiare radicalmente la propria vocazione e missione.

In questo caso è anche molto importante che i vescovi hanno chiare informazioni circa la natura della vocazione e missione dei laici consacrati e circa il loro carisma.

2. Apostolato degli Istituti Secolari

Negli istituti secolari, non solo non vi è più forma di apostolato a seconda della particolare vocazione e il carisma di ogni istituto ma normalmente anche i membri di un unico istituto concretizzare il loro apostolato particolare in modi diversi ed è molto difficile parlare di specifiche forme di apostolato.

Qui prenderemo in considerazione la natura comune dell' apostolato degli Istituti Secolari come un apostolato fondato sulla consacrazione e su una autentica laicità e come un apostolato che deve essere effettuata in segreto e in un senso ampio ci si muoverà le principali forme di apostolato degli Istituti Secolari come apostolato di santità personale e di apostolato di professione, e descrivono il loro apostolato nelle opere apostoliche della Chiesa.

2.1. Apostolato fondato sulla Consacrazione

I membri di un istituto secolare, secondo la loro vocazione, sono chiamati a vivere l'apostolato comune a tutti i fedeli laici.

Tuttavia il loro apostolato è anche di essere distinto dal generale di apostolato dei laici per il fatto che essa è solidamente fondata sulla consacrazione.

In effetti, come il Codice di Diritto Canonico stabilisce "membri di tali istituti esprimono e di esercitare la loro consacrazione nella attività apostolica."

Così, la loro attività apostolica deriva da ed è espressione della consacrazione che le radici della loro vita in Cristo, e più la vita interiore è radicata in Cristo il più fecondo è l'apostolato e diventa inestinguibili.

Per quanto riguarda il concetto di apostolato, la questione fondamentale non risiede su ciò che si deve fare ma su ciò che si dovrebbe essere in esecuzione l'apostolato.

Ciò significa che negli Istituti Secolari la questione di apostolato è di più circa il modo di essere piuttosto che facendo.

Esso significa essere un apostolo di Cristo nel mondo, vivendo pienamente in lui fino a quando il suo amore dentro di sé inizia a defluire verso gli altri.

Così, non è qualcosa di esterno ma qualcosa che si espande di avvio dall'interno e singole persone non diventare apostoli solo perché essi decidono di dedicare tutta la loro vita per la diffusione della dottrina di Cristo o decidere di difendere la Chiesa da tutti coloro che sono contro di esso, etc, piuttosto diventare apostoli in quanto essi donarsi per amore da cui tutte le opere di flusso.

In quanto tali i membri di un Istituto Secolare sono chiamati a "animare la loro vita con la carità e la misura della capacità di ciascun dare concreta espressione in opere."

L'apostolato dei membri di un Istituto Secolare è soprattutto un ' apostolato di presenza ' - un ' presenza di trasformazione '.

Essa implica un intensamente la presenza cristiana tra gli altri seguendo l esempio di Gesù, il Verbo di Dio fatto uomo, che ha vissuto tra gli uomini nella società umana.

I membri di un Istituto Secolare sono chiamati a trasmettere l amore e il messaggio di Cristo agli altri soprattutto attraverso la testimonianza di vita - apostolato di testimonianza.

Il loro apostolato abbraccia tutta la vita e che ha una dimensione universale che abbraccia tutti gli uomini specialmente a quanti sono nel bisogno.

Il documento Primo Feliciter membri: Tutta la vita di un membro di un Istituto Secolare, sacro a Dio con la professione della perfezione, deve diventare un apostolato in modo continuo e santo, con tale sincerità della mente, l'unione interiore con Dio, generosa abnegazione e coraggio abnegazione, tale amore delle anime, come a nutrire, incessantemente di rinnovare e verso l'esterno a esprimere la realtà spirituale all'interno.

Questo apostolato di tutta la vita è così profondamente e sinceramente vissuta negli Istituti Secolari […].

È quindi molto importante per i laici consacrati a coltivare, per mezzo della loro consacrazione con consigli evangelici, una profonda vita interiore di unione con Dio in modo che la loro vita apostolica sarebbe venuto fuori come un frutto della loro trasformazione in Dio.

Tuttavia, essi hanno anche di vivere pienamente immersi nel mondo.

Qui, è molto importante ricordare il caso di "trasfigurazione di Cristo".

In questo evento soprannaturale, gli apostoli erano totalmente trasformato e totalmente immerso in essa che volevano restare lì - espresso da Pietro - di continuare a contemplare l'evento.

Essi hanno tuttavia avuto per andare di nuovo verso il basso per il normale ambiente di adempiere la loro missione fra il popolo.

Allo stesso modo la vita di apostolato dei laici consacrati devono essere preceduti e continuamente alimentata da questo evento di trasformazione in Dio, ma hanno anche di essere pienamente presente agli eventi del mondo.

2.2. Natura secolare di apostolato

L'apostolato degli Istituti secolari non è solo qualcosa che accade nel mondo, ma si potrebbe quasi essere detto di crescere al di fuori del mondo: la sua esistenza è in professioni e attività, forme, i luoghi e le circostanze di natura secolare."

L'espressione 'in saeculo e ex saeculo ' significa non solo il fatto che i membri di vivere nel mondo, ma anche il fatto che utilizzano gli strumenti del mondo al fine di evangelizzare, ossia per dare, per mezzo di essi la loro testimonianza della verità in modo che gli uomini potessero conoscere dal di dentro le proprie attività.

Evangelii Nuntiandi membri: Il loro compito primario e immediato […] è la messa in atto di tutte le possibilità cristiane ed evangeliche nascoste, ma già presenti e operanti nelle realtà del mondo.

Loro il campo proprio della loro attività evangelizzatrice è il mondo vasto e complicato della politica, della società e dell economia, ma anche il mondo della cultura, delle scienze e delle arti, della vita internazionale e dei mass media.

Ogni forma di individuali o collettivi di apostolato degli Istituti Secolari devono essere caratterizzato dal fatto che la laicità - tenendo in considerazione il corretto significato del termine.

La laicità implica necessariamente una presenza attiva in tutto il mondo, un'assunzione di responsabilità a vari livelli, per il riordinamento di ogni realtà temporale nel mondo in conformità con il disegno di Dio.

Per quanto riguarda gli istituti secolari, non può essere chiamato il "ecular' uno che vive nel mondo in modo passivo, cioè colui che non si assume la responsabilità per quanto riguarda il mondo vivente o accettare un tale presenza responsabile con l'unico fine di evangelizzazione, facendo uso della vita in tutto il mondo come strumento per il raggiungimento di questo fine.

Uno è 'secular' nel pieno senso come lungo come il lavoro per la salvezza del mondo caratterizza tutto l'essere, l'esistenza e attività nel mondo.

"Il nostro tempo è uno dei grandi rivolgimenti culturali e sociali", e "il mondo contemporaneo appare particolarmente sensibile alla testimonianza di chi sa assumersi con coraggio il rischio e la responsabilità del discernimento epocale e del progetto di edificazione di un'umanità nuova e più giusta".

Oggi, tanto quanto il nuovo programma di evangelizzazione della Chiesa è interessato, le profonde trasformazioni culturali e sociali spesso creano ostacoli piuttosto che promuovere questa attività.

I membri degli Istituti Secolari, consapevole di queste sfide, sono chiamati ad affrontare la loro perché "Lo Spirito Santo ha concesso loro la grazia di essere più radicalmente conformato a Gesù il cammino da lui percorso per riconciliare l'uomo con Dio, per abbattere i muri di inimicizia ( cfr. Eb 2,14 ) e di creare la nuova umanità."

Come tali: Gli istituti secolari è chiesto di fare loro una straordinaria partecipazione a testimoniare la novità del Vangelo.

[…] i nuovi metodi sono anche necessarie per comunicare la novità del Vangelo per il mondo.

Verso un tale fine i membri degli Istituti Secolari devono essere aperti a nuove forme di comunicazione che vengono loro offerti dai progressi della tecnologia.

Tuttavia essi non devono dimenticare che la comunicazione deve essere adattata anche la novità che esso è chiamato a diffondere

l. Oggi nel nostro mondo vi è una rapida diffusione di forme di espressioni religiose il tentativo di rispondere al desiderio di comunione con Dio, alla ricerca della verità ultima su di lui e sul destino dell'umanità.

Tuttavia in molti casi queste esperienze sono totalmente avulso dalla realtà e dalla dalla concreta storia dell'umanità e implicano un ambiguo concetto di Dio lontano da quella offerta dalla Rivelazione.

D'altro canto, c'è un falso concetto di laicità nel quale Dio non ha nulla a che fare nella storia umana, e in cui il rapporto con lui è considerato soggettivo che può essere tollerato in quanto essa non pretende di avere alcuna influenza sulla cultura e sulla società.

In questo caso il grande apostolato dei membri degli Istituti secolari - un apostolato che deriva dalla loro natura della secolarità consacrata - è di conciliare questo conflitto e di portare una nuova sintesi tra l'iniziativa di Dio e la nostalgia della creazione, tra la fede e la vita secolare, tra il Vangelo e la storia dell'uomo.

Per il fatto stesso che i membri degli Istituti Secolari sono i laici possono partecipare a ogni forma di apostolato secondo la loro inclinazione e competenza, in genere prendono l'iniziativa personale e di responsabilità.

Come Apostolicam Actuositatem membri: I laici dovrebbero prendere su di sé come loro compito caratteristico di questo rinnovamento dell ordine temporale.

Guidati dalla luce del Vangelo e dal pensiero della Chiesa e mossi dalla carità cristiana, essi dovrebbero agire in questo dominio in modo diretto e nel loro proprio modo specifico.

Come cittadini tra cittadini devono portare per la loro cooperazione con gli altri la propria specifica competenza, e agiscono sotto la propria responsabilità; ovunque e sempre che essi hanno di cercare la giustizia del Regno di Dio.

L'ordine temporale deve essere rinnovato in modo che mentre i suoi principi siano pienamente rispettati, è armonizzato con i principi della vita cristiana e adattato alle diverse condizioni dei tempi, dei luoghi e dei popoli.

Tra i compiti di questo apostolato cristiano azione sociale è preminente.

Il Consiglio desidera vedere esteso oggi in ogni settore della vita, non dimenticando la sfera culturale.

D'altro canto, ci sono molti Istituti Secolari i cui membri sono specializzati in una particolare forma di apostolato.

Come nel caso dei catechisti' unione di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata , i membri specializzati nell'apostolato catechetico che deve essere considerato molto prezioso, ma è importante che il carattere secolare dà un tono univoco per il loro apostolato in questo campo.

Per esempio, come laici, hanno bisogno di manifestare una capacità unica nello svolgimento di questa attività catechetica in vari luoghi e circostanze del mondo dove tale apostolato sembra essere particolarmente importante.

Molti Istituti Secolari, come nel caso dei catechisti' unione di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata , hanno collettivo attività apostolica, ossia il corretto opere apostoliche legata al carisma proprio dell'Istituto dato dal fondatore.

Questo è il motivo principale per la pluralità apostolica negli Istituti Secolari.

In questo caso è molto importante per gli Istituti secolari a essere attenti a mantenere il carattere secolare dei loro membri.

Il primario impegno dei membri degli Istituti Secolari è quella di effettuare la responsabilità secolare legata con una testimonianza di vita fra le altre persone.

Se queste opere apostoliche di un determinato istituto causerebbe ai membri di lasciare in disparte o sminuire il vero senso della loro secolarità, quindi questo Istituto sarebbe un Istituto Secolare solo di nome ma in realtà non sarebbe.

2.3. Apostolato nascosto

I membri di un istituto secolare, in particolare per quanto riguarda il loro apostolato, hanno bisogno di 'secrecy'.

Tuttavia è molto importante capire questo concetto di 'secrecy' ( riserbo ) correttamente.

Ciò non significa che i membri hanno di ingannare gli altri per quanto riguarda le loro condizioni di vita ma indica la scelta fatta che la condizione di essere consacrata manifesta più da fatti di vita piuttosto che da canonica o giuridica delle dichiarazioni.

Non è quindi una questione nel raccontare la propria identità o non, ma mette in evidenza il fatto che la condizione di vita può essere riconosciuto da altri senza la persona avente a raccontarlo - pur in occasioni di necessità uno ha per scoprirlo.

Allo stesso tempo è una chiamata per i membri di esaminare se il loro modo di essere e di fare corrisponde alla loro consacrazione, invitandoli a essere e a diventare ciò di cui hanno bisogno per essere indipendentemente dal fatto che la loro scelta di vita che può essere conosciuto, che appaiono uguali in tutto - in quanto attività umana - con quelli tra i quali essi vivono e lavorano.

Esso implica un atteggiamento e un modo di vivere la propria identità, uno stile che rispetta i valori specifici della laicità.

Esso implica una testimonianza silenziosa presenza, e come tale il significato profondo del concetto di "ecrecy' è vita interiore - la perla preziosa della propria intimità con Cristo.

Un tale tesoro deve essere conservata e nutriti con un senso di "servire" che agisce silenziosamente, comunicante stesso silenziosamente a tutti coloro che sono intorno a.

Tuttavia, talvolta, spinto da un gioioso entusiasmo o sentire il bisogno di conferma o per testimoniare, si potrebbe sentire il bisogno di comunicare con le parole.

Qui il concetto di "ecrecy' può essere correttamente interpretato come 'discretion'.

La presenza silenziosa è allo stesso tempo una presenza che dialoga - in modo esplicito - quando il momento o la situazione offre un'opportunità.

Come tale la 'secrecy' ( riserbo ) diventa profetizza: una chiamata a diventare segni di Dio nel mondo, segni di amore e di speranza, interpretare e comunicare la volontà divina, soprattutto dalla vita ma anche dalle parole.

Questo è il senso costruttivo di 'riserbo': silent umile presenza - al lavoro ma senza frutti immediati, dare a tutti ma senza riconoscimento o privilegio.

Questo stile ha le sue radici nella vita di Gesù e di Maria.

Gesù è il Salvatore e il Redentore ma non era né un prete né un rabbino, egli era di vivere come le altre persone che condividono in tutta la realtà umana della sua società.

Nel cammino di Emmaus, con i due discepoli Egli era molto riservato nel rivelare se stesso, che ha fatto solo da spiegando le Scritture e spezza il pane.

D'altro canto, Gesù non nega che egli era Figlio di Dio ma lo ha fatto per la realizzazione di un elemento di fraternità universale, un segno del suo legame con l'umanità in modo che ogni persona potesse accogliere Dio come Padre.

Lo stesso è stato con la vita di Maria, che hanno collaborato per la redenzione del mondo intero ma vivere come qualsiasi altra donna nella sua società, pur conservando il grande mistero del Figlio; non e stata tuttavia scrupolosa nel rivelare per il bene degli altri come a Cana.

Questo 'nascosti' apostolato degli Istituti Secolari è realizzato in due modi principali che diventano note caratteristiche, non nel senso sostanziale ma in proposito la circostanza in cui gli Istituti Secolari attualizzare la loro finalità.

Questi sono l'apostolato di santità personale e di apostolato di professione.

2.4. Apostolato della santità personale

Ogni cristiano è chiamato alla santità e un modo per realizzare questa chiamata è il modo di vivere i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza.

Entrambi i religiosi e i membri degli Istituti Secolari vivere i consigli evangelici mediante voti; tuttavia per qualcuno che vive nel convento i consigli evangelici sono mezzi per attualizzare e difendendo la vita di perfezione, mentre per qualcuno che vive nel mondo e tra gli altri i consigli evangelici anche diventare armi formidabili per l'apostolato.

Pertanto, per i membri degli Istituti Secolari il primo apostolato è quella di esercizio dei consigli evangelici: può essere detto l'apostolato della castità, povertà e obbedienza.

Non importa che questi voti sono privati e nascosta, ciò che è importante è che la loro luce irradia nella vita ordinaria.

Il mondo è in grado di vedere che la negazione di una corretta dei diritti umani per quanto riguarda il corpo, beni temporali e libertà personale non è puramente umano ma un atto sostenuta da qualcosa al di là.

Il documento Apostolicam Actuositatem membri: "una speciale forma di apostolato individuale è la testimonianza di tutta una vita laicale rilascio dalla fede, la speranza e la carità; è un segno molto in armonia con i nostri tempi e una manifestazione di Cristo vivente nei suoi fedeli."

Nella situazione concreta del nostro tempo, la vita di castità, povertà e obbedienza ha molto da dire al mondo.

Oggi, ci sono un sacco di uso egoistico della sessualità, di solito non considerando la finalità indicata da Dio ma che mira solo alla soddisfazione individuale per la ricerca della non-equilibrata di piacere.

Ci è così tanto di ambizione per possedere, solitamente non prende in considerazione il valore temporaneo di ricchezza e di potere e la loro finalità di servizio fraterno.

Ci sono anche un sacco di abusi in materia di libertà individuale, di solito non rispettando la libertà degli altri e ci sono molti avvenimenti in cui gli individui non è in grado di fermare la loro di fare ciò che vogliono e farlo ad ogni costo anche togliendo la vita di un'altra.

Naturalmente, una testimonianza di vita di chi vive in castità con serenità e gioia, in semplicità e umiltà di carattere, di aprirsi verso gli altri senza riserve in un abbandono totale a Dio e alla sua grazia, è una potente forma di apostolato.

Lo stesso è vero con la vita di povertà.

La testimonianza data da una persona che può gravemente il controllo di utilizzare il proprio reali esigenze senza ricerca di materie prime e per che cosa è extra, in totale distacco dalle cose temporali, è una silenziosa forma di apostolato.

L'obbedienza è anche un'altra straordinaria forma di apostolato quando uno dà un buon esempio del modo di relazionarsi con tutte le legittime autorità, sia per quanto riguarda la Chiesa e la società civile, per quanto riguarda l'Istituto Secolare dove uno appartiene, e anche nei confronti dei compagni di uomini in famiglia o di lavoro, come espressione di un voto dato a un potere soprannaturale.

Tutto è un' espressione della dedizione di della propria auto per la gloria di Dio e di una partecipazione all'azione salvifica della Chiesa e alla diffusione del Regno di Dio.

2.5. Apostolato della professione

Il campo professionale è il mezzo principale tramite cui un consacrato laico concretizza uno di apostolato.

Questo richiede prima di tutto una ferma convinzione del valore umano e cristiano del lavoro.

Gaudium et Spes afferma: Individuale e Collettivo di attività, che sforzo monumentale dell'uomo attraverso i secoli per migliorare la situazione del mondo, non presenta alcun problema per i credenti: considerata in se stessa, essa corrisponde al disegno di Dio.

L'uomo è stato creato a immagine di Dio e fu ordinato di conquistare la terra con tutto quello che essa contiene, e di governare il mondo nella giustizia e nella santità: egli è stato quello di riconoscere Dio come creatore di tutte le cose e di correlare stesso e la totalità della creazione per lui, in modo che attraverso il dominio di tutte le cose da uomo il nome di Dio sarebbe maestoso in tutta la terra.

Questo vale anche per il nostro lavoro quotidiano.

Quando uomini e donne offrono per se stessi e per le loro famiglie in modo tale da essere a servizio della comunità come pure, essi possono giustamente guarda il loro lavoro come un prolungamento del lavoro del creatore, un servizio per i loro colleghi uomini, e il loro personale contributo al compimento della storia del piano divino.

Lungi dal considerare le conquiste dell'uomo il genio e coraggio in contrapposizione alla potenza di Dio come se egli impostare se stesso come un rivale al Creatore, i cristiani devono essere convinti che i successi della razza umana sono un segno della grandezza di Dio e il compimento del suo misterioso disegno.

I laici consacrati nel campo professionale hanno un particolare dovere di affermare e far conoscere questa visione cristiana del lavoro, della ricerca scientifica e tecnologica e di guidarlo verso il bene degli individui e della società con la testimonianza delle proprie azioni.

Oggi più che mai, la missione dei laici consacrati nel campo professionale è quello di orientare i frutti del lavoro e le conquiste della scienza e della tecnologia verso un ordine sociale che garantisce la giustizia e la libertà per tutti.

I laici consacrati hanno per dedicarsi a evitare e correggere deviazioni sia nell'uso di mezzi e in applicazione dei risultati dei progressi in modo che non provoca alcun danno alla vita umana.

Che cosa è importante non è la qualità della professione ma vera dedizione, la fedeltà e il buon esempio in che cosa mai professione si potrebbe trovare se stessi.

L'apostolato della professione è duplice.

Il primo è legato con i doveri di giustizia e consiste nell'esercizio della professione in un modo perfetto per quanto riguarda le caratteristiche fisiche e intellettuali Consenti.

Se il consacrato laico, vuole aprire il mondo della scienza e della tecnologia per l'azione della Chiesa, prima di tutto deve essere un cittadino esemplare in questo mondo della scienza e della tecnologia, perché solo in questo modo può essere una testimonianza per essere efficace per aprire la strada alla profonda e una presenza attiva di Dio nella storia umana.

Il secondo aspetto dell apostolato di professione è legato con i doveri della carità e consiste nell aiutare i compagni, condividendo con loro le gioie e le sofferenze, le esigenze, le speranze della vita di ogni giorno.

In un modo simile, il Papa Giovanni Paolo II presenta questo duplice apostolato della professione come segue: Appare sempre più evidente che la missione del cristiano nel mondo non può essere ridotto a un puro e semplice esempio di onestà, competenza e fedeltà al dovere.

Tutto questo è il presupposto.

Si tratta di una questione di mettere su la mente di Gesù Cristo per essere segni del suo amore nel mondo.

Questo è il senso e lo scopo di autentica secolarità cristiana, e quindi lo scopo e il valore della consacrazione cristiana vissuta negli Istituti secolari.

In base alle proprie inclinazioni e competenza i laici consacrati può anche impegnarsi nell esercizio dell autorità nel contesto socio-politico, dedicandosi in modo completamente disinteressato servizio della società in amministrazione dei beni comuni, nella promozione della giustizia e della pace.

La Gaudium et Spes afferma che: "La Chiesa loda e apprezza quelli che si dedicano al bene pubblico per il servizio degli uomini e prendere su di sé il fardello del pubblico ufficio."

I laici consacrati sono chiamati a difendere i diritti umani in modo critico e con coraggio ma in un obiettivo e senso costruttivo, sostenendo i loro critici mediante la testimonianza di vita e da una disponibilità ad impegnarsi nel miglioramento della situazione.

Anche se non esclusivamente, per la maggior parte l'apostolato della professione è indiretto nel senso che non mirano direttamente a anime ma all'attività temporali stessi.

Ciò non significa tuttavia che i laici consacrati non si dedicano a un apostolato diretto.

Prima di tutto ciò che essi fanno nel lavoro professionale, in quanto essi fanno uniti con la Chiesa in uno spirito di servizio, ha un grande significato per la vita della Chiesa perché è per mezzo di loro che la Chiesa compie la sua missione di ri-ordinare le realtà temporali secondo il progetto di Dio.

E poi, anche se le attività professionali occupano la maggior parte del loro tempo, ancora i laici consacrati a mantenere la propria funzione nelle strutture della Chiesa.

2.6. Apostolato nelle opere apostoliche della Chiesa

La Chiesa come il depositario di tutti i mandati di apostolica è sempre impegnata con opere apostoliche che direttamente o indirettamente aiutano nel compimento della sua missione.

Lo Spirito Santo continua sempre a portare avanti tali opere di apostolato in risposta alle esigenze di un particolare momento.

Molti Ordini e Congregazioni religiose di vita attiva si sono impegnate in diverse opere apostoliche nel corso dei secoli.

È anche vero che molti istituti secolari venuti in esistenza attorno ad una determinata opera di apostolato.

Tuttavia, anche se i documenti della Chiesa non danno indicazioni esplicite in proposito, normalmente, gli Istituti secolari non sono richiesti per avere una corretta opere apostoliche, piuttosto non è consigliabile per loro; più consigliabile è che si impegnano nelle opere apostoliche della Chiesa.

Come è già stato accennato, il motivo è che in quanto essi cominciano ad avere le proprie opere apostoliche, vi è il rischio di diminuire la loro qualità essenziale della laicità e di diminuire la loro efficacia nella penetrazione sociale.

Questo non significa che gli Istituti Secolari devono escludere qualsiasi lavoro apostolico dei loro propri o dovrebbe andare invadendo opere apostoliche di altri - che esse effettivamente hanno un territorio vasto come l'attività umana in sé - ma significa conservare la propria fisionomia come gli Istituti Secolari in quanto, come si è mostrato prima, essi sono chiamati a lavorare non solo in saeculo - come questo è fatto anche per gli ordini e le congregazioni religiose di vita attiva - ma ex saeculo , cioè dal mondo, mediante comuni a tutto il mondo.

Pertanto la missione primaria degli istituti secolari non è quella di avere il corretto opere apostoliche ma che per la formazione di uomini e donne secondo la fisionomia particolare di ciascun istituto data dalle sue Costituzioni, per tutti i tipi di servizi in chiesa, ossia preparare i membri di un servizio esclusivo della chiesa.

Le opere della chiesa sono molti e sempre andare su moltiplicando nello sforzo di viaggiare in modo efficace a fianco di ogni progresso umano.

E gli Istituti secolari da non aver corretto le opere di apostolato rimangono aperti e pronti al servizio di tutta la Chiesa.

Questo aspetto è compatibile con la professione dei membri in tutto il mondo, con la loro relativa apostolato e con il loro carattere secolare di lasciare un ampio spazio per l'iniziativa personale dei membri.

Mentre se un istituto secolare è di avere le proprie opere di apostolato, una necessità può derivare che il 'superiors' proporre ai membri di assumere una determinata attività e la dipendenza da 'superiors' potrebbe essere inevitabile e potrebbe essere non più come un istituto secolare ma più simili ad una congregazione religiosa.

Per quanto riguarda il mandato missionario della Chiesa, gli Istituti Secolari possono essere portatori di un nuovo modo di attuare la Buona Novella in cui esso non ha ancora raggiunto - un modo costituito principalmente e soprattutto da una vita vissuta nel servizio.

A riguardo di questa dimensione missionaria degli Istituti secolari, il Concilio Vaticano II afferma che "il loro lavoro, sotto l'autorità del vescovo, può essere feconda in molti modi per le missioni soprattutto come un esempio di dedizione totale alla evangelizzazione del mondo".

Nel senso tecnico del termine, alcuni Istituti Secolari sono qualificati come missionario, ossia i loro membri sono pronti a lasciare il proprio paese per andare in altri territori per motivi di evangelizzazione.

Altri, pur non definente la loro vocazione in questo senso, sono aperti anche a questo mandato missionario della Chiesa.

I membri degli Istituti Secolari nei paesi più sviluppati possono inoltre collaborano per lo sviluppo generale dei paesi poveri.

Come in altri aspetti della testimonianza laica, anche qui i membri, in virtù della loro consacrazione, si dedicano in meno confortevoli le situazioni che richiedono un notevole sforzo di adattamento, non solo in senso fisico ma anche in virtù di una vita totalmente dedicata a Dio, a far si che la presenza di una testimonianza di una totalmente disinteressato e disponibilità, cioè una presenza non legati a partiti politici o interessi economici, ma offerti per un servizio sincero, sostenuto da un amore che non cerca altro per sé.

A questo proposito i membri degli Istituti secolari hanno bisogno anche di "collaborare con altri cristiani e con i non cristiani e in particolare con i membri delle associazioni internazionali, tenendo sempre presente che "la struttura Della città terrena deve essere fondata sul Signore e rivolta a lui.'"

2.7. Apostolato dei sacerdoti appartenenti ad un istituto secolare

Per quanto riguarda gli istituti secolari di sacerdoti la questione di apostolato è presentato in un modo molto diverso dagli altri istituti secolari di membri laici.

Per i sacerdoti il sacramento dell'ordinazione già conferisce una specifica missione fra il popolo di Dio.

E se i sacerdoti devono essere impegnati nella diocesi o inter-uffici diocesani, questa missione è di essere conferiti esclusivamente dall'autorità ecclesiastica e l'istituto non interferire in materia.

Il compito dell'Istituto è limitato ad aiutare i sacerdoti, in vista di una vita apostolica, nella comunione di Cristo attraverso la professione dei consigli evangelici in modo che con la forza della castità consacrata possono aprirsi all universale carità apostolica; dalla povertà può guidare il popolo loro affidato con piena libertà di cuore; e dall'obbedienza può essere più docili alla missione che hanno ricevuto.

I sacerdoti partecipano all'attività dell'Istituto, cioè in assembly, incontri, ritiri, ecc.

Ma questa partecipazione è sempre subordinata al loro ministero sacerdotale ed è orientata verso di essa, e l'Istituto non pone alcuna forma di pressione.

In questo senso si può affermare che la consacrazione mediante la professione dei consigli evangelici in un Istituto Secolare è al servizio della consacrazione sacerdotale dei membri; è un atto che esprime la volontà di dare il massimo impegno per soddisfare le esigenze di ordinazione.

Pertanto, l'appartenenza dei sacerdoti a un determinato istituto secolare non è un ulteriore impegno laterali che potrebbero distanti i sacerdoti dal loro ministero sacerdotale ma è un rinforzo del ministero stesso e della collaborazione di sacerdoti nella pastorale e missionaria della diocesi.

Infatti nel messaggio del Card. Antoniutti al 1° Congresso Internazionale degli Istituti Secolari si legge: I membri sono insegnato che non solo sono uniti con il Vescovo con il vincolo della loro ordinazione promessa ma anche da un secondo vincolo di obbedienza derivanti dalla qualità di membro di un Istituto Secolare.

In queste disposizioni costituzionali troviamo ha affermato in tante parole che in tutte le attività pastorali membri lavorano in totale ed esclusiva dipendenza del Vescovo: egli può metterli dove egli sceglie e li nomina a qualsiasi posto, e si impegnano ad essere pronti e disponibili per impieghi che richiedono il più alto grado di fedeltà e di impegno.

Per i sacerdoti membri di un Istituto Secolare 'secularity' non consiste nell'esercizio di una professione temporale, anche se questa operazione non è inoltre da escludere.

I sacerdoti, a differenza del lay-consacrata, - anche se ci sono eccezioni - non esercitano i loro compiti e la loro responsabilità nei confronti del mondo con una diretta e immediata azione in ordine temporale, ma attraverso il loro servizio ministeriale e della loro missione di educatori nella fede.

Per loro, la laicità consiste nella presenza attiva nel mondo hanno vissuto nella luce del Vangelo; significa non essendo separati da uomini, condividendo la vita della gente ovunque essi sono inviati, essendo vicino a loro nella gioia e nella sofferenza, sapendo che i loro bisogni spirituali e materiali, e quindi incontrando loro sempre nella totalità della loro vita e problemi.

3. Formazione negli Istituti Secolari

I membri di un Istituto Secolare per realizzare il loro apostolato in modo più efficace la necessità di ottenere una corretta formazione che si adatta la loro vocazione e la loro missione.

Il processo di formazione negli Istituti Secolari è molto difficile in quanto richiede un continuo sforzo di unificazione di consacrazione e di vita secolare, che spiega anche il motivo per cui deve essere molto seria e molto realistico.

È anche strettamente dipendente dalla condizione di vita dei membri che di solito hanno altri impegni di vita.

Per questo motivo può essere lento e può coinvolgere un periodo molto lungo.

Prendendo in considerazione il rapporto di formazione con l'apostolato dei membri, alcune indicazioni possono essere prese in considerazione in: prerequisiti per l'ammissione, le caratteristiche di base e gli aspetti particolari di formazione, periodi, formatori e formazione di pianificazione, metodi e mezzi di formazione.

3.1. Requisiti di ingresso

Le persone che devono essere ammessi in un Istituto Secolare necessità di manifestare una vera ricerca di perfezione cristiana in un impegno di fedeltà, attratti da vivere in intimità con Cristo e a un apostolato nel mondo.

Essi hanno bisogno di manifestare una volontà di dedicarsi a una presenza permanente nel mondo, come un atto essenziale della loro vocazione, in un profondo rispetto per i valori umani che si trovano in esso, allo scopo di servire la Chiesa in questo modo.

Ma nulla impedisce a un istituto secolare da ammettere i giovani candidati che sono ancora studenti, di solito è preferibile se le persone hanno già acquisito una certa professione.

Il motivo è che la formazione ha luogo in la reale situazione di vita prendendo in considerazione le sue esigenze e difficoltà e sarà più efficace quando essa avviene con i candidati che sono già inseriti in una vita professionale dove il loro apostolato è di prendere posto in modo sostanziale.

Questo indica anche il fatto che la persona per essere ammesso deve avere una certa età di maturità - di solito un età più avanzata rispetto a quella necessaria in comunità religiose - necessario per condurre una vita propria: psicologico, intellettuale, affettiva e la maturità spirituale.

Una volta che la presenza degli elementi essenziali della vocazione è confermata - in quanto la capacità umana consente - la persona è quello di essere ammesso nel processo della formazione in vista di una preparazione per la consacrazione.

3.2. Caratteristiche di base della formazione

In un dato istituto vi è un aspetto comune della vocazione dei parlamentari e nel processo di formazione, non vi sono elementi di contenuto e di metodo che sono condivise da tutti.

Tuttavia il fatto che la vocazione è una chiamata personale richiede che il processo di formazione in primo luogo essere personale.

Essa dovrebbe essere attivamente voluta e assunta dalla persona che dovrebbe assumere la responsabilità di un impegno continuo a crescere nella luce di Dio.

Formazione ricevuta passivamente non sarebbe effettiva.

La formazione dovrebbe prendere in considerazione la personalità delle singole persone in tutti i loro doni e limitazioni, come pure la loro concreta situazione di vita.

È molto importante che gli individui di essere aiutato a realizzare la loro vocazione personale, che è espressione della specifica vocazione dell'Istituto, nel loro specifico contesto di vita.

Hanno anche bisogno di essere aiutato nella capacità di sviluppare un profondo senso di fraternità per una autentica comunione con gli altri, in particolare con i membri di uno stesso istituto.

Pertanto, la formazione può essere detto di essere personale ma in vista di integrazione comunitaria.

La formazione deve includere tutti gli aspetti della vita anche se l'Istituto non è tenuto a dare pari contributo a ciascuno di questi aspetti.

Per esempio, per quanto riguarda la competenza diretta dei membri, come ad esempio il campo professionale - nel senso tecnico del termine - la maggior parte del tempo i membri di un Istituto Secolare di acquisire una formazione al di fuori dell'Istituto.

Anche in meno aspetti tecnici, i membri, come laici, hanno possibilità di formazione al di fuori dell'Istituto.

Ma questo non significa che il programma di formazione in istituto deve essere vincolato alla trasmissione della vocazione e specifico carisma dell'Istituto.

È vero che si deve soprattutto fornire una solida formazione di base in questo aspetto; ma anche la necessità di aiutare i membri, direttamente o indirettamente, ad acquisire la formazione di personale di cui hanno bisogno per rispondere alla chiamata del Istituto e a compiere la loro missione in modo più efficace.

Pertanto, prima di procedere con ciò che è specifico per l'Istituto, il processo di formazione deve iniziare dalla realtà concreta come la base di formazione personale degli individui, delle loro condizioni sociali e doveri professionali, la possibilità che la loro situazione di vita offre, e così via.

Esso richiede una conoscenza sufficiente di individui nell'aspetto spirituale come pure negli aspetti umani di intelligenza, apertura, sensibilità, equilibrio affettivo e maturità morale, capacità indipendenti di impegno, ecc.

I formatori devono discernere dove la formazione è ancora necessario, quanto spazio deve essere riempito, e in cui l'aggiornamento è urgente e vitale, che indica mezzi di formazione al di fuori dell'Istituto, ma anche fornendo, in quanto più possibile all'interno dell'Istituto per ciò che non può essere trovato al di fuori e il coordinamento dei vari elementi al fine di portare l'unità desiderata in ogni soggetto.

3.3. Aspetti particolari di formazione

Negli istituti secolari formazione abbraccia i seguenti aspetti principali: spirituale, dottrinale ( biblico e teologico ), psicologica, morale, ascetico, professionale e formazione all'apostolato secolare.

Questi vari aspetti della formazione, in particolare in ciò che concerne la Spiritualità e apostolato, hanno la loro linea di unificazione nella costituzione di ogni Istituto, in quanto è il progetto concreto della vocazione dell'Istituto e contiene le linee radicale della fisionomia spirituale di una persona chiamata a questa vocazione.

3.3.1. Formazione spirituale

La formazione spirituale è l'aspetto fondamentale della formazione e mira a preparare i membri nelle esigenze fondamentali della vita di grazia o la vita di fede per essere efficaci i membri dell istituto e di conseguenza efficaci apostoli come persone consacrate a Dio nel mondo.

In sostanza, questa formazione spirituale mira allo sviluppo della grazia battesimale e consiste nell'aiutare i membri ad essere aperti all'azione della grazia per essere interiormente rinnovato ed essere in grado di vivere concretamente secondo i consigli evangelici e a donarsi totalmente a Dio e agli uomini nella fedeltà alla vocazione di consacrazione secolare nell'Istituto specifico.

Formazione spirituale significa formazione alla spiritualità vissuta nel contesto del mondo.

Non è una spiritualità disincarnated e non è qualsiasi tipo di spiritualità: monastica, religioso, ecc.; è una spiritualità di un laico consacrato in mezzo al mondo e come tale esige molto concretamente la formazione.

I candidati devono essere insegnato a vivere i consigli evangelici attraverso gesti e atteggiamenti di donazione a Dio nel servizio degli uomini.

Essi hanno bisogno di essere aiutati a percepire la presenza di Dio nella storia degli uomini e nella storia di ciascuno e di vivere accettando la croce nella loro vita.

In questo modo si avvia una generale formazione spirituale e diventa specificata secondo il carisma dell'Istituto e la sua spiritualità.

Tuttavia, non vi sono elementi che devono essere sempre presenti nel processo di formazione, anche se con intensità variabile.

Questi sono:

formazione alla preghiera e a vivere alla presenza di Dio;

l'approfondimento della vita battesimale nella specifica consacrazione, la pratica delle virtù teologali e di una fede adulta in modo che il tutto non può appartenere a Dio;

l'ascolto della Parola di Dio, individualmente o in comune, in obbediente meditazione;

approfondimento il "senso ecclesiale" con la consapevolezza che attraverso la consacrazione di tutta la persona è dato alla Chiesa e condivide la sua missione;

formazione che consente alla persona di portare i valori spirituali in ogni situazione umana.

3.3.2. Dottrinale, psicologico e formazione morale

La formazione spirituale è sostenuta dalla formazione dottrinale, cioè da uno studio della Bibbia e degli insegnamenti della Chiesa.

È molto importante leggere la Sacra Scrittura molto seriamente; per studiare e capire che secondo la propria capacità.

L'opera dello Spirito in noi è facilitata e sostenuta da sforzi per aprire il cuore in questo modo da studiare le Scritture, in particolare il Nuovo Testamento.

Lo stesso è vero per gli insegnamenti della Chiesa; è molto importante sapere e capire i documenti del Concilio e del Magistero del Papa e dei Vescovi al fine di vivere la propria fede più consapevolmente e di essere più pienamente inserito nella comunità ecclesiale.

Studi biblici e teologici può essere fatto nella diocesi; tuttavia, l'Istituto dovrebbe prendersi cura degli insegnamenti della Chiesa in materia di Istituti secolari.

Psicologica e la formazione morale non è tanto per una conoscenza teorica della psicologia o della moralità, ma è inteso per aiutare la persona in formazione per capire meglio il proprio sé e l'ambiente, e di prevedere i problemi che possono essere riscontrati.

Per formare una matura e responsabile di personalità, ricca di qualità umane, che è necessario per la ricerca di fattori di equilibrio, il controllo di auto e di apertura verso gli altri.

Tutti questi è fatto in modo da corrispondere meglio il dono di grazia per mezzo di una costante conversione personale e permanente di revisione della propria vita.

Pertanto, per l'aspetto della conoscenza intellettuale, dovrebbe corrispondere, uno sforzo di auto-formazione dove le virtù di abnegazione e di mortificazione sono praticate al fine di seguire Gesù che porta la croce.

3.3.3. Formazione professionale

Come è già stato detto, l'Istituto come tale non è competente per intervenire direttamente sulla preparazione professionale dei membri.

Tuttavia è molto importante per i formatori devono essere consapevoli del fatto che per un membro di un Istituto Secolare il campo professionale costituisce la base per la santificazione personale e di apostolato e che il valore di testimonianza dipende molto da questo campo.

Quindi è molto importante per aiutare i membri di essere consapevole del fatto che hanno la necessità di avere, in quanto più possibile un più alto livello di competenza nel loro dovere professionale, di avere un ottimo rapporto con il loro ambiente di lavoro e di prepararsi a fare scelte valide in campo culturale, sociale e politico.

Queste sono le condizioni indispensabili per dare testimonianza in un mondo dove la cultura e le abilità tecniche sono predominanti e sono state responsabilità professionale è spesso carente.

La necessità di competenza professionale dovrebbe essere considerato come un autentico servizio al mondo in linea con la vocazione specifica di Istituti secolari.

In aggiunta, i membri hanno bisogno di essere aiutati su come vivere il rapporto che esiste tra la preghiera e la professione, di virtù e di professione, asceti e professione.

E questo non consiste solo nel dare istruzioni ma in aiutandoli a esercitare nella acquisizione delle necessarie abitudine in modo che queste relazioni possono essere realizzati nella realtà concreta.

3.3.4. Formazione all'Apostolato Secolare

Attività lavorativa e professionale, e ogni tipo di presenza nella società deve diventare mezzo di santificazione personale e mezzi per la santificazione del mondo dall'interno inserendo in esso i valori cristiani, al di sopra di tutto la carità.

Quindi nel processo di formazione, stress dovrebbero essere fatte sull'importanza di mettere i membri dell'Istituto mano nella mano con il progresso del mondo, aiutandoli ad aprirsi ai grandi orizzonti e ad avere il coraggio di assumere le proprie responsabilità.

Per un fecondo apostolato nella società, un accurato studio dell'ambiente e degli uomini è indispensabile.

Una persona dedicata per aprire l'azione di Dio nel rispettivo ambiente di vita ha da essere preparati a rispondere ad alcune domande per indicare soluzioni ad alcuni problemi e di intervenire con la dovuta prudenza quando necessario.

È anche molto importante essere preparati in uso del 'lingua' dell'ambiente - un contemporaneo, vivo, un linguaggio comprensibile.

Inoltre, i membri hanno bisogno di essere aiutati a cogliere i cambiamenti di mentalità e di strutture in tutto il mondo e a penetrare nel modo di pensare e di sentire degli uomini di oggi in modo da essere in grado di giudicare e interpretare tutte le cose in un vero e proprio senso cristiano.

L'Istituto ha quindi il compito di favorire una formazione alla laicità e cioè di una secolare outlook, inteso non solo come una condizione sociale, ma anche come un valore che entra nello stile di vita, nella pratica dei consigli evangelici e nella realizzazione del compito apostolico.

Esso ha inoltre a favore di una formazione per la evangelizzazione e missione santificatrice della Chiesa nel mondo.

Così, è una formazione di un apostolato di presenza e testimonianza in un ambiente adeguato e vita professionale e di una formazione per un visibile e più apostolato diretto da mettersi a disposizione nella comunità ecclesiale.

3.4. Periodi di formazione

La formazione dovrebbe essere sistematica nel primo periodo di vita dell'Istituto, ma non è limitata a ciò; piuttosto esso assume la sua configurazione perfetta a poco a poco le scelte quando diventerà più preciso , cioè durante tutta la vita.

Tutti gli aspetti della formazione sopra descritti sono applicabili sia per il 'primo periodo di formazione'

E per la formazione continua, anche se lo stress sarà diverso.

Anche la formazione per la spiritualità ed il carisma specifico dell'Istituto, più importante nel periodo iniziale, deve continuare perché il modo concreto di vivere loro, il carisma e la spiritualità subiscono la loro propria evoluzione, a seconda volte, i luoghi, le direttive della Chiesa e le esigenze del mondo.

Il compito specifico della formazione permanente ha molte sfaccettature:

rende fino ad inevitabili lacune durante la prima formazione;

esso costituisce un aiuto indispensabile per un continuo aggiornamento nel discernere i valori autentici e illuminando i segni dei tempi;

aiuta a superare i momenti difficili che vengo come un risultato di una vita intensa, di isolamento, di età o di altre circostanze;

esso sostiene lo sforzo costante per il rinnovamento spirituale così come non mancano nella fedeltà;

rende attenti alle nuove esigenze di presenza apostolica.

Tra il periodo della prima formazione e ciò che segue vi potrebbe essere una lacuna che potrebbe dare adito a situazioni di crisi.

Infatti il periodo iniziale è segnato da un normale la presenza di una guida responsabile dedicare il proprio tempo alle relazioni interpersonali e incontri di formazione.

In seguito, questo potrebbe essere mancante o sarà molto ridotta e non vi è alcuna comunità fisiche che verrebbe a sostituire.

È quindi utile per preparare questa solitudine attraverso l'esperienza di indipendenza e responsabilità personale.

3.5. Formatori e pianificazione della formazione

È estremamente importante eseguire una accurata scelta dei formatori.

I formatori devono possedere una profonda vita spirituale e di essere caratterizzato dalla loro fedeltà all'Istituto.

Essi dovrebbero essere persone che vivono la consacrazione a Dio in modo integrale, secondo lo spirito dell'Istituto a cui appartengono, in modo tale da diventare una testimonianza vivente dell'orientamento che essi devono dare agli altri.

Essi hanno bisogno di una solida vita di preghiera e di essere profondamente inserita nella vita della Chiesa.

D'altro canto, hanno bisogno di essere persone molto ben inserita nelle realtà temporali, aperto alle morali, civili, professionali problemi politici del tempo.

Hanno bisogno di avere la consapevolezza che le relazioni che si stabiliscono con i membri a loro affidate, hanno come fine la realizzazione del mistero di Cristo nella loro, "un lavoro più divina che umana".

Pertanto, essi hanno bisogno di sapere in che modo di collaborare alla realizzazione di questo mistero con la preghiera più che di azione e di contribuire con la loro parte in un atteggiamento di fiducia e di umiltà.

I formatori hanno bisogno di una ricchissima e personalità integrata si manifesta in equilibrio di vita, la maturità di pensiero e di comportamento, obiettività di giudizio, capacità di discernimento e di auto-controllo.

Essi hanno anche bisogno di avere le qualità necessarie per entrare in contatto con altri come

intuizione psicologica per la comprensione di altre persone;

capacità di comunicazione per stimolare, il mantenimento e lo sviluppo di relazioni;

il rispetto e la fiducia nelle potenzialità di altri;

capacità di ascoltare gli altri.

Infine, i formatori devono essere consapevoli della gravità della responsabilità loro affidata e il bisogno di avere il tempo necessario per dedicarsi seriamente ad esso.

Tuttavia, è preferibile che essi potrebbero non essere completamente staccati dalla loro attività professionale per non perdere il contatto con il mondo che è molto prezioso per capire meglio le situazioni del tempo e in modo da offrire una migliore per aiutare i soggetti in formazione.

Sarebbe meglio per ridurre il numero di membri ha affidato a un certo formatore piuttosto che il formatore essere costretti a interrompere le attività professionale.

I formatori devono essere preparati con una formazione specifica che, in un certo modo, è lo stesso di quello degli altri membri mentre in un altro modo è distinto.

Per esempio, formatori hanno bisogno non solo di conoscere il Vangelo ma anche le tecniche pedagogiche da cui può essere trasmessa;

hanno bisogno di comunicare il contenuto delle Costituzioni dell'Istituto in un modo efficace e conoscere i vari modi possibili - e anche di essere creativi di inventare nuovi - su come vivere la loro;

essi sono necessari per conoscere gli elementi di base di psicologia che sono indispensabili per affrontare situazioni di vita e di avere la capacità di fornire un giudizio giusto per una persona in particolare in una situazione particolare in conformità alle esigenze della vocazione e la consacrazione in un Istituto Secolare.

È inoltre necessario predisporre un piano di formazione anche se esso deve essere sufficientemente flessibile per adattarsi alla situazione reale delle persone: distanza, età, attività professionale, la situazione di famiglia e di tutti gli altri fattori che possono influenzare il programma di formazione.

Tutto il programma deve essere pianificato sulla base della Parola di Dio e gli insegnamenti della Chiesa, le Costituzioni e i contributi di altre persone e deve essere frutto di precedenti riflessioni ed esperienze.

Il Progetto formativo deve avere un obiettivo chiaro, pur aperta per quanto riguarda il modo di applicazione e deve essere sviluppato gradualmente secondo i periodi di formazione.

Si deve considerare i vari aspetti culturali di un certo luogo però si ha anche per mantenere la propria specifica vocazione dell'Istituto.

È evidente che lo studio e approfondimento delle Costituzioni occupa un posto centrale in qualsiasi piano formativo.

3.6. Metodi e mezzi di formazione

Dando importanza primaria per la formazione spirituale, i mezzi adatti per esso deve essere studiato e presentato in modo esplicito.

Esso può includere di esercizi spirituali, ritiri periodici, della liturgia e dei sacramenti, una riflessione personale e comunitaria sulla Parola di Dio e la meditazione quotidiana, la condivisione di esperienze di fede, personali o di riflessione collettiva sulle costituzioni, ecc.

Di fronte a questi diversi mezzi di formazione spirituale, se essi sono forniti direttamente dall'Istituto o non, è molto importante che ogni uno partecipa attivamente ed essere responsabile per appropriarsi di essi.

Vi possono essere molti modi di contatti con l'Istituto - contatti orientati verso un solidale e formazione unificata.

Questi contatti possono includere gli scambi tra due singole persone, tra un individuo e un gruppo o persino una comunicazione da lontano.

Per quanto riguarda la persona a persona contatti, viene data la priorità ai rapporti regolari tra il candidato e il formatore.

In questa relazione i candidati vengono aiutati ad assumere i vari elementi della loro vocazione con responsabilità e in linea con i suoi doni personali e di fare una sintesi armoniosa nella loro vita.

Vi possono essere periodiche di conversazioni, presentazioni scritte e corrispondenze regolari; tuttavia, è molto importante che il formatore non si limiti solo a queste relazioni, ma cerca di soddisfare i candidati nei normali momenti di vita e di conoscere il luogo della loro vita.

Questo aiuterà il formatore a conoscere la loro concreta situazione di vita e quindi di conoscere meglio i particolari aspetti della loro personalità che aiuterà a conoscere il modo di relazionarsi con loro.

Sono momenti che aiutano ad individualizzare le linee pedagogiche, adattandole ad una circostanza particolare, in modo che la persona in formazione è aiutato a scoprire, sviluppare e approfondire il significato di impegno e responsabilità personale.

Oltre a contatti con il formatore, è particolarmente importante che i membri in formazione hanno contatto fraterno con ogni altro membro dell'Istituto.

Tuttavia, contatto individuale non è sufficiente; esso deve essere completato con i periodi della vita comunitaria, cioè con quelle di incontri fraterni indispensabile per una formazione specifica, di verifica e di sostegno reciproco.

Questi momenti di vita fraterna può variare notevolmente da un istituto a un altro, ma la loro efficacia formativa è innegabile.

Questi incontri non solo offrono un aspetto di amicizia umana ma, soprattutto, essi costituiscono momenti di confronto con la parola di Dio, incarnato in situazioni concrete che sono diversi per tutti ma sono condivisi in comunione.

Infatti il valore del dialogo bilaterali o a livello di gruppo risiede nella comune ricerca della volontà di Dio nella reciproca condivisione.

In questi incontri ci sia anche la trasmissione della storia dell'Istituto - il suo carisma, fondazione, primi passi, sviluppi, etc - una conoscenza che è fondamentale per la comprensione della vocazione personale e inserimento nella missione della Chiesa.

A volte, possibilità di incontri fraterni potrebbe incontrare gravi difficoltà; quindi, nasce la necessità di prendere in considerazione mezzi scritti di formazione, anche se la formazione orale è più efficace.

Tra questi strumenti di formazione possono essere elencati tutti gli scritti dell'Istituto: lettere, circolari, bollettini, questionari, recensioni, ecc. che devono essere utilizzati secondo le tradizioni dell'Istituto, ma per la quale tutti i membri, secondo la loro capacità, dovrebbe dare un contributo e che soprattutto deve essere accolto favorevolmente come strumenti che mantengono l'unione fraterna.

La direzione spirituale dato da sacerdoti che capisco molto bene la vocazione degli istituti secolari è anche molto importante.

Gli Istituti sono chiamati a fare uso di questi diversi mezzi in modo complementare secondo le persone in formazione e le effettive possibilità.

In questo senso si può affermare che tutti i mezzi necessari e si completano a vicenda in relazione all'essenziale e permanente obiettivo che è la crescita della persona.

D'altro canto, ci deve sempre essere uno stimolo per rendere la persona a progredire in auto-formazione.

Occasioni di formazione tra istituti, su elementi comuni e richieste, può essere molto utile.

Aiuto fraterno da parte di un istituto in grado - per la sua grande numero di membri o loro qualificazione - verso altri istituti in necessità può anche essere considerato.

Conclusione

È vero che gli Istituti Secolari sono ancora in fase di evoluzione e sono aperta a sviluppi ulteriori e adattamenti; tuttavia, come illustrato in questo capitolo, hanno più o meno acquisito una chiara fisionomia per quanto riguarda la loro identità, di apostolato e di programma di formazione, con un sicuro punto di riferimento nel Codice di Diritto Canonico.

È evidente che questa forma di vita non è facile nel senso che esso implica un continuo sforzo per unire la consacrazione alla vita secolare e nella maggior parte richiede una ricerca personale e di discernimento della volontà di Dio per assumere compiti nella vita secolare e molte volte uno ha a che fare con i problemi pratici della vita quotidiana in modo indipendente.

Tuttavia, con una posizione molto solida ed adeguata formazione i membri possono realizzare la loro vocazione e possono soddisfare il loro apostolato in maniera efficace e a condizione che i prodotti rimangano fedeli alla loro identità e la loro missione secolare può essere molto più ampie.

Tenendo a mente questa analisi su istituti secolari in generale, ci saranno, nella seconda parte, procedere con una particolare analisi sullo sviluppo storico e la natura di "catechisti' unione di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata".

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