Vita seconda

Le tentazioni che affrontò il Santo

Capitolo LXXXI

Le tentazioni del Santo e come ne superò una

[702] 115. Mentre crescevano i meriti di Francesco, cresceva pure il disaccordo con l'antico serpente.

Quanto maggiori erano i suoi carismi, tanto più sottili i tentativi e più violenti gli attacchi che quello gli moveva.

E quantunque lo avesse spesso conosciuto per esperienza come valoroso guerriero, che non veniva meno neppure un istante nel combattimento, tuttavia tentava ancora di aggredirlo, pur risultando quegli sempre vincitore.

Ad un certo momento della sua vita, il Padre subì una violentissima tentazione di spirito, sicuramente a vantaggio della sua corona.

Per questo, era angustiato e pieno di sofferenza, mortificava e macerava il corpo, pregava e piangeva nel modo più penoso.

Questa lotta durò più anni.

Un giorno, mentre pregava in Santa Maria della Porziuncola, udi in spirito una voce: « Francesco, se avrai fede quanto un granello di senapa, dirai al monte che si sposti ed esso si muoverà ».

« Signore, - rispose il Santo - qual è il monte, che io vorrei trasferire? ».

E la voce di nuovo: « Il monte è la tua tentazione ».

« O Signore, - rispose il Santo in lacrime - avvenga a me, come hai detto ».

Subito sparì ogni tentazione e si sentì libero e del tutto sereno nel più profondo del cuore.

Capitolo LXXXII

Il diavolo lo chiama per tentarlo di lussuria, ma il Santo lo vince

[703] 116. Nell'eremo dei frati di Sarteano il maligno, che sempre invidia il progresso spirituale dei figli di Dio, ebbe addirittura questa presunzione.

Vedendo che il Santo attendeva continuamente alla sua santificazione, e non tralasciava il guadagno di oggi soddisfatto di quello del giorno precedente, una notte, mentre pregava nella sua celletta, lo chiamò per tre volte: « Francesco, Francesco, Francesco ».

« Cosa vuoi? ».

E quello: « Nel mondo non vi è nessun peccatore, che non ottenga la misericordia di Dio, se pentito.

Ma chiunque causa la propria morte con una penitenza rigida non troverà misericordia in eterno ».

Il Santo riconobbe subito, per rivelazione, l'astuzia del nemico, come cercava di indurlo alla tiepidezza.

Ma, cosa crederesti?

Il nemico non tralasciò di rinnovargli un altro assalto.

Vedendo che in tale modo non era riuscito a nascondere il laccio, ne prepara un altro, cioè uno stimolo carnale.

Ma inutilmente, perché non poteva essere ingannato dalla carne, chi aveva scoperto l'inganno dello spirito.

Gli manda dunque il diavolo, una violentissima tentazione di lussuria.

Appena il Padre la nota, si spoglia della veste e si flagella con estrema durezza con un pezzo di corda.

« Orsù, frate asino, - esclama - così tu devi sottostare, così subire il flagello!

La tonaca è dell'Ordine, non è lecito appropriarsene indebitamente.

Se vuoi andare altrove, va' pure ».

117. Ma poiché vedeva che con i colpi della disciplina la tentazione non se ne andava, mentre tutte le membra erano arrossate di lividi, aprì la celletta e, uscito nell'orto, si immerse nudo nella neve alta.

Prendendo poi la neve a piene mani la stringe e ne fa sette mucchi a forma di manichini, si colloca poi dinanzi ad essi e comincia a parlare così al corpo: « Ecco, questa più grande è tua moglie; questi quattro, due sono i figli e due le tue figlie; gli altri due sono il servo e la domestica, necessari al servizio.

Fa' presto, occorre vestirli tutti, perché muoiono dal freddo.

Se poi questa molteplice preoccupazione ti è di peso, servi con diligenza unicamente al Signore ».

All'istante il diavolo confuso si allontanò, ed il Santo ritornò nella sua cella, glorificando Dio.

Un frate di spirito, che allora attendeva alla preghiera, osservò tutto, perché splendeva la luna in cielo.

Ma, quando più tardi il Santo si accorse che un frate l'aveva visto nella notte, molto spiaciuto, gli ordinò di non svelare l'accaduto a nessuno, fino a che fosse in vita.

Capitolo LXXXIII

Libera un Frate tentato

Vantaggi della tentazione

[704] 118. Una volta un frate, che era tentato, sedeva tutto solo vicino al Santo e gli disse: « Prega per me, Padre buono: sono convinto che sarò subito liberato dalle mie tentazioni, se ti degnerai di pregare per me.

Sono proprio afflitto oltre le mie forze, e so che anche tu lo hai capito ».

« Credimi figlio - gli rispose Francesco -: proprio per questo ti ritengo ancor più servo di Dio, e sappi che più sei tentato e più mi sei caro ».

E soggiunse: « Ti dico in verità che nessuno deve ritenersi servo di Dio, sino a quando non sia passato attraverso prove e tribolazioni.

La tentazione superata è, in un certo senso, l'anello, col quale il Signore sposa l'anima del suo servo.

« Molti si lusingano per meriti accumulati in lunghi anni, e godono di non avere mai sostenuto prove.

Ma sappiamo che il Signore ha tenuto in considerazione la loro debolezza di spirito, perché ancor prima dello scontro, il solo terrore li avrebbe schiacciati.

Infatti i combattimenti difficili vengono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare ».

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