Legenda Maior

IV - Salvati dal naufragio

[1283] 1. Alcuni marinai, sorpresi da una violenta burrasca a dieci miglia dal porto di Barletta, vistisi in grave pericolo e ormai incerti della vita, gettarono le àncore.

Ma, gonfiandosi il mare con violenza ancora maggiore, sotto l'infuriare del vento, le funi delle àncore si ruppero ed essi incominciarono a vagare tra le onde, senza punto di riferimento.

Finalmente, come Dio volle, il mare si placò ed essi si apprestarono a recuperare, con ogni sforzo possibile, le àncore, di cui vedevano le funi galleggiare in superficie.

Visto che non riuscivano da soli nell'impresa, invocarono l'aiuto di molti santi.

Ma, nonostante questo e nonostante gli sforzi che li lasciavano in un mare di sudore nel corso dell'intera giornata non poterono recuperare nemmeno un'àncora.

C'era fra loro un marinaio, che di nome era Perfetto, ma non era perfetto nella condotta.

Costui, con senso di scherno, disse ai compagni: " Ecco: avete invocato l'aiuto di tutti i Santi e, come vedete, non ce n'è uno che ci venga incontro.

Proviamo a invocare questo famoso san Francesco, che è un santo fatto di fresco, e vediamo se in qualche modo si cala in mare e ci riporta le àncore perdute ".

Gli altri acconsentirono alla proposta di Perfetto, non per ridere, ma sul serio; anzi, rimproverandogli le sue parole di scherno, fecero di comune accordo un voto al Santo.

E, subito, sull'istante, senza bisogno di alcun intervento, le àncore vennero a galla, come se il ferro, cambiando natura, avesse acquistato la leggerezza del legno.

[1284] 2. Un pellegrino, debilitato da una febbre acutissima, che l'aveva precedentemente colpito, stava tornando dai paesi d'oltremare a bordo di una nave.

Anche costui nutriva un singolare sentimento di devozione per il beato Francesco e se lo era scelto come patrono presso il Re del cielo.

Siccome non era ancora perfettamente libero dalla febbre, si sentiva tormentato da una sete ardente.

Sebbene, ormai, non ci fosse più acqua, egli incominciò a gridare ad alta voce: " Andate con fiducia a prendermi da bere, perché il beato Francesco ha riempito d'acqua il mio barilotto! ".

Cosa davvero meravigliosa: trovarono pieno d'acqua il recipiente che prima avevano lasciato vuoto.

Un altro giorno si era scatenata una tempesta e la nave veniva ricoperta dai flutti e squassata dalla violenza della procella, tanto che ormai temevano di naufragare.

Ma quello stesso infermo si mise improvvisamente a gridare, facendosi sentire da tutta la nave: " Alzatevi tutti e correte incontro a san Francesco.

Ecco che viene: è qui per salvarci! ".

E, così dicendo, con grandi grida e lacrime si prostrò a terra ad adorare.

All'apparire del Santo, l'infermo riacquistò piena salute e il mare ritornò tranquillo.

[1285] 3. Frate Giacomo da Rieti, dopo aver attraversato un fiume su una barchetta in compagnia di altri frati, fece sbarcare prima i compagni sulla riva, apprestandosi poi a scendere lui pure.

Ma, per disgrazia, la piccola imbarcazione si rovesciò.

Il barcaiolo ed il frate caddero nel fiume; ma il barcaiolo sapeva nuotare, mentre il frate venne trascinato a fondo.

I frati che si trovavano sulla riva invocavano con grande sentimento il beato Francesco, scongiurandolo con pianti e lamenti di accorrere in soccorso del figlio.

Anche il frate sommerso, dal ventre del gorgo, non potendolo con la bocca, gridava col cuore, come poteva, e implorava il soccorso del padre pietoso.

Ed ecco: il beato padre fece sentire la sua presenza e aiutò il frate a camminare in fondo all'acqua, come se fosse su terra asciutta, finché egli, aggrappandosi alla barca sommersa, risalí con essa vicino alla sponda.

Altra meraviglia: i vestiti del frate non si erano bagnati e nemmeno una goccia si era posata sulla sua tonaca.

[1286] 4. Un frate di nome Bonaventura stava attraversando un lago con due altre persone, quando nella barca si produsse una falla.

L'acqua si rovesciò impetuosamente dentro la barca, che andò a fondo, trascinando con sé il frate e i suoi compagni.

Ma poiché dal fondo della tetra fossa essi invocavano con molta fiducia il misericordioso padre Francesco, improvvisamente la barca risalì a galla e, con il Santo al timone, raggiunse felicemente il porto.

Così anche un frate di Ascoli, caduto nel fiume, ne fu liberato per i meriti di san Francesco.

Ma anche nel lago di Rieti, un gruppo di uomini e di donne, che si trovavano in un pericolo analogo, invocato il nome di san Francesco, scampando al pericolo di molte acque, si salvarono dal naufragio.

[1287] 5. Alcuni marinai di Ancona, sbattuti da una furiosa tempesta, si vedevano ormai in pericolo di affondare.

Così, disperando della vita, supplicarono umilmente san Francesco: allora apparve sulla nave una luce grande e, con la luce, venne per bontà divina anche la bonaccia, quasi a indicare che l'uomo beato possiede la meravigliosa potenza di comandare ai venti e al mare.

Non credo affatto che sia possibile raccontare ad uno ad uno tutti i miracoli con i quali questo beato padre ha mostrato e continua a mostrare la sua fulgida gloria sul mare o tutti i casi disperati in cui, sul mare, è intervenuto col suo soccorso.

Del resto non deve far meraviglia se, ora che regna nei cieli, gli è stato conferito l'impero sulle acque.

Difatti già quando viveva nella nostra condizione umana, tutte le creature terrestri gli erano mirabilmente sottomesse, come al tempo dell'innocenza originaria.

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