Anonimo perugino

Capitolo III

Il primo luogo in cui dimoravano

[1501] 14. Frate Bernardo e frate Pietro, venduti i loro averi e distribuito il ricavato ai poveri, come abbiamo raccontato, si vestirono al modo di Francesco e si unirono a lui.

Non avendo casa che li ospitasse, si misero in cammino e trovarono una chiesa poverella e quasi abbandonata: Santa Maria della Porziuncola.

Si fecero lì una capanna e vi abitavano insieme.

[1502] Passati otto giorni, un assisano, Egidio, uomo pieno di fede e devozione e al quale il Signore donò grazie singolari, arrivò colà.

In ginocchio, con devozione grande e reverenza, pregò Francesco che lo ricevesse nel suo gruppo.

E il Santo, felice nel vedere quella scena e nell'udire quelle parole, lo accolse lietamente.

Tutti e quattro si sentirono pervasi da giocondità spirituale straordinaria.

[1503] 15. In seguito, Francesco prese con sé frate Egidio e lo condusse nella Marca di Ancona.

Gli altri due restarono alla Porziuncola.

Nel viaggio esultavano ardentemente nel Signore, mentre Francesco cantava in francese, lodando e benedicendo il Signore con voce chiarissima.

Erano talmente colmi di gioia, come se avessero scoperto un grande tesoro.

Nulla di più naturale della loro contentezza: avevano infatti lasciato ogni avere e trattavano come spazzatura quelle cose appunto che affannano gli uomini; e pensavano alle amarezze che i mondani patiscono nei loro piaceri, in cui covano tante miserie e tristezze.

Disse poi Francesco a Egidio suo compagno: « Il nostro movimento religioso è simile al pescatore, che getta in acqua la sua rete catturando una grande quantità di pesci; ne prende i più grossi, i più piccoli invece li getta nelle acque ».

Attonito restava Egidio a quella profezia, ben sapendo quanto scarso era il numero dei fratelli.

[1504] Francesco non predicava ancora al popolo di Dio.

Ma passando per città e castelli, esortava uomini e donne a temere e amare il Creatore del cielo e della terra, e a fare penitenza dei loro peccati.

Egidio si limitava a commentare: « Dice molto bene: credetegli ».

[1505] 16. Gli ascoltatori si chiedevano: « Chi sono questi due e che stanno dicendo? ».

Alcuni rispondevano ch'erano degli esaltati o degli ubriachi.

Altri al contrario sostenevano: « Ma quello che stanno dicendo non è un parlare da dementi ».

E uno osservò: « Per sete di suprema perfezione seguono il Signore e hanno perso la testa.

Non vedete la vita disperata che fanno?

Vanno a piedi nudi, vestiti di abiti spregevoli, non mangiano quasi niente ».

E nessuno allora li seguiva.

Le donne e le ragazze, vedendoli da lontano, fuggivano addirittura, come da degli insensati.

Sebbene non li seguissero, tutti ne restavano edificati, vedendo il loro modo santo di comportarsi.

Dopo aver girato quella regione, tornarono al detto luogo di Santa Maria degli Angeli.

[1506] 17. Al passar di pochi giorni, ecco venire tre altri assisani: Sabbatino, Giovanni e Morico il Piccolo, umilmente supplicando Francesco che li accogliesse tra i suoi amici.

Ed egli li accolse benevolo e allegro.

Quando si recavano in città per elemosina nessuno voleva dar loro nulla, li maltrattavano anzi: « Come? Avete buttato via il vostro. e adesso pretendete di vivere alle spalle altrui? ».

E così pativano una penuria estrema.

Genitori e consanguinei li perseguitavano; gli altri, piccoli e grandi, uomini e donne, li disprezzavano e deridevano come si farebbe con dei pazzoidi.

Solo il vescovo della città faceva eccezione, e Francesco andava spesso da lui a domandare consiglio.

Questo era il motivo della persecuzione di genitori e parenti e degli scherni dell'altra gente: a quel tempo non si trovava nessuno che abbandonasse le sue proprietà e andasse a elemosinare di uscio in uscio.

[1507] Un giorno che Francesco si recò dal vescovo, questi gli disse: « La vostra vita mi sembra oltremodo dura e aspra, col non posseder nulla in questo mondo »

Gli replicò il Santo: « Signore, se avessimo delle possessioni, per proteggerle avremmo bisogno di armi, perché è dalla proprietà che sorgono questioni e liti, e in tal modo l'amor di Dio e del prossimo viene impedito.

Per questa ragione siamo decisi a non possedere nulla ».

E piacque al vescovo questa risposta.

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