Cronaca di Salimbene De Adam

C) Atteggiamenti della Curia Romana e del Clero

33. Il divieto di nuovi Ordini

[2630] Nell'anno 1215, diciottesimo del suo pontificato, Innocenzo III celebrò un solenne Concilio, al quale convennero prelati da tutto il mondo.

Ed io ho visto il testo del discorso che il Papa tenne in quell'occasione su questo tema: Desiderio desideravi hoc Pascha, ecc.

Ho grandemente desiderato mangiare questa Pasqua con voi; ed io ho letto attentamente tutti i decreti che vi furono emanati.

Uno di essi stabiliva che d'ora in poi non sorgesse più nessun Ordine mendicante.

Ma, per la negligenza dei prelati, questa costituzione non fu osservata.

Anzi, quanti vogliono indossano un cappuccio e si mettono a mendicare, gloriandosi di aver fondato un nuovo Ordine.

Ne viene una grande confusione nel mondo, perché i secolari ne restano gravati, e per quelli che si affaticano con la parola e con lo studio, per i quali il Signore ha stabilito che vivano del Vangelo, non ci sono elemosine bastanti ...

34. L'approvazione pontificia

[2631] ... Sono ancora questi i piccoli di cui parla il Vangelo, in Matteo al capitolo 19,13: Furono presentati a Gesù dei fanciulli, perché imponesse loro le mani.

E i discepoli li sgridavano ( perché nei primissimi tempi alcuni cardinali non vedevano di buon occhio che quest'Ordine sorgesse ).

Ma Gesù disse loro ( poiché il sommo Pontefice, cioè Innocenzo III, così parlò ai cardinali ): Lasciate fare ai bambini, e non impediteli di venire a me; di questi, infatti, è il regno dei cieli.

Queste cose disse papa Innocenzo, dopo che ebbe una visione dal cielo.

Aveva visto, per dono divino, la basilica del Laterano sul punto di abbattersi al suolo per eccessiva vecchiezza, e un uomo poverello e spregevole l'aveva mirabilmente sostenuta perché non rovinasse.

Continua l'evangelista: Quindi impose loro le mani, poi se ne partì di là; perché, in quell'occasione, papa Innocenzo III volle che il beato Francesco e i dodici compagni che aveva condotto con sé per domandare l'approvazione del suo Ordine, ricevessero la tonsura, confermò la Regola e l'Ordine e conferì loro l'ufficio della predicazione.

Era l'anno 1207.

Dopo d'allora, tanto i cardinali quanto i papi amarono con tutte le loro forze l'Ordine del beato Francesco, riconoscendo e costatando con i loro occhi che i frati minori sono di grande utilità per la Chiesa e mandati per la salvezza.

35. Autorizzati a ricevere le confessioni

[2632] Nota che i frati minori ebbero da papa Gregorio IX il privilegio di poter ascoltare le confessioni.

Frate Bonaventura, quand'era ministro generale, interrogò papa Alessandro IV se era del parere che i frati potessero confessare; ed egli rispose: « Anzi, voglio fermamente che confessino.

E ti racconterò l'esempio di una beffa orribile ...

E perciò voglio fermamente che i frati minori, con mia responsabilità e licenza, ascoltino le confessioni delle persone secolari » ...

E lodevolmente agì papa Martino IV quando concesse ai frati minori l'ottimo privilegio di poter liberamente predicare e ascoltare le confessioni, nonostante che nella loro Regola si dicesse, che « i frati non predichino nelle diocesi di alcun vescovo, quando da lui non gli sia stato concesso » ...

36. Stima di Innocenzo IV all'inizio del suo pontificato

[2633] Papa Innocenzo IV era un uomo molto aperto, come si vede nella dichiarazione che fece della Regola dei frati minori e in tante altre cose.

Teneva sempre con sé frati minori in gran numero, e per loro costruì un convento e una chiesa molto belli, presso Lavagna, che era terra di sua proprietà, e voleva che vi abitassero 25 frati, ai quali avrebbe pensato lui per i libri e per tutte le altre cose necessarie.

Ma i frati non vollero accettare quell'offerta.

E il Papa la diede ad altri religiosi.

37. L'ufficio della predicazione e contestazioni

[2634] Ma il clero ci obietta ancora che abbiamo usurpato l'ufficio della predicazione, spettando ad essi di predicare, e perché in obbligo verso i sudditi e perché costituiti prelati.

Rispondendo diciamo, che erano tenuti a farlo quando non c'erano altri migliori di loro che predicassero.

Ma poiché se ne resero indegni per la loro pessima vita e perché non posseggono la scienza necessaria, il Signore ha introdotto ai loro posti altri migliori di loro ...

... Ma non credono queste cose coloro cui l'ambizione ha ingrassato il cuore ...

Tali sono i sacerdoti e i chierici di questo tempo, e non vogliono che i frati minori e i predicatori vivano.

Ed è questa una grande crudeltà, soprattutto perché sono questi più utili alla Chiesa di loro che ricevono le prebende e non fanno quello per cui ricevono le prebende ...

E non vogliono neppure che abbiamo a vivere di quelle elemosine che raccogliamo con tante fatiche e rossore.

E tuttavia ci sono molti nell'Ordine dei frati minori e dei predicatori che, se fossero nel clero secolare, potrebbero benissimo avere quelle prebende che essi hanno e molto di più, perché nobili, ricchi, potenti, letterati e sapienti sono stati e sono come loro, e potrebbero benissimo essere presbiteri, archipresbiteri, canonici, arcidiaconi, vescovi, arcivescovi, forse patriarchi, cardinali e papi, come loro.

E perciò dovrebbero riconoscere che abbiamo lasciato a loro tutte queste cose nel mondo e ce ne andiamo mendicando di giorno in giorno, né possediamo cantine e granai, di cui essi abbondano; e tuttavia sosteniamo tutte le loro fatiche: predichiamo, ascoltiamo le confessioni, distribuiamo consigli buoni e utili alla salvezza ...

38. Le lettere di Innocenzo IV

[2635] Dopo che i frati e i predicatori sono venuti ed hanno operato tante cose buone, manifeste a tutto il mondo, i sacerdoti e i chierici secolari, mossi da invidia e da malevolenza contro questi frati, presentarono lamentela al papa Innocenzo IV, perché non potevano più raccogliere offerte durante le loro messe, « perché questi due Ordini celebrano talmente bene le loro messe, che tutto il popolo si riversa da loro.

Perciò chiediamo che ci sia fatta giustizia ».

Il Papa rispose: « Dal momento che alcuni celebrano di primo mattino, altri all'ora di terza, altri subito dopo, non vedo a quale ora questi potrebbero celebrare le loro messe, se ascolto voi, poiché non possono celebrare dopo il pranzo, all'ora nona o quando devono dire vespro; e perciò rifiuto di ascoltarvi ».

Ma il Papa, volendo dare una certa soddisfazione ai chierici che continuavano ad annoiarlo per queste cose ed anche perché, come ho udito, aveva concepito un certo odio per i frati predicatori, e sperava poi di esentare i frati minori, scrisse lettere contro ambedue gli Ordini, ordinando che almeno nei giorni festivi non aprissero le loro chiese dal mattino fino a dopo l'ora di terza, per non privare i sacerdoti delle parrocchie delle offerte dei fedeli.

E subito Dio lo percosse e cominciò a star male di quella malattia di cui morì ...

39. Accanto a Innocenzo IV morente

[2636] Frate Giovanni da Parma, ministro generale, mandò da lui Ugo Capoldo di Piacenza, che era medico e lettore di teologia nell'Ordine e dimorava con il nipote del Papa, il signor Ottobono, che poi fu papa Adriano V, perché scongiurasse il Papa per amore di Dio e del beato Francesco e anche per l'onore e il bene suo e la salvezza di tutto il popolo cristiano, a distruggere quelle lettere.

Ma non l'ascoltò, perché Dio lo voleva lasciare perire, come fece.

E s'aggravò a tal punto Innocenzo IV, che non sapeva dire altro che quel versetto del Salmo: Mi strugge il gravare della tua mano.

Con castighi correggi il colpevole.

E quest'ultima clausola continuò a ripeterla finché morì; e rimase sulla paglia, nudo e abbandonato da tutti, come è costume dei Pontefici romani quando giungono all'ultimo giorno.

Ma c'erano là due frati tedeschi, che dissero al Papa: « Davvero ce ne stavamo qui in questa terra da parecchi mesi per poter parlare con voi delle cose nostre, ma i vostri portinai ci avevano sempre impedito di entrare sì che potessimo vedere il vostro volto.

Ora non si preoccupano più di custodirvi, perché non hanno più nulla da sperare.

Tuttavia noi laveremo il vostro corpo, poiché dice l'Ecclesiastico al capitolo 7: Anche ai morti non ricusare la tua misericordia.

[2637] Pochi giorni dopo fu fatto papa Alessandro IV, che era stato cardinale protettore, governatore e correttore dei frati minori; e subito distrusse quelle lettere.

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