Leggenda di Santa Chiara Vergine

Liberazione dai lupi

[3276] 60. La selvaggia ferocia di lupi crudeli di continuo riempiva di terrore la contrada: perché essi attaccavano perfino gli uomini e si nutrivano spesso di carne umana.

Ora, una donna di nome Bona, di Monte Galliano nella diocesi di Assisi, la quale aveva due figli, aveva appena finito di piangerne uno, rapito dai lupi, quand'ecco che anche il secondo viene attaccato con pari ferocia.

Infatti, mentre la madre stava in casa, impegnata in faccende domestiche, un lupo afferra il bambino che passeggiava di fuori, mordendolo alla nuca, e con questa preda si rimbosca quanto più velocemente può.

Udendo le urla del bambino, certi uomini che erano nelle vigne, gridano alla madre: « Guarda se hai tuo figlio, perché abbiamo udito poco fa dei pianti insoliti ».

La madre, accorgendosi che il figlio era stato rapito da un lupo, innalza fino al cielo le grida e riempiendo l'aria di urli, invoca la vergine Chiara dicendo: « Santa e gloriosa Chiara, restituiscimi il mio misero figlio.

Rendimi - ripete - rendi il figliolino alla sua infelice madre.

Mi affogherò, se non lo farai »

Intanto i vicini, correndo dietro al lupo ritrovano il fanciullino abbandonato dal lupo nella selva e, accanto a lui, un cane che gli leccava le ferite.

La bestia selvaggia lo aveva prima afferrato col morso alla cervice poi, per portare più comodamente la preda, aveva afferrato il piccino ai lombi con le fauci e qua e là aveva lasciato i segni della presa non lieve.

Esaudita nel suo voto, la donna insieme ai vicini si affrettò a recarsi dalla sua soccorritrice e mostrando le varie ferite del bambino a quanti le volevano vedere, rese vive grazie a Dio e a santa Chiara.

[3277] 61. Una ragazza del paese di Cannara sedeva in un campo di pieno giorno e un'altra donna le aveva reclinato il capo in grembo.

Ed ecco un lupo a caccia di uomini si avvicina furtivamente alla preda.

La fanciulla, veramente, lo vide, ma credendolo un cane, non ne ebbe paura.

E mentre continuava ad ispezionare i capelli dell'altra, la bestia sanguinaria piomba ferocemente su di lei e, addentandola al viso con le fauci spalancate, trascina via la preda verso la selva.

L'altra donna s'alza di scatto sbalordita e, ricordandosi di santa Chiara, si mette a gridare: « Aiuto, santa Chiara, aiuto! a te adesso affido questa fanciulla! ».

E quella stessa - incredibile cosa! - che era trascinata dai denti del lupo, si mette a inveire contro di lui, dicendo: « Mi porterai oltre tu, ladrone, se sono raccomandata a questa vergine? ».

Confuso da tale invettiva, subito il lupo depose dolcemente la fanciulla per terra e, come un ladro colto sul fatto, si affrettò ad allontanarsi.

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