Costantinopoli

Concilio di

Il concilio di Costantinopoli del 381 ( Costantinopolitano I ) fu il secondo concilio ecumenico che segnò in Oriente il superamento
dell'arianesimo e la conclusione della controversia trinitaria del sec. IV.

Il concilio di Nicea ( 325 ) aveva definito il Figlio consustanziale ( v. ) al Padre: il Logos ( il Verbo ) doveva considerarsi Figlio unigenito di Dio Padre, uguale al Padre, ma distinto da lui in quanto Figlio.

Rimanevano da precisare il ruolo e la dignità dello Spirito Santo nell'ambito della divinità: la Chiesa fin dalle origini lo aveva indissolubilmente unito al Padre e al Figlio e gli aveva attribuito l'ispirazione dei profeti e la santificazione delle anime.

Gli ariani facevano dello Spirito Santo, coerentemente ai loro principi, una creatura prodotta dal Figlio, anch'egli a sua volta creazione del Padre.

S. Atanasio e dopo di lui i Padri Cappadoci ( s. Basilio; s. Gregorio di Nazianzo; s. Gregorio di Nissa ) confutarono queste opinioni e il concilio, convocato da Teodosio I, riprese il simbolo niceno e lo completò nella parte che riguarda lo Spirito Santo definendone la divinità e la sua "processione" da Dio Padre.

Nulla si disse sulla natura della relazione fra il Figlio e lo Spirito Santo.

Questo simbolo è detto "niceno-costantinopolitano" ed è professato nella liturgia attuale ( il Credo ).

Si tennero a Costantinopoli altri tre concili ecumenici: nel 553, nel 680/1 e nell'869/70.

v. Concilio; Trinità