Contro la lettera di Mani

9.10 - Quando è venuto il Paracleto promesso dal Signore

Forse mi dirai: Quando è venuto il Paracleto promesso dal Signore?

E qui io, se non avessi altro da credere, più facilmente lo aspetterei che deve ancora venire, piuttosto che concedere che sia venuto tramite Mani.

Ora in realtà, poiché negli Atti degli Apostoli si predice in modo molto chiaro l'avvento del Santo Spirito, qual necessità mi costringe a credere agli eretici in un modo così pericoloso e facile?

Infatti nel libro menzionato così è scritto: Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò nel giorno in cui scelse gli Apostoli - per mezzo dello Spirito Santo - e ordinò loro di predicare il Vangelo.

Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la passione, con molte prove, apparve a loro per quaranta giorni e insegnando sul regno di Dio.

E mentre conversava con loro, ordinò di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre " quella ", disse, " che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, che riceverete dopo i pochi giorni che vi separano dalla Pentecoste ".

Venutisi a trovare insieme gli domandarono: " Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele? ".

Ma egli rispose: "Nessuno può conoscere il tempo che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra ". ( At 1,1-8 )

Ecco qui hai il passo dove egli ha ricordato ai discepoli la promessa del Padre, che essi avevano udito dalla sua bocca, riguardo allo Spirito Santo che sarebbe venuto.

Ora vediamo quando è stato mandato.

Infatti poco oltre si dice: In quel tempo in cui giunse il giorno della Pentecoste, erano tutti unanimi insieme nello stesso luogo.

E venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutto il luogo dove si trovavano.

Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.

Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei di ogni nazione che è sotto il cielo.

Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua.

Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano a loro volta: " Coloro che parlano non sono forse tutti Galilei?

E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?

Siamo Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, dell'Armenia e della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle regioni dell'Africa vicino a Cirene, stranieri di Roma, Ebrei e stranieri, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio ".

Erano stupiti ed esitavano per il fatto accaduto, chiedendosi: "Che significa questo? ".

Altri invece li deridevano e dicevano: "Si sono ubriacati di mosto ". ( At 2,1-13 )

Ecco quando è venuto lo Spirito Santo: che volete di più?

Se si deve credere alle Scritture, perché non crediamo a queste, che sono confermate da una solidissima autorità?

Le quali insieme con lo stesso Vangelo - dove crediamo che parimenti è promesso lo Spirito Santo - meritarono di essere divulgate fra i popoli, tramandate ai posteri e predicate.

Dunque quando leggo questi Atti degli Apostoli, accomunati al Vangelo in pari autorità, trovo che non solo è stato promesso a quei veri Apostoli il Santo Spirito, ma è altresì tanto chiaro il fatto che è stato mandato, da non lasciare su questo argomento alcuno spazio all'errore.

10.11 - Per due volte è stato dato anche lo Spirito Santo

Infatti la glorificazione del Signore nostro presso gli uomini consiste nella risurrezione dai morti e nell'ascensione al cielo.

Ma nel Vangelo κατά Іωάννην è scritto: Non era ancora stato dato lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato. ( Gv 7,39 )

Se dunque non era ancora stato dato, per la ragione che Gesù non era stato ancora glorificato, dopo che Gesù è stato glorificato, inevitabilmente subito è stato dato.

E a causa della stessa duplice glorificazione, secondo l'uomo e secondo Dio, per due volte è stato dato anche lo Spirito Santo: una prima volta, dopo che egli risorse dai morti, quando soffiò sul volto dei discepoli, dicendo: Ricevete lo Spirito Santo. ( Gv 20,22 )

E di nuovo, dopo che ascese al cielo, quando erano trascorsi dieci giorni: numero che significa la perfezione; infatti al numero sette, nel quale hanno consistenza tutte le cose create, si aggiunge la Trinità del creatore.

Su tali argomenti tra uomini spirituali si discutono con pietà e cautela molte questioni.

Ma io non recederò dal mio proposito: infatti ho stabilito in precedenza di agire con voi, in modo che non vi insegni, poiché potreste reputarmi superbo; ma come se io stesso desiderassi apprendere da voi, ciò che in nove anni non ho potuto.

Per cui so già in quali lettere credere riguardo all'avvento dello Spirito Santo; se mi proibite di credere ad esse, perché non creda alla cieca ciò che non so - così infatti siete soliti ammonire - molto meno crederò alle vostre lettere.

Perciò, o togliete di mezzo tutti i testi, e cercate di rivelare la verità discutendo, una verità della quale io non possa dubitare; o producete testi tali da dimostrarmi, senza frode, la dottrina da apprendere senza che mi si imponga con arroganza di credere.

Forse, tu dici, anche questa lettera è di tale tipo.

Dunque non voglio rimanere ulteriormente ai preliminari: addentriamoci nel discorso.

11.12 - Mani promette, ma non presenta la verità

Queste sono, dice, le parole salvifiche, dalla fonte viva e perenne; colui che le avrà ascoltate, e in primo luogo avrà creduto ad esse, quindi avrà custodito ciò che comunicano, mai sarà soggetto a morte, ma godrà di una vita eterna e gloriosa.

Infatti senza dubbio si deve giudicare beato colui il quale sarà istruito da questa divina conoscenza; liberato per mezzo di essa permarrà in una vita sempiterna.

E questa è, come vedete, una promessa, non ancora una presentazione della verità: anche voi stessi potete avvertire molto facilmente, che qualsiasi errore può essere imbellettato con questo velo, cosicché si introducono strisciando nascostamente negli animi degli imperiti attraverso una porta ornata.

Se infatti la lettera dicesse: " Queste sono le parole pestifere, dalla fonte velenosa; chi le avrà udite, e in primo luogo avrà creduto ad esse, poi avrà custodito ciò che comunicano, mai sarà consegnato alla vita, ma sarà colpito da una morte penosa e tormentata " ( infatti senza dubbio deve essere considerato misero colui che sarà avviluppato da questa infernale ignoranza, per la quale rimarrà immerso in eterni affanni ); se dunque dicesse ciò, direbbe il vero.

Ora con questo libro non solo non si accattiverebbe il favore di nessun lettore, ma spingerebbe ad un grandissimo odio tutti coloro nelle cui mani fosse caduto.

Per cui passiamo alle conseguenze, né ci ingannino queste che possono essere parole comuni a buoni e cattivi, a dotti e indotti.

Che cosa dunque ne consegue?

11.13 - Queste cose possono essere dette sia dai buoni maestri che dagli ingannatori

La pace, dice, del Dio invisibile, e l'annuncio della verità sia con i fratelli santi e carissimi, che credono ai precetti celesti e allo stesso tempo li osservano.

Così sia, come dice. Infatti questo è un desiderio benigno e molto gradito.

Soltanto ricorderemo che queste cose possono essere dette sia dai buoni maestri che dagli ingannatori.

Così se non dicesse nient'altro che questo, concederei a tutti di leggerle e di abbracciarle.

Né disapproverei ciò che segue più avanti; aggiunge infatti: Ma vi protegga la destra della luce e vi sottragga ad ogni aggressione maligna, e ai lacci del mondo.

E certo non voglio rimproverare qualsiasi cosa sia scritta al principio di questa lettera, finché non si giunga al nocciolo del discorso, affinché non si consumi la maggior parte dell'opera in questioni minori.

Ora dunque vediamo la promessa chiarissima di quest'uomo.

12.14 - Mi si deve dimostrare la verità tanto chiaramente, che io vi possa giungere senza alcuna ambiguità

Quindi, dice, o fratello dilettissimo Patticio, riguardo alla questione che mi hai proposto, dicendo: " desidero apprendere in che modo sia avvenuta la nascita di Adamo e di Eva, se entrambi siano stati creati dalla parola, o siano i primi nati dal corpo ": ti si risponderà come è giusto.

Infatti molti su questi temi, in scritture e rivelazioni di vario genere, in modo differente hanno preso posizione e argomentato.

Per cui la verità di come questo evento sia accaduto, è ignorata da quasi tutti i popoli, e anche da tutti quelli che hanno lungamente disputato di ciò.

Se infatti a costoro fosse accaduto di conoscere chiaramente qualcosa riguardo alla generazione di Adamo ed Eva, mai sarebbero stati soggetti a corruzione e morte.

Dunque ci promette una chiara conoscenza sul modo di poter sfuggire alla corruzione e alla morte.

E se fin qui è troppo poco, vedi ciò che segue: È necessario dunque, dice, che molte altre cose siano prima ricordate, affinché si possa giungere a questo mistero senza alcuna ambiguità.

Questo è ciò che dicevo io: mi si deve dimostrare la verità tanto chiaramente, che io vi possa giungere senza alcuna ambiguità.

Se anche egli stesso non la promettesse, tuttavia sarebbe necessario che io lo esigessi con insistenza; e non mi vergognerei nemmeno, per il grande beneficio di avere una conoscenza tanto evidente e certa, di diventare manicheo da cristiano cattolico, per quante contraddizioni io potessi incontrare.

Ora dunque ascoltiamo ciò che adduce.

12.15 - Incredibile che prima della creazione del mondo sia stata intrapresa una qualche lotta

Onde se ti sembra opportuno, dice, ascolta in primo luogo quali cose furono prima della creazione del mondo, e a quale condizione sia stata ingaggiata la lotta, affinché tu possa separare la natura della luce e delle tenebre.

Ora ha proposto cose del tutto incredibili e false.

Chi infatti crederà che prima della creazione del mondo sia stata intrapresa una qualche lotta?

E tuttavia se ciò è credibile, noi non veniamo soltanto per credere, ma per conoscere.

Infatti colui che dice che i Persiani e gli Sciti hanno combattuto fra di loro molti anni fa, dice una cosa credibile; tuttavia tale cosa, pur avendola udita o letta, la possiamo solo credere, ma non conoscere per averla sperimentata e compresa.

Come ripudierei io costui, se dicesse qualcosa di tal fatta; infatti promise non verità, che fossi costretto a credere, ma che potessi conoscere senza alcuna ambiguità: in che modo potrò evitare di ripudiarlo, quando non solo dice cose incerte, ma anche incredibili?

Ma cosa! Se mai con qualche motivazione le rendesse perspicue e conosciute?

Ascoltiamo dunque, se possiamo, con ogni pazienza e mitezza ciò che segue.

13.16 - Mani dice che vi furono in principio due sostanze divise tra loro. Il regno della luce

Certo, dice, vi furono in principio due sostanze divise tra loro.

E invero Dio Padre aveva il dominio della luce, perpetuo nella sua santa stirpe, magnifico nella virtù, vero per la sua stessa natura, sempre esultante della propria eternità, tenendo presso di sé la sapienza e i sensi vitali: attraverso i quali racchiude anche dodici membra della sua luce, vale a dire ricchezze che confluiscono nel suo regno.

In ciascuna delle sue membra sono nascoste migliaia di innumerevoli e immensi tesori.

Il Padre stesso, precipuo nella sua lode, incomprensibile nella grandezza, tiene congiunti a sé i beati e gloriosi secoli, incalcolabili per numero o per estensione, con i quali il medesimo santo e illustre Padre e genitore trascorre il tempo, non essendoci nei suoi regni insigni nulla di mancante o di malfermo.

Così i suoi regni sfolgoranti sono fondati sopra la terra luminosa e beata, sì da non poter essere mai mossi o agitati da alcuno.

13.17 - Non sono venuto qui per credere cose sconosciute, ma per conoscere cose certe

Con quali fondamenti mi proverà queste cose, o da dove le ha conosciute egli stesso?

Non cercare di spaventarmi col nome del Paracleto.

Anzitutto, perché non sono venuto qui per credere cose sconosciute, ma per conoscere cose certe, reso più cauto da voi stessi.

Voi infatti lo sapete bene, siete soliti insultare con una certa veemenza coloro che credono senza discernimento: tanto più che egli stesso, che ha già incominciato a raccontare cose incerte, aveva promesso poco prima una conoscenza piena e sicura.

14.17 - Seguire chi ci invita prima a credere ciò che non siamo ancora capaci di capire, affinché, resi più saldi dalla stessa fede, meritiamo di capire ciò che crediamo

Da questo momento, nel caso mi dovesse essere imposta la fede, piuttosto mi sentirei legato a quella Scrittura dove leggo che è venuto lo Spirito Santo, e che ha ispirato gli Apostoli, ( At 2,1-13 ) ai quali il Signore stesso aveva promesso che l'avrebbe mandato. ( At 1,5; Gv 14,16.26; Gv 16,7 )

Per cui, o mi provi che sono vere le cose che dice, mostrandomi così anche quello che non posso credere; oppure, provami che colui che le dice è lo Spirito Santo, affinché io creda ciò che tu non puoi dimostrarmi.

Io infatti professo la fede cattolica, e presumo che attraverso di quella giungerò ad una conoscenza sicura: tu invece, che ti sforzi di corrompere la mia fede, cerca di trasmettere una conoscenza sicura, se puoi; per convincermi che ciò che ho creduto, l'ho creduto senza discernimento.

Due sono le possibilità che mi prospetti: la prima quando dici che costui che parla è lo Spirito Santo; e la seconda, quando affermi che sono evidenti le cose che dice.

Avrei dovuto conoscere entrambe le cose da te senza alcun dubbio: ma non sono avido; insegnamene una sola.

Mostrami che costui è lo Spirito Santo, e io crederò che sono vere le cose che dice, anche se non sono in grado di capirle; oppure mostrami che sono vere le cose che dice, e io crederò che egli è lo Spirito Santo, anche se lo ignoro.

Ci si può forse comportare con te in modo più equo e con maggiore benevolenza?

Ma tu non sei capace di dimostrare né questo né quello.

Non fai nient'altro che lodare ciò che credi tu, e irridere ciò che credo io.

Quando dunque anch'io a mia volta avrò lodato ciò che credo io, e irriso ciò che credi tu, cosa stimi sia meglio scegliere o fare, se non lasciare coloro che ci invitano a conoscere cose sicure e dopo ci comandano di credere a cose insicure; e seguire invece coloro che ci invitano prima a credere ciò che non siamo ancora capaci di capire, affinché, resi più saldi dalla stessa fede, meritiamo di capire ciò che crediamo, non già grazie agli uomini, ma grazie a Dio stesso che internamente illumina e rafforza la nostra mente?

14.18 - Se c'è una differenza tra conoscere e credere

E giacché ho chiesto da dove egli mi adduca le prove di ciò, ora chiedo da dove egli stesso le abbia conosciute.

Se dice che gli sono state rivelate dallo Spirito Santo, e che la sua mente è stata divinamente illuminata, per conoscere come certe e manifeste quelle cose che dice, sarebbe proprio lui allora a mostrarci quale differenza esista tra il conoscere e il credere.

A lui queste cose sono state mostrate in modo molto chiaro ed egli le conosce: invece a coloro cui le riferisce, non comunica una conoscenza, ma li esorta a credere.

Chi sarà d'accordo con lui senza discernimento, viene reso manicheo; e così non viene a conoscere cose sicure, ma a credere cose incerte; come ingannò me allora giovincello inesperto.

Non avrebbe dovuto prometterci una conoscenza né un'istruzione chiara, né di arrivare senza alcuna ambiguità a ciò che si ricerca; ma piuttosto avrebbe dovuto dire che a lui queste verità erano state mostrate, mentre coloro ai quali vengono raccontate cose che ignorano, devono credere a lui.

Ma se dichiarasse ciò, chi non gli risponderebbe: " Se dunque devo credere a cose sconosciute, perché non posso piuttosto credere a quelle che hanno a loro favore il consenso di dotti e indotti, e godono della saldissima autorità di tutti i popoli "?

Per timore di una simile risposta, egli sparge fumo sugli inesperti: prima promettendo la conoscenza di cose certe, e poi esigendo la fede su quelle incerte.

Anche nel caso gli chiedessimo di provarci che quanto afferma gli è stato rivelato, ugualmente non saprebbe, e ci imporrebbe nuovamente di crederlo.

Chi potrebbe tollerare tanta fallacia e superbia?

15.19 - Mani non dimostra la conoscenza della verità che promette, ma dice cose che sono decisamente contrarie alla conoscenza e alla verità

E che dirai se avrò dimostrato - con l'aiuto di Dio e Signore nostro - che non solo sono incerte, ma anche false le cose che dice?

Che cosa puoi trovare di più infelice di questa superstizione, che non solo non dimostra la conoscenza promessa e la verità, ma dice cose che sono decisamente contrarie alla conoscenza e alla verità?

Cosa che apparirà più chiaro qui di seguito.

Così infatti dice: Presso una sola parte e lato di quella insigne e santa terra c'era la terra delle tenebre, di profonda e immensa grandezza, nella quale abitavano corpi di fuoco, cioè esseri pestilenziali.

Qui c'erano tenebre infinite che sgorgavano in numero incalcolabile dalla stessa natura con i loro feti: dall'altra parte c'erano acque fangose e torbide con i loro abitanti; all'interno di queste c'erano venti orribili e fortissimi con il loro Principe e genitori.

C'era poi anche una regione ignea e corruttibile con i suoi duci e nazioni.

In ugual modo nella parte interna c'era una stirpe piena di caligine e di fumo, nella quale dimorava l'immane Principe e duce di tutti, che aveva intorno a sé innumerevoli principi; di tutti costoro egli era mente e origine.

Queste furono le cinque nature della terra pestifera.

15.20 - La natura della sapienza e della verità in ogni cosa è eguale al sommo Padre

Se dicesse che la natura di Dio è il corpo dell'aria o anche dell'etere, senza dubbio sarebbe irriso da tutti coloro che, con una certa acutezza derivante da una mente che sia ormai più serena, sono capaci di intuire che la natura della sapienza e della verità non può essere distesa e diffusa attraverso un qualche spazio, essa che è grande e magnifica senza avere alcuna mole, né è in una parte minore e in una maggiore, ma in tutto è eguale al sommo Padre, né tiene una cosa qui e un'altra lì, ma dovunque è tutta integra, ed è presente ovunque.

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