Discorsi sui Santi

Indice

Nel natale di S. Quadrato

1 - Credendo e parlando i martiri trovarono la morte
2 - Vana è la salvezza dell'uomo
3 - Che dicono di me, figlio dell'uomo
4 - Non sappiamo "quando" e quanto sia vicino il "quando"
5 - In virtù del sangue dell'Agnello i martiri resero candide le loro vesti

1 - Credendo e parlando i martiri trovarono la morte

Il beato Apostolo ha presentato la testimonianza delle Scritture perché avesse valore per noi la gloria dei martiri: Poiché sta scritto - egli dice -: ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo, perciò parliamo. ( 2 Cor 4,13 )

Infatti, se avessero soltanto creduto e non avessero parlato, non avrebbero subito il martirio.

In tal modo, credendo, conseguirono la vita e, parlando, trovarono la morte; una morte, però, nella quale venisse deposto qual seme il corpo corruttibile e si avesse, qual frutto, l'immortalità.

Questo significato, secondo il quale noi crediamo, perciò parliamo, lo stesso Apostolo ha così chiarito in un altro passo: Con il cuore si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per ottenere la salvezza. ( Rm 10,10 )

2 - Vana è la salvezza dell'uomo

A questo punto qualcuno potrebbe domandare: "Com'è che la professione di fede si fa per la salvezza, dal momento che i martiri venivano messi a morte proprio allora che confessavano?

È certo allora che la professione di fede non si fa per ottenere la salvezza! ".

Nell'oppressione vieni in nostro aiuto perché vana è la salvezza dell'uomo: ( Sal 60,13 ) hai dimenticato questo?

Hanno fatto la professione di fede indubbiamente per avere la salvezza, la salvezza propria dei fedeli, propria dei cristiani, non quella che è comune a uomini e bestie.

D'altra parte, anche questa salvezza, comune a uomini e bestie, da chi viene se non dal Creatore di tutto?

Infatti, da colui dal quale siamo stati creati per l'esistenza, proprio da lui abbiamo ricevuto di poter essere salvi.

Ma i fedeli sanno bene che Dio è Creatore non solo dell'uomo, ma anche delle bestie.

Pertanto, è detto: Uomini e bestie tu salvi, o Signore, secondo la ricchezza della tua misericordia. ( Sal 36,7-8 )

E appunto perché sei il Creatore degli uomini, la ricchezza della tua misericordia giunge a provvedere anche alla salute delle bestie.

Che hanno allora in più gli uomini se non quel che segue?

Ma i figli degli uomini all'ombra delle tue ali saranno pieni di speranza. ( Sal 36,8 )

In che fisseranno la loro speranza se non in quella salvezza che non è di questa vita, ma eterna?

La salute che si spera è altra di quella che si possiede, ecco perché i martiri furono fortissimi nella fede, perché disprezzarono ciò che avevano, per ricevere quello che speravano.

Quanto all'una e all'altra salute, era a loro nota la prima, era oggetto della loro fede la seconda; di una avevano esperienza, l'altra era fuori della loro vista.

Quale fede, carissimi, quale fede!

Non far conto di ciò che vedi e quel che credi si renderà accessibile.

3 - Che dicono di me, figlio dell'uomo

Ne segue che si chiarifica un qualcosa che ci fa notare una distinzione tra gli uomini e il Figlio dell'uomo, ma sono uomini tutti i figli degli uomini.

Com'è che non tutti gli uomini sono figli degli uomini?

Infatti, Adamo ed Eva uomini e non figli degli uomini.

Secondo quale di questi due preferì essere Cristo Signore?

Bisognava appunto che colui che aveva plasmato l'uomo si facesse uomo per l'uomo, e diventasse quella sua creatura perché non andasse perduta l'opera delle sue mani.

Poteva certamente plasmarsi una propria carne da ciò che avesse voluto, vero uomo in una vera carne.

Non ebbe bisogno infatti di un padre e di una madre per creare il primo uomo, non si procurò umano seme per l'esistenza del primo uomo.

E venne anche il momento che si facesse uomo egli stesso che aveva creato l'uomo.

Non volle essere semplicemente uomo, a lui possibile se avesse voluto, ma preferì essere Figlio dell'uomo.

E con quale energica fermezza, con quale frequenza lo fa presente! Egli è il Figlio dell'uomo!

Quando vengono proclamati i santi Vangeli, fatevi attenzione e convenite come sia incomparabilmente più frequente in lui dichiararsi Figlio dell'uomo che Figlio di Dio!

In realtà non era necessario insistere sulla maestà propria di Dio, mentre era certo da inculcare ripetutamente l'umiltà dell'Altissimo.

Perciò, tra le altre circostanze che dettero occasione al Signore Gesù di affermare con frequenza di essere il Figlio dell'uomo, vogliamo far risaltare particolarmente quella in cui disse ai suoi discepoli: Gli uomini che dicono di me, figlio dell'uomo? ( Mt 16,13 )

Che dicono di te se non che sei figlio dell'uomo?

Solo che sono molti i figli degli uomini, uguali quanto all'origine, diversi per doti e condizioni di vita.

Pertanto, dice: Gli uomini che dicono di me?

Fu risposto che alcuni lo ritenevano Elia, altri Geremia, altri Giovanni Battista o uno dei Profeti, come figlio dell'uomo, uno dei grandi uomini.

E uomini per il fatto che la salute è a loro comune con le bestie.

Ma voi - egli chiede - chi dite che io sia? ( Mt 16,15 ) quasi che quelli non fossero uomini.

Egli intende dire: Gli uomini dicono questo e questo di me in relazione all'uomo ma voi figli degli uomini che trattate il Figlio dell'uomo, chi dite che io sia?

Rispose allora Pietro, uno per tutti, l'unità in tutti, e affermò: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. ( Mt 16,16 )

Cristo fa valere la sua umiltà, Pietro riconosce la divinità di Cristo, così era conveniente, così doveva essere.

Ascolta, Pietro, che si è fatto Cristo per te, e tu riconosci chi si è fatto Figlio dell'uomo per te.

Gli uomini che dicono che io sia?

Chi è costui che per te si è fatto Figlio dell'uomo?

Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, io - egli dice - ti faccio conoscere la mia umiltà, tu riconosci la mia divinità.

Dico io che sono diventato per te, tu afferma in forza di che io ti ho creato.

4 - Non sappiamo "quando" e quanto sia vicino il "quando"

La salute di questa vita, comune a uomini e bestie, quella disprezzavano i martiri, quella che avevano con Adamo uomo, non con il Figlio dell'uomo.

Ma i figli degli uomini, che sono in relazione con il Figlio dell'uomo, per giungere al disprezzo della salute, comune a uomini e bestie, saranno pieni di speranza all'ombra delle tue ali. ( Sal 36,8 )

Ma allora, carissimi, non è un qualche bene questa salute dal momento che i martiri finiscono per disprezzarla?

Se non fosse un bene, chi si potrebbe vantare di non far conto di ciò che un bene non è?

Disprezzi pure il bene per ottenere il meglio.

Stiamo parlando di questa salute che non fa ritenere colpevole chi ne ha cura.

Per quanto riguarda il sostentamento della vita presente, notiamo che gli uomini non fanno altro che ritemprarla se questa salute declina o ricuperarla se perduta.

Ma fino a quando - voglia tu o non voglia, essa avrà pure una fine - fino a quando potrai conservare questa salute, tu che non puoi annullare l'ultimo giorno?

Per ciascuno è stata fissata una certa meta dell'ultimo giorno.

A tale riguardo tutti corrono, contro voglia, ma vi vengono sospinti.

A tale meta, oggi, siamo più vicini di ieri, domani più di oggi, finché una volta verrà ciò di cui sempre si ignora "la volta".

Di conseguenza, diamoci da fare nella vita perché non sappiamo quando si muore.

Non sappiamo quando, e neppure sappiamo quanto sia vicina quella che abbiamo chiamato la volta.

Pertanto, i beatissimi martiri, pervenuti all'istante cruciale, per cui si trattava di conservare questa vita, accettando l'incertezza del "quando", oppure di avere in possesso quella da conservare per l'eternità, - perché vi stupite, fratelli miei? - poiché ebbero fede, valutarono e scelsero.

Vinsero perché scelsero il meglio, perché l'amore determinò la loro scelta; e dove attinsero l'amore se non dal fatto di essere stati amati?

Beati voi! Che gloriosi! Che forti! Che grandi! Che felici! Che fedeltà a Dio!

Voi, da ogni parte quadrati! È un bene, ma limitato nel tempo, quello che avete disprezzato.

È un bene eterno e incorruttibile quello che avete scelto.

A ragione siete rimasti saldi nella professione di fede; pur circuiti in ogni senso dal persecutore, voi non siete caduti.

5 - In virtù del sangue dell'Agnello i martiri resero candide le loro vesti

In questo consiste la vera beatitudine.

Egli mirabilmente vi ha resi candidi in virtù del sangue.

L'affermò la parola divina nell'Apocalisse.

Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide. ( Ap 7,14 )

Dove le resero candide? Nel sangue, non di uno qualsiasi, ma dell'Agnello. ( Ap 7,14 )

Ogni sangue tinge di rosso, il sangue dell'Agnello conferisce candore.

In che modo conferisce candore?

Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. ( Gv 1,29 )

Non ha niente di straordinario il fatto che abbiano lavato nel sangue le loro vesti.

È possibile infatti che si lavi qualcosa nel sangue; disse un tale al riguardo: Lavano i colli e le braccia nel sangue fluente in gran copia.1

Lavano o danno candore? Per questo volle precisare la Parola divina e, dopo aver detto: Hanno lavato le loro vesti, aggiunse ciò che ti stupisce: rendendole candide nel sangue dell'Agnello.

Infatti com'era possibile che non ricevesse candore tutto ciò che venisse lavato in quel sangue di cui è stato detto: Questo è il mio sangue che sarà sparso per molti in remissione dei peccati? ( Mt 26,28 )

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1 Virgilio, Aen. 12, 721-722