Discorsi sui Santi

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Nel giorno natalizio dei martiri

1 - Dominandosi interiormente, il martire all'esterno vinceva il persecutore
2 - Il combattimento del cristiano: mortificare il corpo con l'aiuto di Dio
3 - Chi acconsente alla tentazione è imprigionato, chi resiste è libero
4 - Il male è nostro, il bene è da Dio

1 - Dominandosi interiormente, il martire all'esterno vinceva il persecutore

I santi martiri, testimoni di Cristo, lottarono fino al sangue contro il peccato; poiché Cristo fu in loro, per lui vinsero.

Anche al presente, quelli che combattono contro il peccato, accettano la lotta e desiderano la corona.

Infatti, quando i nemici del nome di Cristo perseguitavano i martiri, questi conducevano la lotta nel loro intimo e, all'esterno, erano vincitori.

Ma non sarebbero stati apertamente vittoriosi se prima, interiormente, non avessero riportato vittoria.

Vi espongo ora in qual modo il nemico arrivava al martire.

Prima se ne impadroniva, quindi lo metteva in catene e lo conduceva dal giudice.

Gli diceva il giudice: "Se ci tieni a vivere, nega Cristo".

Ma quello, appunto perché voleva vivere, non rinnegava.

Come dunque combatteva anzitutto interiormente?

Poiché la dolcezza di questa vita gli diceva: "Rinnega", quello non ascoltava e confessava Cristo.

Dominandosi interiormente contro la dolcezza della vita, all'esterno vinceva il persecutore.

2 - Il combattimento del cristiano: mortificare il corpo con l'aiuto di Dio

Che senso ha quel che ho detto?

È pur sempre attuale la lotta di coloro che combattono contro il peccato e di coloro i quali accettano la lotta e desiderano la corona.

È quanto ho detto poco fa e devo rendervi evidente in che consista.

Avete ascoltato quando si leggeva dagli scritti dell'Apostolo.

Ripeto le sue stesse parole: Se vivrete secondo la carne, morirete.

Se invece, con l'aiuto dello Spirito, mortificherete le opere del corpo, vivrete. ( Rm 8,13 )

Questo è il combattimento cristiano: mortificare con l'aiuto dello Spirito le opere del corpo.

Opera del corpo è desiderare la donna altrui.

È già un piacere della carne il solo compiacersene e desiderarlo.

Non commette ancora adulterio e già la concupiscenza provoca al piacere.

Ma la coscienza sarà più forte se oppone costante resistenza.

Chi non subisce un tale combattimento?

È inevitabile per tutti esservi sottoposti, ma non tutti si rendono superiori.

Ma, così come non tutti vincono, non tutti ne restano vinti.

E vi sono alcuni che addirittura rinunziano a lottare.

Infatti, al primo insorgere della concupiscenza nel loro cuore, l'assecondano immediatamente.

Se non passa all'atto è solo perché non si è prestato il luogo.

Chi non giunge all'azione concreta non trovando dove, non ha avuto ad un tempo un luogo in terra ed ha perduto il luogo in cielo.

3 - Chi acconsente alla tentazione è imprigionato, chi resiste è libero

Insorse la concupiscenza e ti comunicò l'eccitazione.

Ma è a te irraggiungibile la donna altrui.

Ormai procedi in catene, poiché dove ti sei lasciato sedurre là sei caduto prigioniero.

Invece, chi oppone resistenza non è vittima della libidine.

Arma di questa è l'attrattiva sensibile, arma tua sia l'opposizione tenace.

Quella dice: "Cediamo, per vivere nel piacere sensibile".

Tu devi rispondere: "Evitiamolo per avere la vita eterna".

Tu la respingi tanto a lungo finché quella comincia ad essere meno aggressiva.

Oppure, se talora avrà delle impennate, fa presto a ritirarsi e a spegnersi.

Quanto ho detto circa il desiderio della donna d'altri, dico che vale pure per la passione del vino, per l'amore al denaro; lo dico ancora per il culto dell'ambizione e per ogni altro modo di fare che importa amori colpevoli e cattive abitudini.

4 - Il male è nostro, il bene è da Dio

Chi invece ripudia tali amori colpevoli, diventa un cristiano morigerato.

Inoltre, nella coscienza, egli conduce un quotidiano combattimento fino a riportare vittoria per ottenere la corona da colui che assiste alla lotta.

Ma avrebbe forse vinto se avesse combattuto da solo? Lascialo là da solo e sarà sopraffatto.

Quando, fidandoti delle tue forze, non assecondi le sollecitazioni della concupiscenza carnale, sei solo e, dal momento che conti su di te, tu sei solo ad agire.

Se, al contrario, non fai alcun conto delle tue risorse personali, ti abbandoni del tutto a Dio, è Dio che - in te - suscita il volere e l'operare secondo la tua buona volontà. ( Fil 2,13 )

E perciò disse: Se con l'aiuto dello Spirito mortificherete le opere del corpo, vivrete.

Qui l'umana debolezza nulla rivendica per sé, niente attribuisce ai suoi sforzi e niente alle sue risorse, in quanto, facendosene un merito, fa posto alla superbia e la superbia fa posto alla rovina.

Ma chi attribuisce a Dio ogni progresso ottenuto, fa posto allo Spirito Santo.

Dice perciò l'Apostolo: Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio. ( Rm 8,14 )

Se dunque siamo figli di Dio, lo Spirito di Dio opera in noi, lo Spirito di Dio ci guida.

Tutto ciò che avremo compiuto di male è opera nostra.

Al contrario, tutto ciò che avremo operato di bene è di Dio, che suscita in noi e il volere e l'operare secondo la buona volontà ( Fil 2,13 ) nostra.

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