Esposizione dei Salmi

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Salmo 119 (118)

1 - Proemio

Con l'aiuto del Signore ho esposto come mi è stato possibile tutti gli altri salmi che sappiamo contenuti nel libro dei salmi: libro che nell'uso ecclesiastico si suole chiamare Salterio.

Tali esposizioni sono state effettuate o mediante discorsi tenuti al popolo o mediante riflessioni dettate.

Finora però avevo sempre rimandato l'esposizione del salmo 118, e questo non tanto per la lunghezza che, come è ben noto, lo contraddistingue, quanto per la sua profondità, di cui pochi soltanto si rendono conto.

Ora questo fatto non garbava per niente ai nostri fratelli: che cioè, spiegato tutto il complesso dei salmi, mancasse fra le nostre modestissime opere solamente l'esposizione di questo salmo.

Mi pressarono a lungo e con insistenza affinché mi decidessi a pagare anche questo mio debito; ma io, per quanto loro mi pregassero e quasi mi costringessero, non volli mai arrendermi.

Il motivo d'un tale comportamento stava nel fatto che, tutte le volte che avevo provato a pensare a tale lavoro, questo mi era sempre apparso superiore alle mie forze e all'acume della mia mente.

È infatti un salmo che, sebbene si presenti piano e accessibile, tuttavia - almeno a me - sembra molto, ma molto profondo: al segno che mi riesce impossibile descrivere la sua stessa profondità.

Negli altri salmi la cui comprensione rimane difficile, se non si riesce ad afferrarne il senso per la loro oscurità, almeno ci si rende conto di questa oscurità.

Nel salmo in questione invece non s'avverte nemmeno questa; anzi, a guardarlo in superficie, si presenta così facile che non sembrerebbe esserci affatto bisogno di chi lo spieghi, potendo bastare unicamente leggerlo o ascoltarlo.

Adesso comunque mi accingo a spiegarlo, senza nemmeno sapere quale sarà la riuscita della mia impresa.

Voglio solo sperare che Iddio mi assista e mi aiuti a riuscire a qualcosa.

Così infatti mi ha soccorso tutte le volte che la mia esposizione è risultata positiva, mentre in me c'era la convinzione di dover affrontare questioni difficili o addirittura impossibili a comprendersi e a spiegarsi.

Ho stabilito che il presente lavoro sia strutturato in forma di discorsi da potersi leggere al popolo o, come s'esprimono i greci, in forma di omelie.

Mi sembra infatti giusto che le assemblee [ liturgiche ] della Chiesa non debbano essere private della comprensione di questo salmo che, come gli altri, sono solite gustare quando lo si canta.

Ma facciamo basta con il proemio.

Diciamo qualcosa del salmo stesso, a proposito del quale ci è sembrato bene premettere questa nota.

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