Esposizione dei Salmi

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Salmo 119 (118)

Discorso 1

1 - [v 1.] La legge di Dio via alla felicità

Il presente amplissimo salmo, o carissimi, fin dall'inizio ci invita alla beatitudine: la quale, si sa, è nelle speranze di ogni uomo.

Può mai, infatti, esserci qualcuno ( o ci fu o ci sarà ) che non desideri essere beato?

Ma se così stanno le cose, che bisogno c'è di inviti per una meta a cui l'animo umano tende spontaneamente?

A questo infatti mira ognuno che rivolga esortazioni al suo simile: ad accenderne la volontà alla conquista del bene a cui tendono appunto le parole esortative.

Orbene, perché spronarci a volere una cosa che non possiamo non volere?

Non sarà forse perché, sebbene tutti aspiriamo alla beatitudine, tuttavia ai più è sconosciuto il modo come la si raggiunge?

Sì, proprio questo è l'insegnamento di colui che esordisce: Beati quelli che sono senza macchia nella via, quelli che camminano nella legge del Signore.

Sembra voler dire: So cosa tu vuoi; so che vai in cerca della beatitudine: ebbene, se vuoi essere beato, sii esente da ogni macchia.

La prima cosa la cercano tutti, pochi invece si preoccupano dell'altra: senza la quale tuttavia non si può conseguire quel che è aspirazione comune.

Dove poi si dovrà essere immacolati se non nella via?

La quale altro non è se non la legge del Signore.

Beati pertanto quelli che sono senza macchia nella via, quelli che camminano nella legge del Signore!

Esortazione non superflua ma necessaria al nostro spirito.

È infatti una grande conquista camminare senza colpa per quella via che è la legge del Signore, sebbene molti non se ne diano pensiero.

Ciò risulta dalla motivazione addotta, e cioè che chi si comporta in tal modo è beato, al segno che, pur di raggiungere la meta che tutti vogliono, sa compiere anche ciò che la maggior parte si rifiuta di compiere.

Infatti l'essere beati è un bene così grande che vi aspirano tanto i buoni quanto i cattivi.

Né stupisce che i buoni siano buoni in vista della beatitudine; quel che sorprende è invece come gli stessi cattivi in tanto sono cattivi in quanto vogliono essere beati.

Ecco un tale che è schiavo della libidine.

Egli si abbandona ad ogni sorta di corruzione e di lussuria, stupri non esclusi.

Eppure nel male che compie egli cerca la beatitudine, tanto che si - ritiene disgraziato se non riesce a soddisfare il piacere disonesto per cui arde la sua passione, mentre è felice ( e se ne vanta! ) se è riuscito nell'intento.

Lo stesso vale per chi interiormente arda del fuoco dell'avarizia: egli accumula ricchezze in tutti i modi possibili, e questo per essere beato.

Lo stesso si dica per chi si propone di uccidere i propri nemici, per chi aspira al dominio sugli altri, per chi ama pascere la propria crudeltà nello sterminio degli altri.

In tutti questi delitti il fine che si vuole conseguire è sempre la felicità.

Ebbene, a queste persone aberranti che si ripromettono una felicità illusoria comprandosela con una reale miseria, si volge la voce di questo salmo al fine di richiamarle sulla retta via, a patto, si capisce, che lo si ascolti.

Dice loro: Beati quelli che sono senza macchia nella via e camminano nella legge del Signore.

Sembra voler dire: Dove andate? Voi vi rovinate senza nemmeno accorgervene.

Non è per la strada che voi battete che si arriva alla meta dove volete arrivare.

Voi volete essere felici, ma i sentieri dove voi correte sono miseri e portano a una miseria ognora crescente.

Non cercate un bene così grande battendo le vie del male!

Se volete raggiungerlo, venite qua, prendete quest'altra strada.

Abbandonate la malizia e le sue vie traverse, voi tutti che non potete deporre il desiderio della felicità.

Fatica sprecata sarà la vostra se tenderete a una meta che, raggiunta, vi coprisse di sporco.

Non sono infatti beati coloro che s'insudiciano nell'errore, camminando per le aberrazioni del mondo, ma beati coloro che sono senza macchia nella via, e camminano nella legge del Signore.

2 - [vv 2.3.] La legge di Dio va scrutata con retta intenzione

Osservate cosa aggiunge. Beati coloro che scrutano le testimonianze di lui e lui cercano con tutto il cuore.

Non mi sembra che in queste parole si descriva una categoria di beati diversa da quella di cui ha parlato sopra.

Difatti " scrutare le testimonianze del Signore " e " cercar lui con tutto il cuore" è lo stesso che camminare immacolati in quella via che è la legge del Signore.

Tant'è vero che può proseguire con le parole: Poiché quanti operano l'iniquità non camminano nelle sue vie.

Se pertanto quelli che camminano nella via, cioè nella legge del Signore, sono coloro che scrutano le sue testimonianze e lo cercano con tutto il cuore, evidentemente quanti operano l'iniquità non scrutano le sue testimonianze.

Veramente, noi conosciamo certi operatori d'iniquità che investigano le testimonianze del Signore, interessati di diventare dotti piuttosto che giusti; e conosciamo altre persone ancora le quali scrutano le testimonianze del Signore non perché già vivono bene ma perché vogliono sapere come debbano vivere.

Nemmeno costoro camminano senza macchia nella legge del Signore e quindi non sono nemmeno beati.

Come intenderemo dunque le parole: Beati coloro che scrutano le sue testimonianze, se non possiamo negare che ci sono uomini i quali, pur dediti a scrutare le testimonianze del Signore, non sono beati perché non esenti da macchia?

Potremmo qui pensare agli scribi e ai farisei assisi sulla cattedra di Mosè.

Di loro diceva il Signore: Fate quel che dicono, ma evitate di fare quel che fanno.

Dicono infatti ma non fanno. ( Mt 23,3 )

Erano persone che scrutavano le testimonianze del Signore per ricavarne la dottrina buona che predicavano, sebbene loro stessi agissero male.

Ma lasciamoli da parte: ci si potrebbe infatti replicare - e giustamente - che gente siffatta non scruta per nulla la legge del Signore.

Non è infatti di essa che si preoccupano ma attraverso di essa vogliono raggiungere altre finalità come la gloria umana o le ricchezze.

E questo non si chiama scrutare le testimonianze del Signore, non è amare i valori che esse additano; è anzi un rifiuto di arrivare alla meta a cui conducono, cioè a Dio.

Ma, anche ammesso che costoro scrutino le testimonianze di Dio ( sia pure allo scopo di raggiungere e impossessarsi, per loro mezzo, d'un bene secondario e non di Dio ), certamente essi non cercano Dio con tutto il cuore: parole che, come ben si vede, non sono state aggiunte senza motivo.

L'autore di queste parole, cioè lo Spirito, ben sapeva infatti che molti scrutano le testimonianze dei Signore per secondi fini e non per conseguire i beni per i quali esse furono codificate.

Per questo non si contentò di dire: Beati coloro che scrutano le sue testimonianze, ma aggiunse: E che lui cercano con tutto il cuore, volendo precisamente insegnarci in che modo e con quali intenzioni occorra scrutare le testimonianze del Signore.

Ma c'è di più. Nel libro della Sapienza si introduce a parlare la Sapienza stessa, e queste sono le sue parole: I cattivi mi cercano ma non mi trovano; essi infatti odiano la sapienza. ( Pr 1,28-29 )

E questo cosa significa se non: "Odiano me"?

Dice dunque: Mi cercano ma non mi trovano perché mi odiano.

Ma come si fa ad affermare che essi cercano una cosa che odiano se non si intende che essi, pur cercando quella tal cosa, non cercano la cosa stessa ma in essa cercano un qualcos'altro?

Non vogliono essere sapienti a gloria di Dio, ma vogliono fare sfoggio di sapienza per conseguire gloria umana.

E potrebbero, allora, non odiare la sapienza, quando questa - comanda e insegna a disprezzare quel che loro amano.

Beati dunque quelli che sono senza macchia nella via, quelli che camminano nella legge del Signore. ( Sal 119,1 )

Beati coloro che scrutano le testimonianze del Signore e lui cercano con tutto il cuore.

Scrutando le testimonianze del Signore con l'intenzione di cercare lui con tutto il cuore, camminano senza macchia nella legge del Signore.

Che dire a questo riguardo? Forse che non scrutava la legge del Signore né lo cercava quel tale che gli andò a dire: Maestro buono, cosa dovrò fare di bene per conseguire la vita eterna? ( Mt 19,16 )

Come si fa però a dire che lo cercasse con tutto il cuore, se al Signore e ai suoi suggerimenti preferì le proprie ricchezze e se, ascoltato il Maestro, se ne andò triste?

Dice infatti il profeta Isaia: Cercate il Signore e, quando lo avrete trovato, l'empio abbandoni le sue vie e l'iniquo i suoi divisamenti. ( Is 55,6-7 )

3 - Legge divina ed esenzione da colpa

Ci sono quindi degli empi e dei Perversi che cercano Dio al fine di trovarlo e, una volta trovatolo, cessano d'essere empi e cattivi.

Come può dirsi allora che sono beati quanti investigano le testimonianze del Signore e lo ricercano, se questo possono fare anche gli empi e i perversi?

Ciò significherebbe che anche gli empi e i perversi siano beati; ma chi, per quanto empio e perverso, oserà affermare una cosa simile?

Si tratta quindi di coloro che sono beati nella speranza, come quei tali che sono beati perché soffrono persecuzioni per la giustizia.  ( Mt 5,10 )

I quali, finché sono sotto i colpi del male, non sono certo beati per quello che hanno ma per quello che avranno, e cioè perché di essi è il regno dei cieli.

Allo stesso modo coloro che hanno fame e sete di giustizia.

Sono beati non per la fame o la sete che soffrono ma per quel che segue: perché cioè saranno saziati. ( Mt 5,6 )

E ancora, se sono beati quelli che piangono, non lo sono perché piangono ma perché - come continua - essi saranno nella gioia. ( Mt 5,5 )

Ecco dunque in che senso sono beati quelli che scrutano le testimonianze del Signore e lui cercano con tutto il cuore.

Non per il fatto di scrutare e di cercare ma perché troveranno quello che cercano.

Non lo cercano infatti alla stracca ma con tutto il cuore.

E vorrei anche insinuare che, se sono beati nella speranza, forse, per la stessa speranza, sono anche esenti da macchie.

In questa vita infatti, per quanto camminiamo nella legge del Signore ne scrutiamo le testimonianze e lo cerchiamo con tutto il cuore, tuttavia, se dicessimo d'essere senza peccato inganneremmo noi stessi e non sarebbe in noi la verità. ( 1 Gv 1,8 )

È un problema, questo, che bisogna esaminare con maggiore diligenza.

Continua infatti [ il salmo ] con le parole: Non camminano nelle vie del Signore coloro che operano iniquità.

Da cui si può ricavare che quanti camminano nella via del Signore, cioè nella sua legge, e scrutano le sue testimonianze e lo cercano con tutto il cuore sono già senza macchia, cioè senza peccato, o almeno possono esserlo.

Così in forza delle parole che aggiunge: Non camminano infatti nelle sue vie coloro che operano iniquità.

Infatti ogni peccatore commette anche iniquità, come afferma il beato Giovanni, il quale precisa ancora: Ogni peccato è iniquità. ( 1 Gv 3,4 )

Purtroppo però è tempo di concludere il presente discorso, e una questione di tanta importanza non la si può sbrigare in poche parole.

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