Questioni sull'Ettateuco

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Questioni sull'Esodo

Questione CLXXVII: Il tabernacolo

177.1. Descrizione della tenda-santuario

Siccome il libro chiamato Esodo termina con la costruzione del tabernacolo [ cioè la tenda santuario ], della quale si dicono molte cose, anche in passi precedenti dello stesso libro, che presentano difficoltà di comprensione - come suole avvenire con qualsiasi sorta di τοπογραφία, cioè di descrizione di un luogo in ogni narrazione storica -, mi è parso opportuno di parlare a parte di tutta la stessa tenda-santuario: ciò affinché si comprenda per adesso, in quanto è possibile, come essa era fatta, e che cosa era secondo il senso proprio del racconto, escludendo e rinviando ad un'altra occasione il suo significato simbolico; poiché non si deve credere che in quella tenda-santuario non ci fosse qualcosa stabilito per ordine di Dio senza che avesse una prefigurazione tipologica di una qualche grande realtà futura, la cui conoscenza facesse crescere la fede e la natura del vero amore verso Dio.

177.2. ( Es 26,1-6 ) Dio dunque ordina a Mosè di costruire il tabernacolo con dieci cortine di lino fino ritorto, di porpora viola, di porpora rossa e di colore scarlatto ritorto, con Cherubini ricamati.

I Latini chiamano aulaea [ tappeti o drappi di porpora ], dette di solito "cortine " quelle che i Greci chiamano αύλαίας.

Mosè, dunque, non ordinò di fabbricare dieci atri, come alcuni hanno tradotto sbadatamente, giacché il testo non dice αύλάς, ma αύλαίας.

Mosè quindi ordinò di ricamare sulle cortine la figura di Cherubini.

Ordinò inoltre che la lunghezza fosse di ventotto cubiti [ ciascuno ] e la larghezza di quattro cubiti [ per ciascuno ]; ordinò anche che le cortine fossero unite l'una all'altra, cioè cucite tra di loro, cinque da una parte e cinque dall'altra, in modo che lo spazio recinto da esse fosse uguale a quello della tenda.

In qual modo poi le medesime cinque cortine dovevano essere unite tra di loro è ordinato in questi termini: E farai per esse - è detto - dei cordoncini di porpora viola sull'orlo della prima cortina, all'estremità, su un lato, nel punto in cui si unisce all'altra giuntura, e farai lo stesso sull'orlo che è all'estremità della seconda cortina nel punto in cui si riunisce alla seconda giuntura. ( Es 26,4 )

Ciò vuol dire che i cordoncini dovranno essere messi ove una cortina viene congiunta insieme con l'altra, cioè la terza con la seconda, dato che la seconda è già unita, cioè attaccata e unita insieme stando ciascuna di fronte all'altra essendo stato ordinato che fossero tra loro unite a cinque a cinque stando le une di rimpetto alle altre.

Ancora però non è chiaro se fosse quadrato o rotondo lo spazio che esse recingevano, ma apparirà chiaro quando si parlerà delle colonne sulle quali vengono stese le cortine.

Il Signore dunque non volle parlare se non dell'unione di tre cortine che si fa mediante due giunture, della seconda alla prima e della terza alla seconda, di modo che le altre venissero legate insieme secondo questa specie di norma.

Riguardo ai cordoncini il Signore comandò che se ne facessero cinquanta per la prima cortina dalla parte in cui ad essa doveva congiungersi la seconda e cinquanta cordoncini per la terza cortina dalla parte in cui veniva unita alla seconda; ( Es 26,5-6 ) il Signore poi ordinò che questa seconda cortina, che era nel mezzo, tra i cinquanta cordoncini da una parte e dall'altra, avesse cinquanta ganci d'oro da una parte, mediante i quali fosse unita ai cinquanta cordoncini della prima cortina.

Per conseguenza anche dall'altra parte doveva avere altrettanti ganci con i quali venisse unita ai cordoncini della terza cortina.

La Scrittura parla di ciò dicendo in breve: Farai cinquanta ganci d'oro e legherai le cortine l'una all'altra con i ganci, e il tabernacolo sarà un tutt'uno. ( Es 26,6 )

Così dunque i cinquanta ganci d'oro della seconda cortina venivano inseriti nei cinquanta cordoncini di colore viola della prima cortina; cinquanta ganci venivano inseriti anche ai cinquanta cordoncini della terza cortina e così successivamente venivano allacciati tutti gli altri fino a unire cinque cortine e parimenti fossero allacciate le altre cinque dalla parte contraria.

177.3. ( Es 26,7-11 ) [ Il Signore ] poi dice: E farai dei teloni di pelo di capra per coprire al di sopra il tabernacolo.

Questi teloni dovevano andare al di sopra della tenda non dalla parte del tetto, ma ricoprendola sopra.

Anche noi usiamo la stessa espressione per indicare che viene sovrapposto qualcosa non come il tetto d'una casa, ma come l'intonaco d'una parete quasi fosse una fascia di stoffa di lino.

[ Il Signore ] dice: Di tali teloni ne confezionerai undici.

La lunghezza di un telone sarà di trenta cubiti e la sua larghezza sarà di quattro cubiti; la misura degli undici teloni sarà la medesima.

E legherai in un sol tutto cinque di questi teloni e sei teloni in un sol tutto.

Allo stesso modo che il Signore volle che le cortine fossero legate insieme a cinque [ da una parte ] a cinque [ dall'altra ], così ora ordina che questi teloni siano cinque da una parte e sei dall'altra, perché erano undici non dieci.

Il sesto telone - dice ancora il Signore - lo metterai ripiegato sul davanti del tabernacolo, perché ciò non creasse difficoltà, poiché i teloni si affrontavano in numero dispari, sei e cinque.

Dice quindi anche in qual modo questi teloni di peli di capra dovevano essere uniti tra loro.

E dice la stessa cosa di prima, però forse più chiaramente.

E farai - continua - cinquanta cordoni all'orlo del telone che è di fronte a quello di mezzo, cioè di fronte al secondo, poiché starà in mezzo tra il primo e il terzo, alla commessura, cioè alla giuntura.

E cinquanta cordoni farai all'orlo del telone che è unito al secondo telone, cioè sopra l'orlo del terzo telone poiché viene unito al secondo.

E farai cinquanta anelli di bronzo e legherai gli anelli ai cordoni e unirai i teloni e ne risulterà un tutt'uno.

Il Signore volle dunque che gli anelli si fissassero al telone di mezzo, cioè al secondo, di modo che restasse unito al primo e al terzo mediante i cinquanta ganci di ciascun lato.

Riguardo a questo particolare non c'è nulla di diverso tranne il fatto che ora il Signore ordina di fare dei ganci non d'oro ma di bronzo.

Riguardo ai cordoni per le cortine aveva ordinato che fossero violacei, riguardo invece a quelli per i teloni di pelo di capra, poiché non è detto di che specie fossero, che cosa dobbiamo ammettere come più probabile, se non che fossero di pelo di capra?

177.4. ( Es 26,12-14 ) Ciò che segue è tanto difficile da capire che temo risulti più oscuro con la mia spiegazione.

Il Signore infatti dice: E lascerai pendere il soprappiù nei teloni della tenda; la metà del telone che avanzerà lo lascerai ricadere per la copertura, il soprappiù dei teloni della tenda lo lascerai ricadere per la copertura sul lato posteriore della tenda.

Un cubito da una parte e un cubito dall'altra parte che avanza della lunghezza dei teloni della tenda penderà sopra i fianchi della tenda al fine di coprirla da una parte e dall'altra.

Poiché il Signore aveva ordinato di ripiegare il sesto telone sul davanti della tenda, chi potrebbe capire facilmente che cosa vuol dire che di tutti i teloni ne resta la metà e che cosa significa: un cubito da una parte e un cubito dall'altra, dal momento che la metà di un telone corrisponde a quindici cubiti, dato che il Signore aveva comandato che un telone misurasse trenta cubiti?

Oppure se sopravanzava qualcosa della lunghezza dei teloni poiché era stato ordinato che le prime cortine di lino fine ritorto, di scarlatto, di porpora rossa e viola fossero lunghe ventotto cubiti, mentre i teloni di peli di capra fossero lunghi trenta cubiti, ogni cortina veniva superata da ciascun telone di peli di capra per la lunghezza di due cubiti, i quali, addizionati insieme, senza contare l'undicesimo che il Signore aveva ordinato fosse ripiegato, fanno un'eccedenza di venti cubiti, somma con la quale veniva superata la dimensione delle cortine rispetto a quella dei teloni di peli di capra.

Poiché dieci cubiti dei teloni - per i quali erano più lunghi delle cortine - moltiplicati per due fanno venti; di questi [ venti cubiti ] potevano sopravanzare da entrambi i lati dieci da una parte e dieci dall'altra, non un cubito da un fianco e un altro cubito dall'altro fianco, come dice la Scrittura.

Mi sembra quindi necessario rinviare ad altro tempo la spiegazione di questo passo fino a quando la tenda-santuario non risulti costruita in tutte le sue parti, con tutte le colonne e con il recinto che le viene posto attorno.

Può darsi infatti che qualcosa venga detto per anticipazione a proposito di questi teloni di peli di capra, che serva [ a spiegare ] ciò di cui ancora non si parla.

Poiché per quanto riguarda l'espressione: E farai dei teloni di peli di capra per coprire la tenda-santuario, ( Es 26,7 ) non si sa bene se con questi teloni il Signore volesse che fosse coperto tutto quanto il tabernacolo, cioè compreso il recinto, del quale si dice dopo che dev'essere posto attorno alla tenda, oppure solo la parte più interna di essa, che ordinò di fare con le dieci cortine.

Il testo poi continua dicendo: E farai al tabernacolo una copertura di pelli di montone tinte di rosso.

Parimenti anche per quanto riguarda questa copertura non si sa bene se il Signore ordinò di fare questa copertura per tutta quanta la tenda all'intorno o solo per la parte più interna.

Quanto invece alla frase immediatamente successiva: E pelli color viola per la copertura superiore, si deve intendere nel senso che la copertura non era all'intorno, ma sotto il tetto come il soffitto di una stanza.

177.5. ( Es 26,15-21 ) E farai - è detto - dei montanti di legno imputrescibile, di dieci cubiti, ciascun montante, e di un cubito e mezzo di larghezza; per ogni montante due sostegni appaiati l'uno all'altro.

Così farai per tutti i montanti del tabernacolo.

Non vedo chiaramente perché il Signore comandò di fare questi sostegni, di cui prima ho detto che cosa fossero.10

Se infatti si fossero dovuti fare per sostenere i montanti, se ne sarebbero dovuti fare almeno quattro; se invece fossero destinati a sostenere il peso delle traverse se ne sarebbero dovute fare anche di più, poiché il Signore aveva assegnato a ogni montante cinque traverse, salvo che questi non servissero a nulla ma avessero solo un significato allegorico, come nel caso dell'undicesimo telone di peli di capra.

Il montante infatti, stendendo due traverse come due braccia da una parte e dall'altra rappresenta la figura di una croce.

Ma vediamo adesso il numero dei montanti mediante i quali si possa riconoscere anche se la forma della tenda-santuario è quadrata o rotonda oppure ha una quadratura bislunga con i due lati laterali più lunghi di quelli frontali, come è costruita la maggior parte delle basiliche; ciò infatti è quanto qui traspare piuttosto evidente.

Poiché così dice il Signore: E farai dei montanti per la tenda, venti montanti dal lato rivolto al nord.

E farai quaranta zoccoli d'argento per i venti montanti, due zoccoli per un montante da una parte e dall'altra.

Quanto al secondo lato, volto verso il Sud, farai venti montanti e i loro quaranta zoccoli d'argento, due zoccoli per un montante da entrambe le parti.

La ripetizione non deve causare imbarazzo, poiché è proprio d'una locuzione fare intendere la cosa di cui non si parla.

Riguardo agli zoccoli abbiamo già detto prima perché un montante ne abbia due in quanto in questo passo anche le estremità sono chiamate " basi ".11

177.6. ( Es 26,22-25 ) Noi dunque vediamo due lati della tenda, quello settentrionale e quello meridionale formare ciascuno una fila di venti montanti.

Se gli altri due lati, l'orientale e l'occidentale, avessero avuto un ugual numero di montanti, senza dubbio la tenda sarebbe risultata quadrata.

La Scrittura poi dice quanti telai deve avere il lato occidentale, ma non dice quanti ne dovesse avere quello orientale; io non so il perché: se perché non li aveva e in quella parte le cortine erano tese, senza essere fissate ai montanti, dall'ultimo montante d'un lato fino all'ultimo montante del lato opposto, oppure non ne parla per un motivo particolare, essendo sottintesi anche se non sono menzionati.

Poi infatti sono menzionati dalla stessa parte orientale dieci montanti, ma dell'atrio, del quale si parla dopo e che il Signore ordinò di porre attorno alla tenda.

L'agiografo dunque, dopo aver menzionato i venti montanti per ciascuno dei lati, quello del Nord e quello del Sud, della tenda continua e soggiunge dicendo: E nella parte posteriore del tabernacolo, nella parte che è verso il mare farai sei montanti.

E due montanti farai agli angoli della tenda nella parte posteriore: saranno uguali e saranno perfettamente appaiati al livello dei capitelli per un'unica commessura; così farai per tutti e due i capitelli: siano ugualmente appaiati.

E saranno otto montanti, e i loro zoccoli d'argento saranno sedici: due zoccoli per un montante e due zoccoli per un altro montante.

A proposito degli zoccoli si trova un medesimo calcolo e un uguale modo di espressione.

Pertanto il lato occidentale - questo è appunto quello rivolto verso il mare - consta di otto montanti, sei posti nella parte centrale e due agli angoli i quali, come dice l'agiografo, devono essere perfettamente appaiati per un'unica commettitura; io credo che un angolo unisca in sé due lati e il montante dell'angolo sia comune ad ambedue i lati, l'uno al lato occidentale e settentrionale, l'altro al lato occidentale e meridionale.

Quanto a ciò che poi si dice, che cioè devono essere appaiati perfettamente dall'alto in basso, è detto naturalmente perché si mantengano in equilibrio perpendicolarmente, con la conseguenza che non fossero più robusti in basso che in alto, come sono la maggior parte dei montanti.

177.7. ( Es 26,26-29 ) Poi è detto: E farai delle traverse di legno imputrescibile, cinque per ciascun montante alla prima parte della tenda e cinque traverse per ciascun montante del secondo lato della tenda, e cinque traverse per ciascun montante del lato del tabernacolo rivolto verso il mare.

Sarebbe strano se potesse dubitarsi che il lato orientale non avesse dei montanti nella parte più interna della tenda, alla quale si pone poi attorno il recinto.

Il Signore dunque ordina che i montanti di tutti e tre i lati abbiano ciascuno cinque traverse.

E il seguito del testo dice: La traversa mediana, in mezzo ai montanti, attraversi da una parte all'altra.

Sembra voglia dire che la traversa dovesse arrivare da un montante a un altro e attraverso lo spazio intermedio dei montanti protendersi in lunghezza da un lato di un montante a quello di un altro, e perciò uno di tutti quei montanti non avrebbe dovuto avere le sue proprie cinque traverse; a quest'ultimo montante giungevano gli altri cinque provenienti dal montante più vicino ad esso.

E rivestirai d'oro - è detto - i montanti e farai anelli di bronzo, nei quali introdurrai le traverse, e rivestirai d'oro le traverse.

Per evitare che i montanti fossero foracchiati dai buchi attraverso i quali passassero le traverse, fu ordinato di fare degli anelli in cui fossero tenute ferme le estremità delle traverse da entrambe le parti.

Si deve quindi pensare che quegli anelli pendevano da uncini fissi nel legno, perché potessero lasciar entrare e tener ferme le estremità delle traverse.

177.8. ( Es 26,30-37 ) E innalzerai - è detto - la tenda secondo la forma che ti fu mostrata sul monte.

E farai un velo di porpora viola, di porpora rossa, di scarlatto ritorto e di lino filato; ne farai un'opera ricamata di Cherubini.

Lo porrai su quattro montanti imputrescibili, rivestiti d'oro, e i loro capitelli saranno d'oro e i loro quattro basamenti d'argento.

E porrai il velo sui montanti e là, all'interno del velo, introdurrai l'Arca dell'alleanza; e il velo farà per voi la separazione tra il Santo e il Santo dei santi.

E con il velo nasconderai l'Arca della testimonianza nel Santo dei santi.

Tutte queste indicazioni sono chiare, dicono cioè che l'Arca dell'alleanza si trovava all'interno dietro il velo, posta su quattro montanti; però non fu ordinato che fosse coperta dal velo in modo che questo fosse posto sopra il coperchio dell'arca ma fosse collocato di fronte ad essa.

Di poi si dice: E porrai la tavola [ dei pani ] fuori del velo e il candelabro di fronte alla tavola nel lato della tenda prospiciente a mezzogiorno e porrai la tavola sul lato settentrionale della tenda. Anche ciò è chiaro.

Quanto a ciò che segue: E farai una portiera di porpora viola e di porpora rossa, di scarlatto e di lino ritorto, opera di ricamatore.

E per il velo farai cinque montanti e li rivestirai d'oro; e i loro capitelli saranno d'oro e fonderai per essi cinque zoccoli di bronzo, apparirà più avanti per quale uso venga confezionato questo velo steso su cinque montanti, poiché qui non si vede.

In effetti il legislatore vuole che esso serva di velo all'ingresso della tenda, vale a dire di quella più interna alla quale viene posto attorno il recinto.

Si ordina poi di fare l'altare dei sacrifici e degli olocausti e si dice come dev'essere fatto, ma non si dice ancora dove dev'essere collocato, ma anche questo particolare apparirà chiaro in seguito.

177.9. ( Es 27,9-13 ) Di qui alla fine si parla ormai del recinto da porre attorno al tabernacolo sulla costruzione del quale si è parlato prima.

E farai - è detto - il recinto, che il testo greco chiama αύλήν, non αύλαίαν; alcuni nostri traduttori, non distinguendo questo, cioè l'atrio, dalle cortine, che i greci chiamano αύλαίας, non αύλάς, hanno tradotto e farai una tenda di dieci atri dove avrebbero dovuto dire di dieci cortine. ( Es 26,1 )

Alcuni altri poi, molto più ignoranti, hanno tradotto non solo αύλάς, ma anche αύλαίας, con ianuas cioè " porte ".

Ma, come nella lingua latina troviamo aulaea [ cortine ], che i greci chiamano αύλαίας, così i nostri scrittori chiamano aulam quella che i greci chiamano αύλήν.

In latino però con questo termine non viene indicato l'atrio, ma la reggia, e in greco viene indicato l'atrio.

Farai dunque il recinto dal lato rivolto a Oriente e i tendaggi del recinto di lino ritorto; la lunghezza dev'essere di cento cubiti su un lato, e i loro montanti saranno venti come pure venti i loro basamenti di bronzo e i loro ganci e le loro aste trasversali d'argento.

Così anche per il lato settentrionale in lunghezza; tendaggi di cento cubiti con i loro venti montanti, i loro venti basamenti di bronzo, i loro anelli e i loro uncini, gli archetti dei montanti, gli zoccoli e le aste trasversali d'argento.

La larghezza del recinto in direzione occidentale avrà cinquanta cubiti di tendaggi; i loro montanti e i relativi zoccoli dovranno essere dieci.

La larghezza del recinto in direzione orientale avrà cinquanta cubiti, i suoi montanti dovranno essere dieci, come pure dieci i loro basamenti.

177.10. Qui parlandosi del recinto vediamo menzionati i montanti del lato orientale e si dice che sono dieci con i [ rispettivi ] zoccoli di bronzo, come si disse anche di quelli occidentali.

A questo proposito sorge un problema assai difficile.

Poiché si comprende senz'altro che dal lato orientale avesse una fila di montanti attinenti al recinto, dal quale la tenda-santuario più interna è circondata per tutti i suoi quattro lati, per il fatto che da quel lato la tenda interiore non aveva i montanti, mentre dalla parte occidentale, dove erano già otto montanti della tenda anteriore, come dobbiamo intendere anche questi dieci montanti menzionati adesso, del recinto esterno, come se per il lato occidentale ci fossero due file di montanti, otto interni e dieci esterni?

Se la cosa sta così anche i lati della tenda esterna sarebbero più lunghi di quelli della tenda più interna perché ci fosse uno spazio a partire dal quale l'altra fila di montanti si dirigesse da un estremo all'altro senza coincidere nella fila anteriore pertinente alla tenda più interna.

E se è così, ne verrà per conseguenza che i venti montanti dei due lati della tenda esterna, meridionale e settentrionale, siano separati da distanze più brevi di quelle degli altri venti del recinto esterno.

Ma poiché le file più esterne dei venti montanti - come dice la Scrittura - hanno cento cubiti di lunghezza, quelle interne, che hanno una misura uguale di montanti, ne avrebbero un numero quanto si voglia minore; ma poiché la Scrittura non lo ha precisato, per conseguenza gli otto montanti collocati nel lato occidentale della tenda interna saranno collocati più radi dei venti montanti del lato meridionale e settentrionale della stessa tenda, per poter comprendere uno spazio sufficiente per stendervi attorno le dieci cortine con le quali il Signore aveva ordinato, fin dal principio, di costruire il tabernacolo.

In effetti le cortine hanno ventotto cubiti ciascuna e insieme fanno duecentottanta cubiti; se ce ne fossero cento su ciascuno dei due lati, del sud e del nord, ove sono le file dei venti montanti, si stenderebbero evidentemente per quaranta cubiti per gli altri due lati, l'orientale e l'occidentale.

Ora gli otto montanti e i quaranta cubiti sarebbero nello stesso rapporto dei venti montanti rispetto ai cento cubiti, ma non sarebbero più lunghi del recinto esterno, poiché sono delimitati in cento cubiti e perciò non sarebbe possibile come quella fila di dieci montanti potesse racchiudere, dall'angolo meridionale all'angolo settentrionale, la fila degli otto montanti interni.

Affinché quindi il recinto circondasse da ogni parte la tenda più interna, occorre che sia anche d'una lunghezza più breve.

E così sarebbe necessario che i suoi venti montanti ai due lati, mediante i quali si stende in lunghezza, fossero posti più vicini l'uno all'altro di quanto sono anche i venti montanti del recinto esterno, e che gli otto montanti della tenda più interna del lato occidentale fossero tra loro più lontani dei dieci dal medesimo lato del recinto esterno, poiché la misura minore di cubiti delle cortine che sono stese nei venti montanti dei due lati verso il sud e il nord dev'essere compensata dalla larghezza del lato orientale e occidentale per completare la misura di duecentottanta cubiti delle cortine.

Il Signore infatti non ordinò anche di piegare in due qualcuna delle cortine come a proposito delle pelli di capra, tra le quali ce n'è una in più.

Se perciò si diminuisca la lunghezza della tenda più interna di quel tanto da poter essere racchiusa dal recinto più esterno, così che sui suoi montanti non si stendano cortine per cento cubiti ma, per esempio, come minimo per novantasei, e così si avrebbero quattro cubiti di meno; e questi quattro cubiti, che in totale sarebbero poi otto, dovrebbero naturalmente essere posti negli altri due lati, l'orientale e l'occidentale; e così con gli altri otto montanti del lato occidentale della tenda più interna si raggiunge la misura non di quaranta ma di quarantaquattro cubiti e di altri quarantaquattro da oriente.

Poiché dunque con dieci montanti del recinto più esterno si raggiunge la misura di cinquanta cubiti, mentre con gli otto della tenda più interna si raggiunge la misura di quarantaquattro cubiti, si riscontra che gli intervalli degli otto montanti più interni sono più distanziati dei dieci più esterni poiché, se fossero uguali, con otto montanti si raggiungerebbe la misura di quaranta cubiti, come si raggiungeva quella di cinquanta con i dieci montanti, per il fatto che otto rispetto a dieci è nello stesso rapporto di quaranta rispetto a cinquanta, poiché cinque per otto fa quaranta e per dieci fa cinquanta.

177.11. ( Es 27,14-16 ) E nemmeno ci devono causare imbarazzo gli intervalli disuguali dei montanti per il fatto che fossero più stretti ai lati della lunghezza [ della tenda ], dove sono venti montanti, mentre sono più radi nel lato della larghezza, dove sono otto montanti, se non ci fosse un altro motivo che ci costringesse a cambiare opinione.

L'agiografo infatti, dopo aver ricordato che il recinto aveva verso il mare tendaggi di cinquanta cubiti di lunghezza, dieci montanti e dieci zoccoli e che la larghezza del recinto verso Oriente era ugualmente di cinquanta cubiti e dieci montanti e dieci zoccoli, ( Es 27,9-13 ) sembrerebbe che ciò detto sarebbe stata completa la [ descrizione della ] forma della tenda con il suo recinto che lo circondava da ogni parte; egli invece aggiunge qualche altro particolare che risulta assai difficile indovinare dove stava o in che senso è da intendere.

Ecco come dice il testo: E di quindici cubiti sarà l'altezza dei tendaggi per il primo lato; i loro montanti tre, e tre i loro zoccoli, e quanto al secondo lato, di quindici cubiti di altezza dei tendaggi; i loro montanti tre, e tre i loro zoccoli.

E per la porta del recinto una tenda di venti cubiti di altezza, di porpora viola, di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto con un ricamo fatto a mano; i loro montanti quattro, e quattro i loro zoccoli.

Non riesco a capire dove si dovrebbero porre queste cose una volta compiuta la struttura della tenda-santuario, ma vedo bene che è lo stesso il numero dei montanti, cioè dieci, fissati tre da una parte e tre dall'altra, oltre ai quattro fissati nel mezzo.

E perciò i tendaggi di cinquanta cubiti non saranno confezionati come un unico tessuto, perché ci sia un ingresso nel recinto, ma i venti cubiti [ del tendaggio ] di mezzo saranno separati dai quindici cubiti per formare la copertura della porta della tenda-santuario, cioè il velo che pende come ornamento e copertura e occupi lo spazio di quattro montanti, che fu destinato per la porta del recinto ed è separato.

Ecco perché il Signore volle che il velo, diviso e separato ai due lati di quindici cubiti, si distinguesse anche per la bellezza risultante dal ricamo eseguito con quei quattro colori.

Ma i lati di quindici cubiti da una parte e dall'altra aventi tre montanti per ciascun lato, se si congiungessero nella linea retta della porta del recinto, non ci sarebbe spazio tra i dieci montanti del recinto più esterno e gli otto della tenda più interna perché vi possa essere l'altare quadrato di cinque cubiti ( Es 27,1 ) che occupa lo spazio non solo davanti allo stesso altare, in cui si possa svolgere il servizio all'altare, ma anche quello tra lo stesso altare e l'ingresso della tenda più interna, ove possa essere posta la vasca di bronzo per le abluzioni. ( Es 30,18ss )

Questo infatti - secondo l'ordine del Signore - doveva essere posto in modo che vi si potessero lavare le mani e i piedi i sacerdoti entrando nella tenda, o quando si avvicinavano a servire all'altare; se non immaginassimo che tale vasca era nel cortile fuori della tenda-santuario, come potrebbero i sacerdoti lavarsi prima le mani e i piedi e così entrare nella tenda?

Non possiamo però mettere l'altare al di fuori del cortile, poiché il Signore ordinò di circondare sia la tenda che l'altare con il recinto [ del cortile ]. ( Es 40,7-8 )

Dobbiamo quindi ammettere che i lati che avevano ciascuno cortine di quindici cubiti ciascuna sostenuta da tre montanti formassero un intervallo di altrettanti cubiti tra la porta del cortile e l'ingresso nella tenda più interna: la porta del cortile si apriva sulla larghezza di venti cubiti, e di quattro montanti, e avente una cortina ricamata, come un lavoro eseguito con l'ago, di venti cubiti; invece l'entrata interna della tenda, dove si doveva porre la cortina stessa su cinque montanti, ( Es 26,36-37 ) dobbiamo naturalmente credere fosse posta non all'interno della fila degli otto montanti ma fuori, presso il recinto.

Allora infatti si troverà il tendaggio dell'ingresso della tenda, entrata che si apriva come [ si aprirebbe ] una porta a due battenti, nel punto in cui le cortine non erano unite insieme con anelli e cordoncini, oppure nel caso si trovasse dentro la fila degli otto montanti della tenda più interna, [ il tendaggio ] steso su cinque montanti, sarebbe stato posto davanti all'entrata del tabernacolo per impedire che, quando venisse aperto, non lasciasse scoperto l'interno in modo che rimanesse nascosto alla vista dei profani.

Tuttavia che quel tendaggio fosse posto all'interno o all'esterno della fila dei montanti - cosa che non è abbastanza chiara - si trovava senza dubbio a una discreta distanza dalla stessa fila di montanti per evitare che i cinque montanti, fissati più vicini ai quattro montanti, più che nascondere l'ingresso del tabernacolo, lo sbarrassero.

177.12. Pertanto, secondo questa forma e questa disposizione della tenda-santuario non è più necessario collocare più vicini tra loro i venti montanti dei lati della tenda più interna a sud e a nord, né diradare gli otto montanti fissati dal lato occidentale.

Infatti i dieci del cortile esterno dallo stesso lato occidentale non costituiscono una lunga fila di montanti in cui siano racchiusi gli otto più interni, ma con i tre impiantati a entrambi i lati e con i quattro impiantati nella porta racchiudono uno spazio in cui potrebbe starci non solo l'altare degli olocausti tra la porta del cortile davanti all'entrata della tenda, ma anche la vasca tra l'entrata della tenda e l'altare, e inoltre lo spazio necessario al servizio cultuale [ da compiere ] tra l'altare e la porta del recinto.

E così l'intero spazio del cortile è racchiuso da dieci montanti, tre a nord e tre a sud, e quattro a ovest, come se si formasse la lettera greca Π.

In tal modo inoltre si aggiungeva il medesimo spazio alla fila più lunga dei montanti della tenda più interna come se alla lettera greca summenzionata, dalla parte che non ha nulla, si aggiungesse il prolungamento della lettera chiamata iota in modo che dalla parte situata nel mezzo venga racchiusa da quel lato e da una parte e dall'altra restino le altre parti dello iota.

Nella lunga fila della parte occidentale della tenda più interna potevano contarsi dunque dieci montanti, a condizione però che agli otto fossero aggiunti i due impiantati all'estremità nelle file dei lati del recinto del nord e del sud.

Infatti anche i dieci montanti appartenenti propriamente al recinto dal lato occidentale d'onde si entrava nella tenda, ne avevano tre ai lati e quattro nella parte anteriore, dov'era la porta, e così lo spazio necessario per il rito dei sacrifici veniva racchiuso all'interno del recinto davanti alla tenda.

Invece sui tre montanti impiantati ai due lati erano appesi i tendaggi di quindici cubiti, mentre sui quattro, ov'era la porta, era appeso il tendaggio di venti cubiti ricamato con un lavoro eseguito con l'ago.

177.13. ( Es 38,9-18 ) Non deve causarci imbarazzo ciò che dice la Scrittura: L'altezza del tendaggio per un lato sarà di quindici cubiti: tre saranno i suoi montanti e tre i suoi zoccoli.

Per il secondo lato un tendaggio alto quindici cubiti: tre i suoi montanti e tre i suoi zoccoli.

E per la porta del recinto il drappeggiamento alto venti cubiti. ( Es 27,14-16 )

L'agiografo infatti dice che l'altezza dei tendaggi è uguale a quella che era stata la loro lunghezza, poiché l'altezza di essi quando sono tessuti è uguale alla lunghezza di essi quando sono stesi.

E perché non sembri che ciò sia una nostra supposizione, la Scrittura riporta altrove questo medesimo particolare dicendo: E fecero il cortile a sud; i tendaggi del cortile in lino fine ritorto, cento su cento, cioè cento cubiti di tendaggi per cento cubiti di spazio che sostenevano venti montanti.

Di poi continua: E i loro montanti [ erano ] venti e altrettanti i loro zoccoli; e dal lato verso il mare le cortine erano di cinquanta cubiti, e i loro montanti erano dieci e altrettanti i loro zoccoli.

Qui vengono chiamate cortine quelli che sono i tendaggi: e dal lato orientale tendaggi di cinquanta cubiti.

Dopo questi dati l'agiografo torna a parlare della parte posteriore del tabernacolo mostrando in qual modo i dieci montanti abbracciavano lo spazio summenzionato della tenda-santuario.

Di quindici cubiti - dice l'agiografo - per [ il lato ] che si trova nel dorso.

È chiamato dorso poiché era la parte posteriore della tenda, cioè dalla parte occidentale.

E i loro montanti - è detto - erano tre e altrettanti i loro zoccoli.

E sul secondo dorso da una parte e dall'altra presso l'entrata del cortile tendaggi di quindici cubiti e i loro montanti erano tre, e tre i loro zoccoli.

È certamente chiaro che in questo passo, quando viene ricordato come sono fatte tutte le cose, si parla dei due dorsi che venivano chiamati lati, quando il Signore ordinò la costruzione del tabernacolo: erano cioè chiamati lati poiché uniti da una parte e dall'altra racchiudevano lo spazio del recinto occidentale, erano invece chiamati dorsi poiché questa parte del recinto era nella parte posteriore del recinto, cioè nella parte occidentale.

L'agiografo continua dicendo: Tutte le cortine del recinto erano di lino fine ritorto.

E gli zoccoli dei montanti erano di bronzo e i loro ganci d'argento e i loro capitelli rivestiti d'argento e i montanti rivestiti d'argento, tutti i montanti del recinto.

L'agiografo aggiunge quindi ciò che ancora non aveva menzionato in questo passo: E il tendone della porta del recinto opera di ricamatore, di lana color giacinto, di porpora, di cremisi filato e di lino fine ritorto, di venti cubiti in lunghezza e in larghezza.

Ecco dove appare che l'altezza menzionata in precedenza è la stessa che era stata la lunghezza delle cortine stese.

Alla fine l'agiografo aggiunge: e la larghezza di cinque cubiti.

In effetti i tendaggi del recinto più esterno si innalzavano per tanti cubiti di larghezza come per quattro cubiti quelli del recinto più interno.

Così infatti era detto anche prima: La lunghezza del recinto poi sarà di cento su cento, la larghezza di cinquanta, l'altezza di cinque cubiti, in lino fine ritorto.

Chiama [ ora ] altezza quella che chiamò larghezza poiché la larghezza delle cortine stese per terra è uguale all'altezza delle cortine disposte erette [ sui montanti ].

Allo stesso modo, come ho ricordato poc'anzi, l'altezza delle cortine quando vengono tessute è uguale all'altezza di esse quando vengono distese.

177.14. ( Es 26,8-12 ) Vediamo ormai ciò che avevo rinviato ad altro tempo, come cioè possa risolversi la difficoltà relativa ai teloni di peli di capra, in base alla forma dell'intera tenda-santuario, che ho descritto come ho potuto, difficoltà resa forse più oscura poiché l'agiografo aveva detto allora per anticipazione qualcosa che sarebbe stato utile a [ far capire ] l'opera di cui avrebbe parlato in seguito, allorché avesse descritto il recinto da porre attorno alla tenda-santuario.

Adesso vediamo dunque le parole dell'agiografo: Lascerai pendere, dice, il sovrappiù che è nei teloni della tenda: la metà eccedente del telone, quella che sovrabbonda per la copertura.

Tutto ciò che è stato detto ha un solo significato e cioè: " la metà del telone che eccederà la misura, cioè la parte superflua dei teloni della tenda, deve essere lasciata ricadere dietro la tenda ".

Bisogna dunque ricercare come passi la misura, cioè sia eccedente e resti una metà del telone della serie dei teloni uniti, poiché il Signore ordinò di unire cinque tra loro e sei tra loro, come aveva ordinato in precedenza dicendo che il sesto telone doveva essere ripiegato sulla facciata della tenda, cioè sul lato orientale.

In realtà il Signore aveva detto che erano altrettanti i teloni della tenda-santuario per il lato posteriore ad Occidente, cioè quello rivolto al mare; qual è dunque il lato frontale della tenda se non quello rivolto ad Oriente?

Pertanto la parte, in cui i cinque teloni sono uniti, misura centocinquanta cubiti, vale a dire trenta per cinque - ogni telone misurava infatti trenta cubiti, come Dio aveva comandato di farli - mentre la parte in cui erano non cinque ma sei teloni, parimenti uniti tra loro, misurava centottanta cubiti, cioè trenta per sei; e perciò col ripiegare uno di quei teli, come era stato ordinato, lungo la fronte della tenda, si sottraevano quindici cubiti, sottratti i quali rimanevano centosessantacinque cubiti.

A partire quindi dai centocinquanta cubiti, mediante i quali anche la parte dei sei teloni pareggiava la misura della parte dei cinque teloni, eccedevano e rimanevano in sovrappiù ancora quindici cubiti.

Infatti dal lato del tratto composto dei cinque teloni la lunghezza misurava centocinquanta cubiti, mentre dal lato del tratto composto di sei teloni, essendone stato ripiegato uno lungo la facciata della tenda, la lunghezza era di centosessantacinque cubiti.

L'agiografo chiama " metà del telo " la parte che ordina di lasciar ricadere in copertura dietro la tenda.

Di conseguenza, per il fatto che quello era ripiegato sul davanti della tenda questo mezzo telo eccedente dalla parte posteriore della tenda non veniva ripiegato su se stesso, ma si lasciava ricadere in copertura; vale a dire che tutti i quindici cubiti venivano posti sotto e ricoperti di teloni e così anch'essi venivano sottratti a quella lunghezza, come parimenti venivano sottratti con ripiegatura di un solo telone i quindici cubiti sulla facciata della tenda.

In tal modo di fronte ai centocinquanta cubiti dei cinque teloni si trovavano dalla parte opposta i centocinquanta cubiti dei sei teloni, vale a dire ai restanti trenta cubiti dei centottanta, dopo esserne stato sottratto un telone col ripiegarlo di fronte alla facciata della tenda e l'altra metà lasciandola pendere in copertura sul lato posteriore della tenda.

177.15. ( Es 26,13 ) Ora, ciò che segue è un'altra cosa e presenta un altro problema soprattutto a causa del quale ho ritenuto opportuno rinviare la spiegazione di questo passo, perché prima vedessimo quanto dice la Scrittura riguardo alla forma della tenda-santuario da costruire e al recinto da porre intorno ad essa.

La Scrittura dunque continua così: Il cubito in eccedenza da una parte, come il cubito in eccedenza dall'altra parte, nel senso della lunghezza dei teli della tenda, ricadranno sui due lati della tenda-santuario per ricoprirla da una parte e dall'altra.

Una cosa è che una parte di sei teloni supererà l'altra parte di cinque cortine a causa di un maggior numero di cortine, della qual cosa abbiamo già parlato; e un'altra cosa è che sopravanzerà qualcosa della lunghezza delle cortine, della quale cosa abbiamo parlato adesso.

In realtà così non si tratta di paragonare una parte con l'altra e trovare che l'una sopravanza sull'altra; l'una cioè che ha sei cortine è più lunga dell'altra che ne ha cinque.

Affinché i due lati fossero uguali tra loro si dovette ripiegare un telo sulla fronte della tenda e sulla parte posteriore si dovette lasciar pendere in copertura la metà di un telo.

Si tratta invece dei teloni di peli di capra paragonati ai tendaggi, con dieci dei quali il Signore aveva comandato di fare la tenda-santuario più interna, intessuti di quattro colori; questi sono più lunghi di due cubiti per lato, poiché ogni tendaggio misurava ventotto cubiti; quelli invece trenta.

Ecco perché qui non si dice: " con ciò che sopravanza dei teloni ", ma: mediante la parte eccedente sulla lunghezza dei teloni della tenda.

Che vuol dire dunque: Il cubito in eccedenza da una parte, come il cubito in eccedenza dall'altra parte, nel senso della lunghezza dei teli della tenda, ricadranno sui due lati della tenda-santuario, se non che la lunghezza per cui i teloni di peli di capra soverchiano di due cubiti ciascun tendaggio, ciascuno di essi, non deve ridursi tutto quanto in una sola parte, cioè che tutto quanto sopravanza debba ridursi verso il lato posteriore della tenda, ma dev'essere distribuito ugualmente in modo da darne la medesima misura alla parte anteriore e a quella posteriore della tenda?

Ciò vuol dire: siccome i due cubiti di ciascuno dei teli misurano la medesima lunghezza, che è soverchia, deve togliere un cubito da una parte e un cubito dall'altra; in tal modo a ciascuna estremità avremo un totale di dieci cubiti in eccedenza, poiché i dieci teloni, più lunghi di due cubiti, presi tutti insieme misurano venti cubiti in eccedenza, la cui serie sembra che sorpassi quella delle cortine.

177.16. Si deve dunque esaminare quale spazio debbano recingere i venti cubiti che superano in lunghezza i teli.

Se infatti la parte interna della tenda è coperta all'intorno dai teloni di peli di capra, questi sorpassano in modo che non esiste assolutamente nessun altro spazio che possa essere coperto da essi.

Resta quindi che anch'essi vengano lasciati pendere in copertura e così vengono ridotti, cosa che la Scrittura non dice.

In realtà i dieci teli lunghi ventotto cubiti ciascuno, con i quali viene coperta la tenda più interna, abbracciano tanto spazio quanto ne possono abbracciare duecentottanta cubiti; di conseguenza i due lati più lunghi, quello del Sud e quello del Nord, che hanno venti montanti ciascuno, sottraggono da quei cubiti cento cubiti ciascuno; ne restano ottanta da distribuire quaranta per ciascuno dei due lati più corti, quello orientale, privo della fila dei montanti, e quello occidentale, ove erano otto montanti.

Di conseguenza, poiché sottraendone trenta resteranno trecento teloni di pelle di capra, se con questi trecento teloni di pelle di capra venisse coperto il perimetro racchiuso da duecentottanta cortine, ne avanzerebbero ancora venti e in tal modo non ci sarebbe più alcuno spazio che da essi possa essere coperto.

Pertanto i due cubiti, ciascuno dei quali ha un'eccedenza rispetto ai teloni di peli di capra, e che formano un totale di venti cubiti, devono distribuirsi così: un cubito da un lato e un cubito dall'altro, cioè non devono essere raccolti tutti in una parte per farli servire a coprire i lati della tenda-santuario ma quelli del cortile esterno: in altre parole tutti i trecento cubiti dei teloni di pelo di capra devono circondare il tabernacolo all'esterno.

Aggiungendo poi i lati del recinto esterno di cento cubiti ciascuno, cioè di quello meridionale e di quello settentrionale, avanzano cinquanta cubiti del lato orientale e di quello occidentale che sommati tutti insieme fanno trecento cubiti, per coprire i quali bastano trecento teloni di peli di capra.

Questo è il significato dell'espressione della Scrittura: un cubito da una parte e un cubito dall'altra; si tratta cioè della distribuzione dei due cubiti che hanno ciascuno un telone di peli di capra più lungo, vale a dire: mediante ciò che avanza sulla lunghezza dei teloni ci sarà di che coprire i fianchi della tenda, naturalmente quelli più esterni appartenenti al recinto, per ricoprirla da una parte e dall'altra e non i lati dello stesso recinto che si estendono per la lunghezza di cento cubiti e venti montanti ciascuno: essi infatti non sono stati fabbricati più lunghi di quelli della tenda più interna che si stendono per dieci cortine ciascuno e hanno anche essi venti montanti ciascuno.

Poiché come i due lati della tenda più interna prospicienti a nord e a sud si estendono per cento cubiti di lunghezza ciascuno, hanno la stessa dimensione quelli del recinto più esterno.

Pertanto la lunghezza che sorpassa quella delle cortine non può servire a coprire i lati esterni di un uguale numero di montanti dei teloni di peli di capra, poiché la loro lunghezza è uguale a quella dei lati interni, cioè cento cubiti ciascuno, che fanno duecento.

Ma siccome ai lati est e ovest sarebbero bastati quaranta cubiti per ciascuno, qualora fosse recintata con tele di peli di capra soltanto la tenda più interna, aumentò la larghezza della tenda con l'aggiunta dei lati del recinto, e di conseguenza, per coprire i lati orientale e occidentale sono necessari non più quaranta ma cinquanta cubiti per ciascun lato; per coprirli sarebbe potuta servire la lunghezza dei tele di peli di capra, maggiore di quella delle cortine di modo che non si sarebbero impiegati per una parte entrambi i cubiti che eccedevano a ciascuno di essi, ma si sarebbe impiegato un cubito per una parte e un cubito per l'altra di quelle eccedenti e così il lato orientale avrebbe avuto dieci cubiti e altri dieci cubiti quello occidentale, poiché venti è il prodotto di due per dieci, in quanto i trenta cubiti dell'undicesimo telo viene tolto da questa lunghezza ripiegandolo e lasciandolo ricadere per coprire.

177.17. Siccome però nell'espressione della traduzione latina è detto: Con il cubito da un lato e il cubito dall'altro che eccede la lunghezza dei teloni della tenda ci sarà di che ricoprire i fianchi della tenda, mentre il testo greco ha πλάγια che alcuni scrittori latini hanno tradotto non latera [ lati; fianchi ] ma con obliqua [ obliqui; divergenti ], ne scaturisce un problema: poiché, sebbene alcunché si veda di obliquo ove tutti gli angoli dei quattro lati sono retti, non possono tuttavia dirsi πλάγια [ obliqui ] i lati di cui uno è nella parte anteriore e l'altro in quella posteriore della tenda, cioè quello orientale e quello occidentale, mentre possono chiamarsi πλάγια il lato destro e quello sinistro, cioè il meridionale e il settentrionale.

Non essendo perciò πλάγια [ obliqui ] i lati che hanno cinquanta cubiti ciascuno, a coprire i quali abbiamo detto che avrebbe potuto servire la lunghezza dei teloni di peli di capra, in che modo sarà vero: sopra un cubito da un lato e dall'altro con ciò che avanza della lunghezza dei teloni della tenda ci sarà di che coprire i lati della tenda?

Evidentemente però l'agiografo parla della copertura dei lati - che egli chiama anche " dorsi " - di quindici cubiti ciascuno e di tre montanti ciascuno, i quali insieme alla porta del cortile, che ha venti cubiti e quattro montanti, fanno cinquanta cubiti e dieci montanti.

A una estremità di questi lati si trova la porta del cortile e all'altra l'ingresso della tenda-santuario; tra la porta del cortile e l'ingresso della tenda c'è uno spazio di venti cubiti a partire dalla porta e di quindici cubiti a destra e a sinistra.

In quello spazio si trova l'altare degli olocausti tra la porta del cortile davanti all'ingresso della tenda; e tra l'altare e l'ingresso la vasca di bronzo, in cui i sacerdoti si lavavano le mani e i piedi.

Ciononostante, dopo un attento e accurato esame delle misure, nei lati aventi tre montanti ciascuno, che in greco sono chiamati πλάγια, si troverà forse anche una qualche obliquità di modo che non senza ragione alcuni traduttori nostri tradussero con obliqui il termine πλάγια che avevano trovato.

Poiché i teloni di peli di capra con i loro quindici cubiti ciascuno non possono coprire i quindici cubiti dei tendoni su quei lati salvo che, prima di arrivarci, non siano stesi nella parte posteriore della tenda su una lunghezza di più di dieci cubiti.

Di conseguenza, dalla linea retta della parte posteriore della tenda, cioè dalla parte di ponente - linea che avendo prima otto montanti facenti parte della tenda interna ne ebbe poi dieci per il fatto di essere stati aggiunti i lati del cortile esterno e, avendo prima quaranta cubiti corrispondenti a otto montanti, ne ebbe poi cinquanta in rapporto a dieci montanti - a partire dunque da detta linea, una volta coperti con teloni di peli di capra i dieci cubiti provenienti dai due angoli, nel mezzo ne rimarranno trenta che non saranno coperti con i teloni di peli di capra, ma solo dalle cortine, e in questo spazio di trenta cubiti per trenta si trovava l'ingresso della tenda-santuario.

Pertanto se i lati aventi ciascuno tre montanti e lunghi quindici cubiti, a partire dalle loro estremità, con le quali si univano alla porta del cortile, lasciavano tra loro uno spazio aperto di venti cubiti, poiché tanto ne aveva la porta che separava i due lati, mentre dalle altre estremità, con cui erano uniti alla linea posteriore del recinto - della quale abbiamo parlato - avevano tra loro trenta cubiti, senza dubbio erano obliqui poiché tra loro lasciavano aperto dalla parte ove avevano trenta cubiti uno spazio maggiore di quello dell'altra parte, ove avevano venti cubiti.

In tal modo i dieci cubiti dei teloni di peli di capra, ch'era la metà della lunghezza eccedente, e che servivano per la parte posteriore della tenda, cioè la parte di ponente, come gli altri dieci servivano per la parte anteriore, cioè la parte di levante, con cinque cubiti completavano la copertura dei lati chiamati πλάγια in greco, cinque da una parte e cinque dall'altra.

Se questi cubiti fossero mancati, di quei lati sarebbero stati coperti dieci e ne sarebbero rimasti scoperti cinque.

A mio parere pertanto si capisce meglio la frase della Scrittura: un cubito da una parte e un cubito dall'altra con quello che eccede in lunghezza rispetto alla lunghezza dei teli della tenda-santuario, non perché erano cinque da una parte e cinque dall'altra, ma perché sopravanzavano quella lunghezza, rispetto alla quale superavano di due cubiti i teli di peli di capra; di quei due cubiti uno era servito per la parte orientale della tenda e naturalmente ne restava un altro per la parte occidentale di modo che un cubito da una parte e un cubito dall'altra avrebbe coperto i πλάγια della tenda-santuario.

Ecco perché l'agiografo dice: perché copra da una parte e dall'altra, perché non avrebbe coperto tutto, se fossero mancati i cinque suddetti cubiti.

177.18. Poiché si è discusso abbastanza in qual modo si debbano intendere le notizie relative alla costruzione della tenda-santuario che parevano oscure, tentiamo ormai di mostrare brevemente, se ci sarà possibile, quale risultato abbiamo ottenuto da tale discussione.

Si entrava dunque [ nella tenda-santuario ] da ovest e c'era una prima porta d'ingresso nel recinto larga venti cubiti, che aveva quattro montanti da cui pendeva un tendaggio largo venti cubiti e alto cinque, di tela ricamata a mano e colorata con i colori spesso ricordati.

Entrando per questa porta ci si trovava nel recinto i cui lati di destra e di sinistra si estendevano per quindici cubiti e tre montanti; come c'era nel mezzo l'entrata della tenda più interna nella parte ove si poteva arrivare, così c'era nel centro la porta del recinto dalla parte dove si entrava.

Questo recinto era perciò più largo che lungo; poiché la sua lunghezza andava dalla propria porta fino alla porta della tenda più interna ed era di circa quindici cubiti, la larghezza ai lati della porta era invece di venti cubiti, ai lati dell'entrata era, al contrario, di trenta cubiti.

Da ciò si comprende che erano obliqui i lati che a destra e a sinistra avevano tre montanti e quindici cubiti.

In questo atrio c'era l'altare dei sacrifici di forma quadrata, lungo cioè cinque cubiti e largo altrettanto.

Tra la porta e l'altare c'era uno spazio ove si aggiravano coloro che ponevano sacrifici sull'altare; dentro, al contrario, tra l'altare e la porta della tenda c'era il luogo della cenere davanti all'altare e poi la vasca di bronzo, ove si lavavano le mani e i piedi i sacerdoti che si accingevano a esercitare il loro servizio all'altare nel recinto o a entrare nella tenda più interna.

Inoltre i tendaggi di questo recinto nei lati dei tre montanti, ciascuno largo quindici cubiti e alto cinque cubiti, erano di lino fine.

177.19. Da questo recinto si passava dunque alla porta della tenda dopo avere oltrepassato l'altare e la vasca di bronzo.

Si passava attraverso le cortine aperte, dieci delle quali, cinque da una parte e cinque dall'altra, collocate le une di fronte alle altre, circondavano tutta la tenda più interna.

Dopo essere entrati per quella porta s'incontrava la cortina situata di fronte all'entrata, tesa su cinque montanti, tinta con i quattro colori; credo che il Signore quando ordinò di confezionare quel tendaggio, lo chiamò adductorium [ tendone ] poiché scorreva tirandolo da una parte e dall'altra, chiudendo ed aprendo così l'ingresso.

Oltrepassato questo tendone ci ci trovava nella parte centrale della tenda, situata tra questo tendone e quell'altro più interno che era posto su quattro montanti, confezionato con stoffe di quei quattro colori e che separava " il santo " che era al di fuori e il " Santo dei santi " situato nella parte più interna.

In questo spazio intermedio tra quei due tendaggi, nella parte settentrionale era la tavola d'oro con i pani di proposizione e di fronte ad essa nella parte meridionale il candelabro d'oro a sette bracci.

Fin qui potevano entrare i sacerdoti di secondo grado.

177.20. Nella parte più interna, cioè nel " Santo dei santi ", di là del tendaggio di quattro montanti, c'era l'arca dorata della testimonianza, in cui erano le tavole di pietra della legge e il bastone di Aronne e il vaso d'oro con la manna e al di sopra il propiziatorio d'oro dove stavano i due Cherubini che coprivano il propiziatorio, con le ali chinate verso di esso, l'uno di fronte all'altro.

Davanti all'arca poi, cioè tra l'arca e il tendaggio, era collocato l'altare dell'incenso, che la Scrittura alle volte dice ch'era d'oro, altre volte dorato, chiamando senz'altro d'oro ciò che era [ solo ] dorato.

Solamente al sommo sacerdote era lecito entrare ogni giorno nel " Santo dei santi" per porre l'incenso [ sull'altare ] e una volta sola all'anno con il sangue per purificare l'altare e se talora lo esigeva la necessità per il peccato del sacerdote o di tutto il popolo, come sta scritto nel Levitico. ( Lv 16 )

Così si entrava nella tenda-santuario per la porta di ponente, cioè per la porta del recinto procedendo nell'interno fino al lato orientale ove era situata l'arca dell'alleanza.

177.21. Infatti la tenda-santuario più interna, la quale cominciava non dalla porta del recinto, ma dall'entrata, detta entrata della tenda, e quanto alla lunghezza terminava nel lato orientale, dov'era l'arca dell'alleanza, era racchiusa da dieci cortine di ventotto cubiti ciascuna, cinque da una parte cinque dall'altra, unite tra loro da cordoni e grossi anelli, collocate le une di fronte alle altre e sostenute da venti montanti nei lati più lunghi del nord e del sud, e da otto montanti nel lato occidentale, mentre nel lato orientale non aveva montanti ma terminava con le cortine.

Queste dieci cortine erano alte quattro cubiti e si estendevano in tutto il perimetro per duecentottanta cubiti: cento di esse corrispondevano ai due lati più lunghi, del sud e del nord per la lunghezza di venti montanti, ma si estendevano per quaranta cubiti agli altri due lati più corti: uno a ponente mediante otto montanti e l'altro ad oriente ove non c'erano montanti poiché si stendevano solo le cortine su due soli montanti nel mezzo; e questi tendaggi erano dieci, di stoffe tessute di quattro colori.

La tenda-santuario più interna era dunque circondata da un recinto di venti montanti a sud e venti a nord.

Questi due lati del recinto avevano una lunghezza uguale a quella dei lati della tenda interiore, poiché si estendevano anch'essi per altrettanti cubiti, cioè per cento cubiti.

Dal lato orientale il recinto terminava con dieci montanti per la lunghezza di cinquanta cubiti: questa fila di montanti formava una linea retta e andava a raggiungere i due montanti posti agli angoli della tenda-santuario interna, i soli della parte orientale e perciò con essi si raggiungeva il numero di dieci.

Nel lato occidentale il recinto aveva ugualmente dieci montanti però non in linea retta ma, come abbiamo mostrato, formavano una sorta di portico a tre lati.

177.22. Tutto quanto il recinto [ costruito ] attorno alla tenda-santuario era chiuso con tendaggi di lino fine alti cinque cubiti, ricoperti da undici teli di peli di capra, cinque da una parte uniti tra loro e sei dall'altra.

I cinque teli uniti tra loro misuravano centocinquanta cubiti, mentre dall'altra parte i sei teli uniti insieme misuravano centottanta cubiti, poiché ciascun telo misurava trenta cubiti.

Ma perché una parte risultasse uguale all'altra, davanti alla tenda-santuario, cioè a Oriente, fu ripiegato un telo e, nella parte posteriore, cioè a Occidente, fu fatto ricadere sul tetto della tenda.

In tal modo furono eliminati trenta cubiti, corrispondenti alla lunghezza di un telo e ne rimasero centocinquanta, la stessa misura di cubiti anche dall'altra parte.

Il perimetro dei teli di peli di capra da cui era circondato il recinto della tenda sacra era dunque lungo trecento cubiti come il perimetro dei dieci teli della tenda-santuario più interna misurava duecentottanta cubiti.

Ogni cortina misurava infatti ventotto cubiti di lunghezza mentre ogni telo di pelo di capra era lungo trenta cubiti.

Per questo motivo, dell'estensione totale delle cortine della tenda-santuario interiore, che misurava duecentottanta cubiti, cento cubiti erano di ciascuno dei due lati più lunghi, il meridionale e il settentrionale e quaranta cubiti di ciascuno dei lati più corti, quelli ad est e a ovest: della larghezza totale dei teli di peli di capra, che coprivano il recinto esterno della tenda sacra e che misuravano trecento cubiti, cento erano di ciascuno dei lati più lunghi, quello meridionale e quello settentrionale, perché erano uguali ai lati della tenda più interna, mentre cinquanta erano per ciascuno degli altri due lati, quello orientale e quello occidentale.

E perciò i due cubiti, per cui il telo di peli di capra era più lungo della cortina, servivano non per i due lati, meridionale e settentrionale, che erano uguali a quelli del recinto esterno e della tenda sacra più interna, ma per i lati di oriente e di ponente.

Ciò dipendeva dal fatto che in quei due lati era aumentata la larghezza della tenda essendo stato collocato il recinto attorno alla parte esterna.

Ma dal lato orientale, in linea retta, formata dai dieci montanti, si stendevano cinquanta cubiti di teli di pelo di capra e serviva a loro uno dei due cubiti di cui era maggiore la lunghezza degli stessi teli; al contrario gli altri cinquanta cubiti necessari per il lato occidentale, ai quali era utile l'altro dei due cubiti, non si stendevano nella linea retta dei montanti.

Lì c'era infatti quella specie di triportico che racchiudeva lo spazio del recinto, ove doveva esserci l'altare dei sacrifici, formato da quattro montanti a partire dalla porta e da altri tre a partire dai lati, e perciò i cinquanta cubiti non potevano racchiudere all'intorno anche la porta, ma si stendevano fino a coprire i lati obliqui formati ciascuno da tre montanti e quindici cubiti.

I teli di peli di capra invece arrivavano all'altezza di quattro cubiti e con essi erano coperti i tendaggi di lino fine del recinto e la loro altezza era di cinque cubiti.

177.23. Le pelli tinte di rosso ricoprivano invece i teli di peli di capra.

Al di sopra però, cioè dalla parte del tetto, la tenda-santuario, fatta come un soffitto a volta, era coperta con pelli color di giacinto; non risulta però chiaro se con il recinto fosse coperto anche lo spazio più interno, ma è più probabile che gli spazi tra i montanti esterni e quelli interni, avessero un soffitto a volta soprattutto quello a occidente, dov'era l'altare dei sacrifici.

Indice

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