Specchio di precetti morali dalla Sacra Scrittura

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Dal libro della Sapienza

Abbiamo fin qui raccolto quanto proviene dai libri che anche i Giudei ritengono canonici.

Non è giusto però omettere quei libri che, scritti prima della venuta del Salvatore, non sono recepiti dai Giudei ma solo dalla Chiesa di Cristo.

Tra questi ce ne sono due che da molti ricercatori sono detti di Salomone, a motivo credo d'una certa somiglianza di stile, mentre i più competenti non dubitano di asserire che non appartengono a Salomone.

Di quello che si chiama La Sapienza non si riesce a precisare chi ne sia l'autore.

Quanto invece all'altro libro, da noi chiamato Ecclesiastico, a coloro che hanno potuto leggerlo per intero risulta che l'abbia scritto un certo Gesù, soprannominato " Sirach ".

Del Libro della Sapienza ci sembra che rientrano in questa opera i passi seguenti.

234 [ Sap 1 ].

Amate la giustizia voi, giudici della terra; abbiate buoni pensieri nei riguardi del Signore e cercatelo con cuore semplice.

Egli infatti si lascia trovare da chi non lo mette alla prova e si manifesta a coloro che hanno fede in lui.

I pensieri dissennati separano da Dio, mentre la virtù esperimentata richiama al dovere gli stolti.

La sapienza infatti non entra in un'anima assuefatta al male né abita in un corpo schiavo del peccato.

Il santo spirito, che ammaestra, scansa l'ipocrisia e si sottrae da chi nutre pensieri insensati: viene impedito dal sopraggiungere dell'iniquità.

Lo spirito della sapienza è benigno ma non libera il bestemmiatore dalle [ parole delle ] sue labbra, poiché Dio è testimone dei suoi sentimenti, scruta con verità il suo cuore e ascolta [ quanto dice ] la sua lingua.

Lo Spirito del Signore infatti riempie l'universo e poiché tutto abbraccia ha conoscenza di ogni parola.

Per questo chi proferisce parole inique non può rimanere nascosto né la giustizia vendicatrice lo risparmierà.

Si farà un'indagine sui pensieri dell'empio e il suono dei suoi discorsi giungerà all'orecchio del Signore, affinché sia castigata la sua iniquità.

Un orecchio geloso ode tutto né gli resterà nascosto il rumore della mormorazione.

Guardatevi pertanto dalle mormorazioni, che sono inutili, e trattenete la lingua dalla maldicenza, poiché nemmeno una parola segreta andrà in vano.

La bocca che proferisce menzogne uccide l'anima [ Sap 1,1-11 ].

235 [ Sap 3 ].

Dopo un po': Quanti confidano in lui comprenderanno la verità e i [ suoi ] fedeli abiteranno accanto a lui nell'amore, perché la grazia e la pace sono riservate ai suoi eletti.

Gli empi, al contrario, avendo trascurato la giustizia e abbandonato il Signore, avranno il castigo secondo quel che hanno progettato.

Chi infatti disprezza la sapienza e la correzione è un uomo infelice [ Sap 3,9-11 ].

E dopo sei versi: Sarà infatti beata la sterile e colei che non si è contaminata con i godimenti peccaminosi del letto matrimoniale: ne riporterà vantaggi nel giorno della ricompensa delle anime.

Così l'eunuco che non ha commesso iniquità con le sue mani e nella sua mente non ha concepito pensieri irrispettosi contro il Signore [ Sap 3,13-14 ].

236 [ Sap 6 ].

Dopo un po': Ascoltate dunque, o re, e comprendete!

Apprendete la giustizia, o giudici dei confini della terra.

Porgete l'orecchio voi che tenete in mano la moltitudine e vi compiacete per il gran numero delle nazioni.

Il potere è stato a voi accordato dal Signore; la vostra sovranità [ deriva ] dall'Altissimo, che esaminerà le vostre opere e scandaglierà i vostri pensieri.

Essendo amministratori del suo regno, non avete giudicato con rettitudine e non avete rispettato le norme della giustizia, né avete camminato secondo la volontà di Dio.

Egli vi si manifesterà in maniera terribile e non tarderà, poiché un giudizio oltremodo severo attende coloro che comandano.

E se al piccolo si usa misericordia, i potenti subiranno tormenti atroci.

Il Signore infatti non risparmia la personalità di alcuno né riverisce la grandezza di nessuno.

Egli ha creato il piccolo e il grande e ha pari cura di tutti e due; ma sui più altolocati incombe un tormento più grave.

Ora questi miei discorsi sono rivolti a voi, o re cattivi, affinché apprendiate la saggezza e non andiate fuori strada.

Infatti coloro che praticano la giustizia vivendo da giusti saranno giustificati e coloro che imparano queste norme sapranno cosa rispondere [ al giudice ].

Desiderate dunque le mie parole e amatele: ne otterrete istruzione.

La sapienza infatti è lucente e inalterabile: si lascia facilmente vedere da coloro che l'amano; la troveranno [ facilmente ] quelli che la cercano.

Precede quanti la bramano lasciandosi vedere per prima.

Chi dall'alba veglia in sua attesa non dovrà stancarsi: la troverà seduta alla sua porta.

Pensare assiduamente a lei è saggezza consumata: chi veglia per lei sarà presto esentato da ogni preoccupazione.

Essa va in giro cercando chi sia degno di lei; durante la via si mostra ad essi con volto ilare, e con ogni sollecitudine va loro incontro.

Principio di lei è il desiderio sincero della disciplina e la diligenza nell'apprendere deriva dall'amore, il quale è poi l'osservanza delle sue leggi.

L'osservanza delle leggi è garanzia d'incorruttibilità, la quale incorruttibilità ci fa essere vicini a Dio.

Il desiderio della sapienza accompagna dunque al regno eterno, per cui se voi, o re delle nazioni, vi dilettate di troni e di scettri, amate la sapienza e regnerete per sempre [ Sap 6,2-22 ].

237 [ Sap 8 ].

Dopo un po': Se uno ama la giustizia, i suoi sforzi conseguono grandi virtù.

È lei infatti che insegna la sobrietà, la prudenza, la giustizia e la fortezza, virtù delle quali nessuna cosa è più utile [ all'uomo ] durante la sua vita [ Sap 8,7 ].

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