Specchio di precetti morali dalla Sacra Scrittura

Indice

Dal libro dell'Ecclesiastico

Ora dobbiamo attingere dal libro chiamato l'Ecclesiastico quanto ci sembra rientrare nell'ambito di quest'opera.

A proposito di questo libro io riterrei doversi ripetere quanto detto del Libro dei Proverbi; solo che in questo Ecclesiastico ho trovato, più che non nei Proverbi, materiale necessario alla completezza dell'opera presente.

238 [ Sir 1 ].

Il timore del Signore è sapienza e religiosità.

La religiosità custodisce e rende giusto il cuore: essa procura allegrezza e gioia.

Chi teme il Signore avrà una buona sorte: sarà benedetto nei giorni della fine.

Temere Dio è pienezza di sapienza; dai suoi frutti deriva questa pienezza [ Sir 1,17-20 ].

E dopo due versi: Corona della sapienza è il timore del Signore [ Sir 1,22 ].

E dopo quattro versi: Temere Dio è radice di sapienza: i suoi rami sono lunga vita.

Nei recessi della sapienza c'è l'intelligenza, la scienza e la religiosità; per i peccatori invece la sapienza è una cosa detestabile.

Il timore del Signore scaccia il peccato; chi è privo del timore non può essere giustificato: la sua collera e il suo sdegno sono la sua rovina.

Il sapiente per un po' di tempo sopporta con pazienza; alla fine gli è ridonata la gioia.

Il benpensante per un certo tempo occulta le sue parole; le labbra di molti elogeranno il suo sentire [ Sir 1,25-30 ].

Se desideri la sapienza osserva la giustizia, e Dio te la concederà.

Il timore del Signore è sapienza e vita ordinata; a lui piacciono la fedeltà e la mitezza.

Egli riempirà i tuoi scrigni. Non essere indocile di fronte al timore del Signore e non accostarti a lui con doppiezza di cuore.

Non essere ipocrita di fronte alla gente, e non lasciarti scandalizzare dalle tue stesse labbra.

Bada a tutto ciò, se non vuoi cadere e procurarti della confusione.

Dio infatti manifesterà i tuoi segreti: e non succeda che egli ti umili in mezzo all'assemblea, poiché tu ti eri avvicinato al Signore con animo perverso e il tuo cuore era pieno di inganno e falsità [ Sir 1,29 ].

239 [ Sir 2 ].

Figlio, se vuoi accostarti a Dio per servirlo, sta' saldo nel timore e nella giustizia, e preparati a subire la prova: umilia il tuo cuore e sii paziente.

Piega il tuo orecchio per accogliere le parole dell'intelligenza e non essere precipitoso nel tempo della provocazione.

Accogli con pazienza le dilazioni di Dio, rimani unito a lui e resisti, affinché si prolunghi la tua vita quando sarai giunto agli estremi.

Qualunque cosa ti capiti, ricevila: nel dolore sopporta, nell'umiliazione abbi pazienza, poiché col fuoco si provano l'oro e l'argento, e così gli uomini graditi [ a Dio ] nel braciere dell'umiliazione.

Abbi fiducia in Dio, ed egli ti proteggerà; indirizza [ al bene ] il tuo cammino e spera in Dio.

Conserva il timore di lui e invecchia in esso [ Sir 2,1-6 ].

Voi che temete il Signore attendete con fortezza la sua misericordia e non deviate [ da lui ] per non cadere.

Voi che temete il Signore abbiate fede in lui e non sarete privati della vostra ricompensa.

Voi che temete il Signore sperate in lui e con vostro godimento verrà a voi la misericordia.

Voi che temete Dio amatelo e saranno illuminati i vostri cuori.

Guardate, figli, le generazioni dell'umanità e riflettete! Chi sperò mai nel Signore e restò confuso?

Chi si conservò fedele ai suoi precetti e fu abbandonato? Chi lo invocò e non venne ascoltato?

In realtà, Dio è pietoso e compassionevole, e nel tempo dell'afflizione rimette i peccati a tutti coloro che con sincerità lo ricercano [ Sir 2,7-13 ].

Guai all'uomo dal cuore insincero, alle labbra maligne e alle mani che compiono il male; guai al peccatore che nel paese conduce una doppia vita!

Guai a chi ha il cuore malfermo e non ha fede in Dio: egli non è da lui protetto.

Guai a coloro che si stancano di pazientare, abbandonano le vie diritte e s'incamminano per vie tortuose.

Cosa farete quando Dio inizierà la sua disamina?

Coloro che temono il Signore non sono increduli alla sua parola e coloro che lo amano si mantengono nella sua via.

Coloro che temono il Signore cercano quanto è a lui gradito, e coloro che lo amano saranno saziati dalla sua legge.

Coloro che temono il Signore dispongono [ al bene ] il loro cuore, e fan sì che la loro anima sia santa davanti a lui.

Coloro che temono il Signore osservano i suoi comandamenti e pazientano finché non arrivi il suo controllo.

Dicono: Se non faremo penitenza cadremo nelle mani di Dio e non in quelle degli uomini.

Con lui infatti è sempre la misericordia, che è pari alla sua grandezza [ Sir 2,14-23 ].

240 [ Sir 3 ].

I figli sapienti sono un'assemblea di giusti; loro regime l'obbedienza e la dilezione.

Ascoltate, figli diletti, il giudizio del padre e agite di conseguenza se volete essere salvi [ Sir 3,1-2 ].

E dopo due versi: Chi ama Dio implora [ perdono ] per i peccati e si astiene dal commetterli: egli sarà esaudito quando chiederà [ lunghezza di ] giorni.

Come chi accumula tesori è colui che onora sua madre; chi onora il padre avrà gioia dai figli; chi onora il padre godrà lunga vita; chi obbedisce al padre dà sollievo alla madre.

Chi teme Dio porta rispetto ai genitori e come a dei padroni serve a coloro che l'hanno generato.

Onora tuo padre con fatti e con parole e con molta pazienza: così verrà su di te la benedizione del Signore [ Sir 3,4-10 ].

E dopo tre versi: Non andare orgoglioso quando tuo padre è disonorato [ Sir 3,12 ].

E dopo tre versi: Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia e non contristarlo finché è in vita; e anche se perdesse il senno tu sappilo compatire e non disprezzarlo nel vigore delle tue forze [ Sir 3,14-15 ].

E dopo quattro versi: Quanto è infame colui che abbandona suo padre!

È maledetto da Dio chi reca dispiaceri alla madre.

Figlio, compi con mitezza il tuo dovere e sarai amato, e la tua gloria supererà quella degli [ altri ] uomini.

Quanto più sei grande tanto più umìliati in tutto, e troverai grazia presso Dio, poiché [ veramente ] grande è solo la potenza di Dio: Egli è onorato dagli umili.

Non aspirare a cose superiori a te e non voler penetrare ciò che supera le tue forze; pensa sempre alle cose che Dio ti ha comandato e non sindacare curiosamente le sue svariate opere.

Non ti sono infatti necessarie le cose che ti sono state occultate [ Sir 3,18-23 ].

E dopo tre versi: La voglia di curiosare portò molti fuori strada e sottopose alla vanità i loro pensieri.

Il cuore duro alla fine si troverà male e chi ama il pericolo perirà in esso.

Il cuore che procede con doppiezza non avrà successi, e chi è perverso di cuore, nei successi troverà inciampo.

Il cuore cattivo sarà gravato di dolori, il peccatore aggiungerà peccato a peccato [ Sir 3,26-29 ].

E dopo due versi: Il cuore saggio si riconosce dalla sua sapienza, e l'orecchio ben disposto ascolta la sapienza con grande desiderio.

Il cuore saggio e avveduto si tiene lontano dai peccati e progredisce nelle opere di giustizia.

L'acqua spegne gli incendi, l'elemosina cancella i peccati; e Dio, che vede dall'alto colui che elargisce favori, se ne ricorda per l'avvenire, e tu troverai sostegno quando starai per cadere [ Sir 3,30 ].

241 [ Sir 4 ].

Figlio, non privare i poveri dell'elemosina; non distogliere i tuoi occhi dall'indigente.

Non lasciare incalcolata la persona che ha fame e non irritare il povero nella sua povertà.

Non affliggere il cuore del misero e non differire la tua elargizione all'indigente.

Non respingere la supplica dell'afflitto e non distogliere lo sguardo dall'indigente.

Non volgere lo sguardo lontano dal povero per non provocarne l'ira, e non permettere, a chi ti domanda qualcosa, che ti maledica alle spalle.

Se infatti qualcuno con il cuore amareggiato ti maledice, la sua supplica sarà esaudita: l'esaudirà colui che l'ha creato.

Renditi affabile all'assemblea dei poveri; umìliati dinanzi all'anziano; piega il capo dinanzi a chi è più grande di te.

Piega l'orecchio al povero senza rammaricartene; restituiscigli quanto gli è dovuto e rispondigli con calma usando parole di pace.

Libera dalla mano del superbo colui che subisce angherie e non serbare acidità nel tuo cuore.

Nel giudicare sii tollerante: per gli orfani sii come un padre, per la loro madre come suo marito; e sarai come un figlio obbediente dell'Altissimo, il quale ti userà compassione più di una madre [ Sir 4,1-11 ].

La sapienza ha dato ai suoi figli il soffio vitale: essa accoglie chi la cerca e lo precede sulla via della giustizia.

Chi l'ama ama la vita e chi veglia in sua attesa incontrerà il suo beneplacito.

Chi la tiene con sé erediterà la vita: Dio benedirà il luogo dov'essa è entrata.

Chi la serve onora il Santo; Dio ama quanti l'amano.

Chi l'ascolta è in grado di giudicare i popoli; chi si specchia in lei abiterà con fiducia.

Chi crederà in lei l'avrà in eredità: le loro creature ne costituiranno il sostegno.

Ella camminerà con lui nella prova e lo sceglierà tra i suoi prediletti.

Provocherà in lui timore e angustia e tribolazione e lo tormenterà con il rigore della sua disciplina; lo tenterà nei suoi pensieri per poi concedersi all'anima di lui.

E lo fortificherà e dirigerà verso di lui un cammino diritto e lo rallegrerà: manifesterà a lui i suoi segreti e ammasserà su di lui [ grande ] scienza e la comprensione della giustizia.

Se viceversa egli le volta le spalle, lui lo abbandonerà e lo consegnerà nelle mani del suo nemico [ Sir 4,12-22 ].

Figlio, apprezza il tempo e fuggi il male.

Per il bene dell'anima tua non vergognarti di dire la verità, poiché se c'è una vergogna che porta al peccato, ce n'è una che arreca gloria e grazia.

Non usare parzialità rovinando te stesso e non dire menzogne a tuo danno.

Non sdegnare [ di soccorrere ] il tuo prossimo quando cade e non trattenere la parola nel tempo della prosperità.

Non nascondere la tua sapienza nel fulgore della sua bellezza, poiché la sapienza e l'assennatezza traspaiono dalla lingua, la scienza e l'istruzione dalle parole di verità e il vigore dalle opere di giustizia.

Non contraddire in alcun modo alla verità; arrossisci piuttosto della menzogna che hai proferita per mancanza di educazione.

Non vergognarti di confessare i tuoi peccati e non piegarti a nessuno con l'intento di peccare.

Non resistere al potente e non opporti all'impeto di una fiumana.

Quando si tratta della giustizia resisti fino all'ultimo respiro, e fino alla morte lotta per la causa giusta, e Dio abbatterà i tuoi nemici a tuo vantaggio.

Non esser frettoloso nel parlare e inconcludente e fiacco nell'agire.

Non essere, nella tua casa, simile a un leone scombussolando i tuoi domestici e opprimendo i tuoi subalterni.

La tua mano non sia allungata nel ricevere e contratta nel dare [ Sir 4,23-36 ].

242 [ Sir 5 ].

Non volgere il cuore a possedimenti iniqui e non dire: ho una vita passabile.

Questo infatti in nessun modo ti gioverà nel giorno del castigo e della punizione.

Non seguire i desideri del cuore e non dire: " Come potrò [ riuscire ]? ", o: " Chi mi controllerà in quello che faccio? ".

Dio infatti non mancherà di vendicare [ il male fatto ].

Non dire nemmeno: " Ecco, ho peccato e cosa mi è capitato di brutto? ".

Poiché l'Altissimo è longanime nel ripagare.

Quanto ai peccati espiati non escludere ogni timore, e non aggiungere peccato a peccato dicendo: " La misericordia di Dio è grande; egli avrà pietà dei molti miei peccati ".

Rapidamente infatti ci raggiungono e la sua misericordia e la sua ira: la sua ira piomba sui peccatori.

Non tardare a convertirti al Signore e non rimandarlo da un giorno all'altro: improvvisa infatti ti viene addosso la sua ira e nel giorno del castigo ti consumerà.

Non agitarti per accumulare ricchezze ingiuste: non ti gioveranno in alcun modo nel giorno della punizione e del castigo [ Sir 5,1-10 ].

Non lasciarti sollevare da ogni vento e non imboccare ogni strada: così infatti il peccatore si manifesta per la doppiezza della sua lingua.

Sta' saldo nella via di Dio e nella sincerità dei tuoi sentimenti e nella sapienza: ti seguirà la parola di pace e di giustizia.

Sii docile nell'ascoltare la parola di Dio per poterla capire e così, dotato di sapienza, tu possa emettere sentenze veraci.

Se possiedi la saggezza rispondi al tuo prossimo; in caso contrario mettiti la mano dinanzi alla bocca per non uscire in parole dissennate e provarne confusione.

Onore e gloria nel parlare dell'uomo assennato: la lingua dell'imprudente gli procura rovina.

Fa' sì che nella tua vita non abbiano a chiamarti mettimale e non farti cogliere in fallo nel parlare, se non vuoi essere svergognato.

Se infatti c'è disonore per il ladro anche se pentito, c'è anche una qualifica infamante per chi parla con doppiezza.

Per il mormoratore poi c'è l'odio, l'inimicizia e l'invettiva.

Rendi giustizia al piccolo e al grande senza distinzioni [ Sir 5,11-18 ].

243 [ Sir 6 ].

Non inimicarti i familiari parteggiando per gli amici.

Al cattivo toccheranno in sorte l'ingiuria e lo strapazzo; stessa sorte per tutti i peccatori invidiosi e maldicenti.

Non inorgoglirti come un toro nei tuoi pensieri, affinché la tua forza non si afflosci a causa della stoltezza [ Sir 6,1-2 ].

Dopo sette versi: Fa' sì che molti siano in pace con te, ma sia tuo consigliere uno su mille.

Se possiedi un amico, te ne accorgerai nella prova; comunque non abbandonarti facilmente a lui.

C'è infatti un amico opportunista, che non ti assisterà nel giorno della sventura; e c'è l'amico che si cambia in nemico, e quello che semina odio, risse e vituperi.

C'è l'amico che ti sta vicino finché sei a tavola ma non ti rimane vicino nel tempo della strettezza.

L'amico che ti rimane fedele sarà come un altro te stesso: egli ti tratterà con fiducia come un tuo familiare.

Se si umilierà dinanzi a te e alla tua presenza si nasconderà, riterrai la sua amicizia salda e buona.

Sepàrati dai tuoi nemici e con i tuoi amici sta' ad occhi aperti.

Un amico fedele è una protezione forte: chi lo trova trova un tesoro.

Nulla può paragonarsi a un amico fedele; non c'è quantità d'oro o d'argento che valga quanto la bontà della sua affezione.

Un amico fedele è una medicina che dà vita e immortalità: lo trovano coloro che temono il Signore.

Chi teme Dio apprezza debitamente la buona amicizia, poiché qual è ciascuno tale sarà anche il suo amico.

Figlio, accetta l'insegnamento fin dalla tua giovinezza e fino alla canizie troverai la sapienza.

Accòstati a lei come uno che ara e semina e attendi con pazienza i suoi frutti deliziosi.

Per compiere le sue opere poco sarà il lavoro e ben presto mangerai dei suoi frutti.

Per gli uomini impreparati la sapienza è una conquista molto difficile: chi è privo di senno non persevera in essa.

Per questi tali la sua disamina sarà pesante come un macigno ed essi non tarderanno a gettarla via [ Sir 6,6-22 ].

E dopo due versi: Viceversa in coloro che l'apprezzano essa rimane stabile finché non arrivino al cospetto di Dio.

Ascolta, figlio, e ricevi il consiglio dell'intelligenza: non disprezzare il mio consiglio.

Caccia il tuo piede nei suoi anelli e il tuo collo nella sua collana.

Sottoponi a lei le tue spalle e caricati di essa: non ripudiare i suoi legami.

Accòstati a lei con tutto il cuore, e con tutte le forze persevera nelle sue vie.

Ricercala e ti si manifesterà, e quando l'avrai afferrata non abbandonarla: in essa infatti troverai riposo quando giungerai alla fine.

Essa si tramuterà in fonte di delizie; i suoi ceppi saranno una protezione potente e le sue basi un forte sostegno, la sua collana un ornamento di gloria [ Sir 6,23-30 ].

E dopo quattro versi: Figlio, se ti volgerai a me imparerai; se accosterai [ a me ] la tua anima sarai sapiente.

Se chinerai l'orecchio riceverai l'istruzione e se amerai ascoltare diverrai sapiente.

Sta' nell'assemblea degli anziani dotati di saggezza e unisciti col cuore alla loro sapienza per udire tutto il racconto [ delle opere ] di Dio.

Non ti sfuggano le massime in lode di lui.

Se incontri un saggio, sta' sveglio dinanzi a lui e il tuo piede calchi spesso i gradini della sua porta.

Fissa il pensiero nei comandamenti di Dio, e sii molto assiduo nell'ascoltare le sue prescrizioni.

Egli ti compenserà dandoti [ fortezza di ] cuore; e ti verrà elargito anche il desiderio di una [ maggiore ] sapienza [ Sir 6,33-37 ].

244 [ Sir 7 ].

Non fare il male ed esso non ti dominerà.

Allontanati dal malvagio e i mali si allontaneranno da te.

Non seminare il male nei solchi dell'ingiustizia se non vuoi mieterli aumentati sette volte.

Non chiedere agli uomini il comando, né al re il seggio più onorifico.

Non volerti giustificare dinanzi a Dio, perché egli conosce il profondo del cuore, e dinanzi al re non voler fare la figura del sapiente.

Non desiderare di diventare giudice se con la tua forza non sei in grado di intervenire contro l'iniquità, affinché non abbia a tremare dinanzi al potente e così rechi scandalo con il tuo agire.

Non peccare contro i cittadini adunati in folla e non scagliarti contro il popolo; non cadere in doppio peccato, poiché neppure di uno solo resterai impunito.

Non essere di cuore pusillanime.

Prega e non omettere di fare l'elemosina; non dire però: " Dio mi userà riguardi per l'abbondanza dei doni che elargisco; il Dio altissimo accetterà i miei doni tutte le volte che glieli offrirò ".

Non prenderti gioco di un uomo dall'animo amareggiato; c'è infatti chi abbassa ed innalza: Dio.

Non seminare menzogne contro il tuo fratello e neppure contro il tuo amico.

Non mentire con alcuna sorta di falsità: l'abitudine di mentire non è buona.

Non essere linguacciuto nell'assemblea degli anziani [ Sir 7,1-15 ].

E dopo dodici versi: Non maltrattare il servo che si comporta con onestà né il mercenario che pone se stesso a tua disposizione.

Il servo giudizioso ti sia caro come un altro te stesso; non privarlo della libertà e non licenziarlo in miseria [ Sir 7,22-23 ].

E dopo due versi: Hai dei figli? Educali con severità e picchiali fin dall'adolescenza!

Hai bestiame? Badalo con cura.

Hai delle figlie? Custodisci il loro corpo e non essere largo di sorrisi verso di loro.

Marita tua figlia e hai risolto un grosso problema. Occorre però che la dia a un uomo di giudizio.

Se hai una moglie secondo il tuo cuore, non ripudiarla; di colei che viceversa ti sta sul naso non fidarti completamente.

Onora tuo padre e non dimenticare i dolori di tua madre.

Ricordati che senza di loro tu non saresti al mondo e ripagali con uguale misura.

Temi Dio con tutta l'anima e rispetta i suoi sacerdoti.

Con tutte le forze ama il Dio che ti ha creato e non trascurare i suoi ministri.

Onora Dio con tutta l'anima e dà il giusto onore ai sacerdoti [ Sir 7,25-33 ].

E dopo sei versi: Stendi la mano al povero affinché sia piena la tua benedizione.

La tua benevolenza nel dare raggiunga ogni vivente, e non negare la tua grazia ai morti.

Non mancare di consolare chi piange e cammina al fianco di chi è nel dolore.

Non esser pigro nel visitare gli infermi: da queste opere sarai rafforzato nell'amore.

In tutte le tue azioni ricorda la fine che ti attende: così eviterai per sempre di cadere in peccato [ Sir 7,36-40 ].

245 [ Sir 8 ].

Non attaccar liti con il potente: potresti cadere nelle sue mani.

Non contendere con il ricco perché potrebbe intentare una causa contro di te.

Il denaro infatti è causa di rovina per molti; esso penetra anche nel cuore dei re e lo stravolge.

Non litigare con il linguacciuto; non portare legna al suo fuoco [ Sir 8,1-4 ].

E dopo due versi: Non essere sprezzante con l'uomo che sta allontanandosi dal peccato e non rimproverarlo: ricordati che tutti siamo meritevoli di castigo.

Non disprezzare il vecchio: anche fra noi infatti ci sarà chi invecchia.

Non godere della morte del tuo nemico, sapendo che tutti siamo destinati a morire e non vogliamo che [ allora ] si goda di noi.

Non sottovalutare ciò che raccontano gli anziani forniti di esperienza ma soffermati a considerare le loro massime: da loro apprenderai la dottrina che arricchisce la mente e saprai servire senza lamenti chi è posto in dignità.

Non sorvolare sui racconti degli anziani, che essi a loro volta appresero dai loro antenati: da loro imparerai cose sensate e la risposta adatta per ogni necessità [ Sir 8,6-12 ].

E dopo sedici versi: Non far lega con gli stolti, che non sanno amare se non le cose che loro fan comodo.

Non tenere un'adunanza presenti gli estranei, poiché non sai cosa possa venirne fuori [ Sir 8,18 ].

246 [ Sir 9 ].

Dopo due versi: Non essere geloso della tua consorte [ Sir 9,1 ].

E dopo sette versi: Non desiderare con malizia una vergine per non essere portato fuori strada dalla sua bellezza.

Non consegnarti in alcun modo alle prostitute, se non vuoi perdere te stesso e la tua eredità [ Sir 9,5-6 ].

E dopo due versi: Distogli lo sguardo dalla donna agghindata e non incantarti a guardare la bellezza delle straniere [ Sir 9,8 ].

E dopo dodici versi: Non abbandonare il vecchio amico: il nuovo non sarà come lui.

Un amico nuovo è come il vino nuovo: lo berrai con gusto quando si sarà invecchiato.

Non invidiare la gloria e la ricchezza del peccatore; non sai infatti quale rovina lo attende.

Non ti piaccia per l'odio degli iniqui [ Sir 9,14-17 ].

E dopo due versi: Sta' lontano dall'uomo che ha il potere di ucciderti e non ti passerà per la mente il timore della morte.

Se devi stare accanto a lui, non commettere colpa per cui possa toglierti la vita [ Sir 9,18-19 ].

E dopo quattro versi: Frequenta i sapienti e gli uomini assennati.

Tuoi commensali siano i giusti, e il tuo vanto sia nel timore di Dio [ Sir 9,16 ].

247 [ Sir 10 ].

Dopo cinquantatre versi: Tra i figli dell'uomo merita amore colui che teme Dio; merita disonore colui che disprezza i comandamenti del Signore.

Tra i fratelli gode prestigio colui che li governa, agli occhi del Signore sono accetti quanti lo temono.

Gloria dei ricchi e degli uomini di riguardo è il timore di Dio: lo stesso è per i poveri.

Non è giusto disprezzare un povero assennato, e non esaltare l'iniquo perché è ricco.

Sono in onore il grande, il giudice e il potente; ma più grande di loro è chi teme Dio.

A uno schiavo assennato si sottomettono anche gli uomini liberi; l'uomo saggio e disciplinato non protesta se viene ripreso [ Sir 10,23-28 ].

E dopo cinque versi: Figlio, conserva nella mansuetudine la tua anima e dà ad essa l'onore che merita [ Sir 10,31 ].

248 [ Sir 11 ].

Dopo sei versi: La sapienza di chi si umilia gli fa tenere alta la fronte e lo fa sedere in mezzo alle persone autorevoli.

Non lodare l'uomo per la sua bellezza e non disprezzarlo per la sua apparenza.

Piccolo insetto è l'ape ma il suo prodotto ha il primato nella dolcezza.

Non vantarti del tuo abito [ lussuoso ] e non insuperbire nel giorno che sei onorato [ Sir 11,1-4 ].

Dopo sei versi: Prima d'aver indagato non trattare alcuno con severità; dopo l'indagine correggilo con giustizia.

Prima d'ascoltare non pronunziare sentenze, e non permetterti di parlare nel consesso degli anziani.

Non litigare per ciò che non ti reca fastidio e non assiderti nel tribunale dei peccatori.

Figlio, le tue azioni non s'estendano a molte cose: se sei ricco, non sarai esente da peccato.

Se terrai dietro [ a molte cose ] non le raggiungerai né per quanto tu corra te la svignerai [ Sir 11,7-10 ].

Dopo venti versi: Non sostare nel male che compiono i peccatori; abbi piuttosto fiducia in Dio e persevera nel tuo posto [ Sir 11,22 ].

E dopo alcuni versi: Prima che muoia non lodare nessun uomo [ Sir 11,30 ].

E dopo un verso: Non fare entrare in casa qualsiasi uomo: molte infatti sono le trappole dell'ingannatore.

Come vomita lo stomaco dei bambini e come la pernice s'introduce nelle fenditure o come la capra nello steccato, così il cuore dei superbi spia per osservare la caduta del suo prossimo.

Cambiando il bene in male tende i suoi lacci e getta fango contro gli eletti.

Da una scintilla si sprigiona un grande incendio: per un solo ingannatore si versa molto sangue.

Il peccatore infatti tende insidie al fine di spargere sangue.

Guardati dall'uomo pestilenziale che ordisce malvagità, perché non riversi su di te un'onta incancellabile.

Accogli in casa l'estraneo: quando ti addormenterai ti farà lo sgambetto e ti allontanerà dai tuoi cari [ Sir 11,31-36 ].

249 [ Sir 12 ].

Quando fai beneficenza sappi a chi la fai e otterrai profonda gratitudine per la tua buona azione.

Fa' del bene al giusto e ne avrai un grande compenso, se non da lui certo da Dio.

Non otterranno beni coloro che sono abitualmente dediti al male e non elargiscono elemosina, poiché l'Altissimo odia il peccatore mentre è misericordioso con chi si ravvede.

Dà all'uomo compassionevole e non nutrire preferenze per il peccatore; sii largo con l'umile e non dar nulla all'empio; anzi impedisci che gli sia dato del pane, se non vuoi che con quanto riceve diventi più forte di te.

In ogni bene che fai puoi andare incontro a due mali in quanto l'Altissimo odia i peccatori e si prende vendetta degli empi [ Sir 12,1-4 ].

E dopo quattro versi: Non fidarti mai del tuo nemico: la sua malizia è per te come ruggine al bronzo.

Anche se fa l'umile e cammina curvo, tu sta' attento e guardati da lui.

Non metterlo vicino a te e non farlo sedere alla tua destra, affinché non succeda che cambiando idea si collochi al posto tuo, perché cioè non si volga verso il tuo posto ed aspiri ad occupare la tua sede, e tu finalmente ti renda conto delle mie parole e sia rimproverato dai miei discorsi.

Chi proverebbe compassione per l'incantatore che venisse morso dal serpente e per chiunque volesse avvicinarsi alle bestie feroci?

Lo stesso è per l'uomo che si accompagna con un malfattore e si lascia coinvolgere nei suoi peccati; resterà con te per un'ora, ma se tu comincerai ad allontanarti non ti guarderà più in faccia.

Il nemico sulle labbra ha la dolcezza ma nel cuore cova insidie per farti cadere nella fossa.

Il nemico ha negli occhi le lacrime ma, se gli si dà l'occasione, non si sazierà del tuo sangue; se incorri in qualche sciagura, lo troverai in prima fila contro di te.

Il nemico ha negli occhi le lacrime e, come se volesse aiutarti, sorregge i tuoi piedi; in realtà è pronto a scuotere la testa e a battere le mani e a voltarti la faccia mormorando molte cose [ contro di te ] [ Sir 12,10-19 ].

250 [ Sir 13 ].

Dopo sessantun versi: Buona è la ricchezza quando non causa peccati nella coscienza; è oltremodo cattiva la povertà sulla bocca dell'empio [ Sir 13,24 ].

E dopo tre versi: Beato l'uomo che non commette peccati con la parola della sua bocca e non è tormentato da afflizioni per i suoi delitti.

Felice colui che non prova tristezza nel suo cuore e non perde mai la speranza.

All'uomo avido e incontentabile nulla giova il possedere sostanze; che profitto reca l'oro all'uomo invidioso? [ Sir 14,1-3 ].

251 [ Sir 14 ].

Dopo quattordici versi: Figlio, se possiedi [ dei beni ] approfittane per te stesso e offri a Dio ciò che gli spetta.

Ricordati che la morte non tarda e che ti è stato già notificato il testamento con il regno dei morti.

Quanto al testamento fatto in questo mondo si estinguerà con la morte.

Prima di morire sii largo nel beneficare il tuo amico e largheggia con il povero donando secondo le tue risorse [ Sir 14,11-13 ].

E dopo sedici versi: Beato l'uomo che rimane fedele alla sapienza, s'intrattiene nella giustizia e nell'intimo pensa ai decreti di Dio.

Beato colui che nel suo cuore medita le vie del Signore, cercando di comprendere i suoi segreti [ Sir 14,22-23 ].

252 [ Sir 15 ].

Dopo venticinque versi: Gli stolti non la raggiungeranno, gli assennati le andranno incontro.

Gli stolti non la vedranno, poiché è lontana dalla superbia e dalla falsità.

I mentitori non si ricordano di lei, gli uomini veritieri trovano in essa la loro dimora e avranno successo fino alla contemplazione di Dio.

Non è bella la lode sulla bocca del peccatore, poiché la sapienza proviene da Dio.

Alla sapienza di Dio è congiunta la lode: essa abbonda sulla bocca dell'uomo fedele, poiché è il Padrone [ dell'universo ] che gliela dona.

Non dire: " È per colpa di Dio che essa mi manca ", e non fare ciò che egli odia.

Non dire: " Egli mi ha fatto errare ", poiché mai saranno suoi amici gli uomini empi.

Dio odia ogni maledizione che si basa sull'errore, non l'ameranno i timorati di Dio.

All'inizio Dio plasmò l'uomo lasciandolo alla decisione del suo volere.

Gli impose successivamente comandi e precetti: se vorrai osservare, essi ti faranno vivere, purché tu accetti di conservarti ad essi fedele per sempre.

Ti ha messo accanto il fuoco e l'acqua; tu stenderai la mano a ciò che preferisci.

Di fronte all'uomo sono la vita e la morte, il bene e il male: quel che preferisce gli sarà dato.

Grande è la sapienza di Dio. Egli è forte nella sua potenza: osserva tutti senza mai cessare.

Gli occhi di Dio sono rivolti a chi lo teme: egli valuta ogni azione umana.

A nessuno consente di agire empiamente; a nessuno presenta occasioni di peccare.

Non gradisce infatti la moltitudine dei figli infedeli e senza frutto [ Sir 15,7-22 ].

253 [ Sir 16 ].

Non rallegrarti per i tuoi molti figli se essi sono empi; non lusingarti per loro se li vedi senza timore di Dio.

Non fidarti della loro vita e non compiacerti dei loro lavori.

È meglio infatti un figlio solo ma timorato di Dio che mille figli irreligiosi; anzi è meglio morire senza figli piuttosto che lasciare sulla terra figli empi [ Sir 16,1-4 ].

E dopo ventun versi: Non dire: " Mi nasconderò dalla vista di Dio, e chi nell'alto dei cieli si ricorderà di me? " [ Sir 16,16 ].

254 [ Sir 17 ].

Un po' dopo: Non sono nascosti [ a Dio ] i testamenti compilati con iniquità, poiché ogni sorta di iniquità è presente al suo sguardo.

L'elemosina dell'uomo è come un sigillo che l'unisce a Dio: egli ha cara come la pupilla [ dell'occhio ] la misericordia praticata dall'uomo.

Poi si alzerà per dare a ciascuno la ricompensa che gli è dovuta; egli si volgerà alle parti più profonde della terra.

A chi si pente apre la via della giustizia; assicura il sostegno a chi viene meno e destina loro una eredità sicura.

Convertiti a Dio e smetti di peccare; rivolgi a lui la preghiera e finiscila con le pietre d'inciampo.

Ritorna a Dio e tienti lontano da ogni ingiustizia: odia cordialmente l'abitudine d'imprecare [ Sir 17,17-23 ].

E dopo nove versi: Quanto è grande la misericordia di Dio e il suo perdono per coloro che si convertono a lui!

Non tutte le cose possono essere nell'uomo perché il figlio dell'uomo non è immortale [ Sir 17,25 ].

255 [ Sir 18 ].

Dopo trenta versi: [ Il Signore ] ha compassione di chi accoglie la scienza della compassione e di chi cammina spedito nella via dei suoi precetti.

Figlio, nel fare il bene non uscire in rampogne e quando regali qualcosa non arrecare tristezza con parole cattive.

La rugiada non è forse refrigerio nella calura? Così una [ buona ] parola vale più di un regalo.

Non è forse vero che una parola è migliore di un dono? L'una e l'altro troverai nell'uomo giusto.

Viceversa lo stolto rimprovera aspramente, e il regalo del maligno fa imputridire gli occhi.

Prima che venga il giudizio arricchisciti di giustizia, e prima di parlare impara.

Prima che ti indebolisca per la malattia usa la medicina e prima del giudizio esamina te stesso: così troverai pietà dinanzi a Dio.

Prima che ti raggiunga l'infermità conservati umile e nella malattia mostra qual è la [ bontà della ] tua vita.

Fa' che nulla t'impedisca di pregare in continuazione e fino alla morte non mancare di crescere nella giustizia, poiché la ricompensa divina durerà in eterno.

Prima dell'orazione prepara la tua anima e non essere come uno che tenta Dio [ Sir 18,14-23 ].

E dopo sei versi: L'uomo sapiente è sempre nel timore e nei giorni quando si moltiplicano i delitti si guarda dall'inattività [ Sir 18,28 ].

E dopo cinque versi: Non seguire le tue voglie malnate e allontanati da quanto ti reca piacere.

Se permetti alla tua anima di seguire le sue voglie farai godere i tuoi nemici.

Non ti lusingare per la moltitudine [ di seguaci ] e non gioire di ciò che è smodato [ Sir 18,30-32 ].

256 [ Sir 19 ].

Dopo cinque versi: Chi trascura le piccole cose alla fine cadrà.

Il vino e le donne fanno apostatare i sapienti e causano rimproveri alle persone assennate [ Sir 19,1-2 ].

E dopo quattro versi: Chi è frettoloso nel credere [ alla gente ] dimostra un animo leggero e ci rimetterà; chi pecca contro l'anima propria sarà ritenuto [ degno di ] sorte peggiore [ Sir 19,4 ].

E dopo due versi: Chi odia la loquacità fa cessare la cattiveria [ Sir 19,5 ].

E dopo otto versi: Hai udito una parola contro il prossimo? Muoia dentro di te! E sta' certo che non ti farà scoppiare.

Lo stolto avrà dolore per le sue parole come una partoriente che geme nel partorire il bambino.

Come una saetta conficcata nella coscia così è una parola sulla bocca dello stolto.

Riprendi l'amico qualora non abbia compreso [ il suo male ], perché non dica: " Non l'ho fatto "; o, se l'ha fatto, perché non ci ricada ancora.

Riprendi il prossimo perché non lo neghi e, se lo ammette, perché non ricada.

Rimprovera l'amico anche se si tratta di una insinuazione, ma non credere a tutto ciò che si dice [ di lui ].

C'è chi cade in difetto per la sua lingua ma senza volontà. Chi infatti non pecca con la lingua?

Riprendi il prossimo prima di minacciarlo e dà spazio al timore dell'Altissimo, perché il timore di Dio è la somma sapienza: temere Dio è in ogni atto del sapiente [ Sir 19,10-18 ].

E dopo cinque versi: L'uomo privo di sapienza e scarso d'intelligenza ma ricco di timore [ di Dio ] è migliore dell'uomo superdotato che non osserva la legge dell'Altissimo [ Sir 19,21 ].

257 [ Sir 20 ].

Dopo sedici versi: Quanto è meglio rimproverare che arrabbiarsi! [ Sir 20,1 ].

E dopo dodici versi: Sarà odiato chi giunge al potere mediante l'ingiustizia [ Sir 20,8 ].

E dopo otto versi: Il sapiente si rende amabile con il suo parlare [ Sir 20,20-22 ].

E dopo tredici versi: Cadere per la falsità nel parlare è come cadere sul pavimento: la caduta dei malvagi giunge improvvisa.

Un uomo sgradevole è come il racconto di cose immaginarie: quale è spesso sulla bocca degli uomini insubordinati.

Non si accetta un proverbio dalla bocca del fatuo, poiché non è detto a suo tempo [ Sir 20,24-29 ].

E dopo due versi: C'è chi perde la sua anima per timidezza e chi la perde a causa d'una persona imprudente; c'è chi si perde per la preferenza che accorda a certe persone.

C'è chi per insipienza fa promesse all'amico e senza motivo se lo rende nemico.

Vergogna e cattiveria è nell'uomo la falsità; essa è frequente sulla bocca di chi non osserva la legge.

È meglio il ladro che chi mente di continuo: l'uno e l'altro andranno in perdizione.

Il comportamento della persona bugiarda causa disonore; la vergogna l'accompagnerà di continuo.

Il saggio si manifesta con le sue parole [ Sir 20,24-29 ].

E dopo quattro versi: Le elargizioni e i regali accecano i giudici e, rendendoli come muti, distolgono dalla loro bocca le parole di rimprovero.

La sapienza nascosta e il tesoro sotterrato a che servono?

Tra gli uomini è da preferirsi colui che nasconde la sua stupidità a colui che nasconde la sua sapienza [ Sir 20,31-33 ].

258 [ Sir 21 ].

Figlio, hai peccato? Non aggiungere altri peccati ma prega [ Dio ] che ti perdoni le colpe commesse.

Fuggi il peccato come il serpente, poiché se ti avvicini ti prenderà [ nelle sue spire ].

I suoi denti sono come i denti di un leone e uccidono gli uomini.

Ogni iniquità è una spada a due tagli: per le sue ferite non esiste rimedio [ Sir 21,1-4 ].

E dopo quattro versi: Odiare la correzione è indizio di uomo peccatore ma chi teme Dio rientrerà in se stesso [ Sir 21,7 ].

E dopo cinque versi: La via dei peccatori è cosparsa di sassi e alla sua fine si trovano gli inferi, le tenebre e i castighi.

Chi osserva la giustizia ne consegue il senso: la sapienza e l'assennatezza costituiscono la perfezione del timore di Dio [ Sir 21,11-13 ].

E dopo sette versi: Chi ha cuore aperto ascolterà la parola saggia, qualunque essa sia: egli la loderà e la farà propria.

Se l'ascolterà l'uomo dissoluto, gli procurerà noie e se la getterà dietro le spalle.

Le chiacchiere dello stolto sono come un peso per chi deve camminare; nelle labbra dell'uomo assennato risiede la grazia.

Nell'assemblea si ricerca il parlare dell'uomo prudente: sulle sue parole rifletteranno in cuor loro [ Sir 21,18-20 ].

E dopo due versi: La disciplina è per lo stolto come un ceppo ai piedi e come una catena nella mano destra.

Lo sciocco ride ad alta voce, il sapiente ride sì e no in silenzio.

La disciplina è un ornamento d'oro nell'uomo saggio, è come un braccialetto nel suo braccio destro [ Sir 21,22-24 ].

E dopo otto versi: Il cuore degli stolti è sulla loro bocca; la bocca dei sapienti è nel loro cuore.

Quando l'empio maledice il diavolo maledice se stesso.

Il mettimale insudicia la sua anima ed è da tutti odiato; altrettanto odioso si rende l'uomo che si ferma presso di lui, mentre chi è silenzioso e assennato conseguirà onori [ Sir 21,28 ].

259 [ Sir 22 ].

Il pigro è colpito con zolle di fango e tutti parlano di lui con disprezzo [ Sir 22,1 ].

E dopo quattro versi: Una figlia assennata è una ricca dote per suo marito, la donna riprovevole è una vergogna per suo padre.

La donna sfrontata è motivo di confusione per il padre e il marito: non è da meno degli empi né riceve onore dai suoi familiari.

Un racconto fuori posto è come una musica [ allegra ] in tempo di lutto; la sapienza è una sferza: essa insegna [ il bene ] in ogni tempo.

Chi ammaestra lo stolto è come colui che riattacca i cocci.

Chi racconta qualcosa al disattento è come colui che tenta di svegliare l'addormentato in un sonno profondo.

Chi parla con lo stolto parla con uno che dorme e che alla fine gli dice: " Ma chi è costui? ".

Piangi sul morto perché gli manca la luce; piangi sullo stolto perché gli manca il senno.

Duri poco il pianto per un morto, perché è andato nella pace; ma peggiore della morte dello stolto è la vita infame dello scellerato.

Il lutto per un morto è di sette giorni; per lo stolto e l'empio dura tutti i giorni della loro vita [ Sir 22,4-13 ].

E dopo ventun versi: Chi tira sassi contro gli uccelli li mette in fuga; chi offende l'amico distrugge l'amicizia.

Se contro l'amico hai sguainato la spada non disperarti, poiché la puoi ritirare; se hai sparlato dell'amico non temere, poiché puoi riconciliarti; devi escludere però l'insulto, il vituperio, l'arroganza, la rivelazione del segreto, il colpo a tradimento, poiché in tutti questi casi ogni amico ti sfuggirà [ Sir 22,25-27 ].

E dopo dieci versi: Chi metterà una guardia dinanzi alla mia bocca e un sigillo sicuro sulle mie labbra in modo che non cada [ nel male ] per colpa loro e la mia lingua non mi uccida? [ Sir 22,27 ].

260 [ Sir 23 ].

Signore, padre e reggitore della mia vita, non abbandonarmi e non permettere che io cada nelle loro mani.

Chi usa la sferza contro il mio modo di pensare e chi userà il rigore della sapienza nei confronti del mio cuore?

Non mi si debbono infatti risparmiare castighi nella mia ignoranza né coprire i miei peccati, sicché abbia a crescere la mia ignoranza, si moltiplichino le mie colpe e i miei peccati passino la misura, e io cada di fronte agli avversari e il mio nemico goda su di me.

Signore, padre e Dio della mia vita, non abbandonarmi in balia delle loro trame!

Non abbandonarmi all'impudenza degli occhi e allontana da me ogni [ insana ] bramosia.

Toglimi il desiderio incontrollato del mangiare, e fa' che non mi tiranneggi l'attrattiva del sesso.

Non consegnarmi a impulsi indecorosi e dissennati.

O figli, ascoltate la dottrina della [ mia ] bocca!

Chi la metterà in pratica non si rovinerà col suo parlare né inciamperà compiendo opere nefande.

Il peccatore rimarrà intrappolato nella sua vuotaggine, il superbo e il maldicente inciamperanno nelle loro opere riprovevoli.

La tua bocca non s'abitui a giurare: giurando si cade in grave peccato.

Non nominare con frequenza il nome di Dio, non usare il nome santo: non saresti esente da colpa.

Come lo schiavo fustigato più volte non resta senza lividure così chi giura o nomina [ Dio ] non resterà del tutto senza peccato.

L'uomo che giura di frequente si carica di iniquità e il castigo non sarà lontano dalla sua casa.

Anche se vorrà negarla, la sua colpa resterà sopra di lui e se finge di non averla commessa pecca due volte.

Se avrà giurato il falso non sarà nella giustizia; del castigo sarà piena la sua casa [ Sir 23,7-14 ].

Dopo quattro versi: La tua bocca non si abitui a [ dire ] grossolanità: sono parole peccaminose.

Ricordati di tuo padre e di tua madre quando sederai in mezzo ai magnati, perché non succeda che Dio si scordi di te di fronte a loro, e tu, diventato stolto per averli frequentati, subisca una vergogna per la quale preferiresti di non essere nato e maledica il giorno della tua nascita.

Un uomo abituato a dire parole ingiuriose non metterà giudizio per quanti siano i suoi giorni.

Due categorie di persone moltiplicano i peccati e la terza si attira la collera [ divina ] e la perdizione.

Un'anima nel calore [ della passione ] è come il fuoco acceso: non si raffredda finché non abbia ingoiato qualcosa; l'uomo disonesto e dedito alle voluttà carnali non trova requie finché non abbia provocato l'incendio [ Sir 23,17-23 ].

E dopo due versi: L'uomo che tradisce il letto coniugale disonora se stesso.

Egli dice: " Chi mi vede? Mi coprono le tenebre, mi riparano i muri; nessuno mi vede: di chi dovrò aver paura?

Nemmeno l'Altissimo si ricorderà delle mie colpe! ".

Costui non ha intelletto e il suo occhio è diventato cieco: il timore di quest'uomo esclude il timore di Dio, mentre lo temono [ tutti ] gli uomini.

Egli non pensa che gli occhi di Dio sono molto più lucenti del sole: essi penetrano tutte le azioni dell'uomo e anche le profondità dell'abisso: essi scrutano il cuore dell'uomo fin nei più intimi recessi [ Sir 23,25-28 ].

261 [ Sir 25 ].

Dopo un po': Ciò che in gioventù non raccogliesti, come potrai trovartelo nella vecchiaia?

Quanto è bello il retto giudizio nell'anziano e nei seniori la conoscenza e il discernimento!

Com'è bella la sapienza nei vecchi e nei dignitari la saggezza e il discernimento!

Corona dei vecchi è la grande esperienza e loro gloria il timore di Dio [ Sir 25,5-8 ].

E dopo dieci versi: Il timore di Dio s'innalza al di sopra di tutte le cose.

Beato l'uomo cui è stato donato il timore di Dio.

A chi potrà paragonarsi una persona timorata di Dio? [ Sir 25,14-15 ].

E dopo venti versi: Non incantarti dinanzi alla bellezza della donna e non desiderare la donna a motivo della sua bellezza [ Sir 25,20 ].

262 [ Sir 26 ].

Dopo ventotto versi: Una donna ubriacona è [ causa di ] ire profonde: la sua scostumatezza e improntitudine non si possono occultare.

L'impudicizia di una donna si rivela da come ti sbircia con gli occhi e muove le palpebre.

Rafforza la sorveglianza su una figlia che non si sa frenare perché all'occasione non abusi di se stessa.

Guardati da ogni occhio impudente, e non meravigliarti se ti trascura [ Sir 26,11-14 ].

E dopo quattro versi: La delicatezza di una donna premurosa rallegra il marito, e la sua morigeratezza gli rinfranca le ossa.

Dono di Dio è una donna assennata e silenziosa; non c'è prezzo per una persona edotta [ nella legge ].

Beneficio grande più di ogni altro è una donna santa e pudica.

La persona continente è superiore ad ogni prezzo [ Sir 26,16-20 ].

E dopo dodici versi: Se uno dalla giustizia passa al peccato, per lui Dio tiene pronta la spada [ Sir 26,19 ].

263 [ Sir 27 ].

Dopo quattro versi: Chi desidera arricchire distoglie [ da Dio ] il suo sguardo [ Sir 27,1 ].

E dopo tre versi: Il delitto sarà abbattuto.

Se non resterai costantemente nel timore del Signore, la tua casa andrà presto in rovina.

Come quando si agita il vaglio rimane la polvere così nel pensiero dell'uomo si scopre il suo imbarazzo.

La fornace prova i vasi dell'artefice; la tentazione mette alla prova la giustizia dell'uomo.

Come la coltivazione di una pianta appare dal suo frutto, così la parola risente dei pensieri del cuore umano.

Non lodare alcuno prima di sentirlo parlare: da lì infatti si manifesta ogni uomo.

Se segui la giustizia la raggiungerai e te ne vestirai come di tunica preziosa: abiterai con essa ed essa ti proteggerà sempre e riscontrerai che essa è tuo sostegno nel giorno della verifica.

Gli uccelli si radunano presso i propri simili; la verità ritorna da coloro che l'esercitano.

Il leone è sempre in agguato per cacciare; altrettanto fa il peccato con chi è dedito all'iniquità.

Il santo è stabile nella sapienza a somiglianza del sole; lo stolto è mutevole come la luna.

Se ti trovi tra persone insensate abbrevia il tempo del tuo parlare; frequenta le persone ragionevoli.

Il parlare dei malvagi è odioso, il loro ridere è per riuscire in qualche delitto.

Il parlare di uno che giura spesso fa drizzare i capelli, la sua improntitudine fa turare gli orecchi.

Dalla rissa tra superbi [ deriva ] spargimento di sangue; le loro invettive sono moleste ad udirsi.

Chi rivela i segreti dell'amico ne perderà la fiducia e non troverà più un amico per il suo cuore.

Ama il prossimo e resta a lui fedele; se viceversa ne avrai svelato i segreti non stargli più alle calcagna.

Chi perde l'amicizia del suo vicino è come colui che perde l'amico stesso.

Come colui che si lascia sfuggire di mano un uccello così sei tu se ti lasci sfuggire l'amico: non lo riavrai.

E non devi nemmeno inseguirlo poiché è già lontano: egli fugge come una gazzella che si è liberata dal cappio, poiché la sua anima è stata ferita e non ci sono bende con cui fasciarla.

In caso d'ingiuria si può trovare il modo di riappacificarsi, ma quando si svelano i segreti di un amico non esiste speranza per l'anima di quell'infelice.

Chi ammicca con l'occhio combina azioni inique e nessuno lo può distogliere.

Sotto i tuoi occhi la sua bocca è piena di dolcezza e giungerà ad applaudire i tuoi discorsi, ma alla fine muterà linguaggio e ti prenderà al laccio per le tue parole.

Io odio molte cose ma nessuna come un uomo simile; anche il Signore lo detesta [ Sir 27,3-27 ].

E dopo due versi: Chi scava una fossa cadrà in essa e chi colloca una pietra dinanzi all'amico vi inciamperà.

Chi tende un laccio al suo simile vi perirà.

Chi traduce in pratica decisioni malvagie, il male ricadrà su di lui senza che egli si accorga da dove gli provenga.

Derisione e improperi sono roba da superbi, ma la vendetta sta loro in agguato come un leone.

Chi si rallegra della caduta dei giusti sarà preso al laccio e perirà [ Sir 27,29-32 ].

264 [ Sir 28 ].

Dopo tre versi: Colui che desidera vendicarsi incorrerà nella vendetta di Dio, il quale ben ricorda tutti i peccati.

Perdona al tuo prossimo che ti fa del male; così quando pregherai saranno rimessi a te i tuoi peccati.

Chi si adira contro il suo simile come chiederà a Dio di essere guarito?

Egli non ha pietà del suo simile e osa pregare per [ la remissione dei ] suoi peccati!

Pur essendo figlio di Adamo, egli serba rancore: come potrà ottenere il perdono da Dio, o chi intercederà per la remissione delle sue colpe?

Ricordati della tua fine e smettila con le inimicizie: la consunzione e la morte ti incolgano mentre sei fedele ai comandamenti di Dio.

Pensa al timore di Dio e non adirarti con il prossimo.

Ricorda l'alleanza dell'Altissimo e non far caso dell'incoscienza altrui.

Evita i litigi, e diminuirà il numero dei tuoi peccati.

L'uomo iracondo suscita risse e il peccatore getta zizzania fra gli amici e suscita inimicizie tra coloro che erano in pace [ Sir 28,1-11 ].

E dopo quattro versi: Una discussione fuori posto accende la fiamma e l'alterco incontrollato causa spargimento di sangue: la lingua che ne fa da testimone procura la morte.

Se soffi su una favilla essa si accenderà come una fiamma, se sputi su di essa si spegnerà; comunque le due cose vengono fuori dalla bocca.

Sono maledetti il delatore e il bugiardo: essi causano molte discordie fra gente in pace.

La lingua calunniatrice ha turbato molta gente e l'ha dispersa di qua e di là; ha abbattuto le città dei ricchi, sebbene protette da mura, e ha fatto sprofondare le case dei potenti; ha stritolato popoli valorosi e annientato nazioni forti.

La lingua calunniatrice ha fatto ripudiare donne di animo virile e le ha private del proprio lavoro.

Chi imiterà il calunniatore non troverà riposo e non avrà amici su cui appoggiarsi [ Sir 28,13-20 ].

E dopo ventitre versi: Per le tue parole fatti una [ buona ] bilancia, e sulla tua bocca metti un'appropriata museruola.

Bada di non peccare con la lingua per non cadere di fronte ai nemici quando ti tenderanno insidie.

La tua caduta sarebbe allora inguaribile, anzi mortale [ Sir 28,15-16 ].

265 [ Sir 29 ].

Chi esercita la misericordia dà in prestito al prossimo; chi [ lo ] sostiene con la mano osserva i comandamenti.

Se il tuo prossimo è in necessità fagli dei prestiti e a tempo debito restituisci al prossimo quanto a te prestato.

Mantieni la parola e comportati lealmente con lui e in ogni tempo troverai quel che ti occorre.

Molti considerano il prestito come un oggetto trovato e causano molestie a coloro che li hanno aiutati [ Sir 29,1-4 ].

E dopo tredici versi: Verso il povero sii d'animo risoluto e non portarlo in giro nel dargli l'elemosina.

A causa del comandamento [ di Dio ] prenditi cura del povero e nella necessità non lasciarlo partire a mani vuote.

Privati del tuo denaro a beneficio del fratello e dell'amico; non nasconderlo sotto una pietra perché arrugginisca.

Riponi il tuo tesoro nella legge dell'Altissimo e ti sarà più utile dell'oro.

Nascondi la tua elemosina in seno al povero ed essa ti riparerà da ogni male: combatterà contro il tuo nemico più di un uomo potente armato di scudo e di lancia.

L'uomo buono si fa garante a favore del suo prossimo, lo spudorato lo abbandona a se stesso.

Non dimenticare la benevolenza di chi ti si fa garante: egli espone per te la sua vita.

Il peccatore e il disonesto abbandonano colui che ha fatto loro delle promesse: il peccatore si appropria dei beni del suo mallevadore; ingrato di cuore abbandona chi lo ha liberato.

L'uomo che si fa garante per il prossimo, se ne perde il rispetto, sarà da lui abbandonato.

La promessa di cose cattive ha rovinato molti che prima si amavano e li ha sconvolti come onde del mare.

Girando attorno ha fatto emigrare personaggi potenti, che dovettero vagare fra popolazioni straniere.

Il peccatore col trasgredire i comandi del Signore va incontro a minacce di mali [ Sir 29,11-26 ].

E dopo un verso: Sostieni il tuo prossimo secondo le tue possibilità, ma bada a te stesso per non finire in miseria [ Sir 29,27 ].

266 [ Sir 30 ].

Dopo sedici versi: Chi ama il proprio figlio ricorre spesso alla frusta per aver di che rallegrarsi alla fine dei suoi giorni.

Chi educa [ bene ] il proprio figlio ne otterrà gioia [ Sir 30,1-2 ].

E dopo dieci versi: Un cavallo non domato diventerà intrattabile; un figlio abbandonato a se stesso diventa temerario.

Coccola tuo figlio e ti dovrai spaventare; scherza con lui e ne sarai rattristato.

Non ridere insieme con lui perché non abbia a rammaricartene e alla fine ti si alleghino i denti.

Nella sua gioventù non dargli [ troppa ] autonomia, ma non lasciare incalcolati i suoi pensieri.

Finché è giovane costringilo a piegare la testa e quand'è bambino prendilo a sculaccioni: altrimenti egli diventerà cocciuto e non ti darà ascolto, con grande dolore del tuo cuore.

Educa tuo figlio e datti da fare per lui, se non vuoi provare vergogna per la sua sfrontatezza.

Un povero sano e robusto è meglio di un ricco gracile e colpito dal male.

La buona salute, insieme con la santità e la giustizia, vale più di qualsiasi oro o argento; un corpo sano è preferibile ad ogni ricchezza, anche colossale.

Non c'è prezzo che superi il prezzo della salute del corpo; non c'è felicità superiore alla pace del cuore.

È meglio la morte che una vita nell'amarezza, meglio il riposo eterno che una persistente infermità.

Il bene che rimane nascosto in una bocca chiusa è come un cibo già pronto collocato in una tomba [ Sir 30,8-18 ].

Dopo cinque versi: Non darti alla tristezza e non torturarti con i tuoi progetti.

La letizia del cuore è vita per l'uomo: è un tesoro che non esclude la santità; l'allegrezza dona all'uomo una lunga vita.

Abbi compassione di te stesso cercando di piacere a Dio e sappiti frenare; colloca il tuo cuore nella santità di lui e tieni lontana da te ogni tristezza, poiché la tristezza è stata per molti causa di morte e da lei non proviene alcun vantaggio.

La gelosia e l'ira accorciano la vita; il molto pensare fa diventar vecchi anzitempo [ Sir 30,22-26 ].

267 [ Sir 31 ].

Dopo dieci versi: Chi ama l'oro non raggiunge la giustizia; chi va appresso a cose corruttibili si corromperà.

Molti sono caduti a causa dell'oro e per la sua bellezza hanno trovato la loro rovina.

Tronco d'inciampo è l'oro offerto in sacrificio: guai a chi gli corre appresso!

L'uomo sprovveduto per esso perirà.

Beato il ricco che risulterà esente da colpe, che non corre dietro all'oro e non ripone la speranza nel denaro e nei tesori.

Chi è costui? Noi lo elogeremo perché ha compiuto cose straordinarie nella sua vita.

Chi è costui che, messo alla prova in fatto di ricchezza, fu trovato perfetto?

La sua gloria sarà eterna, poiché, sebbene potesse trasgredire [ la legge ], non la trasgredì; sebbene potesse compiere il male, non lo fece.

Per questo i suoi beni sono al sicuro presso il Signore e l'assemblea dei santi racconterà le sue opere di misericordia [ Sir 31,5-11 ].

E dopo dieci versi: Usa con frugalità delle vivande che ti vengono servite, perché non ti succeda che, mangiando molto, venga preso in odio [ dai commensali ].

Per correttezza smetti per primo [ di mangiare ] e non esagerare nel cibo per non urtare [ gli altri invitati ].

Se ti trovi tra molti convitati non essere il primo ad allungare la mano e a chiedere da bere.

Com'è vero che all'uomo ben educato basta poco vino! [ Sir 31,19-22 ].

E dopo sedici versi: Non stuzzicare chi è dedito al vino, poiché il vino fu per molti causa di rovina [ Sir 31,30 ].

268 [ Sir 32 ].

Dopo venticinque versi: Prendi la parola, o anziano, poiché spetta a te parlare per primo; ama la scienza e non impedire che si canti.

Quando c'è chi ascolta, non sprecare parole; della tua erudizione non vantarti fuori posto [ Sir 32,4-6 ].

E dopo cinque versi: Tu, giovane, parla dei tuoi problemi solo in caso di necessità.

Se sei interrogato due volte rispondi solo con un cenno del capo.

Su molti argomenti comportati come se non li conoscessi; ascolta in silenzio e interroga.

Non azzardarti a parlare in mezzo ai notabili, e alla presenza degli anziani non dire molte parole.

Il lampo precede la grandine; l'amabilità precede il giovane riservato; per la riservatezza si accresceranno verso di te la benedizione e la simpatia.

Sii il primo a tornare a casa: lì divertiti, gioca e attua i tuoi disegni; evita però le delinquenze e le parole arroganti.

Per ogni cosa benedici il Dio che ti ha creato e ti rallegra con tutti i suoi beni.

Chi teme Dio ne accoglie l'insegnamento e chi veglia alla sua presenza ne riceverà la benedizione.

Chi ama la legge sarà da essa colmato [ di beni ]; chi agisce con doppiezza troverà in essa occasione d'inciampo.

Chi teme il Signore troverà un giudizio giusto: la sua giustizia brillerà come luce.

Il peccatore rifugge dalla correzione e trova sempre come comportarsi con chi è del medesimo suo volere.

L'uomo assennato non spreca la sua intelligenza [ Sir 32,10-22 ].

E dopo quattro versi: Figlio, non far nulla senza averci riflettuto, per non doverti pentire dopo che l'hai fatto [ Sir 32,24 ].

E dopo sei versi: Chi crede in Dio è diligente nell'osservare i comandamenti; chi confida in lui non sarà deluso [ Sir 32,24 ].

269 [ Sir 33 ].

Chi teme il Signore non incontrerà alcun male ma Dio lo sosterrà nella prova e lo libererà dal male.

Il sapiente si guarda dall'odiare i comandamenti e le esigenze della giustizia, e non sarà sconquassato come nave nel mare in tempesta.

L'uomo assennato presta fede alla legge di Dio e la legge è fedele a lui.

Chi vuol presentare una richiesta deve prima preparare il discorso [ Sir 33,1-4 ].

270 [ Sir 34 ].

Dopo un po': L'uomo insensato coltiva speranze vane e fallaci; i sogni fanno inorgoglire gli stolti.

Chi dà retta a visioni illusorie è come chi abbraccia le ombre e insegue il vento.

Una cosa che ne segue un'altra è quel che si vede sognando: l'immagine dell'uomo che si presenta all'uomo.

Con una persona impura che cosa si può purificare? E da una persona bugiarda come potrà dirsi qualcosa di vero?

La divinazione di chi è nell'errore, gli auspici di chi dice menzogne e i sogni di chi si comporta male sono tutte vanità.

Se infatti l'Altissimo non interviene con una sua visita, il tuo cuore farnetica come una donna durante il parto: non abbandonarlo quindi alle sue fantasticherie.

I sogni hanno condotto molta gente fuori strada e quanti speravano in essi andarono a precipizio.

Eseguirai senza menzogne e perfettamente la parola [ del Signore ]; la sapienza sarà visibile sulla bocca del fedele [ Sir 34,1-8 ].

E dopo cinque versi: Viaggiando ho visto molte cose e ascoltato moltissime lingue.

Per ottenere questo ho corso anche pericoli mortali ma sono stato liberato dalla grazia di Dio.

È [ dagli uomini ] ricercato lo spirito di quanti temono Dio e di coloro che sono benedetti perché si volgono a lui: costoro ripongono la speranza in colui che dà la salvezza, e gli occhi di Dio sono rivolti a quanti lo amano.

Chi teme il Signore non ha nulla da temere; egli di niente ha paura poiché in Dio è la sua speranza.

Beata l'anima di chi teme il Signore! A chi si volge un tal uomo? E chi è la sua forza?

Gli occhi del Signore sono rivolti a chi lo teme: forte protettore, sostegno robusto, riparo nella calura, ombra per il sole di mezzogiorno.

Egli allontana l'inciampo e aiuta chi cade, solleva l'anima e illumina gli occhi, dà la salute, la vita e la benedizione.

L'offerta di chi immola una vittima acquistata con disonestà è immonda: non sono gradite [ a Dio ] le irrisioni degli iniqui, poiché egli, il solo Signore, [ si volge ] a quanti gli sono fedeli nella via della verità e della giustizia.

L'Altissimo non gradisce i doni dei malvagi, non volge lo sguardo alle loro offerte né rimette i loro peccati per la moltitudine dei sacrifici che gli offrono.

Chi offre un sacrificio con sostanze sottratte al povero è come colui che sacrifica il figlio alla presenza del padre.

Il pane, anche se poco, è vita per il povero; chi ne lo priva è un uomo crudele.

Chi toglie al prossimo il pane guadagnato col sudore è come colui che lo uccide.

Sono fratelli colui che versa il sangue e colui che defrauda l'operaio della sua mercede.

Ecco, uno costruisce e un altro demolisce: quale il risultato per entrambi se non l'aver faticato?

Uno prega, un altro augura il male: quale dei due ascolterà il Signore?

Chi si purifica per aver toccato un cadavere, se di nuovo va a toccarlo cosa gli giovano le sue abluzioni?

Così è dell'uomo che pratica il digiuno in isconto dei suoi peccati: se di nuovo torna a peccare qual vantaggio riceve dall'essersi umiliato?

O chi ascolterà la sua preghiera? [ Sir 34,12-31 ].

271. [ Sir 35 ].

Chi osserva la legge è assiduo nella preghiera.

Sacrificio che salva è praticare i comandamenti e tenersi lontani da ogni colpa; sacrificio espiatorio è quello che si immola per [ riparare ] le ingiustizie; supplica in riparazione dei peccati è recedere dall'iniquità [ Sir 35,1-5 ].

E dopo pochi versi: Non presentarti dinanzi al Signore a mani vuote: tutto questo infatti si compie perché comandato dal Signore.

L'offerta del giusto abbellisce l'altare ed è profumo soave dinanzi all'Altissimo.

È gradito al Signore il sacrificio del giusto: egli non mancherà di ricordarlo.

Con animo lieto da' gloria a Dio e non ridurre la quantità delle primizie che offri.

Offri i tuoi doni con volto sorridente e consacra le tue decime con allegrezza.

Dona all'Altissimo in proporzione di quello che egli ti ha dato e con occhio sereno effettua le scelte delle tue mani: il Signore ti ricompenserà e ti renderà sette volte tanto.

Non offrire doni difettosi: Dio non li accetterebbe.

Non ricorrere a sacrifici frutto d'ingiustizia, perché il Signore è giudice e non conta dinanzi a lui la dignità della persona.

Il Signore non fa preferenze a danno del povero, ma ascolta le invocazioni di chi è stato danneggiato.

Non manca d'ascoltare le preghiere dell'orfano e della vedova quando le rivolgono a lui gemendo.

Non scendono forse le loro lacrime giù per le guance e le loro grida non salgono dalla loro bocca verso l'alto per colpa di colui che gliele ha fatte sgorgare? [ Sir 35,6-18 ].

E dopo quattro versi: La preghiera dell'umile penetra le nubi [ Sir 35,21 ].

272 [ Sir 37 ].

Dopo un po': Frequenta le persone sante, chiunque cioè avrai riscontrato che si mantiene nel timore di Dio e la cui anima è in accordo con la tua [ Sir 37,15-16 ].

E dopo cinque versi: In tutte queste situazioni prega l'Altissimo che guidi nella verità il tuo agire [ Sir 37,19 ].

E dopo ventuno versi: Figlio, finché vivi saggia la tua anima e se riscontri che è depravata, non farla comandare.

In effetti, non tutte le cose giovano a tutti né a tutte le persone piacciono tutte le cose.

Non essere ingordo nel mangiare e non gettarti su ogni vivanda [ Sir 37,30-32 ].

273 [ Sir 38 ].

E dopo quattro versi: Onora il medico per il bisogno [ che ne hai ] e perché lo ha creato l'Altissimo.

La guarigione infatti viene da Dio, come i doni si ricevono dal re.

Per il suo sapere il medico procede a testa alta e riceve lodi dinanzi ai notabili.

L'Altissimo ricava le medicine dai prodotti della terra e l'uomo sensato non le disprezza.

L'acqua amara non fu forse resa dolce mediante un pezzo di legno perché fosse manifestata agli uomini la sua virtù?

L'Altissimo ha dato agli uomini l'intelligenza perché lo glorificassero per le sue meraviglie.

Curando con tali mezzi egli mitiga il loro dolore [ Sir 38,1-7 ].

E dopo quattro versi: Figlio, nella malattia non disperarti ma prega il Signore ed egli ti guarirà.

Fuggi il delitto: volgi le mani [ alla giustizia ] e purifica il tuo cuore da ogni malvagità [ Sir 38,9-10 ].

E dopo un verso: Offri generosamente i sacrifici e chiama il medico, poiché il Signore lo ha creato; non allontanarlo da te finché la sua opera ti è necessaria.

Non mancheranno occasioni in cui dovrai ricorrere alle mani dei medici, ma essi dovranno pregare il Signore affinché [ ti ] conceda il sollievo per mezzo di loro e la guarigione per il loro intervento [ Sir 38,11-14 ].

E dopo un verso: Figlio, versa lacrime su chi è morto e piangi come chi soffre dolori atroci.

Quindi avvolgi il suo cadavere com'è di dovere, e non trascurarne la sepoltura.

Per timore delle dicerie fa' amari pianti su di lui per la durata di un giorno ma poi consolati della tristezza: il tuo lutto si prolunghi, secondo il merito del defunto, uno o due giorni, e questo per evitare critiche.

L'eccessiva tristezza infatti accelera la morte e sopraffà il vigore: la tristezza del cuore curva il capo [ Sir 38,19 ].

E dopo un verso: Non abbandonare il cuore alla tristezza [ Sir 38,21 ].

E dopo nove versi: La sapienza dello scriba [ cresce ] nel tempo della quiete, e chi riduce le attività consegue la sapienza [ Sir 38,25 ].

274 [ Sir 39 ].

E dopo un po': Di' ad alta voce: Ascoltatemi, o frutti divini delle acque, e portate frutti come un roseto piantato vicino a un ruscello.

Come il Libano spargete soave odore; fiorite come giglio, emanate profumo e copritevi di foglie splendenti: cantate un cantico di lode benedicendo il Signore per le sue opere.

Magnificate il suo nome e lodatelo con la vostra voce, cantando con le labbra accompagnati dalle cetre.

Nella vostra lode dite così: Tutte le opere del Signore sono buone assai.

Per la sua parola l'acqua si fermò come un mucchio di pietre e per un comando della sua bocca come una diga di fronte alle acque.

Per suo comando infatti si realizza tutto ciò che egli vuole e non c'e impedimento quando egli decide di salvare; dinanzi a lui sono le opere di ogni mortale e nulla è nascosto ai suoi occhi: egli controlla con lo sguardo il susseguirsi dei secoli eterni e nulla è straordinario ai suoi occhi.

Non devi dunque dire: " Cos'è questo? ", o: " Cos'è quello? ".

Ogni cosa va ricercata a suo tempo [ Sir 39,17-26 ].

275 [ Sir 40 ].

Dopo un po': La carità, come il paradiso quanto a benedizioni, e la misericordia rimangono in eterno [ Sir 40,17 ].

Dopo dodici versi: I fratelli [ si riconoscono ] nell'aiuto [ che si danno ] in tempo di afflizione: su di loro [ ci sarà ] la misericordia a liberarli [ Sir 40,24 ].

276 [ Sir 41 ].

Dopo un po': Se la sapienza si tiene nascosta e il tesoro rimane sotterrato, che vantaggio si ricava dall'una e dall'altro?

L'uomo che cela la sua insipienza fa meglio di colui che nasconde la sua saggezza [ Sir 41,17-18 ].

277 [ Sir 43 ].

Dopo un altro po': Quando benedite il Signore lodatelo con tutte le forze, poiché egli è superiore ad ogni lode.

Nell'esaltarlo siate dunque pieni di vigore [ Sir 43,33-34 ].

278 [ Sir 51 ].

Dopo molti versi: Accorrete a me voi che siete privi di sapere e radunatevi nella casa dell'ammaestramento.

Perché tardate ancora? O cosa avete ancora da obiettare nelle cose di cui le vostre anime sono ardentemente assetate?

Io ho aperto la bocca e ho parlato [ dicendovi ]: Procuratevi la sapienza e vi sarà data senza che spendiate denaro; sottoponete il collo al suo giogo, e la vostra anima accolga l'insegnamento.

Essa è alla portata di chi la vuol trovare.

Osservate con i vostri stessi occhi come io, pur lavorando poco, ho conquistato una grande serenità.

Acquistate il sapere anche a prezzo di molto denaro; con l'istruzione verrete a possedere oro in abbondanza.

Si allieti la vostra anima nella misericordia di Dio e non arrossite per averlo lodato.

Compite le vostre opere prima che arrivi il giorno [ del Signore ], e in quel giorno egli vi darà la vostra mercede [ Sir 51,30 ].

Indice