Teologia dei Padri

Indice

Il Battesimo

1. - Descrizione del battesimo nella Chiesa antica

Chi è stato preso dal desiderio della sacra partecipazione a queste realtà veramente sovramondane, si reca da qualcuno degli iniziati [ battezzati ] e lo persuade a fargli strada presso il pontefice [ vescovo ] promettendo di seguirne assolutamente tutte le disposizioni, e lo prega anche di degnarsi d'accettare l'ufficio di soprintendente [ padrino ], sia nella sua ammissione, sia per tutto il resto della sua vita.

Quel cristiano desidera santamente la salvezza di costui, ma, confrontando l'altezza del compito richiestogli con la sua debolezza umana, viene preso dallo spavento e dal sentimento di impotenza.

Tuttavia, alla fine, accondiscende ad esaudirne le richieste: lo prende sotto la propria responsabilità e lo conduce a colui che viene chiamato pontefice.

Costui con letizia accoglie i due, come pecorelle sulle spalle; pieno di venerazione, loda anzitutto, con la riconoscenza dello spirito e la prostrazione del corpo, l'unica fonte di tutti i benefici da cui deriva ogni vocazione di chi è chiamato e ogni salvezza di chi salva.

Poi raduna nel luogo sacro tutti gli appartenenti al sacro ordine per collaborare alla salvezza di quell'uomo e goderne, e per ringraziarne la divina bontà.

All'inizio, canta con tutti i membri sacri della Chiesa un inno contenuto nelle sacre Scritture; dopo di ciò bacia il sacro altare e si dirige verso l'uomo là presente chiedendogli con quale desiderio egli sia venuto.

Egli, mosso dall'amore di Dio, secondo le istruzioni del padrino, detesta la sua empietà, la sua ignoranza del vero bene, la sua morte nei riguardi della vita spirituale, e lo supplica di aver parte, per la sua santa intercessione, a Dio e alle realtà divine.

Il vescovo lo ammonisce che la conversione a Dio deve essere perfetta, perché Dio è assolutamente perfetto e immacolato.

Dopo avergli indicato quale sia il modo di vivere in Dio e avergli chiesto se una tal vita voglia condurre, alla sua risposta affermativa gli impone la mano sul capo, gli fa il segno della croce e comanda ai sacerdoti di scrivere il nome suo e quello del padrino nel registro dei battezzati.

Dopo di ciò, il vescovo comincia una santa preghiera e tutta l'assemblea sacra la recita con lui; poi scioglie la cinta al battezzato e per mezzo dei ministri lo spoglia.

Lo fa quindi volgere verso occidente con le mani tese verso la stessa direzione, gli comanda di soffiare tre volte contro Satana e poi di proferire la formula della rinuncia: per tre volte il pontefice gli propone solennemente le parole della rinuncia e per tre volte quello le ripete; poi lo fa volgere verso oriente, lo fa guardare in cielo, gli fa alzare le mani e gli comanda di giurare fedeltà al Cristo e a tutte le sacre dottrine dateci da Dio.

Fatto anche questo, il pontefice gli propone ancora una triplice professione, e dopo che per tre volte quello l'ha ripetuta, lo benedice e gli impone le mani.

Allora i ministri lo spogliano completamente e i sacerdoti recano il sacro olio dell'unzione.

Il pontefice la inizia con tre segni di croce e lascia ai sacerdoti di ungerlo in tutto il corpo.

Egli si dirige verso la madre di adozione [ il fonte battesimale ], ne santifica l'acqua con sacre invocazioni, la consacra versandovi tre volte il sacratissimo olio in forma di croce, e canta, in numero corrispondente alle sacratissime effusioni del crisma, un inno sacrosanto frutto dell'ispirazione dei profeti posseduti da Dio.

Comanda allora di portargli quell'uomo.

Uno dei sacerdoti ne legge solennemente dal libro il nome e quello del padrino e il battezzando viene dai sacerdoti condotto verso l'acqua tra le mani del pontefice.

Questi sta sopra il fonte battesimale, e dopo che i sacerdoti ancora tre volte hanno ripetuto ad alta voce verso il pontefice e sull'acqua il nome del consacrando, il pontefice per tre volte lo immerge nell'acqua e nelle tre immersioni ed emersioni del battezzando invoca le tre Persone della divina beatitudine.

Allora i sacerdoti lo accolgono e lo consegnano nelle mani del padrino che l'ha condotto al battesimo; insieme con lui lo vestono con un abito conveniente e lo riconducono al pontefice che lo segna col sacrosanto crisma e lo dichiara degno di partecipare alla sacratissima eucaristia.

Quando il pontefice ha compiuto questa sacra cerimonia, uscendo fra le realtà secondarie si innalza ancora alla contemplazione di queste realtà altissime, affinché in nessun tempo e in nessun modo tratti qualcosa di estraneo al proprio ufficio, ma incessantemente, senza interruzione, condotto dallo Spirito superno, passi da uno stato divino a un altro maggiore.

Pseudo-Dionigi Areopagita, La gerarchia ecclesiastica, 2,2-7

2. - Rinuncia a Satana nel battesimo antico

Anzitutto siete entrati nell'atrio del battistero, e, rivolti ad occidente, avete sentito rivolgervi la parola e vi è stato comandato di stendere le mani e di rinunciare a Satana come fosse presente …

« Rinuncio a te, Satana! ».

Voglio anzitutto spiegarvi perché eravate rivolti ad occidente.

É necessario. L'occidente è la regione delle tenebre visibili e Satana è tenebra e ha l'impero delle tenebre: per questo motivo, per simboleggiare ciò voi guardate l'occidente, rinunciando a quel dominatore tetro e tenebroso.

E cosa disse allora ciascuno di voi stando in piedi? « Rinuncio a te, Satana, a te, tiranno malvagio e maligno ».

Non temo più - tu dici - la tua forza: Cristo l'ha sconfitta partecipando al mio sangue e alla mia carne, abolendo con la morte la morte, perché io non restassi schiavo in eterno.

Rinuncio a te, o serpente malvagio e perverso; rinuncio a te, ingannatore, che simulando amicizia, sei padre di ogni male e fosti la causa della perversione dei nostri progenitori.

Rinuncio a te, Satana, ministro e collaboratore di ogni iniquità.

Nella seconda formula ti è stato suggerito di dire: « E a tutte le tue opere ».

Sono opere di Satana ogni peccato, a cui rinunciare è necessario; così chi diserta da un tiranno, certamente ne getta via anche tutte le armi.

Ogni specie di peccato si enumera tra le opere del diavolo.

Certamente devi sapere che quello che tu dici in quell'ora solennissima è trascritto nei libri di Dio.

Se compi dunque qualcosa che gli sia contrario, sarai condannato come fedifrago.

Rinunci dunque alle opere di Satana, cioè a tutte le azioni e a tutti i pensieri contrari alla ragione.

E poi dici: « E a tutte le sue pompe ».

Sono pompe del diavolo la passione per il teatro, le corse all'ippodromo, la caccia nel circo e tutte le vanità simili, da cui il santo prega di essere da Dio liberato, dicendo: Distogli i miei occhi, perché non vedano la vanità ( Sal 119,37 ).

Non lasciarti prendere dalla passione del teatro, dove contempli la scorrettezza dei mimi con tutti i loro insulti e le loro trivialità e le danze sciocche e pazze di uomini effeminati; non lasciarti prendere dalla pazzia di coloro che nei circhi si espongono alle fiere per soddisfare il loro misero ventre.

Per fornire cibo al loro ventre, essi in realtà si offrono in cibo al ventre delle fiere o, per esprimermi con più esattezza, per il ventre, che è il loro Dio, gettano in precipizio, con una strana lotta, la loro vita.

Fuggi anche le gare negli ippodromi, spettacolo pazzo che manda in precipizio le anime.

Tutte queste sono pompe del diavolo.

Appartiene ai fasti di costui anche tutto ciò che viene esposto nei templi degli idoli o nelle fiere solenni, sia carne, sia pane o altre cose simili contaminate dall'invocazione dei demoni impuri.

Come il pane e il vino dell'eucaristia, prima della sacra invocazione dell'adorabile Trinità sono semplici pane e vino ma, dopo l'invocazione, il pane diventa corpo di Cristo e il vino sangue di Cristo; allo stesso modo anche tali cibi sono fasti di Satana, perché per loro natura sono semplici e comuni, ma per l'invocazione dei demoni restano contaminati.

Dopo di ciò dici: « E a ogni tuo culto ».

É culto del diavolo la preghiera elevata nei templi pagani e tutto ciò che si compie in onore degli idoli inanimati: accendere lucerne o bruciare incenso presso le sorgenti e i fiumi, come fanno taluni che, ingannati da sogni o dai demoni, credono di trovarvi perfino la guarigione dai loro mali corporei.

Non prendervi parte tu!

Osservare il volo degli uccelli, divinare, presagire il futuro; così gli amuleti, le scritte sulle lamine, le azioni magiche, le arti occulte e tutte le cose simili sono culto del diavolo.

Fuggile dunque. Se infatti vi cadi ancora dopo aver rinunciato a Satana ed esserti unito a Cristo, sperimenterai un tiranno ben più crudele.

Forse una volta ti trattava come un suo familiare e ti risparmiava la servitù più cruda; ma ora è violentemente esacerbato contro di te; perciò tu sarai privato del Cristo e proverai la soggezione a quel tiranno.

Non hai udito ciò che le antiche storie ci riferiscono di Lot e delle sue figlie? ( Gen 19,15-22 ).

Non si salvò forse con le figlie raggiungendo il monte, mentre sua moglie divenne una statua di sale, un monumento per tutti i tempi, che perpetua la memoria dell'impulso perverso che la fece voltare indietro?

Bada dunque a te stesso e non voltarti indietro, lasciandoti sfuggire dalle mani l'aratro, trasformandoti così ancora nell'amara salsedine della vita di quaggiù; fuggi invece verso il monte, verso Gesù Cristo, pietra tagliata non da mano d'uomo e che ha riempito tutto il mondo ( Dn 2,35ss ).

Quando dunque rinunci a Satana, sciogliendo assolutamente qualsiasi patto con lui e ogni tua precedente intesa con l'inferno, ti si aprono le porte del paradiso di Dio, che fu piantato ad oriente e da cui il nostro progenitore fu cacciato per aver violato il precetto.

Ne è un simbolo il fatto che tu ti volgi da occidente a oriente, la regione della luce.

Poi ti è stato comandato di dire: « Credo nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo; e nel battesimo di penitenza ».

Di tutto ciò abbiamo parlato a lungo nelle precedenti catechesi, come ce l'ha concesso la grazia di Dio.

Reso forte, dunque, da queste parole, sii vigilante.

Infatti: Il nostro avversario, il diavolo - come è stato letto or ora - gira attorno come un leone ruggente cercando chi divorare ( 1 Pt 5,8 ).

Nei tempi passati la morte aveva il sopravvento e ci divorava, ma nel santo lavacro della rigenerazione Dio ha asciugato le lacrime da ogni volto ( Ap 21,4 ).

Svestito dell'uomo vecchio, non piangerai dunque più ma rimarrai sempre in festa, perché rivestito dell'abito della salvezza, Gesù Cristo ( Rm 13,14 ).

Cirillo di Gerusalemme, Catechesi mistagogica, 1,2.4-10

EMP C-5. - Rinascere nell'acqua e nello Spirito

Il Cristo, creatore di ogni cosa, è disceso dal cielo come pioggia, si è fatto conoscere come una sorgente, ha effuso se stesso come un fiume, si è fatto battezzare nel Giordano …

La sorgente incomprensibile, la sorgente che dà agli uomini la vita e che non si esaurisce mai, si nasconde sotto un po' d'acqua povera e vana.

Lui che è onnipresente, mai lontano da nessun luogo, lui che è incomprensibile agli angeli e invisibile agli uomini, si fa battezzare, perché così ha voluto …

Ed ecco che per lui si aprirono i cieli e si udì una voce che diceva: « Questi è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto » ( Mt 3,16-17 ).

Il diletto genera amore, la luce immateriale genera la luce inaccessibile ( 1 Tm 6,18 ) …

Quest'uomo, che è detto figlio di Giuseppe, è anche il mio Unigenito per la sua natura divina.

Questi è il mio Figlio diletto: affamato, nutre migliaia di esseri; spossato, dà riposo a chi è prostrato dalla fatica; mentre non ha dove posare il capo, porta ogni cosa nelle sue mani; consumato dalla sofferenza, risana ogni malattia; schiaffeggiato, dà la libertà al mondo; trafitto al costato, risana il costato di Adamo.

Ma vi prego, fatemi bene attenzione: vorrei risalire alla sorgente della vita, contemplare la sorgente da cui scaturisce la salvezza.

Il Padre dell'immortalità ha mandato nel mondo il Figlio, il Verbo immortale.

Questi viene tra gli uomini per immergerli nell'acqua e nello Spirito.

Volendoci rigenerare all'immortalità dell'anima e del corpo, ha infuso in noi lo Spirito della vita, avvolgendoci interamente come in un'armatura incorruttibile.

Se dunque l'uomo è stato reso immortale, sarà anche reso partecipe della natura divina ( 2 Pt 1,4 ).

E se l'uomo è stato fatto Dio per mezzo dell'acqua e dello Spirito Santo con la rigenerazione battesimale, diverrà anche coerede del Cristo ( Rm 8,17 ) con la risurrezione dei morti.

Per questo io grido: Venite popoli e genti tutte all'immortalità del battesimo …

Questa è l'acqua che partecipa dello Spirito: da essa è irrigato il paradiso, da essa è resa fertile la terra, per essa crescono le piante e gli animali si moltiplicano.

In una parola, grazie a quest'acqua in cui il Cristo si fece battezzare e sulla quale discese lo Spirito, simile ad una colomba, l'uomo è rigenerato e richiamato alla vita.

Chi scende con fede nel lavacro della rigenerazione, si spoglia della sua servitù e riveste la filiazione divina.

Riemerge dal battesimo vestito di luce come il sole e irradia attorno a sé lo splendore della giustizia.

Ma, ciò che più importa, ne risale figlio di Dio e coerede del Cristo.

A lui e allo Spirito infinitamente santo, buono e vivificante, gloria e potere ora e sempre, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Pseudo-Ippolito, Discorso sulla santa teofania

3. - Per il battesimo l'uomo muore al peccato

Poiché in lui non vi era peccato, Cristo volle in qualche modo morire al peccato, morendo nella carne in cui vi era la somiglianza del peccato.

Pur non essendo egli mai vissuto secondo l'antico peccato, volle suggellare con la sua risurrezione la nostra vita nuova, risorgente dall'antica morte per la quale eravamo morti nel peccato.

Ed è questa la virtù del grande sacramento del battesimo che si celebra tra di noi: quanti partecipano a tale grazia muoiono al peccato, precisamente come asseriamo che Cristo è morto al peccato, essendo morto nella carne, cioè nell'immagine del peccato.

E parimenti hanno vita rinascendo dal sacro lavacro - come Cristo la ebbe risorgendo dal sepolcro - qualunque sia l'età del loro corpo.

Dal bimbo infatti appena nato fino al vecchio decrepito, come non vi è nessuno cui si possa rifiutare il battesimo, così non vi è nessuno che nel battesimo non muoia al peccato; ma i bambini muoiono solo al peccato originale, gli adulti invece anche a tutti quei peccati che, vivendo male, aggiunsero a quello contratto nascendo.

Agostino, Manualetto, 13,41-43

EMP C-8. - Il battesimo di Cristo al Giordano ci apre il cielo

Il nostro Signore e Salvatore Gesù è stato battezzato da Giovanni nel Giordano.

In quel momento lo Spirito Santo è sceso su di lui, come una colomba, e si è udita la voce del Padre che diceva: Questi è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto ( Mt 3,17 ).

Qual grande mistero in questo battesimo celeste!

Dai cieli il Padre si fa udire, il Figlio appare sulla terra, lo Spirito Santo si rivela in forma di colomba.

Solo dove c'è la verità della Trinità, c'è il vero battesimo e la vera remissione dei peccati; questa infatti non può avvenire se non si crede alla Trinità perfetta.

Il battesimo dato dalla Chiesa è l'unico e il vero, e viene dato una sola volta.

Basta immergersi una volta soltanto, per riemergere puri e rinnovati: puri, perché lavati dalla macchia del peccato; rinnovati perché ricreati a una nuova vita dall'uomo vecchio.

Il bagno del battesimo rende l'uomo più bianco della neve, non nel corpo, ma nello splendore dello spirito e dell'anima.

Al battesimo del Signore i cieli si aprirono per rivelare che, attraverso il bagno della nuova nascita, il regno dei cieli si apriva ai credenti.

Il Signore dice infatti: Nessuno, se non nasce dall'acqua e dallo Spirito, può entrare nel regno dei cieli ( Gv 3,5 ).

Vi entra dunque soltanto colui che rinasce e conserva la grazia del battesimo; chi non rinasce, non vi entra.

Nostro Signore, venuto a dare un nuovo battesimo per la salvezza del genere umano e per la remissione dei peccati, si è degnato di riceverlo per primo; non per cancellare i suoi peccati, lui che non ne aveva commessi, ma per santificare le acque del battesimo allo scopo di cancellare i peccati di tutti i credenti attraverso la rinascita battesimale.

É stato battezzato nell'acqua perché anche noi fossimo lavati da tutti i nostri peccati per mezzo del battesimo.

É stato immerso nell'acqua perché fossimo purificati dalle brutture delle nostre colpe.

Ha ricevuto il bagno di rigenerazione perché potessimo rinascere da acqua e da Spirito …

La grazia del battesimo di Gesù fu già misticamente prefigurata quando, entrando nella terra promessa, il popolo eletto passò il Giordano.

Come allora una via fu aperta davanti al popolo eletto perché entrasse nella terra promessa, così ora, per le acque dello stesso fiume, si apre la prima strada che ci conduce alla beata terra promessa: il regno celeste.

Per il popolo eletto Gesù [ Giosuè ] fu la guida attraverso il Giordano; per noi Gesù - il Cristo Signore -, col suo battesimo, è la guida verso la salvezza eterna; lui, il Figlio unico di Dio, che è benedetto nei secoli dei secoli.

Cromazio d'Aquileia, Sermone 34

4. - Il battesimo nel II secolo

A quanti si siano convinti e credano alla verità degli insegnamenti da noi esposti, e promettano di vivere secondo queste massime, viene insegnato a pregare e chiedere con digiuni a Dio la remissione dei peccati commessi; e con loro preghiamo e digiuniamo anche noi.

Quindi sono condotti da noi nel luogo dov'è l'acqua e rigenerati nella stessa maniera onde fummo rigenerati noi stessi: nel nome del Padre di tutti e Signore Iddio, del Salvatore nostro Gesù Cristo e dello Spirito Santo, compiono allora il lavacro nell'acqua ( Mt 28,19 ).

Giacché Cristo ha detto: Se non sarete rigenerati non entrerete nel regno dei cieli ( Gv 3,3 ).

Ora è chiaro a ognuno, che è impossibile, una volta nati, rientrare nel seno materno.

Il profeta Isaia spiega, come sopra scrivemmo, in qual maniera si sottrarrà ai peccati chi si penta.

Dice: Lavatevi, fatevi puri, togliete il male dalle anime vostre; imparate a operare il bene; difendete l'orfano e rendete giustizia alla vedova.

Venite allora e ragioniamo, dice il Signore.

Se pur siano i vostri peccati come porpora, al pari di lana li schiarirò; e se siano come cremisi, al pari di neve li sbiancherò.

Ma se non mi ascolterete una spada vi divorerà.

Queste cose parlò la bocca del Signore ( Is 1,16-20 ).

Ed è questa la ragione che ne insegnarono gli apostoli.

Dal momento che, senza coscienza della prima nostra generazione, per la legge di necessità nasciamo da umido seme, mediante l'amplesso dei genitori, e siamo procreati con istinti pravi e inclinazioni perverse; onde non restiamo figli di necessità e d'ignoranza, ma di elezione e di scienza, e otteniamo la remissione dei peccati prima commessi, si invoca nell'acqua, su colui che ha deliberato di rigenerarsi e s'è pentito dei peccati, il nome di Dio Padre e Signore universale: e questo solo si proferisce nel condurlo al lavacro per l'abluzione, poiché nessuno è in grado di dare un nome al Dio inesprimibile, e solo un folle incurabile ardirebbe sostenere che ve ne sia.

Tale lavacro è denominato illuminazione, perché chi accoglie queste dottrine, è illuminato nello spirito.

Nel nome inoltre di Gesù Cristo crocifisso sotto Ponzio Pilato e dello Spirito Santo, che per mezzo dei profeti predisse tutti gli eventi relativi a Gesù, riceve l'abluzione l'illuminato.

Giustino, Prima Apologia, 61

5. - Rito battesimale alla fine del II secolo

Prima di essere istruiti, i nuovi postulanti vengono interrogati dai maestri sul motivo della loro decisione.

Coloro che li presentano devono testimoniare se ne sono degni e devono esporne la vita.

I catecumeni vengono poi istruiti per tre anni.

Se uno è zelante e pieno di entusiasmo, però, non si misura il tempo, ma il suo animo.

Se un catecumeno, imprigionato per il nome del Signore, viene ucciso prima di ricevere il battesimo a remissione dei peccati, dopo una testimonianza intrepida, è giustificato, perché viene battezzato nel suo stesso sangue.

Prima del battesimo ha luogo ancora un esame sulla vita dei catecumeni: se sono vissuti in modo rispettabile, se hanno onorato le vedove, se hanno visitato gli ammalati e se hanno compiuto ogni buona azione.

Se quelli che li presentano testimoniano che essi si sono comportati in questo modo, i catecumeni possono ascoltare il Vangelo.

Ogni giorno vengono imposte loro le mani con solenni scongiuri, e all'avvicinarsi del giorno del battesimo il vescovo esamina ciascuno in particolare per rendersi conto se siano puri.

Il quinto giorno della settimana, bagno; il giorno di preparazione [ venerdì ], digiuno.

Sabato, per disposizione del vescovo, raduno di preghiera e prostrazione.

Il vescovo, imponendo loro le mani e con solenni scongiuri, scaccia da loro ogni spirito estraneo, poi soffia loro in volto e li sigilla [ col segno della croce ] sulla fronte, le orecchie e il naso, poi essi si alzano.

Per tutta la notte devono restare svegli, mentre vengono loro lette le Scritture e vengono loro impartite istruzioni.

Non devono portare con sé nessun altro vaso all'infuori di quello per l'eucaristia, perché a coloro che ne diverranno degni in seguito [ dopo il battesimo ], si addice offrirla.

All'ora in cui canta il gallo si prega sull'acqua che scorre nel fonte battesimale - portata vicino in caso di necessità -.

Spogliazione dei catecumeni, e tra essi vengono battezzati prima i bambini, di cui prendono le veci, quando si deve parlare [ pronunciando l'Amen o la professione di fede ], i genitori o un altro parente.

Poi gli uomini e alla fine le donne; queste ultime sciolgono i capelli e depongono ogni ornamento d'oro e d'argento, perché nulla di « estraneo » può entrare nell'acqua.

Al momento stabilito il vescovo consacra dell'olio, parte con un solenne ringraziamento, parte con un'orazione deprecatoria.

Reggendo quest'ultimo, un diacono si pone alla sinistra e reggendo l'altro un altro diacono si pone alla destra del presbitero che tocca ogni catecumeno e gli fa dire: « Rinuncio a te, Satana, a tutte le tue pompe e a tutte le tue opere! ».

Poi lo unge con l'olio di esorcismo, pronunciando le parole: « Ogni spirito immondo si allontani da te » e lo manda, nudo, al vescovo o al presbitero che sta al fonte battesimale.

Il diacono va con lui fin presso l'acqua, ove gli suggerisce le parole della professione di fede.

Il ministro rivolge al catecumeno tre solenni interrogazioni, a cui quegli risponde; la prima riguarda la fede in Dio Padre onnipotente, ed egli risponde: « Credo! ».

Allora il ministro gli pone le mani sul capo e lo immerge una volta.

Poi dice: « Credi in Cristo Gesù, Figlio di Dio, nato di Spirito Santo dalla vergine Maria e crocifisso sotto Ponzio Pilato, morto e sepolto, risorto dai morti il terzo giorno, asceso al cielo, sedutosi alla destra del Padre, che tornerà a giudicare i vivi e i morti? ».

E appena l'altro ha risposto: « Credo », viene immerso una seconda volta.

Poi gli dice ancora: « Credi nello Spirito Santo, in una santa Chiesa e nella risurrezione della carne? ».

Il battezzando risponde: « Credo ». E viene immerso la terza volta.

Poi, appena uscito dall'acqua, viene unto con l'olio consacrato con preghiera di benedizione dal presbitero che dice: « Ti ungo con l'olio santo nel nome di Gesù Cristo ».

Poi ciascuno si asciuga e si veste ed entrano in chiesa.

Il vescovo impone ancora loro le mani e solennemente dice: « Signore Iddio, che hai fatto degni costoro di ottenere la remissione dei peccati per mezzo del bagno di rinascita dello Spirito Santo, manda in loro la tua grazia, affinché essi ti servano secondo il tuo volere!

Poiché tua è la gloria, o Padre, Figlio e Spirito Santo, nella santa Chiesa, ora e in tutta l'eternità. Amen! ».

Poi si versa l'olio consacrato sulle mani e le pone sul capo del battezzando dicendo: « Ti ungo con l'olio santo nel Signore, Padre onnipotente, e Cristo Gesù e Spirito Santo ».

Poi segnandolo [ di croce ] sulla fronte gli offre il bacio e dice: « Il Signore sia con te! ».

E colui che è stato segnato risponde: « E con il tuo spirito ».

Così il vescovo fa a tutti, uno alla volta.

Da quel momento in poi essi possono pregare con tutto il popolo, mentre prima non era loro lecito pregare insieme con i fedeli; prima cioè che non si fossero compiute tutte queste cerimonie.

E dopo aver pregato, possono offrire il bacio di pace con la bocca.

Poscia, dai diaconi viene portata al vescovo l'offerta sacrificale per la celebrazione dell'eucaristia.

Ordinamento ecclesiastico di Ippolito, 40,42-46,8

6. - Antica istruzione battesimale

Appena entrati [ nel battistero ], avete deposto la tunica, immagine del vecchio uomo con le sue azioni di cui vi siete spogliati.

Siete così rimasti nudi, imitando anche in ciò Cristo, nudo sulla croce, il quale con la sua nudità spogliò i principati e le potestà, trionfando su di loro pubblicamente dall'alto della croce.

Poiché nelle vostre membra si celavano le potenze nemiche, non vi è lecito più portare la vecchia tunica: non parlo certo della tunica sensibile, ma dell'uomo vecchio, corrotto nelle sue brame perverse.

Non se ne rivesta mai più l'anima che se ne è una volta spogliata, ma dica, come la sposa del Cristo nel Cantico dei cantici: Mi sono tolta la tunica, come me la rimetterò? ( Ct 5,3 ).

O fatto mirabile! Siete rimasti nudi davanti allo sguardo di tutti e non ve ne siete vergognati.

Veramente avete offerto l'immagine di Adamo, primo uomo plasmato, che era nudo nel paradiso e non se ne vergognava.

Poi, così spogliati, siete stati unti, con l'olio esorcizzato, dalla sommità dei capelli fino ai piedi, divenendo in tal modo compartecipi di Gesù Cristo, ulivo coltivato.

Tagliati infatti dall'oleastro, siete stati innestati nell'ulivo e partecipate così della pinguedine dell'ulivo vero.

L'olio esorcizzato, dunque, era un simbolo di questa vostra partecipazione alla pinguedine del Cristo, che allontana ogni impronta del potere nemico.

Come infatti il soffio dei santi e l'invocazione del nome di Dio, quale fiamma violenta, brucia i demoni e li mette in fuga; così questo olio esorcizzato assume tanta potenza, per l'invocazione e la preghiera a Dio che non solo brucia le tracce dei peccati, ma fuga anche ogni potere invisibile del Maligno.

In seguito siete stati condotti alla sacra piscina del divino battesimo, come Cristo lo fu dalla croce al sepolcro situato lì vicino.

E ciascuno di voi è stato interrogato se credeva nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Voi avete proclamato la vostra professione di salvezza e per tre volte siete stati immersi nell'acqua, da cui per tre volte siete emersi: un simbolo questo della sepoltura di Cristo, durata tre giorni.

Come infatti il nostro Salvatore passò nel ventre della terra tre giorni e tre notti, così voi con la vostra prima emersione avete imitato il primo giorno passato da Cristo sotterra e con l'immersione ne avete imitata la notte.

Come di notte non si vede nulla e il giorno invece si passa nella luce, così immergendovi nulla avete visto, quasi fosse notte, ed emergendo poi vi siete trovati come di giorno.

Con ciò siete morti e siete nati, e quell'acqua di salvezza è diventata per voi tomba e madre.

Veramente si adatta a voi ciò che Salomone pronunciò in altra circostanza.

Egli disse infatti: Vi è il tempo di partorire e il tempo di morire ( Sir 3,2 ); per voi, al contrario, vi è il tempo di morire e il tempo di nascere: un tempo solo ha operato l'uno e l'altro, la vostra nascita è stata contemporanea alla vostra morte.

O fatto nuovo e inopinabile! Veramente noi non siamo morti, né siamo stati veramente sepolti, né veramente risorti dopo essere stati crocifissi.

Abbiamo imitato questi fatti solo simbolicamente; la salvezza invece è una realtà!

Cristo fu realmente crocifisso, fu realmente sepolto e realmente risorse.

E tutto ciò a noi ha elargito per sua grazia affinché, partecipando simbolicamente ai suoi dolori, ottenessimo effettivamente la salvezza.

O bontà traboccante! Cristo accolse i chiodi nelle sue mani e nei suoi piedi incontaminati, e ne soffrì; a me invece, senza sofferenza e travaglio, è donata la salvezza per la partecipazione simbolica ai suoi dolori.

Nessuno creda che il battesimo sia una semplice remissione dei peccati e neppure una semplice grazia di adozione, come il battesimo di Giovanni che operava solo la remissione delle colpe.

Se lo esaminiamo attentamente, come purifica dai peccati e comunica i doni dello Spirito Santo, così è anche una rappresentazione partecipativa ai dolori del Cristo.

Per questo Paolo ha esclamato or ora ( nella lettura che precedeva la catechesi ): Non sapete forse che noi tutti, battezzati in Cristo Gesù, siamo stati immersi nella sua morte?

Col battesimo siamo stati con lui sepolti nella morte ( Rm 6,3-4 ).

Diceva ciò per quelli che erano convinti che il battesimo rimettesse certi peccati e conferisse l'adozione, ma non fosse una partecipazione, in simbolo, alle sofferenze reali del Cristo.

Proprio per farci imparare che quanto il Cristo sostenne per noi e per la nostra salvezza lo soffrì in realtà e non solo apparentemente, e che noi siamo partecipi delle sue sofferenze, Paolo con tutta chiarezza esclamava: Se infatti siamo stati innestati su di lui per somiglianza di morte, lo saremo anche per somiglianza di risurrezione ( Rm 6,5 ).

Ed è bella la parola « innestati », poiché proprio qui infatti [ ossia sul Golgota ], è stata piantata la vite vera, e noi, per la partecipazione al battesimo [ immersione ] nella morte, siamo stati in lui innestati.

E osserva con molta attenzione le parole dell'Apostolo!

Egli non ha detto: « Se infatti siamo stati innestati per la morte », ma « per somiglianza di morte ».

Per Cristo la morte fu una realtà: effettivamente la sua anima si separò dal corpo e il suo sepolcro fu reale: il suo sacro corpo fu accolto nella sindone monda e subì tutto effettivamente.

Per noi invece si è trattato di un simbolo della morte e delle sofferenze; della salvezza, però, non un simbolo, ma la realtà.

Su di ciò, siete stati istruiti sufficientemente, conservatelo nella memoria, ve ne prego, affinché anch'io, per quanto indegno, possa dire di voi: Vi amo, perché vi ricordate sempre di me e custodite le tradizioni che io vi ho tramandato ( 1 Cor 11,2 ).

Dio, che vi ha reso vivi dai morti, può concedervi, nella sua potenza, di camminare in una vita nuova ( Rm 6,4 ); a lui gloria e potenza, ora e nei secoli. Amen.

Cirillo di Gerusalemme, Catechesi mistagogica, 2,2-8

7. - La sacra unzione a conclusione del battesimo

Battezzati in Cristo e rivestiti di Cristo, siete diventati conformi al Figlio di Dio.

Dio, che ci ha predestinato all'adozione, ci ha resi simili al corpo glorioso del Cristo.

Partecipi dunque del Cristo [ Unto ], giustamente venite detti cristi [ unti ], perché di voi Dio ha detto: Non toccate i miei cristi [ unti ] ( Sal 105,15 ).

E siete diventati cristi perché avete ricevuto il simbolo che è pegno dello Spirito Santo.

Tutto si è svolto in voi simbolicamente, perché voi siete immagine di Cristo.

Anche lui lavatosi nel fiume Giordano e comunicata all'acqua la fragranza della divinità, ne uscì e si compì su di lui la venuta sostanziale dello Spirito Santo: il simile si posò sul simile.

In modo simile anche a voi, usciti dal bagno dalle sacre sorgenti, è stato dato il crisma, simbolo e pegno dell'unzione di cui fu unto Cristo.

Questa unzione è lo Spirito Santo, di cui il beato Isaia, parlando a nome del Signore nella profezia che lo riguarda, disse: Lo Spirito del Signore è su di me e perciò mi ha unto: mi ha mandato ad annunciare la buona novella ai poveri ( Is 61,1 ).

Cristo non fu unto da uomini con olio o crisma materiali, ma il Padre, costituitolo salvatore di tutto il mondo, lo unse di Spirito Santo, come dice Pietro: Gesù di Nazaret, che Dio ha unto di Spirito Santo ( At 10,38 ); e come esclamava il profeta Davide: Il tuo trono, o Dio, resta nei secoli dei secoli: è scettro di rettitudine lo scettro del tuo regno.

Hai amato la giustizia e hai odiato l'iniquità, per questo ti ha unto Dio, il tuo Dio, con l'olio di esultanza, al di sopra dei tuoi compagni ( Sal 45,7-8 ).

Come Cristo fu veramente crocifisso, sepolto, risuscitato e voi, nel battesimo, siete stati fatti degni di essere con lui crocifissi, sepolti e risuscitati simbolicamente; così è avvenuto anche della crismazione.

Egli fu unto con l'olio spirituale dell'esultanza, cioè con lo Spirito Santo, chiamato olio di esultanza in quanto è fonte della gioia spirituale.

Voi invece siete stati unti col crisma, diventando così partecipi e compagni del Cristo.

Bada dunque di non credere che si tratti di un semplice unguento.

Come infatti il pane eucaristico, dopo la solenne invocazione dello Spirito Santo, non è più semplice pane, ma è il corpo di Cristo, così anche questo sacro crisma non è più, dopo la consacrazione, un unguento semplice o comune, se si vuol dire: ma è carisma di Cristo e, per la presenza della divinità di Cristo, opera lo Spirito Santo.

Viene spalmato simbolicamente sulla tua fronte e sugli altri tuoi sensi, e mentre il corpo viene unto col crisma visibile, l'anima viene santificata dallo Spirito, santo e vivificante.

Anzitutto siete stati unti sulla fronte, per essere liberati dalla vergogna che il primo uomo, il trasgressore, portava ovunque con sé, e perché riflettiate a faccia scoperta la gloria del Signore ( 2 Cor 3,18 ).

Poi siete stati unti sugli orecchi, perché udendo i misteri divini li accogliate nelle orecchie; delle quali Isaia diceva: Il Signore mi ha dato orecchio per ascoltare ( Is 50,4 ), e il Signore nei Vangeli: Chi ha orecchi, ascolti! ( Mt 11,15 ).

Poi sulle narici, affinché voi, ricevuto il sacro crisma, possiate dire: Noi siamo per Dio la fragranza di Cristo, tra coloro che si salvano ( 2 Cor 2,15 ).

Poi siete stati unti sul petto perché, indossata la corazza della giustizia, siate saldi contro le insidie del diavolo ( Ef 6,11.14 ).

Infatti, come Cristo dopo il battesimo e dopo la discesa in lui dello Spirito Santo, uscì [ nel deserto ] e sconfisse l'avversario, così anche voi dopo il santo battesimo e dopo la mistica unzione, indossata tutta l'armatura dello Spirito Santo, scendete in lotta contro la potestà avversa e la debellate dicendo: Tutto posso in Cristo che mi rende potente ( Fil 4,13 ).

Essendo stati ritenuti degni di ricevere questo sacro crisma, vi chiamate cristiani e con la vostra rinascita confermate il vostro nome.

Prima di essere degni di questa grazia, infatti, non eravate propriamente degni di questo nome ma eravate sulla strada, vi avviavate ad essere cristiani.

Dovete sapere che quest'unzione è stata simboleggiata nel Vecchio Testamento.

Allorché infatti Mosè comunicò a suo fratello l'incarico di Dio costituendolo sommo sacerdote, lo unse, dopo che si fu lavato in acqua, e lo chiamò cristo [ unto ], proprio per quell'unzione figurativa ( Lv 8,1ss ).

Così quando il sommo sacerdote costituì re Salomone, lo unse in Ghicon, dopo che si fu lavato ( 1 Re 1,39.45 ).

Ciò avvenne per quelli in modo figurativo, per voi invece non in figura, ma nella realtà, perché siete stati realmente unti dallo Spirito Santo.

Il principio della vostra salvezza è il Cristo: lui è veramente la primizia e voi l'impasto.

Se la primizia è santa, è chiaro che la santità si trasferisce anche sull'impasto.

Conservate incontaminata in voi questa unzione!

Essa vi insegnerà ogni cosa se resterà in voi ( 1 Gv 2,27 ), come poco fa [ nella lettura che precedeva la catechesi ] avete udito dire da san Giovanni, che parla a lungo di questa unzione.

Questo sacro crisma è difesa spirituale del corpo e salvezza dell'anima.

Già dai tempi antichi ne parlava il beato Isaia, profetando: Per tutte le genti Dio opererà ciò su questo monte: berranno vino, berranno letizia, si ungeranno d'olio ( Is 25,6-7 ).

Anche in altri passi chiama « monte » la Chiesa, come quando dice: Sarà ben visibile negli ultimi giorni il monte del Signore ( Is 2,2 ).

E per persuaderti maggiormente, ascolta ciò che dice di questo mistico unguento: Danne a tutti i popoli, perché la decisione del Signore riguarda tutti i popoli! ( Is 25,7 ).

Unti dunque da questo sacro crisma, custoditelo immacolato e irreprensibile in voi, progredendo nelle opere buone e piacendo all'autore della vostra salvezza, Cristo Gesù; a lui gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Cirillo di Gerusalemme, Catechesi mistagogica, 3

8. - Efficacia del battesimo agli ammalati ( conferito per aspersione )

Mi hai chiesto, figlio carissimo, che cosa io ne pensi di coloro che conseguono la grazia di Dio nella malattia e nell'infermità: se siano da ritenersi cristiani legittimi, dato che sono stati aspersi, e non lavati, con l'acqua salvifica.

A questo riguardo, nessuno si senta condizionato dalla nostra riservatezza e dalla nostra modestia, ma ciascuno ritenga quel che crede e agisca come crede

Per parte nostra, secondo il nostro modesto parere, pensiamo che i benefici divini non possano essere in nessun modo mutilati e ridotti, e che non vi può essere diminuzione di sorta quando, con fede piena da parte di chi dà e da parte di chi riceve, si accoglie l'effusione delle divine elargizioni.

Nel sacramento della salvezza, infatti, il contagio dei peccati non si lava nel modo in cui si deterge la sporcizia della pelle e delle membra, col bagno profano del corpo: non c'è bisogno di salnitro o di altri mezzi, o la vasca o la piscina, come per poter lavare questo misero corpo.

In modo diverso si deterge l'intimo dei credenti, in modo diverso si monda l'anima dell'uomo, con i meriti della fede.

Nei sacramenti di salvezza, quando la necessità urge e Dio elargisce il suo perdono, ai fedeli viene divinamente donato tutto in una volta.

E nessuno deve restare sconcertato perché gli infermi vengono aspersi o solo bagnati, quando viene loro elargita la grazia del Signore; la sacra Scrittura infatti parla per bocca del profeta Ezechiele e dice: E vi aspergerò con acqua pura, e sarete detersi da tutte le vostre immondizie e da tutti i vostri idoli.

Vi monderò e vi darò un cuore nuovo, e porrò in voi uno spirito nuovo ( Ez 36,25-26 ).

E nel libro dei Numeri: L'uomo che sarà rimasto immondo fino alla sera, verrà purificato al terzo giorno e al settimo giorno, e sarà mondo.

Ma se non sarà purificato al giorno terzo o settimo, non sarà mondo e sarà sterminato da Israele, non essendo stato asperso con l'acqua d'aspersione ( Nm 19,8.12.13 ).

E ancora: E parlò il Signore a Mosè dicendogli: Prendi fuori i Leviti dal mezzo dei figli di Israele e purificali.

Così procederai alla loro purificazione: aspergendoli con l'acqua della purificazione ( Nm 8,5-7 ).

E ancora: L'acqua d'aspersione è purificazione ( Nm 19,9 ).

Appare da ciò che anche l'aspersione con acqua ha il valore del lavacro di salvezza, e quando si compie nella Chiesa, ove vi è fede integra in chi dà e in chi riceve, tutto può aver valore, raggiungere il suo fine e la sua perfezione, per l'autorità di Dio e la sincerità della fede …

Lo Spirito Santo non si dona con misura, ma si infonde tutt'intero sul credente.

Se il giorno nasce uguale per tutti e se il sole si diffonde su di tutti con la stessa e identica luce, quanto più Cristo, vero sole e vero giorno, elargisce nella sua Chiesa la luce della vita eterna con piena uguaglianza!

Cipriano di Cartagine, Lettere, 69,12-14 ( a Magno )

9. - La validità del battesimo non dipende dalla dignità del ministro

Riflettete all'esatto significato delle espressioni del sovrano: « In realtà, se in coloro, che sono iniziati per la prima volta alla fede, il rito del battesimo viene considerato invalido, perché i ministri da cui lo ricevono sono stimati dei peccatori, il sacramento amministrato dovrebbe ripetersi tante volte quante sono quelle in cui si riscontra indegno il ministro del sacramento conferito; in tale ipotesi la nostra fede verrebbe a dipendere non già da libero consenso della nostra volontà né dalla grazia di Dio, che la dona come un regalo, ma dai meriti dei sacerdoti e dalla qualità morale dei chierici ».

E ora i vostri vescovi facciano pure mille concili, ma rispondano loro alle parole di quest'ultimo periodo, e noi acconsentiremo a tutto ciò che voi vorrete da noi.

Considerate infatti quant'è perversa ed empia la vostra affermazione [ cioè dei donatisti ] che avete sempre sulla bocca, che cioè se la persona è buona, santifica colui al quale amministra il battesimo; se invece è cattiva senza che lo sappia chi viene battezzato, allora sarebbe Dio a santificare.

Se ciò fosse vero, si dovrebbe desiderare di essere battezzati da individui malvagi, ma ignoti come tali, piuttosto che da persone dabbene conosciute come tali, per poter essere santificati piuttosto da Dio che dagli uomini.

Dio ci liberi da una tale pazzia!

É vero quindi quanto noi affermiamo e giusto quanto noi pensiamo, che cioè la grazia del battesimo proviene sempre da Dio, che il sacramento è di Dio e che l'uomo n'è solo il ministro; s'egli è buono, è intimamente unito a Dio e opera con Dio stesso; se invece è malvagio, allora è Dio a operare per mezzo di lui il rito visibile del sacramento.

Cerchiamo di aver tutti la medesima convinzione e d'eliminare gli scismi tra noi!

Agostino, Le Lettere, I, 105,12 ( ai donatisti )

10. - Il battesimo degli eretici è valido, ma non efficace

Ritieni certissimo e non dubitare affatto che il sacramento del battesimo può esistere non solo all'interno della Chiesa cattolica ma anche presso gli eretici, che battezzano nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Ma fuori della Chiesa non può essere di giovamento; anzi, come dentro la Chiesa per mezzo del sacramento del battesimo viene donata la salvezza a chi ha retta fede, così ai battezzati fuori della Chiesa, se ad essa non fanno ritorno, lo stesso battesimo aumenta la loro rovina.

Tanto importa infatti per la salvezza l'unità con la società ecclesiale, che non si salva per il battesimo colui che non lo riceve là ove esso deve venire amministrato.

É presente il battesimo all'uomo battezzato anche fuori della Chiesa, ma in lui, che dalla Chiesa è separato, è una condanna.

E poiché è chiaro che il battesimo, in qualsiasi luogo sia stato dato, può esser dato una volta sola, deve venir riconosciuto e rispettato anche se sarà stato amministrato dagli eretici, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, e per questo non lo si dovrà affatto iterare.

Dice infatti il Salvatore: Chi si è lavato una volta non ha bisogno se non di lavarsi i piedi ( Gv 13,10 ).

Ritieni certissimo e non dubitare affatto che chiunque è stato battezzato fuori della Chiesa cattolica non può diventare partecipe della vita eterna, se prima del termine della vita non sarà ritornato a questa Chiesa cattolica, diventandone membro.

Infatti l'Apostolo dice: Se ho tutta la fede e conosco tutti i misteri, ma non ho la carità, non sono nulla ( 1 Cor 13,2 ).

Fulgenzio di Ruspe, Regola della vera fede, 36-37

11. - La fede degli infanti al battesimo

« Se - dici - ti presentassi un bambino e ti domandassi se, da adulto, sarà casto e non sarà un ladro, senza dubbio mi risponderesti: « Non lo so ».

Così pure se ti domandassi se il bimbo essendo ancora nella medesima tenera età, pensi qualcosa di bene o di male, diresti: « Non lo so ».

Se perciò non osi garantire nulla di sicuro riguardo alla sua condotta futura e al suo pensiero attuale, perché mai quando vengono presentati al battesimo, i genitori rispondono invece di essi come garanti e affermano ch'essi fanno ciò che quell'età non può pensare o, se lo può, rimane a noi ignoto?

In realtà, ai padrini che ci offrono un bambino da battezzare, noi domandiamo se crede in Dio e in nome del piccino, che non sa neppure se Dio esiste, essi rispondono: « Crede ».

Con la stessa sicurezza si risponde a tutte le altre singole domande loro rivolte.

Mi stupisco quindi che i genitori rispondano al posto dei bambini con assoluta sicurezza trattandosi di cose tanto serie e impegnative, affermando che il bambino compie azioni sì importanti su cui vertono le domande rivolte dal ministro del battesimo nel momento che quello è battezzato; mentre nello stesso momento se facessi loro quest'altra domanda: « Questo bimbo, che ora viene battezzato, sarà casto o non sarà piuttosto un ladro? », non so se alcuno oserebbe affermare: « Sarà o non sarà tale », come senz'ombra di dubbio mi viene risposto che crede in Dio ».

Alla fine concludi il tuo ragionamento dicendo: « Usa la cortesia di rispondere brevemente a queste mie domande, non allegando la norma della consuetudine ma adducendone il motivo e la spiegazione » …

Ebbene, farò del mio meglio: Dio m'aiuti ad accontentarti in quel che mi chiedi.

Ecco un caso frequente di esprimersi: all'avvicinarsi della Pasqua diciamo: « Domani o dopodomani è la passione del Signore » sebbene egli abbia patito tanti anni fa e la passione sia avvenuta senz'altro una volta sola.

Naturalmente la domenica successiva diciamo: « Oggi il Signore è risorto » pur essendo passati tanti anni da quando risorse.

Ora, perché mai non v'è alcuno sì sciocco ad accusarci di mentire parlando in questo modo, se non perché denominiamo tali giorni per analogia con i giorni in cui si compirono quei misteri?

In tal modo si chiama Pasqua un giorno che non è quello preciso, ma uno simile a quello per l'anniversario che ritorna con il trascorrere del tempo, e si dice che avviene in esso, a causa della celebrazione del mistero liturgico, quel che avvenne non già quel giorno preciso dell'anno, ma molto tempo prima.

Cristo non s'è forse immolato da se stesso una sola volta?

Eppure nel mistero liturgico s'immola per i fedeli non solo ogni ricorrenza pasquale, ma ogni giorno.

E non mente di certo chi, interrogato se Cristo veramente s'immola, risponde di sì.

Poiché se i sacramenti non avessero alcun rapporto di somiglianza con le realtà sacre di cui sono segni, non sarebbero affatto sacramenti.

Da tale rapporto di somiglianza prendono per lo più anche il nome delle stesse realtà sacre.

Così il sacramento del corpo di Cristo è in certo qual modo il corpo di Cristo, il sacramento del sangue di Cristo è lo stesso sangue di Cristo e il sacramento della fede [ il battesimo ] è la fede stessa.

Orbene, credere non è altro che aver la fede: quando perciò si risponde che i bambini credono, mentre essi non hanno ancora l'adesione della fede, si risponde che hanno la fede in virtù del sacramento della fede e che si convertono a Dio in virtù del sacramento della conversione, perché la stessa risposta fa parte della celebrazione del sacramento.

Allo stesso modo, a proposito del battesimo l'Apostolo dice: Siamo stati sepolti insieme con Cristo nella morte mediante il battesimo ( Rm 6,4 ).

Non dice: « Abbiamo rappresentato la sepoltura »; ma proprio: Siamo stati sepolti insieme.

Non ha voluto dare al sacramento di sì gran mistero altro nome che quello del mistero stesso.

Il bambino quindi è reso fedele non da un atto volontario della fede simile a quello dei fedeli adulti, ma dal sacramento della stessa fede.

Poiché, allo stesso modo che il padrino risponde ch'egli crede, così pure si chiama fedele non col dare l'assenso personale della sua intelligenza, ma col ricevere il sacramento della stessa fede.

Quando poi egli comincerà a capire, non avrà bisogno di un nuovo battesimo, ma comprenderà il sacramento ricevuto e si conformerà, col consenso della volontà, alla realtà spirituale da esso rappresentata.

Finché non sarà capace di questo atto volontario, a difenderlo contro le potenze avverse basterà il sacramento: gli basterà fino al punto che, se morisse prima dell'uso della ragione, verrebbe sottratto coll'aiuto cristiano alla condanna, entrata nel mondo per causa di un solo uomo ( Rm 5,12 ), in virtù dello stesso sacramento garantito dalla carità della Chiesa.

Chi non crede questa verità e la giudica impossibile ad effettuarsi, è certamente infedele, anche se avesse il sacramento della fede.

Assai migliore di lui sarebbe un bambino che, quantunque non possieda ancora la convinzione intellettiva della fede, non gli oppone l'ostacolo d'una convinzione contraria, e per questo riceve con disposizioni adatte alla salvezza il sacramento della fede.

Agostino, Le Lettere, I, 98,7-10 ( a Bonifacio )

12. - Il battesimo degli infanti e i padrini

Che anche gli infanti, i quali non possono ancora percepire le realtà divine, siano fatti partecipi della sacra generazione da Dio e dei sacrosanti simboli della partecipazione alla divinità, sembra a buon diritto risibile ai profani, come dici: cioè che i pontefici [ vescovi ] ammaestrino sui misteri divini quelli che ancora sono incapaci di ascoltare e inutilmente comunichino le sacre tradizioni ad essi, che ancora non sanno ragionare; e ancora più risibile è il fatto che altri pronuncino per loro le rinunce e le professioni sacre.

Ma la tua coscienza sacerdotale non deve irritarsi per questi loro errori, invece, con pietà e con amore per la loro illuminazione interiore, deve proporne le ragioni e scioglierne le obiezioni, e secondo la sacra disposizione deve aggiungere anche questo motivo: che non tutti i misteri divini sono compresi nell'ambito della nostra intelligenza ma vi sono molti motivi, degni di Dio, che ci sfuggono, e sono tuttavia conosciuti agli ordini a noi superiori.

Molti misteri divini inoltre sfuggono anche a quegli esseri eccelsi, e sono noti chiaramente solo alla divinità, che tutto conosce e che è fonte di ogni conoscenza.

In questo argomento ripetiamo anche noi ciò che i nostri divini maestri hanno ricevuto per antica tradizione e hanno a noi tramandato.

Dicono infatti - cosa che corrisponde alla verità - che gli infanti, allevati secondo la sacra legge, giungono a uno stato di santità, libero da ogni errore e da ogni pericolo di vita profana.

Percependo dunque i nostri divini istitutori questa verità, parve loro bene di accoglierli [ nella Chiesa ], secondo questa sacra usanza, e che i genitori naturali del bimbo offerto alla Chiesa affidino il loro figlio a un cristiano che lo sappia istruire egregiamente nelle divine realtà, sotto la cui cura il fanciullo resti in futuro come sotto un padre divino, garante della sua spirituale salvezza.

A costui dunque, che garantisce di educare il fanciullo nella vita sacra, il vescovo impone di pronunciare le rinunce e le sacre professioni; non introduce dunque ai sacri misteri l'uno al posto dell'altro come dicono quei derisori, perché il padrino non dice: « Faccio le rinunce e le sacre professioni invece del fanciullo », ma asserisce che il fanciullo fa le rinunce e la professione, cioè dice: « Professo che questo fanciullo, quando avrà raggiunto l'età per comprendere le realtà sacre, verrà persuaso dalla mia religiosa opera educativa a opporsi pienamente all'avversario, a professare e attuare le divine promesse ».

Non vi è nulla di strano, dunque, ritengo, che al fanciullo venga impartita un'educazione religiosa e che abbia una guida e un garante sacro, che forma in lui sante abitudini e lo preserva dall'esperienza del nemico.

Il vescovo dunque rende partecipe il fanciullo dei sacri misteri, perché in essi venga formato e non conduca un'altra vita al di fuori di quella tutta dedita alle realtà divine, che ha parte al progresso nella santità, piena di sante abitudini, santamente sollecitata dal santo padrino.

Pseudo-Dionigi Areopagita, La gerarchia ecclesiastica, 7,11

13. - Il battesimo di sangue

Alcuni ci obiettano il caso dei catecumeni: se uno di costoro, prima di essere battezzato nella Chiesa, viene imprigionato e ucciso per la confessione del nome di Cristo, non perde la speranza della salvezza e la ricompensa della confessione, non essendo prima rinato dall'acqua?

Sappiano dunque tali uomini, sostenitori e fautori degli eretici, che questi catecumeni conservano, anzitutto, la fede integra e aderiscono alla verità della Chiesa e che escono dagli accampamenti di Dio, per debellare il diavolo, con una conoscenza piena e sincera di Dio Padre, di Cristo e dello Spirito Santo; e poi che non vengono privati del sacramento, perché vengono battezzati col gloriosissimo e supremo battesimo di sangue, riguardo al quale il Signore si riferiva quando diceva che doveva essere battezzato con un altro battesimo ( Lc 12,50 ).

Che vengano battezzati col loro sangue, che raggiungano la perfezione santificati dalle sofferenze e che ottengano la grazia della divina promessa, lo dichiara lo stesso Signore nel Vangelo, quando parla al ladrone - che nella sua stessa passione ha fede in lui e la professa -, e gli promette che sarà con lui in paradiso.

Cipriano di Cartagine, Lettere, 73,22 ( a Giubaiano, vescovo di Mauritania )

14. - Il sacramento della fede e della penitenza

Ritieni con somma fermezza e non dubitare affatto, che ad eccezione di coloro che vengono battezzati col loro sangue nel nome di Cristo, nessun uomo può ricevere la salvezza eterna, se non si è convertito quaggiù dai suoi peccati con la penitenza e la fede, e che per mezzo del sacramento della fede e della penitenza, cioè per mezzo del battesimo, non se n'è liberato.

Gli adulti devono fare penitenza per i loro peccati, aderire alla fede cattolica secondo la regola della verità e ricevere il sacramento del battesimo; per i bambini invece, che non sono ancora in grado di credere per propria volontà né possono fare penitenza per il peccato contratto dall'origine, basta per la loro salvezza, fino a quando non hanno l'uso di ragione, il sacramento della fede e della penitenza, cioè il santo battesimo.

Fulgenzio di Ruspe, Regola della vera fede, 30

15. - Il battesimo è l'immagine esatta della morte di Cristo

L'apostolo Paolo, dopo aver trattato a sufficienza in un passo di una sua lettera [ ai Romani ] del fatto che per un uomo [ Adamo ] abbiamo avuto la pena e per un uomo [ Cristo ] la grazia, parla anche del grande mistero del sacro battesimo nella croce di Cristo, in modo da farci comprendere che il battesimo in Cristo altro non è se non l'immagine esatta della morte di Cristo; e la morte di Cristo crocifisso altro non è se non l'immagine esatta della remissione dei peccati.

In tal modo, come in lui [ sulla croce ] vi fu una morte vera, così in noi [ nel battesimo ] vi è una vera remissione dei peccati; e come a lui [ alla morte in croce ] seguì una risurrezione vera, così a noi [ alla rinascita nel battesimo ] seguirà una vera giustificazione.

Dice infatti: Che diremo dunque? Rimarremo nel peccato perché abbondi la grazia? ( Rm 6,1 ).

Prima aveva detto: Dove infatti abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia ( Rm 5,20 ).

Perciò si pone poi il problema se, per ottenere la sovrabbondanza della grazia, si debba restare nel peccato.

Ma risponde: Non sia mai!, e soggiunge: Se siamo morti al peccato, come vivremo in esso? ( Rm 6,2 ).

E per mostrare che siamo morti al peccato: Ignorate forse - continua - che noi tutti, battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? ( Rm 6,3 ).

Se dunque si può dimostrare che siamo morti al peccato per il fatto che siamo stati battezzati nella morte di Cristo, certamente anche gli infanti che vengono battezzati in Cristo muoiono al peccato, perché vengono battezzati nella morte di lui.

Senz'esclusione di nessuno, infatti, Paolo dice: Noi tutti che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte ( Rm 6,3 ).

Perciò lo dice per dimostrare che noi siamo morti al peccato.

E a quale peccato muoiono gli infanti, rinascendo, se non a quello che contrassero nascendo?

Perciò riguarda anche loro ciò che l'Apostolo soggiunge: Infatti siamo sepolti insieme con lui, per il battesimo, nella morte, affinché come Cristo risorse dai morti per la gloria del Padre, così anche noi camminiamo in una nuova vita.

Infatti, se fummo innestati a lui nell'immagine della sua morte lo saremo anche in quella della sua risurrezione, ben sapendo che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso insieme a lui, affinché fosse distrutto d corpo del peccato; sicché non siamo più gli schiavi del peccato: infatti chi è morto è liberato dal peccato.

Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che vivremo insieme con lui, sapendo che Cristo, risorto da morte, più non muore e che la morte non ha più dominio su di lui.

Nel morire infatti, egli morì al peccato una sola volta per sempre; nel vivere, egli vive a Dio.

Anche voi, allo stesso modo, consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio in Cristo Gesù ( Rm 6,4-11 ).

L'Apostolo dunque ha cominciato a dimostrare che non dobbiamo restare nel peccato perché sovrabbondi in noi la grazia, e ha detto: Se siamo morti al peccato, come vivremo in esso? ( Rm 6,2 ).

Poi, per mostrare che noi siamo morti al peccato, ha soggiunto: Ignorate forse che noi tutti battezzati in Cristo Gesù, nella sua morte siamo stati battezzati? ( Rm 6,3 ) …

Tutto ciò dunque che è avvenuto sulla croce di Cristo, nella sua sepoltura, nella risurrezione al terzo giorno, nell'ascensione in cielo, nel suo assidersi alla destra del Padre, tutto è avvenuto perché la vita cristiana di quaggiù si configuri a questi fatti gloriosi, non tanto con mistiche parole, ma anche con i fatti.

Riguardo alla sua croce infatti è stato detto: Coloro che sono di Cristo Gesù, hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e concupiscenze ( Gal 5,24 ).

Riguardo alla sepoltura: Siamo sepolti insieme con Cristo, per il battesimo, nella morte ( Rm 6,4 ).

Riguardo alla risurrezione: Affinché, come Cristo risorse dai morti per la gloria del Padre, così anche noi camminiamo in una vita nuova ( Rm 6,4 ).

Riguardo all'ascensione al cielo, quando si assise alla destra del Padre: Ma se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove sta Cristo, assiso alla destra di Dio; gustate le cose di lassù, non quelle della terra: siete infatti morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio ( Col 3,1-3 ).

Agostino, Manualetto, 14,51-53

EMP F-5. - Il battesimo, figura e pegno della nostra risurrezione

Il fondamento della condizione in cui ci troviamo nella vita presente è Adamo; quello della nostra vita futura è Cristo, nostro Signore.

Come infatti Adamo fu il primo uomo mortale - e in seguito tutti lo furono a causa di lui - così Cristo fu il primo a risorgere dopo la morte, comunicando il principio della risurrezione a quelli che sarebbero venuti dopo di lui.

Noi entriamo in questa vita visibile con una nascita corporale, e per questo siamo tutti corruttibili.

Ma per giungere alla vita futura, saremo trasformati mediante la potenza dello Spirito, e perciò risorgeremo incorruttibili.

E siccome questo si realizzerà soltanto allora, Cristo nostro Signore ha voluto fin da adesso farci entrare nella vita eterna in maniera simbolica, donandoci col battesimo la possibilità di rinascere in lui.

Questa nascita secondo lo spirito è la figura attuale della risurrezione, o rigenerazione, che si compirà in noi nel futuro, quando cioè passeremo nell'altra vita: per questo anche il battesimo si chiama rigenerazione.

L'apostolo lo spiega benissimo: Quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte.

Siamo stati sepolti insieme con lui col battesimo nella morte, affinché come Cristo fu risuscitato dai morti dalla gloria del Padre, così anche noi conducessimo una vita nuova.

Se infatti con una morte simile alle sua siamo divenuti un solo essere con lui, dovremo anche esserlo con una risurrezione simile alla sua » ( Rm 6,3-5 ).

San Paolo ci mostra così chiaramente che la nascita mediante il battesimo è figura della risurrezione dopo la morte.

Questa infatti avverrà per la potenza dello Spirito, come dice la Scrittura: Si semina nella corruzione, si risorge nell'incorruttibilità; si semina nel disprezzo, si risorge nella gloria; si semina nella debolezza, si risorge nella potenza; si semina un corpo naturale, risorge un corpo spirituale ( 1 Cor 15,42-44 ).

E questo significa: come quaggiù il nostro corpo, mentre l'anima è presente, gode della vita visibile, così allora riceverà la vita eterna incorruttibile per la potenza dello Spirito.

Allo stesso modo, nella nascita che ci è data col battesimo e che è figura della risurrezione, noi riceviamo la grazia in virtù del medesimo Spirito, una grazia però limitata e concessa come pegno.

La riceveremo in pienezza solo quando risorgeremo realmente, quando l'incorruttibilità ci sarà comunicata di fatto.

Perciò l'apostolo, quando parla della vita futura, intende rassicurare i suoi ascoltatori con queste parole: « Non soltanto la creazione, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, noi pure interiormente gemiamo nell'attesa della redenzione del nostro corpo » ( Rm 8,23 ).

Perché, se fin d'ora abbiamo ricevuto le primizie della grazia, possiamo sperare di ottenerla in pienezza quando ci sarà data la felicità della risurrezione.

Teodoro di Mopsuestia, Commento al vangelo di san Giovanni, 2,116

EMP F-6. - Il battesimo è luce

Quando riceviamo il battesimo, riceviamo la luce.

In questa luce diventiamo figli, e, come figli, siamo resi perfetti; giunti così al nostro compimento, otteniamo l'immortalità.

Io ho detto: - parola del Signore - voi siete dei figli e tutti dell'Altissimo ( Sal 82,6 ).

Perciò il battesimo viene chiamato in diversi modi: grazia, illuminazione, compimento e bagno di purificazione.

Bagno perché ci lava dai nostri peccati, grazia perché ci libera dalla pena che le nostre colpe hanno meritato, illuminazione perché ci fa contemplare la luce santa che ci salva, portandoci a fissare lo sguardo nelle cose divine.

É chiamato infine anche compimento, perché nulla più vi si aggiunge.

Che cosa manca infatti a colui che ha conosciuto Dio?

Sarebbe assurdo chiamare « grazia di Dio » qualcosa di incompleto.

Dio, che è perfetto, può donare soltanto cose perfette.

Come a Dio basta un comando perché tutto cominci a esistere, così è sufficiente che voglia concedere una grazia, perché essa si compia in tutta la sua pienezza.

Per la potenza della sua volontà, quello che rispetto al tempo è futuro, viene dato come attuale …

Quando un uomo nasce a nuova vita, egli - come indica lo stesso nome di « illuminato », cioè battezzato - viene immediatamente liberato dalle tenebre e, da quel momento, riceve la luce.

Avviene come quando, scuotendoci dal sonno, subito ci troviamo svegli; o meglio, è come succede a chi vuole togliersi la cateratta dagli occhi: non è dal di fuori che cerca di procurarsi la luce che non ha; rende invece libera la pupilla, allontanando ciò che ostacolava la vista.

Allo stesso modo anche noi con il battesimo siamo purificati dai peccati che, come una nube, facevano velo allo spirito divino, e così l'occhio dello spirito diventa libero, trasparente e luminoso e ci fa contemplare le cose divine: lo Spirito Santo discende allora in noi dall'alto.

É come una partecipazione allo splendore eterno, che ci rende capaci di sostenere la vista dell'eterna luce …

Come l'inesperienza sparisce con l'esperienza e le difficoltà si dissolvono con la scoperta di una soluzione, così, necessariamente, l'oscurità svanisce con la luce.

Tenebra è la nostra ignoranza, e per causa sua noi cadiamo nel peccato, incapaci come siamo di scorgere la verità.

Ma la conoscenza è luce che dissipa l'ignoranza e mette dentro di noi la facoltà di vedere chiaramente …

Convertiti dai nostri peccati e non volendo subirne la pena, siamo purificati dal battesimo e corriamo verso la luce eterna come figli verso il padre.

Gesù trasalì di gioia nello Spirito e disse: Padre, Signore del cielo e della terra, io ti ringrazio di aver nascosto queste cose agli scaltri e ai sapienti, e di averle rivelate ai piccoli ( Lc 10,21 ).

Il nostro Pedagogo e maestro chiama « piccoli » noi che siamo disposti alla salvezza più dei sapienti di questo mondo: essi infatti, proprio ritenendosi sapienti, cadono nella cecità.

Clemente Alessandrino, Il pedagogo, 1,6

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