Novissima esposizione della vita del Servo di Dio

Indice

La nascita del Servo di Dio

1 - Giovanni Garberoglio - in religione Fratel Teodoreto delle Scuole Cristiane - nacque nel cuore del Monferrato, a Vinchio d'Asti, il 9 febbraio 1871, dal Sig. Bartolomeo, di Vinchio stesso e dalla Sig.ra Eleonora Giolito di Noche, frazione del medesimo comune.1

Prima di Giovanni i genitori avevano messo al mondo altri cinque figli, nell'ordine: Giacinta, Teresa, Letizia, Carlo Lorenzo ed Igina.2

Come era caratteristica delle sane famiglie cristiane di un tempo, Bartolomeo ed Eleonora non frapposero indugi nel condurre il neonato al fonte battesimale: trascorso solo un giorno dalla nascita, quindi il 10 febbraio, nella chiesa parrocchiale di S. Marco, lo rigenerarono alla vita cristiana dandogli i nomi di Giovanni e di Andrea.3

La descrizione della casa natale e dello stile di vita, proprio dei Garberoglio, la lasciamo all'agile ed ironica penna del biografo, Fr. Leone di Maria, il quale ha scritto:

« Ma è ora che ce ne andiamo dalla composta chiesetta verso la casa ove Giovannino diede il primo vagito ( a meno che sia venuto al mondo sorridendo come sorrise poi sempre in vita... particolare circa il quale mancano purtroppo, oggi, i testi oculari! ). C'è da attraversare tutto il paese per giungervi, che, per l'appunto, la casa è situata un po' fuori, in una frazione detta di S. Sebastiano, da una vicina cappella dedicata a questo martire santo.

Si tratta d'una casa contadina, senza pretese, ma solida e grande, con stalle, cantine, porticati, ecc.

Tutto è conservato come settant'anni addietro, quando Giovannino vi ruzzava felice nella sua innocenza.

Il fienile è colmo e profumato, e configurato come allora, con il buco che da sulla stalla sottostante per la discesa del fieno.

Quel buco, di cui volemmo constatare la realtà, per la ricostruzione d'un ameno casetto, che eccovelo qui, autentico e grazioso.

A casa Garberoglio c'era una discreta agiatezza alla quale corrispondeva una grande carità: un pane, una minestra, un pagliericcio non era rifiutato a nessun povero che vi passasse.

Se si trattava di sconosciuti, per non tenerseli in casa - non si sa mai, con tante brutte storie che si sentono raccontare! - il posto per la notte era il fienile.

Così fu fatto anche quella sera d'estate, con un calderaio ambulante che ci passava la prima volta.

Ma poco dopo Giovanni si ricordò di non averlo avvertito di quel famoso buco... « Corri, Tamlìn, corri ad avvertirlo », disse al nipote!

Il quale vi corse e gridò forte: « Magnino, stia attento al buco! »...

Al quale avvertimento, rispose dal basso una voce: « L'ho già trovato! ».

E anche provato, avrebbe potuto aggiungere, perché l'aveva infilato dritto dritto, senza farsi male, per fortuna, avendo il fieno attutito il colpo!

Da questa casa, ben situata in cima a un bricco, si domina tante parte del paese e dei campi circostanti.

Proprio di fronte si spiega a ventaglio il paese di Mombercelli, più grande, insignito nientemeno della Pretura.

Avvallando direttamente e risalendo sull'opposto colle, i Garberoglio vi giungevano in pochi minuti al mercato d'ogni lunedì, invece di percorrere tutta la strada carrozzabile a mezza costa, che fa un giro largo e prende tanto tempo.

Ho contemplato anch'io di lassù tutti quegli ondulamenti di terreno che, ancora un po' avvolti di foschia mattutina, favorirono l'immagine cara ai poeti di una immensa cavalcata d'indomite giumente!

A far tacere la fantasia e ad aprire gli occhi, lo spettacolo non era men bello: si discernevano i filari nereggianti delle uve non ancora vendemmiate, per il ritardo della stagione.

Spettacolo monotono e vario al tempo stesso!

Tutti quei grappoli neri sul fondo chiaro della terra calcarea - in quell'inizio dell'anno scolastico e del mio lavoro biografico - mi sembravano grandi pagine, con tanto nero sul bianco; pagine stese ad asciugare al sole del buon Dio.

E neppur potevo fare a meno di pensare che anche S. Giovanni B. de La Salle era nato in terra di viti, nel centro di quella Sciampagna famosa in tutto il mondo per i suoi vini spiritosi, per le sue cantine interminabili e intersecantesi come le catacombe romane.

Lo « champagne » e la « barbera », due marche che difendono bene i propri specifici titoli nobiliari sopra i mercati di tutto il mondo!...

Qui nacque e visse i suoi tre primi lustri l'Eroe della nostra storia, in questa veramente bella cornice ».4

Dalle prove raccolte nel Processo Ordinario di Torino abbiamo la conferma che la famiglia Garberoglio, nel suo insieme, costituiva un nucleo molto adatto a far fruttificare quell'innata predisposizione al bene che caratterizzava Giovanni.

In merito, le migliori notizie sono quelle che ci fornisce una sua nipote, la teste 11°, Sig.ra Anna Garberoglio, la quale ha dichiarato:

« Il Servo di Dio nacque a Vinchio il 9 febbraio 1871: i genitori erano pii e benestanti; mio padre mi diceva che zio Giovanni, così chiamavano Fratel Teodoreto, era il più giovane: prima di lui erano nati mio padre, che si chiamava Carlo Lorenzo e due sorelle.

Iginia e Letizia, che ho avuto la fortuna di conoscere.

La famiglia dove nacque il Servo di Dio era di senti menti profondamente cristiani ».5

Qua e là svariati altri testi ci permettono di apprezzare l'ambiente sereno e religioso della famiglia Garberoglio, tra questi Suor Maria Eletta Sommariva,6 Fr. Gioacchino Gallo,7 il Sig. Stefano Massaia,8 il Dott. Domenico Conti.9

Indice

1 Summ., p. 294, doc. 1
2 Summ. Docc., p. 8
3 Summ., p. 295, doc. 2
4 Summ. Docc., pp. 24-25
5 Summ. p. 101, § 319
6 Ibid., p. 8, § 24
7 Ibid., p. 117, § 368
8 Ibid.. p. 163, § 485
9 Ibid., p. 199, § 582