Novissima esposizione della vita del Servo di Dio

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Gli anni dell'infanzia

2 - Le notizie che abbiamo sull'infanzia del Servo di Dio, ma anche sull'adolescenza e quindi almeno fino al 1887, sono piuttosto scarse; anche se, merito le recenti ricerche esperite su sollecitazione del Rev.mo Promotore Generale della Fede, considerevoli passi avanti sono stati fatti.

In una lettera di recente inviata a Roma da Fr. Gustavo Luigi Furfaro - il Vicepostulatore - sono individuate le seguenti cause della penuria di notizie:

«La scarsità di informazioni relative alla fanciullezza e prima gioventù del Servo di Dio Fratel Teodoreto e, più generalmente intorno alla sua famiglia, trova la sua giustificazione nelle seguenti motivazioni:

a) i testi convocati hanno conosciuto Fratel Teodoreto quando già era in piena attività.

Si tenga presente che Fratel Teodoreto morì all'età di 83 anni!

b) testi dell'infanzia ne sono stati reperiti assai pochi e con scarsi ricordi.

Si può vedere, a tal proposito quanto, ed è assai poco, ha potuto raccogliere dalla viva voce dei suoi coetanei Fratel Leone di Maria, suo biografo, in una visita espressamente fatta al paese natale di Fratel Teodoreto, Vinchio d'Asti per raccogliere testimonianze, nel 1956 a due anni dalla morte del Servo di Dio, il Fratel Bonaventura, si allegano qui fotocopie tratte dal libro di più circa l'infanzia e la fanciullezza del Servo di Dio, dovendone scrivere la biografia: un bel capitolo sull'infanzia ricco di particolari, sarebbe certamente piaciuto, ma ne fu deluso, come egli stesso si esprime.

Ottenne solo risposte concise di lontane impressioni rimaste incancellabili pur a distanza di tanti anni.

Di queste risposte e di quanto poté ricordare il nipote del Servo di Dio, il Fratel Bonaventura si allegano qui fotocopie tratte dal libro: Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio di Fratel Leone di Maria, Postulatore Generale - Casa Editrice A & C - Torino ).

c) il Servo di Dio non parlò mai di sé, della sua fanciullezza, della sua famiglia, obbedendo al punto di Regola della sua Congregazione che suona:

' Non parleranno di se medesimi, ne dei loro parenti, ne del loro paese, ne di ciò che avranno fatto, ne di ciò che avranno veduto o udito' ( Regole e Costituzioni - Fratelli delle Scuole Cristiane - cap. VI - art. 7 ).

d) i familiari che avrebbero potuto riferire ricordi di famiglia risalgono alla terza generazione ( pronipoti ) e quindi i ricordi sono assai vaghi e generici.

e) il Servo di Dio, nelle poche visite fatte al suo paese natale e ai suoi familiari, fu sempre molto riservato e osservò sicuramente anche egli, quanto consigliò ad un suo pronipote, ora Don Pasquale Lajolo, in occasione di una sua visita in famiglia.

È da notare che a quell'epoca il pronipote era pure lui Fratello delle Scuole Cristiane.

Si fece sacerdote in seguito con il consenso dei suoi Superiori e l'approvazione del suo nuovo Vescovo ».10

Le infruttuose ricerche a Vinchio di Fr. Leone di Maria, il biografo del Servo di Dio, trovano puntuale narrazione nel Summarium Documentorum.11

Comunque, a fronte di tale penuria di dati concreti, è significativo di un contegno esemplare il fatto che Fr. Teodoreto occupi, nella storia di questo paese, un ruolo di primo piano.

In merito, ha scritto Fr. Leone di Maria: « Non è da stupire che di tra quelle file di piccoli Vinchiesi siano saltati fuori uomini eminenti che hanno riempito di sé i fasti lasalliani, per limitarci a questi soli.

Essi furono principalmente: I due Chiorra, Fr. Candido, divenuto Assistente Generale, pur continuando ad essere un educatore di razza e un fervido catechista, quello anzi che diede il « via » a tutto il movimento catechistico lasalliano in Italia: e Fr. Augusto, rimasto famoso per la sua semplicità, la pietà, lo zelo, il talento drammatico che, unito a una distrazione o astrazione talvolta fenomenale, fece di lui quasi un personaggio di leggenda.

Fratello Biagio, uno dei pionieri del movimento cattolico giovanile in Italia, carissimo a S. Pio X, che scherzava con lui familiarmente e pensava anche a rifargli il guardaroba, quando questo gli pareva troppo sguarnito o sgualcito;

Fratel Luigi, vice direttore del Collegio S. Giuseppe di Torino, vivente, e da non ricordare quindi ancora in termini di necrologio; ma sarà lecito ripetere quel che la pubblica voce dice di lui come professore: ' Chi non impara la matematica con il Fr. Luigi non la imparerà mai con nessun altro! ';

Fratel Bonaventura ( bel nome francescano e ben scelto ), l'uomo di tutte le corse e di tutte le pratiche e i servizi, nipote del Fratello Teodoreto; e finalmente quest'ultimo nominato, che nei cicli ufficiali della santità pare chiamato a rifulgere più di tutti gli altri! ».12

3 - Le notizie trasmesseci dalle testimonianze processuali - come pure quelle raccolte nel Summarium Documentorum - sono indicative di una condotta assolutamente priva di ombre, caratterizzata da un serio impegno sia in casa, con i genitori ed i fratelli, sia a scuola, sia in quelle pratiche devozionali proprie dei fanciulli più di altri interessati alle cose della religione.

Così, oltre a ricevere in famiglia « un'ottima educazione cristiana »,13 Giovanni compì a Vinchio tutto il corso delle elementari, segnalandosi come alunno particolarmente meritevole; di pari passo, trascorreva molte ore in parrocchia, ad ascoltare le funzioni liturgiche e ad aiutare il Parroco in quella che sarà la sua pratica più amata, una nota ricorrente nel corso di tutta la vita: la formazione catechistica.

L'impegno che il giovane Garberoglio poneva nelle pratiche azioni quotidiane era tale da far esclamare ai suoi coetanei che « Giovanni era diverso dagli altri, molto buono e pio ».14

In merito ha così deposto il Dott. Carlo Tessitore, 5° teste:

« So che ricevette la prima educazione in famiglia e per quanto fosse giovanotto i suoi pareri erano molto apprezzati dai suoi familiari.

A Vinchio seppi che egli, ragazzo, si scrisse a due confraternite esistenti in paese.

Frequentò le scuole elementari del paese, dimostrando una indole seria e lieta nello stesso tempo ».15

Tra i nuovi documenti è stato esibito anche l'atto di morte del papa del Servo di Dio, avvenuta il 9 ottobre 1881, quando Giovanni contava appena 10 anni.16

Si è parimenti trovato l'elenco dei cresimati da S. Ecc.za Mons. Ronco, in occasione della visita pastorale che questi fece a Vinchio il 24 ottobre 1883: in detto elenco appare anche il nome di Giovanni Garberoglio.17

Manca invece l'attestato della Prima Comunione, sacramento al quale egli conferiva grande importanza, come si evince dalla seguente testimonianza della pronipote, la Dott.ssa Elvira Vercelli:

« Io sottoscritta Dott.ssa Vercelli Elvira, insegnante in pensione, a richiesta della postulazione della Causa di Beatificazione del Servo di Dio Fratel Teodoreto Garberoglio, posso affermare in piena coscienza facendo riferimento al punto n. 20, 1), del Votum Promotoris Generalis Fidei, che quanto segue è il racconto del mio compianto papà Vercelli Vittorio Giacomo deceduto in Vinchio il giorno 11-9-1940, figlio di Teresa Garberoglio, sorella primogenita di Fratel Teodoreto.

Mio papà nipote e coetaneo di Fratel Teodoreto, quindi compagno d'infanzia, di scuola, di catechismo, e di giochi e di piccoli lavori in campagna che venivano affidati ai ragazzi come pascolare la capra, raccogliere erba per i conigli, raccogliere la legna abbandonata tra i filari della vigna.

Ed è proprio durante questi lavoretti in campagna che mio papà ebbe dallo zio coetaneo una seria ed eccezionale preparazione alla prima Comunione.

Gli spiegava e faceva recitare il Catechismo a memoria concedendogli qualche tregua quando vedeva che prestava molta attenzione.

Nel ritorno verso casa riprendeva le domande raccomandandogli di non dimenticarle.

Diceva mio papa: ' Io dovevo ubbidirgli perché mi ricordava che lui era mio zio ' ».18

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10 Summ. Docc., pp. 5-6
11 Ibid., pp. 20-22
12 Ibid.. p. 23
13 Summ., p. 107, § 340
14 Ibid., p. 115, ad 7
15 Ibid., p. 39, ad 6
16 Summ. Docc., p. 42
17 Ibid., p. 14
18 Ibid., p. 35; cfr. Summ., p. 163, ad 7