L'ideale cristiano e religioso

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La carità divina, nostro ideale, si estende al prossimo

1 - Abbiamo visto sinora l'ideale sempre più concretarsi e diventare più preciso.

Ci appare innanzi tutto sotto la vaga nozione della felicità a cui aspiriamo.

Diventa poi sinonimo della perfezione della nostra natura.

La perfezione di questa ci ha condotti alla Carità divina.

Ma la divina Carità non ha voluto rimanere nei limiti della SS. Trinità, ma è passata, per mezzo dello Spirito Santo, nella creatura.

La nostra Carità, a sua volta, si riverserà sopra tutto ciò che Dio ama.

L'obbligo di darci ai nostri fratelli è così imperioso che lo si trovò scolpito da Dio nella stessa essenza della nostra natura umana.

Ogni intelligenza giunta a una certa perfezione tende a comunicare le sue conoscenze.

Ogni pensiero chiaro e forte vuole esprimersi, diffondersi, arricchire altre intelligenze.

Ciascuno così sente in se il bisogno di essere per gli altri la sorgente di qualche bene.

Nascondere il proprio talento, tenerlo gelosamente per sé, vuol dire troncare la tendenza posta da Dio per seguire la passione dell'egoismo e condannarsi al deperimento.

Dare, darsi è stato il segreto della vita dei grandi santi, il movente dell'esistenza eroica che hanno condotto sulla terra.

Più l'uomo è santo, cioè veramente grande, e la sua vita potente, più egli è generoso e più aspira a dare, più rassomiglia a Dio che nulla riceve da alcuno e che sovrabbondantemente dà ad ogni creatura, appunto perché ha la vita in tutta la sua pienezza.

La caratteristica della donazione generosa è il sacrificio.

Nulla si fa quaggiù senza il sacrificio, senza l'abnegazione, senza la sofferenza.

La rinunzia a se medesimo e la donazione di sé in favore del nostro prossimo per amor di Dio è la vera Carità.

Non siamo forse partecipi, con la grazia santificante, della Carità divina che regna in seno alla SS. Trinità?

E questa Carità non tende essa a diffondersi di continuo?

Potremmo noi essere partecipi di questa bruciante Carità e non essere infiammati del medesimo ardore per tutto ciò che Dio ama? No di certo.

Se il nostro amore per Iddio è vero, sarà espansivo come quello di Dio stesso.

La Carità verso Dio e la Carità verso il prossimo non differiscono essenzialmente tra di loro.

Esse hanno lo stesso oggetto formale, cioè la divina Bontà.

Se amo Dio è perché è essenzialmente una Bontà suprema; se amo il prossimo è perché esso è partecipe della bontà e della perfezione di Dio.

Ciò che amo nel mio prossimo non è lui stesso, ma Dio che ritrovo in lui.

Andate dunque, dice Gesù ai suoi Apostoli, andate da per tutto a predicare la Carità verso il prossimo.

Ecco un nuovo precetto, soggiunge Egli, la Carità fraterna è il mio precetto ( Gv 15,12 ).

Colui che l'osserva - dice S. Paolo - ha adempito tutta la legge.

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