L'ideale cristiano e religioso

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Risorse che la volontà trova nell'intelligenza

4 - Un primo dovere che s'impone alla volontà è di orientare tutte le forze dell'intelligenza verso un unico scopo.

Vi sono uomini la cui intelligenza è attiva e potente e tuttavia sterile.

Spendono le loro forze in pura perdita perché non concentrano i loro sforzi sopra un solo fine.

Chi non conosce di queste anime generose, che si rivolgono con ardore ad ogni sorta di pratiche, di metodi, di devozioni e di opere di carità e che non riescono mai a nulla, perché loro manca la coordinazione di tutti i loro sforzi particolari verso un fine preciso?

Tocca a una volontà vigorosa l'imporre questa direzione all'intelligenza, di fissarle un solo scopo da raggiungere: l'ideale cristiano e religioso; così è preservata dallo sparpagliamento delle sue forze.

Ma per ottenere un tale risultato, la volontà deve fare una guerra ininterrotta alle idee inutili.

Queste distraggono l'attenzione a vantaggio di mille inezie e occupano l'intelligenza in pura perdita.

Il nostro spirito rassomiglia a una piazza in cui passano e ripassano per ogni verso, si incrociano, si urtano molte idee, progetti e sogni.

Il fermarsi su tali pensieri, il fissarli, il considerarli attentamente, l'entrare in discussione con loro, vuol dire trattenerli, dare loro dell'importanza, incoraggiarli ad affacciarsi alla mente.

Bisogna liberarcene alzando altrove gli occhi.

Importa ancora di più l'agire allo stesso modo con le idee cattive.

Se noi ci fermiamo a pensare all'oggetto piacevole, ma non buono, le nostre idee si riuniranno, faranno blocco, occuperanno l'intero campo della nostra intelligenza e perseguiranno la volontà nelle sue ultime trincee, finché essa si arrenda alle loro esigenze.

Spezziamo vigorosamente questa catena di pensieri che ci stringe; noi lo possiamo.

Le nostre idee formano come una sintesi mentale.

Tutte quelle che sono di una stessa natura si volgono verso la stessa direzione, si legano e si danno uno scambievole aiuto.

Quando si presenta un pensiero estraneo e incompatibile con quelli che costituiscono questa trama di idee, esso porta un elemento che si direbbe di disordine nell'intelligenza.

Ogni idea infatti, essendo un principio di atto, tende a farsi un posto e a scartare quelle che le chiudono la strada.

Che fare quando una tentazione veemente è riuscita a imporsi e a costituirsi in potente sintesi?

Bisogna sforzarci di far entrare nell'intelligenza delle idee contrarie e potenti; esse compiranno sopra questo blocco un'azione disgregatrice.

In tali momenti la riflessione è quasi inutile, ci vogliono mezzi energici come: una conversazione animata, una visita ad un amico, una lettura interessante fatta a voce alta, alcuni esercizi corporali, un lavoro manuale faticoso, ecc.

In tale tentazione c'è l'imperiosa necessità di non darle nuova esca con figure, letture leggere e sguardi indiscreti.

Sarebbe introdurre una nuova idea e perciò nuova forza per il male.

Orientare tutte le buone idee verso l'unico scopo della vita, scartare le idee inutili e cattive, rompere, occorrendo, il loro incanto con una immediata e magari violenta diversione, ecco il primo dovere che si impone alla volontà nei rapporti dell'intelligenza; dovere cioè di unificazione degli sforzi di direzione verso un solo scopo.

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