L'ideale cristiano e religioso

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Il dono del consiglio

1 - Lo Spirito Santo non solo ci istruisce in genere, col mezzo dei doni della sapienza, dell'intelletto e della scienza, ma, mediante il dono del consiglio, ci accompagna, col suo lume, nei particolari della vita pratica.

Con la sapienza, l'intelletto e la scienza ci ha fatto sperimentalmente intravedere e gustare Dio che è il fine soprannaturale, l'ideale verso cui tendono i nostri sforzi; ora, col consiglio, lo Spirito Santo dirigerà Lui stesso i nostri sforzi per farci raggiungere, in modo sicuro, il fine.

Nella via delle virtù, la ragione, perfezionata dalla prudenza cristiana, ha per scopo di indicare il giusto mezzo alla giustizia che regola la vita esterna dell'uomo, alla fortezza e alla temperanza che regolano la sua vita intima.

Qui lo Spirito Santo s'incarica Lui stesso di dirigere e di regolare, con suo consiglio divino, le azioni della vita esterna e interna che l'uomo deve compiere, per mezzo dei doni della pietà, della fortezza e del timore.

Il gusto di Dio, la dolce esperienza che l'anima ha fatto delle sue perfezioni, delle sue amabilità, è il fondamento della conoscenza affettiva e mistica che essa ha di Dio e delle creature per mezzo dei tre doni precedenti.

Questo stesso gusto sarà la sorgente della conoscenza pratica, sperimentale di cui lo Spirito Santo si serve per regolare, in particolare, le azioni della vita ordinaria dell'anima.

Il dono del consiglio non attinge dunque i suoi lumi nelle ragioni umane, ma nelle ragioni divine, secondo ciò che insegna l'esperienza intima che l'anima ha fatto delle cose divine.

Lo Spirito Santo, ci dice Gesù Cristo, insegnerà ogni verità; ed è la sua unzione che ci istruirà di tutto.

Questa direzione dello Spirito Santo avviene in due modi: ora ci guida direttamente con una interna ispirazione, un segreto istinto che ci traccia, senz'altro intervento, la via da seguire; ora ci illumina coll'avviso e l'esempio altrui.

Nei due casi proviamo una sicurezza interna completa riguardo al da farsi.

Non bisogna credere che, mediante il dono del consiglio, lo Spirito Santo parli sempre direttamente, che tenga il posto della Sacra Scrittura, del magistero della Chiesa, del direttore e del libro spirituale.

Spesso la sua azione consiste nel farci ricorrere per tempo al consiglio altrui, specie al consiglio di coloro che furono posti legittimamente come nostri Superiori.

Questa saggia condotta l'anima la deve sempre tenere quando sorge un dubbio che riguarda sia la bontà o l'opportunità di una cosa da farsi, sia più ancora sull'origine divina della stessa ispirazione.

Negli altri casi, lo Spirito Santo infonde nell'anima una grande sicurezza, un'assicurazione intima che stimola e trascina!

L'anima pura e calma un po' abituata a questa dolce influenza, non s'inganna; l'unzione interna dello Spirito Santo le insegna il da farsi.

Il profano invece non comprende nulla di questa misteriosa condotta; teme sempre per quest'anima i precipizi, la ritiene come esaltata, come falsa mistica.

Chi dirige tali anime, se vuol distinguere la verità dall'errore, deve basare le sue decisioni sopra le regole della fede a cui il dono del consiglio resta sottoposto.

È desiderabile che colui che dirige altri sia guidato dal dono del consiglio.

L'ufficio del dono del consiglio non si limita a farci giudicare degli atti concreti da compiere e, nel caso, a farci ricercare a tale scopo i consigli altrui; poiché corrisponde alla virtù della prudenza, ci fa pure disporre l'attuazione delle decisioni prese sotto l'ispirazione dello Spirito Santo e applica in concreto i doni della pietà, della fortezza e della temperanza alla loro realizzazione.

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