L'ideale cristiano e religioso

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La nostra vocazione soprannaturale e la SS. Trinità

Benedetto sia Iddio Padre di nostro Signor Gesù Cristo, che ci lesse in Lui prima della creazione del mondo, affinché siamo santi e senza macchia nell'amore ( Ef 1,4 ).

Così dunque da tutta l'eternità Iddio si è occupato di noi.

Il Padre ebbe su di noi un pensiero che è ad un tempo un volere.

Egli disse su ciascuno di noi una parola, un motto che ci crea, che ci esprime, che contiene la nostra vita temporale ed eterna e dice quello che dobbiamo essere, il posto che dobbiamo tenere, la perfezione che dobbiamo acquistare, la gloria che dobbiamo raggiungere.

Questo motto il Padre lo pronunziò allorché, volendo manifestare il suo sovrano pensiero su di noi, fissò la nostra vocazione soprannaturale.

Regola suprema e divina teoria della nostra esistenza, esso indica in quale misura noi entreremo nel piano divino della creazione.

Fuori di questo pensiero, il Padre non vuol punto riconoscerci con una conoscenza d'amore.

Egli non si occupa di noi, per versarci la sua grazia e darci se stesso, se non in quanto che noi ci muoviamo nella luce del suo pensiero imperativo e in quanto che, attuandolo, noi entriamo nell'ordine divino delle realtà eterne.

Il nostro dovere fondamentale pertanto si riduce a questo: compiere la volontà del Padre celeste, vivere secondo il motto che egli pronunziò su di noi.

Accettare anticipatamente tutto quello che questo motto contiene, gioie e dolori; poi sottometterci amorosamente a tutte le sue esigenze a misura che si manifestano nella nostra vita quotidiana.

Ma qual è questo misterioso pensiero? Che dice questa parola?

San Paolo risponde:

Coloro che egli ha preveduti, li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figliuol suo ( Rm 8,29 ).

La volontà di Dio è che noi entriamo nel mistero di Gesù Cristo; il motto che egli pronuncia su di noi esprime la misura e la maniera onde noi riprodurremo Gesù per la gloria del nostro Padre dei cieli:

Nel suo amore egli ci predestinò ad essere suoi figli adottivi per Gesù Cristo a gloria sua, onde si celebri la gloria della sua grazia ( Ef 1,5 ).

Tale è nostra vocazione soprannaturale: conformarci a Gesù, vivere come Gesù, divenire Gesù.

Il Verbo incarnato è l'ideale unico e universale che devono riprodurre e manifestare tutti i predestinati dell'Amore: secolari, preti, religiosi, vergini o coniugati, per tutti non v'è che un esemplare, che essi sono forzati ad imitare, sotto pena di escludersi dal regno della grazia: Cristo Gesù.

La misura della loro perfezione e della loro fecondità soprannaturale sarà esattissimamente la misura della loro aderenza a Gesù e della loro fedele rassomiglianza con Lui: perché la salvezza non è in alcun altro ( At 4,12 ).

In qual misura devo io riprodurlo in me?

Non so. È questo il misteriosissimo segreto della predestinazione eterna.

Ma certamente devo riprodurlo.

Devo incessantemente mirare a Gesù, imitare Gesù, divenire Gesù.

Come potrei io compiere una vocazione così sublime?

Con la grazia, con la cooperazione dello Spirito Santo.

Abitando sempre con noi ( Gv 14,16 ) lo Spirito Santo si fa esecutore dei disegni del Padre, artefice della deificazione dell'uomo, di cui il Padre ha tracciato il piano sul modello del Verbo incarnato.

Digitus paternae dexterae canta la Chiesa ( Inno Veni Creator ): Voi, o Spirito creatore, siete il dito di Dio Padre.

Come il pittore e lo scultore si vale della sua mano, per esprimere l'ideale che ha concepito, il Padre celeste, per tradurre il suo pensiero, inscrivere il suo Verbo e imprimere in noi la sua Immagine, si vale dello Spirito Santo.

La prima opera in noi di questo Spirito creatore e santificatore è di trasformarci a rassomiglianza del Figliuolo di Dio e di farci vivere d'una vita conforme alla nostra filiazione divina:

Tutti quelli che sono mossi dallo Spirito di Dio, sono figliuoli di Dio.

Poiché non avete ricevuto lo spirito di servitù per di bel nuovo temere, ma avete ricevuto lo spirito di adozione in figliuoli, mercé cui gridiamo: Abbà! Padre!

Poiché lo stesso Spirito fa fede al nostro spirito, che noi siamo figliuoli di Dio ( Rm 8,14-17 ).

Spirito di verità, egli illumina nell'anima nostra l'eterno Pensiero del Padre, ce lo rende più chiaro, più preciso e più attraente rivelandoci Gesù: 

Quando lo Spirito sarà venuto, v'insegnerà ogni verità: egli mi glorificherà facendovi meglio conoscere la mia divinità ( Gv 16,13 ).

Essendo il compimento e la consacrazione di tutto, egli continua con imprimere nell'anima nostra quest'adorabile Pensiero del Padre che è Gesù.

Lo rende fisso, permanente e, tanto quanto vogliamo, irrevocabile.

Mistero che contemplava Davide quando cantava: Il lume del tuo volto, o Signore, fu impresso su di noi come un suggello ( Sal 4,7 ) perché il Volto del Signore, il suo Splendore e la sua Gloria, è il Verbo.

Poi, perché lo Spirito di vita è il motore della vita soprannaturale, egli mette in opera il Pensiero del Padre.

Ci spinge ad acquistare la perfetta rassomiglianza con Cristo.

Ci eccita e ci aiuta fino a che siamo giunti allo stato di uomini fatti alla misura della statura perfetta di Cristo… fino a che sia formato in noi Cristo ( Ef 4,23; Gal 4,19 ).

Finalmente, essendo personalmente l'Amore, egli stabilisce fra la Trinità e noi delle relazioni d'amore, una tendenza perpetua all'unione.

Inclina la Trinità verso di noi, e ci attrae verso di Lei.

Egli è l'appello incessante, l'attrazione vivente, la spirazione irresistibile che ci trascina a Gesù; talmente che, a misura che l'anima s'abbandona maggiormente al Pensiero del Padre messo in opera dallo Spirito Santo, l'unione si fa e più stretta e più completa fino al momento in cui, come il Padre è nel Figliuolo e il Figliuolo nel Padre, l'anima è in Cristo e Cristo è nell'anima, tutti e due consumati nell'unità secondo il voto supremo dell'ultima Cena.

Allora l'uomo riscattato e santificato può presentarsi con fiducia dinanzi al Padre celeste e dirgli:

O Dio, guardatemi! Mirate in me la faccia del vostro Cristo ( Sal 83,10 ).

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