Pensieri sulle Regole e Costituzioni 1949

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Considerazioni sulle Regole

Ciò che richiede la Regola o legge d'amore

La legge d'amore richiede la fedele corrispondenza dell'anima in ragione del misterioso legame che esiste tra l'azione divina e l'azione umana, tra il libero arbitrio e la grazia.

Nell'ordine soprannaturale non si fa nulla senza l'impulso della grazia e nulla senza la nostra docilità attiva.

In questo incontro del Creatore con la creatura si possono distinguere tre tempi ( Ap 3,20 ):

· " Ecco che io batto alla porta e aspetto" dice il Signore.

Presenza e attesa di Dio.

· "Se qualcuno ode la mia voce e mi apre".

Corrispondenza dell'anima.

· "Entrerò e cenerò con lui, ed egli con me".

Azione unificatrice e penetrante di Dio.

Dio non ha da aspettare la risposta dalla sua creatura materiale e inerte che gli obbedisce sempre necessariamente.

Non così è della creatura spirituale della quale Egli degna rispettare sempre la libertà.

Dio si presenta, domanda e aspetta.

"Se qualcuno ode la mia voce".

Per udire, bisogna ascoltare; ciò suppone un'anima intenta ad ascoltare.

L'attenzione richiede il silenzio il quale permette di discernere la voce di Dio, la vera legge interiore, dai rumori della terra e dalle altre leggi:

legge del piacere, delle affezioni naturali, dell'amor proprio e da qualsiasi altra legge puramente umana.

"Il mio silenzio, o Signore, dia luogo alla Vostra parola" ( S. Agostino ).

Il silenzio esige il raccoglimento abituale che ci difende dall'invasione delle distrazioni esterne e ci premunisce contro le propensioni naturali dell'interno per causa delle quali molte sollecitazioni intime e discrete della grazia di Dio non sono captate, restano inosservate, e perciò, inefficaci.

L'anima, distratta dalla molteplicità delle cose, perde di vista "l'unica necessaria".

"E mi apre". Per aprire bisogna lasciare o rinunciare a tutto e a se stesso.

"Sempre e in ogni ora: nel piccolo come nel grande; non eccettuo nulla, ma voglio trovarti distaccato da tutto" ( Imit. 3 37,3 ).

Per aprire bisogna togliere ogni ostacolo, ogni resistenza, ogni barriera, ogni nodo d'arresto, con una risposta spontanea, pronta e amorevole ad ogni sollecitazione della grazia, ai tocchi più leggeri dello Spirito Santo.

"E mi apre" vuol dire:

apertura attuale, completa, definitiva e quindi non un'apertura di porta a spiraglio, non una porta semiaperta e pronta a richiudersi, ma l'anima largamente e totalmente offerta a "Gesù che passa e non ritorna" ( S. Bernardo ).

Riassumendo: raccogliersi per sentire, distaccarsi da tutto per aprire.

"Entrerò e cenerò con lui, ed egli con me".

Come il sole invade l'alloggio che si apre, così lo Spirito Santo invade l'anima aperta e interamente offerta.

Egli entra in essa per dimorarvi, vivervi e trasformarla.

Il suo Amore generoso, attivo e unificante si comunica ad essa e le infonde un principio nuovo di attività, di generosità e d'amore reciproco dal quale sorge l'uomo nuovo.

Opera comune di Dio che previene, sollecita, e dell'anima che ascolta e si dà, disponendosi così continuamente a nuove invasioni divine sempre più unificanti e trasformanti.

Così l'anima si riveste "dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità" ( Ef. 4,24 ).

Quest'uomo nuovo, "l'uomo spirituale" secondo S. Paolo, tutto ripieno e ridondante di carità offre il tipo e il modello della vita interiore autentica.

"Dove non c'è lo Spirito Santo, non c'è che la forma esterna della pietà"( Sant'Agostino ).

L'uomo invece che vive nella carità e della carità, va di fedeltà in fedeltà "di chiarezza in chiarezza" di grazia in grazia fino a che abbia raggiunto "la misura dell'età piena di Cristo" ( Ef 4,13 ).

"Tutte le vie del Signore sono misericordia e verità per quelli che non cercano che la sua legge e i suoi comandamenti" ( Sal 25,10 ).

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