Pensieri sulle Regole e Costituzioni 1949

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Esercizi di pietà

Forme della preghiera

La preghiera vocale è quella in cui la parola ha più parte che non lo spirito, nella quale ci proponiamo la recita di formule già fatte.

Per essere vera preghiera richiede però l'intenzione generale di lodare Dio e una certa attenzione dello spirito.

1. Preghiera vocale

Le condizioni che essa richiede sono quelle espresse nella preghiera all'inizio del Breviario con queste tre parole:

"digne, attente, devote" cioè con rispetto, attenzione e devozione;

disposizioni specialmente richieste per la recita delle preghiere di Regola che tengono il posto dell'Ufficio.

È bene, per evitare l'abitudine e penetrarne meglio il senso, fare ogni tanto su dette formule, quella specie di orazione che consiste nel leggerle lentamente e riflettere alquanto su di esse.

2. Valore della preghiera vocale

È la forma di preghiera più usuale, insegnata da N.S. Gesù Cristo stesso ( Pater ) adatta alla preghiera in comune, alla preghiera liturgica della Chiesa ( Messa, Breviario, Liturgia ).

Essa fa omaggio a Dio della parola e di una certa attività corporale, secondo l'osservazione di San Tommaso "Noi offriamo i beni del corpo con le genuflessioni, le prostrazioni le preghiere vocali".

Essa deve dunque avere il suo posto in ogni vita di pietà, come mezzo per eccitare la divozione interiore, di aiutare il raccoglimento dello spirito e conservarne l'attenzione.

"Che le parole e altri segni ci servano per eccitare più fortemente e aumentare in noi i santi desideri".

"Bisogna riempire lo spirito delle idee della preghiera vocale e prepararlo così alla meditazione" ( S. Agostino ).

Essa è anche, certe volte, un frutto e una espressione della meditazione, per esempio, il Magnificat, cantico ove erompono i sentimenti intimi della SS. Vergine dopo l'Incarnazione.

3. Orazioni giaculatorie

Le orazioni giaculatorie possono essere considerate come la forma più breve della preghiera vocale mentre, nello stesso tempo, la forza o il fervore della loro intenzione le trasforma già in orazione mentale.

"L'esperienza dimostra che non c'è nulla che serva più delle orazioni giaculatorie per raccogliere lo spirito e infiammare il cuore" ( Massouliè ).

Tutti quelli che vogliono santificarsi devono raccogliere un dato numero di orazioni giaculatorie e rendersele familiari.

Ve ne sono per tutti gli stati d'animo in cui uno può trovarsi.

I Salmi e il Cantico dei Cantici ne sono ripieni.

"Esse devono essere conformi all'attrattiva della grazia, allo stato dell'anima e ai suoi bisogni.

Quando si ama il cuore stesso le forma" ( P. de Cloriviere ).

"Nell'esercizio del raccoglimento e delle orazioni giaculatorie sta la grande opera della devozione" ( S. Francesco di Sales ).

4. Preghiera mentale

La preghiera mentale è quella in cui lo spirito vi ha più parte che non la parola.

"Esercizio nel quale l'anima si libera per quanto è possibile dall'esteriore, si raccoglie in se stessa e si serve dell'impero che ha sulle proprie potenze per applicarle ad oggetti soprannaturali della fede e a Dio stesso" ( P. de Cloriviere ).

"L'orazione è come la chiave dei tesori divini.

Lo Spirito Santo è il solo maestro che può insegnarcela bene.

Egli non rifiuta le sue lezioni alle anime di buona volontà" ( P. de Cloriviere ).

"Conversazione con la quale l'anima si trattiene amorosamente con Dio della sua amabilissima Bontà per unirsi e congiungersi a Lui" ( S. Francesco di Sales ).

L'orazione secondo S. Tommaso può essere di due specie:

la straordinaria, o comunicazione diretta e immediata di Dio, e la ordinaria che si fa in modo proporzionato alla portata dello spirito umano.

La prima è infusa, privilegio puramente gratuito che non s'accompagna necessariamente con la santità;

la seconda è comune.

"Un'anima sarà sempre abbastanza felice se trae tutto il profitto che può e che deve dall'orazione ordinaria" ( S. Dionigi ).

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