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Conferenze sui voti

VII Conferenza: Sul Voto di Castità

Non tutti capiscono questa parola, ma quelli ai quali è stato concesso ( Mt 19,11 )

Natura del Voto di Castità

Il Voto di Castità religiosa è quello col quale si promette a Dio di astenersi, col soccorso della sua grazia, da tutti i piaceri della carne, compresi quelli resi leciti dallo stato coniugale, e ciò col fine di servire Dio in modo più perfetto.

In generale la virtù della castità è necessaria a tutti gli uomini in qualunque stato siano; è di questa virtù che parlava l'Apostolo quando diceva: "Dio vuole che voi siate santi e che vi asteniate da ogni impurità, e che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo come un vaso santo e degno d'onore; che Dio non vi ha chiamati al cristianesimo per vivere in modo impuro, ma bensì in maniera edificante" ( 1 Ts 4,3-4.7 ).

Caratteristica di questa virtù è di preservare da ogni piacere illecito.

Nelle persone non maritate, tutto ciò che appartiene o che tende di sua natura al piacere della carne è illecito, compresi gli sguardi, le parole, i pensieri ecc. quando sono liberi e che uno vi si ferma con riflessione.

In dette persone la castità si dice continenza.

Nelle persone coniugate, ogni piacere della carne è illecito, fuorché quello che tende al fine del matrimonio: e anche allora non si può, senza qualche colpa, ricercare tale piacere per se stesso, perché ha in sé qualcosa che avvilisce e disordina l'uomo.

Questa è detta castità coniugale.

La virtù della castità, in qualunque grado e in qualunque stato sia, è sempre qualcosa di bello; essa rende amabili agli occhi di Dio, e rispettabili agli uomini quelli che la praticano: "Quanto e bella la generazione dei casti - dice il Savio - quanto è nobile! Essa è degna d'una gloria immortale; ed è amabile dinanzi a Dio e agli uomini" ( Sap 4,1 ).

La castità religiosa, cioè quella con la quale uno s'impegna in religione col Voto di Castità è assai più bella, perché essa allontana molto più perfettamente da ogni macchia e mette l'uomo che vi è fedele fuori dagli attacchi e specialmente delle cadute nel vizio contrario alla purità.

Questa castità è perfetta quando è unita alla purità verginale: il che richiede che l'integrità del corpo non sia mai stata violata.

Questa castità, e il Voto che se ne fa, non pare che abbia in quanto al suo oggetto, maggior estensione che la continenza nelle persone non sposate, poiché questa allontana da ogni piacere carnale senza eccezione; ma il voto aggiunge un altro obbligo al primo, che è già grandissimo, e di più la rende perpetua, quando il Voto è perpetuo, o la fissa per un tempo determinato, quando il Voto è per un tempo limitato, togliendo, sia per sempre sia solamente per un dato tempo, la libertà che si avrebbe avuto, di abbracciare lo stato coniugale.

L'effetto di questo voto è anche quello di rendere tale obbligo più presente alla mente e di spingere più efficacemente alla pratica delle virtù che sono necessarie per conservare e aumentare in noi la virtù della castità e renderci così tale virtù più facile.

Questo Voto deve essere fatto col fine di piacere a Dio e di servirlo più perfettamente, consacrandogli il nostro corpo, e rinunciando alle affezioni naturali, anche lecite, che dividerebbero il nostro cuore e lo impedirebbero d'essere interamente di Dio.

Senza questo fine, le promesse che si farebbero di vivere castamente non sarebbero un Voto di religione, perché non si avrebbe in ciò per fine di onorare un Dio infinitamente santo, in un modo più santo, e perché non si entrerebbe nel piano propostosi dal Salvatore del mondo nell'invitarci a tale voto.

Per farlo, occorre una grazia speciale come il Signore stesso ce l'ha fatto capire.

Vi sarebbe presunzione, nel credere che, senza tale grazia, si potesse osservare fedelmente tale Voto.

Ma Dio non rifiuta tale grazia a quelli ai quali ne ha fatto conoscere l'eccellenza, e ai quali ispira di domandarla; e colui che la riceve deve essere attentissimo a vigilare su se stesso per conservare un dono cosi prezioso; senza tale vigilanza, tale dono rimarrebbe sterile, o piuttosto servirebbe alla condanna di chi lo avesse ricevuto, e verrebbe presto a perdersi.

Eccellenza del voto di castità11

Considerando la virtù della castità anche al lume della ragione essa si presenta come cosa degna di grande stima perché impedisce all'uomo di avvilirsi fino al disotto degli animali abbandonandosi alla più cieca e alla più insaziabile delle passioni; e perché la castità sottomette nell'uomo i sensi alla ragione e preserva la società civile di un'infinità di delitti che ne formano la vergogna e la rovina.

Per questi motivi la castità era in onore anche preso i pagani, quantunque non se ne avesse che un'idea molto imperfetta e che ne conoscessero meno ancora la pratica.

Ma è alla luce della fede che dobbiamo giudicare il pregio della castità.

La fede ce la presenta come un dono speciale di Dio, frutto prezioso della incarnazione del Verbo;

come un sacrificio difficile, ma grandemente meritorio, che l'uomo fa del suo corpo a Dio:

sacrificio che suppone in lui una gloriosa vittoria su se stesso e su tutti i suoi nemici;

in fine come una dignità sublime che l'unisce strettamente al Verbo incarnato:

1º Per praticare la castità, anche in un grado minimo, occorre una grazia speciale.

La corruzione della natura è così grande, il mondo così perverso, i suoi esempi così contagiosi, gli attacchi del demonio così violenti per ciò che riguarda il vizio contrario alla castità, che senza questa grazia speciale l'uomo non potrebbe rimanere per un tempo considerevole senza soccombervi.

Ma questa grazia è assai più necessaria e in maggior abbondanza per fare il Voto di castità.

Difatti, per osservare fedelmente questo Voto e preservarsi da ogni specie di trasgressione contro il medesimo, bisogna condurre una vita più angelica che umana "vivere in un corpo come essendo senza corpo".

"Bisogna essere come Angeli di Dio"; angeli terrestri o uomini celesti, è il nome che S. Bernardo dà agli uomini casti.

Ora, un dono sì grande non doveva essere ben conosciuto dagli uomini che dopo l'incarnazione del Verbo divino.

Il Figlio di Dio, prendendo un corpo simile al nostro, ha purificato la nostra carne; l'ha santificata, e l'ha resa capace di partecipare in qualche modo fin da questa vita, ai vantaggi che godranno nell'altra i corpi risuscitati alla gloria.

Gesù Cristo è il primo che ha portato gli uomini ad abbracciare la pratica del voto di castità, facendo loro vedere che questa inviolabile purità, della quale il mondo prima di Lui non ne faceva nessun conto, era un dono del Cielo: "Non tutti comprendono questa parola, ma quelli solamente ai quali è stato dato di comprenderla".

Egli parlava certamente degli Apostoli stessi ai quali tali parole erano dirette e di quelli che, come essi, si sarebbero uniti più strettamente a Lui col voto di castità.

Gesù ha dimostrato una predilezione particolare per la più perfetta purità con la scelta da Lui fatta di una Madre Vergine, di Padre putativo vergine, di un Precursore vergine, di un discepolo prediletto che fu vergine; e promettendo "fin da questa vita il centuplo, e dopo la morte la vita eterna a quelli che per amor suo rinuncerebbero a tutti i legami della carne e del sangue" ( Mt 19, 29 ).

Maria SS., ripiena dello Spirito del Figlio suo, prima ancora di averlo concepito nel purissimo seno, essendo stata concepita fin dal primo istante senza macchia e in un alto grado di luce e di santità, si era consacrata intieramente al Signore.

Nel giorno della sua presentazione al Tempio Ella aveva rinnovato in modo solenne quella intera consacrazione di se stessa; e nel gran giorno in cui l'Angelo venne da parte di Dio a dichiararle che Ella era stata scelta per essere la Madre del Figlio di Dio, prima di dare il suo consenso a quel grande mistero che doveva elevarla al disopra di tutti gli esseri creati, Ella volle assicurarsi se in ciò non vi era nulla che potesse pregiudicare la verginità che Ella aveva votato al Signore.

È il senso che naturalmente presentano quelle parole: "In qual modo avverrà questo, mentre io non conosco uomo?" ( Lc 1,34 ).

Ed è anche ciò che dimostra la grande stima che Ella faceva di questo dono poiché lo preferiva alla dignità più eccelsa a cui possa giungere una pura creatura.

La Chiesa, guidata in tutto dallo spirito del suo Capo, ha sempre dimostrato la maggiore stima di quelli che fanno professione religiosa; ella non ammette alle funzioni del sacro ministero se non quelli che ne fanno professione e considera le vergini come la più bella e la più preziosa parte del gregge di Gesù Cristo.

Si può dire inoltre che dopo l'incarnazione del Figlio di Dio e per i meriti di questo mistero, la terra è popolata di una generazione nuova che si propone d'imitare la purità degli spiriti celesti; il Signore ha compiuto la promessa che aveva fatto per mezzo del suo Profeta: "alle persone caste che si consacrano al suo culto, che scelgono ciò che c'è di più grato ai suoi occhi, e che sono fedeli all'alleanza che han fatto con Lui: "Darò loro un posto nella mia casa e nelle mie mura e un nome che vale meglio di quello che cercano i figli e le figlie; darò loro un nome eterno che non perirà mai"" ( Is 61,4.5 ).

Ciò potrebbe significare che essi avranno una posterità molto più gloriosa di quella che la natura può dare.

2º La castità religiosa esige dall'uomo che egli la custodisca con fedeltà e un sacrificio penoso e continuo; essa suppone grandi vittorie.

È la seconda considerazione che ne dimostra l'eccellenza.

È un sacrificio: il dono di Dio non toglie d'ordinario le difficoltà che sono annesse all'esercizio della castità; ma concede il potere di vincerle, sia addolcendole sia aumentando le nostre forze.

San Paolo aveva ricevuto questo dono di castità, ce lo dice egli stesso "Avendo ricevuto per la misericordia del Signore la grazia d'essere fedele" ( 1 Cor 7,25 ) e ciò non di meno egli dichiara di sentire lo stimolo della carne, che come l'angelo di Satana è per lui come un motivo di grande umiliazione "Mi è stato dato lo stimolo della mia carne, un angelo di Satana che mi schiaffeggi ( 2 Cor 12,7 ).

Tre volte pregai il Signore che da me fosse tolto; e dissemi: Basta a te la mia grazia; la potenza mia arriva al suo fine per mezzo della debolezza".

Le difficoltà sono tanto più grandi quanto più sono inerenti alla nostra natura, sono continue, sono la causa di un'infinità di tenaci combattimenti.

È per questo che questo sacrificio, quando vi si è fedeli, suppone grandi vittorie.

Oltre al combattimento che procura la carne corrotta della quale bisogna domare le passioni con l'esercizio di una mortificazione continua, con la penitenza, col digiuno, con un lavoro costante, bisogna aspettarsi i più violenti assalti del demonio.

"Nel mondo tutto è concupiscenza della carne" ;

tutto sembra fatto per mantener la corruzione della natura;

tutto fortifica l'inclinazione al vizio della carne;

tutto spinge ai desideri sregolati: i giochi, gli spettacoli, le assemblee, le feste, i libri, le conversazioni, le visite;

tutto ciò che si presenta agli sguardi nelle vie, sulle piazze pubbliche, perfino nei templi;

le statue, i quadri, le stampe;

ciò che si sente, i concerti, le canzoni;

ciò che c'è di più innocente, in apparenza, nei modi di trattare, nelle conversazioni;

tutto ciò che serve alle comodità della vita, la mollezza nel modo di vestire, i cibi della tavola, i divertimenti, le mode, i profumi ecc.

È una fornace ardente che il tiranno di Babilonia ordina di accendere sempre più.

Il demonio da parte sua attacca l'anima casta in modo più violento e più intimo con le sue suggestioni maligne;

con le immagini che presenta allo spirito, coi desideri che suscita nel cuore, con impressioni che produce perfino nel corpo, del quale qualche volta, col permesso di Dio, altera e sconvolge gli umori.

Ciò che eccita di più la sua rabbia contro le anime pure e caste è il vedere che, con questa virtù, esse acquistano anche quaggiù quella bellezza angelica perduta da lui nella sua rivolta contro Dio;

e anche perché questa virtù glieli fa conoscere per "figli di quella Donna benedetta contro la quale deve sempre essere in guerra" ( Gen 3,15 ).

3º La dignità che, nell'uomo, è l'effetto della castità religiosa, è la terza considerazione che finisce di presentare la sua eccellenza in una gran luce.

Questa castità eleva l'uomo al disopra della condizione dell'uomo;

essa la eguaglia agli Angeli;

gli assicura una corona molto gloriosa;

essa è per lui, fin dal presente, una sorgente inesauribile di atti di virtù e di meriti: è molto certamente;

ma ciò che noi dobbiamo considerare come un effetto molto più prezioso di questa castità, è che essa stabilisce tra Gesù Cristo e l'anima pura un'alleanza ammirabile, uno sposalizio spirituale;

in modo che Gesù Cristo è specialmente lo Sposo delle anime pure, e queste sono le sue spose.

Questo sposalizio è celebrato dallo Spirito Santo nel libro dei Cantici e nel Sal 45.

La Chiesa si compiace di chiamare le vergini le spose di Gesù Cristo, e Gesù Cristo stesso, nelle sue apparizioni si degnò sovente onorarle con tale nome.

Non è un semplice nome; è l'effetto del voto col quale l'anima pura consacra interamente il suo corpo al Signore.

Con questo, l'anima pura acquista un diritto speciale sul Corpo del Salvatore del mondo, e entra in possesso più perfetto dei suoi beni, delle sue grazie, delle sue grandezze.

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11 Titolo inserito da Fratel Teodoreto.