Regole del governo individuale e collettivo dei Catechisti

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Regole e riflessioni

Correzione fraterna

Conviene ai Catechisti poiché essi devono applicarsi in modo particolare alle virtù interiori e specialmente all'umiltà e all'obbedienza.

La correzione fraterna è un dovere di carità comune a tutti i cristiani.

Ma nel mondo la pratica di tale dovere è ostacolata dall'amor proprio che non può soffrire di essere corretto dagli altri e dal fatto che la prudenza e la carità mancano, d'ordinario, per correggere gli altri; avverrebbe pure di fare tale correzione senza buon risultato.

Tali inconvenienti non devono esistere nello stato religioso e perciò si deve lavorare a superare i difetti che impedirebbero, o di ricevere bene, o di fare caritatevolmente agli altri, la correzione fraterna.

Di più tale dovere è di una estensione assai più grande nello stato religioso: bisogna compierlo con maggior perfezione e approfittare di tutte le occasioni che sono assai più frequenti e comuni.

Questo dovere della reciproca correzione contiene tre cose:

1º - Essere contenti di ricevere riprensioni e avvisi dagli altri.

È una conseguenza del desiderio che si deve avere della propria perfezione.

Questo sentimento e desiderio di essere corretti, se è ben impresso nel nostro cuore, ci preserva da un gran numero di colpe e ci fa praticare grandi virtù.

2º - Contribuire alla correzione degli altri.

Ci vuole in questo molta prudenza, discrezione e carità.

Prima di decidersi a compiere tale dovere bisogna esaminare con calma, dinanzi a Dio, se la cosa è a proposito, se noi vi siamo spinti da vera carità, o da uno zelo amaro, o da una certa impetuosità di natura;

in ultimo occorre esaminare in qual maniera si deve fare, e domandare a Dio insistentemente la grazia di ben compiere tale dovere.

3º - Farsi conoscere reciprocamente gli uni gli altri al Superiore.

Questo modo di compiere il dovere della correzione fraterna è più ordinario e richiede meno precauzioni nelle società religiose nelle quali il governo è affatto paterno; basta epurare bene le proprie intenzioni e non dir nulla che non sia conforme a verità.

Per le altre precauzioni da prendere, si può contare sulla prudenza e sulla carità d'un Superiore che non deve cercare in tutto altro che il bene di quelli che gli sono affidati.

Non c'è forse mezzo migliore e più efficace per procurare il vero bene dei propri Confratelli e il bene generale dell'Unione; nella Congregazione dei Catechisti, questo mezzo e di una necessità quasi indispensabile a causa della distanza che non permette ai Superiori di vegliare immediatamente e personalmente sui loro inferiori.

Vi saranno certamente, in ogni Sede, quelli che saranno specialmente incaricati di tale cura; ma deve essere dovere comune a tutti e a ciascuno in particolare, di dire al Superiore ciò che ha visto di biasimevole sia nei membri, sia nel corpo dei componenti una Sede.

Ogni Catechista deve ricordarsi che, sebbene egli non sia incaricato di esaminare con cura la condotta dei suoi Confratelli, è però tenuto d'avvertire i Superiori dei difetti che avrà scorto in essi, specialmente quando tali difetti sono alquanto considerevoli e possano avere cattive conseguenze; questo è un carico della sua coscienza.

Se egli vi manca, opera contro la carità che deve avere per il Corpo e per tutti quelli che compongono la Congregazione; indica ben poco zelo per la gloria di Dio.

Ognuno applichi a se stesso queste parole della Sacra Scrittura: " Il Signore ha ordinato a ciascuno di aver cura del prossimo suo".

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